CONSENSO INFORMATO NELLA STERILIZZAZIONE TUBARICA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
La sterilizzazione tubarica rappresenta una delle metodiche atte ad impedire in modo pressoché definitivo la procreazione, e consiste nell’interruzione del decorso tubarico, eseguito attraverso diverse modalità.
Le tecniche per ottenere la sterilizzazione tubarica
Le tecniche attraverso cui è possibile effettuare una sterilizzazione tubarica sono numerose, e possono genericamente essere distinte in:
- tecniche di resezione in cui le tube vengono totalmente asportate, oppure sezionate, e poi chiuse;
- tecniche di occlusione attraverso l’inserimento agenti chimici o dispositivi meccanici.
La sterilizzazione tubarica, a seconda della tecnica scelta, può avvenire in regime ambulatoriale attraverso isteroscopia, senza quindi necessità di anestesia (a volte viene utilizzata una leggera sedazione), oppure possono essere effettuate in camera operatoria con accesso addominale (laparotomia o laparoscopia).
I possibili rischi a seguito della sterilizzazione tubarica
La paziente può correre alcuni rischi a seguito dell’intervento quali:
- gravidanze indesiderate, dovute sia al fallimento della procedura che alla possibile, seppur rara, ricanalizzazione spontanea delle tube;
- emorragie intraoperatorie, che a volte rendono necessaria l’apertura chirurgica dell’addome (laparotomia) con conseguenti ferite chirurgiche più estese e dunque a maggior rischio di infezioni e/o di cicatrici fortemente visibili;
- lesioni intestinali, allo stomaco o a vasi sanguigni;
- gravidanze extrauterine, più frequenti tra le donne sottoposte a sterilizzazione tubarica rispetto alla popolazione generale.
Ad oggi, tentare di definire in termini statistici il rischio di incorrere ad un possibile danno conseguente alla sterilizzazione tubarica è molto complesso e potrebbe portare a gravi errori di valutazione.
Occorre tener conto che gli studi effettuati finora a tal riguardo, hanno portato a risultati esclusivamente parziali dal punto di vista statistico. Alcuni di questi studi non hanno differenziato i risultati a seconda della tecnica utilizzata, altri non hanno considerato le differenze in termini di età e di storia clinica nelle pazienti, altri ancora non hanno suddiviso i risultati in base al tempo intercorso tra l’intervento e il verificarsi del danno.
È, comunque, possibile affermare che alcuni di questi rischi, con conseguenti danni a carico della paziente, possono sopraggiungere nonostante la buona condotta del medico rispetto alla tecnica chirurgica, ed è bene che la donna sia a conoscenza di tali rischi ben prima dell’esecuzione dell’intervento, in modo tale che possa fare una scelta quanto più consapevole per la propria salute.
Consenso informato in caso di sterilizzazione tubarica
A seconda dell’obbiettivo che la donna vuole raggiungere attraverso la sterilizzazione (contraccezione, protezione del rischio di incorrere in cancro ovarico, ecc.) potrebbero esistere delle alternative meno invasive, reversibili e con meno possibilità di rischio.
Risulta fondamentale quindi, prima dell’intervento, la valutazione del singolo caso in relazione al bilancio di rischi e benefici per la salute della donna.
Inoltre, il medico è tenuto per legge ad assicurarsi che la paziente abbia coscientemente deciso di effettuare l’intervento dopo essere stata correttamente informata riguardo le possibili alternative, ai possibili rischi dell’intervento e rispetto al potere contraccettivo di questa metodica.
Successivamente a questo colloquio, che dovrà verificarsi almeno 30 giorni prima della data dell’intervento, andrà proposto alla paziente un consenso informato scritto, in cui potrà affermare o meno di essere a conoscenza di tutti i rischi che la sterilizzazione tubarica può portare a prescindere dalla buona condotta dell’intervento. Tale documento, dovrà essere poi allegato alla documentazione clinica e dovrà riportare la data del colloquio precedentemente effettuato.