INFEZIONE DA FERITA NELLA CHIRURGIA ADDOMINALE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
Uno dei rischi, per chi si sottopone ad un’operazione chirurgica, è contrarre un’infezione che, nei casi più gravi, potrebbe anche causare la morte del paziente.
Le infezioni delle ferite chirurgiche sono la complicanza più frequente dopo interventi di chirurgia addominale.
Per effettuare un intervento chirurgico è intuitivo che si debba praticare un taglio, la cosiddetta ferita chirurgica. Essendo effettuata dopo aver messo in pratica tutti i protocolli di disinfezione, di asepsi (sterilizzazione) e di lavaggio chirurgico, nella maggior parte dei casi vanno incontro a guarigione senza complicazioni.
Tuttavia è impossibile eliminare totalmente il rischio di infezione che risulta strettamente correlato con il tipo di intervento.
Fattori di rischio nel contrarre l’infezione durante l’operazione chirurgica
Una complessa interazione tra fattori che dipendono dal paziente (età, stato di nutrizione, ipovolemia, scarsa perfusione tissutale, obesità, diabete, assunzione di steroidi o di altri immunosoppressori), dalle caratteristiche della ferita (ad esempio dalla presenza di ematomi o sepsi), dai microbi presenti (quantità, virulenza e caratteristiche microambientali) e dalla stessa operazione chirurgica (contaminazione ambientale, di strumenti o altro materiale portato in camera operatoria, durata dell’intervento, ipotermia) può portare alla comparsa di processi infettivi.
Il fattore determinante sembra essere la tipologia di contaminazione legata all’intervento chirurgico.
Gli interventi eseguiti in regime di urgenza sono più strettamente correlati alle infezioni delle ferite chirurgiche per via della mancata preparazione e della contaminazione intraoperatoria.
TIPOLOGIA INTERVENTO | DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO |
PULITO | Non vengono apportate ferite nella mucosa intestinale. Avviene in totale asepsi e dunque non si riscontra alcun processo flogistico |
PULITO-CONTAMINATO | Vengono apportati tagli alla mucosa intestinale, ma non si ha perdita di materiale verso l’esterno |
CONTAMINATO | Avviene perdita di materiale dalle viscere durante l’intervento o prima dell’intervento. Sono presenti segni di infezione (senza materiale purulento) |
SPORCO | Avviene in presenza di pus o su viscere perforate, composte e/o aperte |
Tipi di ferita
- ferite pulite: non presentano segni di infezione, sono assenti difetti di tecnica chirurgica e vanno incontro a un processo di guarigione spontaneo. Queste ferite possono tuttavia essere doloranti o presentare eritema, in questi casi è sempre meglio chiedere al medico di monitorarle.
- ferite contaminate: presentano un processo di infezione in atto, ma non francamente purulento.
- ferite sporche: presentano flogosi in corso e dalle ferite si raccoglie materiale purulento; si tratta di ferite post-chirurgiche infette che possono andare incontro a deiscenza, cioè alla riapertura spontanea della ferita suturata.
Agenti patogeni responsabili dell’infezione
Fra i principali microrganismi responsabili di infezioni da ferite sono inclusi:
- staphylococcus aureus;
- stafilococchi coagulasi-negativi;
- enterococchi;
- escherichia coli;
- pseudomonas aeruginosa;
- enterobacter;
- proteus mirabili;
- klebsiella pneumoniae;
- candida albicans;
- streptococchi del gruppo D;
- altri Gram-positivi aerobi;
- bacteroides fragilis.
Nella maggior parte dei casi si tratta di batteri normalmente presenti nella flora del paziente, ad esempio su pelle e mucose.
Categorie a rischio di infezione
Le persone più a rischio di infezione di ferita dopo un intervento chirurgico sono i pazienti affetti da patologie gravi e immunodepressi, ma ci sono anche altre categorie di pazienti a rischio:
- pazienti diabetici;
- anziani;
- neonati;
- pazienti sottopeso o obesi;
- pazienti con storia di abuso di alcol o droghe;
- fumatori.
Sintomi dell’infezione
L’infezione del sito chirurgico è sicuramente la complicanza più comune e viene identificata in prima linea dal medico che ne monitora la guarigione. Tuttavia alcune reazioni tessutali o sintomi devono costituire un campanello di allarme per il paziente affinché si rivolga al medico.
I sintomi più frequenti sono:
- dolore acuto e rossore nell’area della ferita;
- infiammazione diversi giorni dopo un intervento chirurgico;
- comparsa di febbre;
- fuoriuscita di pus o di altre forme di essudato;
- odore sgradevole.
Trattamento dell’infezione
Il trattamento delle infezioni da ferite prevede la pulizia della ferita stessa, cui può essere associata, nei casi più gravi, anche l’assunzione di antimicrobici (a seconda dei casi: cefalosporine, penicillina, vancomicina, linezolid, daptomicina, telavancina, ceftarolina, fluorochinoloni o metronidazolo, a volte in combinazione).
Inoltre può essere necessario eliminare i punti di sutura e drenare la zona infetta.
È importante un precoce riconoscimento dell’infezione di ferita poiché un rapido drenaggio/pulizia permette generalmente una guarigione più precoce.