CHEMIOTERAPIA ERRORE DOSAGGIO DEI TAXANI
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
La chemioterapia è l’insieme di una o più sostanze in grado di attaccare le cellule che si moltiplicano in modo veloce nel loro processo di moltiplicazione, quindi in particolar modo quelle tumorali (chemioterapia antineoplastica) dato che hanno una alta velocità di crescita. L’effetto della chemioterapia è quello di bloccare o rallentare lo sviluppo del tumore fino a ridurne il volume ed è un mezzo ancora insostituibile nella cura di svariate forme di cancro.
Un caso di malasanità o un errore medico che comporta un’errata somministrazione della chemioterapia o lo sbaglio nella composizione del cocktail di farmaci chemioterapici, potrebbe causare gravi danni al paziente e generare il diritto al risarcimento con l’ausilio di un Avvocato specializzato. Anche non identificare la cura giusta per la malattia, o farlo non tempestivamente, potrebbe provocare al paziente un grave danno da perdita di chance di guarigione o di sopravvivenza per morte del paziente, o per l’accelerazione del decesso, o una perdita di chance di conservare una vita migliore.
La chemioterapia ha un’azione citotossica cioè mortale per le cellule tumorali, tuttavia questo suo effetto si estende anche a quelle cellule sane che sono soggette a rapida duplicazione (come le cellule dei bulbi piliferi, del sangue e quelle che rivestono le mucose dell’apparato digerente).
Per questo motivo la perdita di capelli, l’anemia e il calo delle difese immunitarie, il vomito, la diarrea e l’infiammazione o l’infezione della bocca sono gli effetti collaterali più frequenti e più faticosi da sopportare per i pazienti. Gli effetti collaterali sono diversi in base al tipo, alla dose, alla modalità di somministrazione dei farmaci chemioterapici e, inoltre, possono essere contrastati, come nel caso di nausea e vomito, da trattamenti complementari (terapie di supporto o ancillari).
La mancata prescrizione dei trattamenti complementari o il mancato monitoraggio degli effetti collaterali costituisce un errore medico dell’oncologo o del medico specialista: simili omissioni, infatti, impediscono la cura efficace del tumore perché rischiano di debilitare il paziente e possono far sorgere complicanze gravi, di conseguenza, il diritto a chiedere il risarcimento dei danni con l’intervento di un avvocato esperto in malasanità.
Farmaci texani in chemioterapia
Per un’efficace chemioterapia, il medico deve utilizzare combinazioni diverse a seconda del tipo di tumore da curare e, per questo, si avvale di varie tipologie di farmaci, che variano per target (bersaglio) e meccanismo d’azione. Ci sono un centinaio di sostanze che possono essere variamente combinate per aggredire i diversi tumori, e la ricerca mette periodicamente a punto nuove molecole per cercare di affinare gli effetti della terapia.
Sbagliare il mix di farmaci, come detto, può configurare un grave errore del medico o dell’oncologo e, di conseguenza, una terapia inefficace o ritardata con il rischio di provare gravi danni al paziente.
I taxani sono agenti antimitotici cioè agiscono durante la fase di divisione cellulare (mitosi), in particolare nella fase in cui il DNA neosintetizzato deve ripartirsi fra le due cellule figlie.
La ripartizione del materiale genetico fra le cellule avviene grazie al fuso mitotico, una struttura complessa costituita da particolari proteine chiamate microtubuli.
DNA
DNA
In particolare, i taxani, impediscono il disassemblaggio dei microtubuli e del fuso mitotico.
Di questa classe fa parte la molecola naturale Paclitaxel®, impiegata principalmente nel trattamento del cancro alla mammella, del cancro al polmone e del cancro alle ovaie.
Il suo derivato semisintetico è il Docetaxel®, impiegato prevalentemente contro il tumore al seno, il tumore al polmone e il tumore alla prostata.
