LA CHIRURGIA DELL’ERNIA INGUINALE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
L’ernia inguinale è un’anomala fuoriuscita di un sacco rivestito da peritoneo attraverso lo strato muscolo-fasciale dell’addome, che si presenta come una tumefazione in corrispondenza della regione inguinale a cui può essere associata una sintomatologia che va dal semplice fastidio, al dolore fino all’occlusione intestinale con nausea e vomito.
Le cause più frequenti sono traumatismi dovuti all’attività quotidiana o a sforzi improvvisi (sollevamento di pesi, colpi di tosse…).
Al suo interno può esserci solo del grasso oppure dei tratti di intestino (possibile causa, in caso di strozzamento, di una occlusione intestinale).
Solitamente la diagnosi si ottiene solo con un’accurata visita chirurgica, tuttavia può essere necessario effettuare un completamento diagnostico radiologico con una ecografia o con una Tac (Tomografia assiale compiuterizzata).
Rappresenta uno dei problemi chirurgici di più frequente riscontro e può essere affrontata sia per via tradizionale che per via laparoscopica.
Il regime di ricovero per questa patologia varia dalla day surgery (intervento e dimissione in giornata) alla one-day surgery (intervento e dimissione la mattina successiva).
La riparazione chirurgica di un’ernia inguinale può essere semplice, ma in alcuni casi, come per le recidive, può costituire un intervento delicato.
L’intervento diventa ancora più complesso in caso di un’ernia strozzata che costituisce una vera e propria urgenza chirurgica che può addirittura prevedere una resezione del tratto di intestino strozzato.
Ad oggi tutte le metodiche più usate prevedono l’impiego di materiale protesico (reti e plug, veri e propri tappi) per riparare il difetto della parete, perché si hanno così meno recidive e complicanze.
La recidiva costituisce una delle complicazioni dell’intervento e consiste nel ripresentarsi della patologia. La terapia della recidiva è rappresentata da un nuovo intervento di riparazione.
Durante l’intervento si entra in contatto con molte strutture vascolari e nervose e soprattutto, nel maschio, con il funicolo spermatico, che provvede al nutrimento del testicolo.
Ovviamente il chirurgo deve prestare molta attenzione a non danneggiare nessuna di queste strutture anche se, negli interventi più complessi il rischio è molto più alto.
Una lesione delle strutture nervose può causare delle sindromi dolorose croniche, mentre delle lesioni del funicolo spermatico possono portare alla necrosi del testicolo.
L’approccio laparoscopico, indicato nei soggetti giovani e sportivi oppure per le ernie inguinali bilaterali, costituisce, in mani esperti, una valida alternativa alla chirurgia tradizionale, tenendo però presente la necessità di una anestesia generale oltre al rischio di possibili lesioni di strutture vascolari e nervose.
La chirurgia dell’ernia inguinale è una chirurgia affrontata dalla maggior parte degli Ospedali presenti sul territorio nazionale, esistono tuttavia centri di riferimento dedicati a cui riferirsi per i casi più complessi.
Tuttavia, se venissimo mal curati per un’ernia inguinale, ad esempio perché tardivamente diagnosticata o perché in presenza di negligenze nella terapia o nell’intervento, potrebbe essere necessario capire se eventuali danni o complicanze siano nate a causa di un errore medico o per colpa del chirurgico, e se potevano essere evitate. I tanti disturbi collegati ad un errore potrebbero eventualmente permettere al paziente di chiedere un risarcimento danni per malasanità alla struttura ospedaliera (Ospedale, Clinica o Casa di cura) e/o al singolo medico o ai vari componenti dell’Équipe medico-chirurgica o all’Assicurazione.
Per farlo l’avvocato specializzato in risarcimento danni per responsabilità professionale, insieme al medico legale, dovrà analizzare tutta la documentazione medica, dal consenso informato agli esami, dalla cartella clinica fino ai controlli di follow up successivi all’operazione.
Spesso lo studio legale si avvale anche della consulenza di un chirurgo esperto del settore per analizzare il caso e valutare eventuali richieste di risarcimento danni per colpa medica.
L’avvocato inoltre valuterà – nel caso specifico – quale tipo di danni siano stati eventualmente provocati al paziente, e in certi casi ai suoi parenti [figlio/figlia, genitori (madre e padre), fratello/sorella], o al coniuge (moglie o marito), o al partner di unione civile o al convivente more uxorio, tra cui danno patrimoniale e non patrimoniale sia temporaneo ossia danno da inabilità temporanea e sia permanente c.d. danno biologico fisico e psichico ossia danno da invalidità biologica permanente, ma anche altri voci di danno come il danno da perdita della capacità lavorativa o il danno da perdita di chance.