INFEZIONI OSPEDALIERE (NOSOCOMIALI) DELLE VIE RESPIRATORIE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
Le infezioni delle vie respiratorie contratte in ospedale (nosocomiali) possono determinare un aggravamento clinico del paziente ricoverato e rappresentano la terza causa di infezione più frequente in ospedale e anche la più fatale. L’infezione delle vie respiratorie comporta difficoltà respiratorie e nei casi più gravi anche la morte del paziente (decesso per infezione delle vie respiratorie, perdita di chance di guarigione o di sopravvivenza per morte del paziente per infezione delle vie respiratorie, o per l’accelerazione del decesso, o una perdita di chance di conservare una vita migliore): il danneggiato o i suoi familiari (madre, padre, sorella, fratello, moglie, marito, convivente, partner, figlio, figlia, eredi ecc.) potrebbero, quindi, avere il diritto di chiedere il risarcimento dei danni per il caso di malasanità con l’assistenza di un avvocato specializzato in responsabilità medica e sanitaria.
Oltre all’infezione delle vie respiratorie, le infezioni ospedaliere (nosocomiali) comprendono:
- le infezioni delle vie urinarie;
- le infezioni del sito chirurgico (infezioni della ferita);
- l’infezione della circolazione
Cosa sono le infezioni ospedaliere (nosocomiali) delle vie respiratorie
Le infezioni ospedaliere (o nosocomiali) delle vie respiratorie sono contaminazioni da agenti patogeni delle vie respiratorie del paziente, che possono arrivare fino ai polmoni provocando gravi polmoniti, e sono così chiamate perché vengono acquisite durante il ricovero o durante lo svolgimento di una visita, in seguito all’esposizione del paziente a microrganismi patogeni. Generalmente le infezioni ospedaliere si manifestano dopo 48 ore dal momento dell’ingresso in ospedale/Clinica privata/Pronto soccorso/Casa di cura/RSA.
Un’elevata frequenza delle infezioni ospedaliere indica una qualità scarsa del sistema sanitario erogato. La maggior parte dei decessi ospedalieri e delle complicazioni infettive è infatti riconducile ad un’infezione delle vie respiratorie quindi in questi casi bisogna verificare tutto quanto fatto, o non fatto, dal medico/dallo specialista/dal personale infermieristico.
Un medico legale, talvolta con il supporto di uno specialista oltre che di un avvocato esperto in malasanità, può capire se vi sia stato un errore o un ritardo nella diagnosi dell’infezione nosocomiale alle vie respiratorie oppure nella prescrizione della terapia antibiotica o nell’individuazione dell’antibiotico corretto (antibiogramma) e, di conseguenza, se c’è responsabilità del dell’Ospedale/Pronto Soccorso/Clinica privata/RSA/Casa di cura. Il medico legale, per scrivere la perizia medico legale (ossia un parere medico con una relazione medico legale) valuterà la documentazione medica e clinica, tra cui le analisi e gli esami, i medicinali assunti, la cartella clinica e il consenso informato.
I fattori che contribuiscono all’insorgenza delle infezioni ospedaliere sono:
- uso inappropriato di antibiotici;
- ridotte difese immunitarie;
- trattamenti invasivi;
- interventi chirurgici;
- degenza prolungata;
- inappropriata e infrequente igiene delle mani, della strumentazione medica e dei presidi.
Tipologie di infezioni ospedaliere (nosocomiali) delle vie respiratorie
Le infezioni ospedaliere delle vie respiratorie si manifestano con difficoltà respiratorie e con almeno due sintomi che compaiono durante il ricovero e che possono essere:
- presenza di un’infiltrazione a livello toracico;
- tosse;
- espettorato purulento;
- presenza di segni di infezione all’ecografia toracica.
Quando il paziente contrae l’infezione ospedaliera/nosocomiale alle vie respiratorie, che è di solito provocata da germi e batteri che si trovano nella struttura o negli strumenti utilizzati dai clinici/Medici/infermieri in ospedale/pronto soccorso/Clinica privata/RSA/Casa di cura questa può essere responsabile dei danni causati per non aver adottato tutte le cautele previste dalle procedure standard per garantire le condizioni igieniche dei locali e la sterilizzazione della strumentazione chirurgica/medica usata durante le operazioni chirurgiche o le visite, parimenti la struttura può essere chiamata a rispondere delle conseguenze negative per il paziente in caso di scorretta terapia profilattica o ritardata terapia antibiotica.
Le infezioni delle vie respiratorie possono colpire l’apparato respiratorio che comprende:
- polmoni;
- bronchi;
- naso;
- trachea.
La bronchite è l’infiammazione dei bronchi, in particolare della mucosa che li riveste e li protegge, provocata da un’infezione. I bronchi sono delle strutture che si ramificano a partire dalla trachea fino ai polmoni ai quali trasportano l’aria che viene inspirata attraverso il naso. Solitamente la bronchite insorge in seguito ad un’infezione delle prime vie aree (naso, laringe, trachea). La bronchite si manifesta con tosse persistente, difficoltà respiratorie, eccessiva produzione di muco, catarro, fiato corto, brividi di freddo, febbre, debolezza, oppressione al torace e respiro sibilante. I processi infiammatori e infettivi a carico dei bronchi sono favoriti dal fumo di sigaretta che irrita le mucose.
I batteri solitamente responsabili della bronchite, che possono essere trasmessi anche da un soggetto infetto a un soggetto sano, sono
- il Mycoplasma pneumoniae:
- il Chlamydia pneumoniae
La polmonite è un’infezione che coinvolge tutto il tessuto polmonare e gli alveoli polmonari; si tratta di un’infezione più complessa e grave. Gli alveoli polmonari sono delle piccole camere di forma sferica all’interno dei quali avvengono gli scambi gassosi: ripuliscono il sangue dall’anidride carbonica e lo riforniscono di ossigeno. Quando si instaura un processo infettivo a carico degli alveoli polmonari, questi si riempiono di liquido il quale ostacola la loro funzione respiratoria e di conseguenza viene compromessa l’ossigenazione del sangue.
Il paziente che ha contratto una polmonite presenterà difficoltà respiratorie, dolore toracico, febbre e tosse.
I pazienti che hanno delle basse difese immunitarie, come gli anziani o coloro che sono sottoposti a delle cure intensive, sono più a rischio di contrarre una polmonite.
I microrganismi patogeni responsabili delle infezioni polmonari in ambito ospedaliero sono:
- gli streptococchi
- gli stafilococchi
- gli pneumococchi.
Risulta essenziale che la diagnosi di infezione ospedaliera (nosocomiale) alle vie respiratorie, oltre ad essere corretta sia tempestiva. Un eventuale errore dell’Ospedale/Pronto soccorso/Casa di Cura RSA/Clinica privata o dei dipendenti/collaboratori per il mancato rispetto delle norme igieniche e protettive o degli standard di sterilizzazione degli ambienti ospedalieri, delle mani, degli strumenti potrebbe portare oltre che il contagio del paziente, anche gravi complicanze ed essere causa di danni per lo stesso fino addirittura al decesso per infezione delle vie respiratorie.
Come si contraggono le infezioni ospedaliere delle vie respiratorie
I pazienti ricoverati presso le unità di terapia intensiva sono più a rischio di contrarre un’infezione ospedaliera delle vie respiratorie. Questi pazienti sono collegati a dei macchinari per la ventilazione assistita sui quali possono depositarsi gli agenti patogeni e possono quindi rappresentare un veicolo per la trasmissione delle infezioni.
Al fine di evitare l’infezione è bene verificare la sterilità dei presidi e di questi strumenti prima del loro utilizzo.
La maggior parte delle infezioni ospedaliere delle vie respiratorie sono sostenute da:
- Pseudomonas aeruginosa;
- Klebsiella;
- Escherichia coli;
- Citrobacter;
- Acinetobacter;
- Streprococco aureus (soprattutto quello resistente all’antibiotico meticillina;
- Streptococcus pneumoniae;
Questi batteri possono invadere i polmoni attraverso l’inspirazione di aerosol che contengono batteri; questi possono essere inalati attraverso i macchinari respiratori o la strumentazione utilizzata per l’anestesia a causa di un’inadeguata disinfezione o dall’inadeguata sterilizzazione dei presidi o in seguito alla somministrazione di liquidi contaminati.
Un altro meccanismo che favorisce l’invasione è l’aspirazione dei microrganismi patogeni che colonizzano l’orofaringe o il tratto gastrico. Sono ad alto rischio di aspirazione i pazienti che hanno effettuato un intervento chirurgico o coloro che sono sottoposti a ventilazione/respirazione assistita.
La trasmissione delle infezioni respiratorie può avvenire anche tra due soggetti (ad esempio due pazienti o un paziente ed un sanitario) o attraverso il contatto con le superfici contaminate.
Le infezioni respiratorie virali vengono contratte in seguito all’inalazione di droplets, ovvero goccioline disperse nell’aria in seguito ad in colpo di tosse o ad uno starnuto di un soggetto infetto.
In caso di trasmissione di infezioni nosocomiali alle vie respiratorie (cioè durante la degenza ospedaliera o durante lo svolgimento di una visita) potrebbe essere possibile chiedere il risarcimento dei danni all’Ospedale che è responsabile della carenza organizzativa o se il personale medico dovesse commettere degli errori (potrebbe sbagliare nel non disinfettare le mani, confondersi utilizzando strumentazione non igienizzata, essere negligente non cambiando i dispositivi di protezione individuale o gli strumenti operatori ecc.). Anche in questo caso sarà opportuno rivolgersi ad un avvocato esperto in malasanità.
La prevenzione delle infezioni ospedaliere (nosocomiali) delle vie respiratorie
La prevenzione è il primo passo per evitare le complicanze e i decessi conseguenti alle infezioni ospedaliere delle vie respiratorie.
Al fine di prevenire le infezioni delle vie respiratorie in ospedale si deve:
- isolare il paziente con sintomi respiratori riconducibile ad infezione ed indossare i dispositivi di protezione individuale quando si presta assistenza;
- lavare frequentemente delle mani, considerando che le mani degli operatori sanitari possono essere spesso contaminate;
- disinfettare i macchinari per la ventilazione assistita e della strumentazione per l’anestesia dopo il loro utilizzo;
- utilizzare strumenti e presidi sterili per le procedure invasive che prevedono l’accesso nelle vie respiratorie.
Se ciò non avvenisse potrebbero essere individuati dei profili di responsabilità in capo all’ospedale/Pronto soccorso/Clinica privata/RSA/Casa di cura che avrebbe dovuto predisporre la formazione adeguata del personale medico o infermieristico, con conseguente obbligo di risarcimento dei danni occorsi al paziente. Le carenze organizzative o di personale o la mancata organizzazione dei corsi di formazione per il personale sono problemi della struttura ospedaliera che possono provocare casi di malasanità con conseguente obbligo di risarcimento dei danni per la vittima e i suoi familiari con l’intervento di un avvocato esperto in malasanità.
Sintomi delle infezioni ospedaliere (nosocomiali) delle vie respiratorie
Le infezioni delle vie respiratorie devono essere sospettate quando si è alla presenza di una sintomatologia riconducibile:
- febbre;
- difficoltà respiratorie;
- tosse;
- dolore toracico;
- fiato corto;
- catarro;
- malessere generale;
- respiro affannoso;
- inappetenza.
In questo momento in cui avviene una prima insorgenza della sintomatologia dell’infezione ospedaliera (nosocomiale) alle vie respiratorie un ritardo nello svolgimento degli esami necessari per approfondire la condizione clinica del paziente potrebbe purtroppo costituire un errore medico, con conseguente responsabilità dell’Ospedale/Pronto Soccorso/Clinica privata/RSA/Casa di cura. L’avvocato esperto in malasanità, insieme al medico legale, dovrà quindi valutare l’eventuale colpa e responsabilità – per la mancata o ritardata individuazione dell’infezione alle vie respiratorie ed inoltre comprendere se il danno fosse o meno evitabile.
Diagnosi delle infezioni ospedaliere (nosocomiali) delle vie respiratorie
La diagnosi di infezione ospedaliera (nosocomiale) delle vie respiratorie viene fatta analizzando i sintomi ma anche l’espettorato del paziente e attraverso l’auscultazione del torace con fonendoscopio. Con l’auscultazione del torace si possono rilevare dei rumori riconducibili ad un danno delle vie respiratorie.
La diagnosi può essere confermata da indagini strumentali quali la radiografia del torace, la quale deve essere prescritta dal medico in presenza di una sospetta infezione delle vie respiratorie per confermarne o escluderne la diagnosi.
Con la radiografia è possibile riprodurre su un’apposita pellicola l’immagine dei polmoni dopo che questi vengono attraversati dai raggi X.
La radiografia del torace permette di evidenziare la presenza di un danno a carico dei polmoni riconducibile ad un processo infettivo.
Un’altra indagine diagnostica è l’analisi dell’escreato ovvero del materiale composto da muco e saliva proveniente dalle vie respiratorie superiori. L’escreato può essere raccolto con un tampone introdotto attraverso le narici o in seguito ad un colpo di tosse. Il materiale raccolto viene analizzato in laboratorio e da questo viene isolato il microrganismo patogeno che ha causato l’infezione.
Dopo che i batteri sono stati isolati vengono sottoposti ad un test per comprendere la loro sensibilità e la loro resistenza a specifici antibiotici. Questo test, noto come antibiogramma, è in grado di identificare quali sono gli antibiotici più idonei per debellare il batterio responsabile dell’infezione delle vie respiratorie.
A questo punto è fondamentale che il medico prescriva il farmaco più adatto a combattere il batterio presente nell’organismo del paziente. In caso di infezione delle vie respiratorie costituisce una negligenza la prescrizione di un antibiotico resistente all’agente patogeno riconosciuto, potendosi determinare una colpa medica. Quando viene accertata la responsabilità del medico e/o della struttura sanitaria, il paziente può chiedere il risarcimento per i danni subiti. Essere seguiti da un avvocato specializzato in risarcimento malasanità potrebbe essere importante per tutelare al meglio i propri diritti, e quelli dei propri cari.
Trattamento delle infezioni ospedaliere (nosocomiali) delle vie respiratorie
Le infezioni alle vie respiratorie contratte in ospedale (nosocomiali) si curano con l’antibiotico individuato in base all’agente patogeno che l’ha provocata.
In alcuni casi, se la sintomatologia e le difficoltà respiratorie sono importanti si rende necessario il supporto respiratorio attraverso la ventilazione e la somministrazione di ossigeno.
Nel caso in cui la radiografia mostrasse versamenti pleurici il paziente deve essere sottoposto ad intervento chirurgico per il drenaggio.
È agevole comprendere che questi interventi devono essere svolti in modo tempestivo perché un ritardo nella prescrizione della cura o la scelta di un trattamento sbagliato o un errore nello svolgimento del trattamento medico potrebbero comportare un grande rischio per la salute del paziente affetto da infezioni alle vie respiratorie con conseguente peggioramento delle condizioni cliniche fino anche al decesso per infezioni nosocomiali alle vie respiratorie. In questi casi sarà importante esaminare tutta la documentazione relativa al ricovero e alle cure espletate a seguito dell’infezione alle vie respiratorie: le analisi e gli esami prescritti, i medicinali assunti, la cartella clinica, il consenso informato, l’autopsia (esame autoptico per morte da infezione nosocomiale alle vie respiratorie). Per agevolare la gestione di un’eventuale pratica di risarcimento dei danni il paziente o i suoi eredi possono chiedere copia dei referti che devono essere rilasciati dalla struttura previo rimborso dei costi di copia.
Le infezioni ospedaliere delle vie respiratorie ed errori medici
Le infezioni delle vie respiratorie sono riconducibili alla maggior parte dei decessi dei pazienti che hanno contratto un’infezione ospedaliera. Allo scopo di ridurre questa evenienza, tutti gli operatori sanitari devono impegnarsi a rispettare i protocolli per il controllo e la prevenzione delle infezioni ospedaliere.
L’incidenza delle infezioni ospedaliere è indice della qualità dell’assistenza ospedaliera erogata: maggiore è l’incidenza delle infezioni minore è la qualità del servizio erogato.
I seguenti errori e comportamenti dei medici/sanitari/infermieri/assistenti ecc. possono contribuire ad aumentare la frequenza delle infezioni ospedaliere e delle loro complicanze:
- scarsa e inadeguata igiene delle mani;
- mancato isolamento del paziente con infezioni respiratoria;
- mancato o improprio utilizzo dei dispositivi di protezione individuale quando indicato per prestare assistenza al paziente (guanti, mascherine ecc.;
- utilizzo improprio di antibiotici;
- mancata disinfezione dei macchinari per la ventilazione e della strumentazione per l’anestesia;
- utilizzo si strumenti e presidi non sterili per le procedure invasive che prevedono l’accesso nelle vie respiratorie;
- inadeguata sanificazione degli ambienti sanitari e dei presidi;
- sottovalutare i segni e i sintomi di infezione;
- diagnosi e trattamento errati;
- trattamento intempestivo;
- mancata esecuzione di indagini quali la radiografia quando indicato e per confermare la diagnosi di infezione delle vie respiratorie;
in questi casi rivolgersi ad un avvocato esperto in malasanità e risarcimento danni da responsabilità medica può essere determinante per il paziente o per i suoi familiari (madre, padre, sorella, fratello, moglie, marito, convivente, partner, figlio, figlia, eredi ecc.): il Professionista sarà seguito da un medico legale che svolgerà gli accertamenti diagnostici al fine di giungere alla redazione di una perizia medico legale con la relativa quantificazione degli eventuali danni subiti.
Risarcimento dei danni per infezioni ospedaliere (nosocomiali) alle vie respiratorie
In caso di contagio per infezioni nosocomiali alle vie respiratorie potrebbero insorgere per i pazienti anche gravi complicanze e relativi danni secondo il seguente prospetto:
- il danno non patrimoniale che comprende il danno biologico per la lesione all’integrità psico-fisica del danneggiato che è stato infettato per cause nosocomiali (che si calcola nella perizia medico legale attraverso la quantificazione dell’invalidità permanente e temporanea) ma anche gli aspetti morali (ossia le sofferenze) o esistenziali (ad esempio i cambiamenti nello stile di vita o nelle abitudini);
- il danno patrimoniale, ossia danni economici per il mancato guadagno o per le spese economiche effettuata direttamente ma, anche, le spese future (cure, assistenza, viaggi per visite ecc. per il riconoscimento di questa voce di danno si dovranno archiviare scontrini, fatture, dichiarazioni dei redditi così da poter effettuare prospetti economici);
- personalizzazione che prevede un aumento della quantificazione dei danni in relazione, per esempio, all’età, al lavoro del soggetto o all’attività sportiva praticata o i suoi hobbies ma anche in base alle sofferenze morali ed ai cambiamenti occorsi alla sua vita di tutti i giorni.
In caso di morte del paziente per infezione nosocomiale alle vie respiratorie come detto, potrebbe essere possibile chiedere il risarcimento dei danni patiti direttamente dai familiari ma anche i danni subiti dal danneggiato prima di morire per infezione nosocomiale alle vie respiratorie dopo l’errore medico o per la carenza presente in struttura ospedaliera (ad esempio per le sofferenze patite o per la consapevolezza di essere in fin di vita senza possibilità di cura).
Mentre i primi vengono chiamati danni iure proprio, perché rientrano direttamente nella sfera giuridica del familiare della defunta, questi ultimi potrebbero essere definiti “indiretti” vengono chiamati danni iure hereditatis. La modalità di prova e liquidazione delle due tipologie di danno è molto simile ma è determinante sapere che il termine per chiedere il risarcimento dei danni iure proprio è sempre di 5 anni dal decesso, mentre quelli “ereditati” possono essere chiesti entro 5 o 10 anni dalla morte a seguito di infezione nosocomiale alle vie respiratorie a seconda che l’azione venga esperita contro il medico o contro l’ospedale.