Entrambi i farmaci vengono impiegati per via endovenosa e necessitano di una premedicazione con cortisonici prima dell’infusione per minimizzare i rischi di reazioni allergiche (talvolta anche assai serie).
In questa fase curativa molto delicata potrebbero purtroppo verificarsi errori medici, dell’oncologo, dei medici o degli infermieri dell’Ospedale (o del Pronto Soccorso, Asl, Asst, Ats) o della Clinica privata (ad esempio per un errato dosaggio dei farmaci o per l’omissione del trattamento cortisonico). L’intervento di un avvocato esperto in malasanità permetterà di valutare l’eventuale colpa e responsabilità dei sanitari ed inoltre comprendere se l’eventuale danno subito era o meno evitabile.
Si pensi, ad esempio, ad un’omissione nell’anamnesi del paziente che porta al non riconoscimento di una grave allergia: in questo caso la somministrazione del farmaco potrebbe causare gravissime conseguenze ed anche la morte del paziente per l’errore del medico, dell’oncologo o più in generale dei dipendenti dell’ospedale.
Gli effetti collaterali derivanti dai texani
Gli effetti collaterali dovuti alla somministrazione dei taxani possono variare secondo la dose somministrata e a seconda che il farmaco sia impiegato in monoterapia o in chemioterapia di associazione, senza dimenticare una eventuale variabilità di risposta anche fra un individuo e l’altro.
Gli effetti collaterali più comuni possono essere:
- temporanea riduzione della produzione di cellule ematiche da parte del midollo osseo. La diminuzione dei globuli rossi provoca la diminuzione dell’emoglobina e quindi l’anemia, che si manifesta principalmente con sensazione di spossatezza fisica; la diminuzione dei globuli bianchi facilita l’insorgere di infezioni, il cui segno è la febbre, di solito con brivido; la diminuzione delle piastrine provoca ecchimosi e nei casi più gravi emorragie. Il conteggio delle cellule ematiche diminuisce in funzione della dose di chemioterapico e del numero di farmaci usati. Se la cura prevede un cocktail di più chemioterapici, la diminuzione delle cellule ematiche è maggiore. Per questo il paziente deve essere sottoposto periodicamente a esami sangue per controllare lo stato del midollo osseo. Se ci fosse una diminuzione del conteggio delle cellule ematiche, l’oncologo potrebbe decidere di rinviare la somministrazione di qualche giorno per permettere il recupero della funzionalità del midollo osseo. È agevole comprendere che se l’oncologo non procede in tal senso commette un grave errore medico potenzialmente dannoso per il paziente a seguito del quale può essere chiesto il risarcimento dei danni con l’ausilio di un avvocato esperto in malasanità;
- nausea e vomito. Solitamente il medico somministra assieme alla chemioterapia farmaci antiemetici, per prevenire o ridurre sensibilmente la nausea e il vomito, però questi eventi avversi possono insorgere ugualmente, in un intervallo che va da poche ore dopo il trattamento sino ai giorni seguenti, e possono durare anche per alcuni giorni;
- disturbi neurologici. Il tipo di tossicità neurologica di più comune riscontro è la neuropatia periferica (sensazione di mani o piedi addormentati, dolore simile a “scosse elettriche”);
- dolore o ulcere del cavo orale (con possibili alterazioni del gusto). Durante il trattamento è frequente una sensazione di dolore e secchezza della bocca con la presenza di piccole ulcere. Le eventuali alterazioni del gusto scompaiono al termine della chemioterapia.
Potrebbe anche essere riconosciuta la colpa medica o la responsabilità dell’Ospedale, qualora l’oncologo o il medico proceda con negligenza, imperizia o imprudenza. Se si ritiene di essere stati vittima di un errore medico, di colpa medica dell’Ospedale o di un caso di malasanità potrebbe essere utile rivolgersi ad un avvocato o a uno studio legale che si occupi preferibilmente di risarcimento danni per responsabilità e colpa medica.
Somministrazioni di farmaci chemioterapici: possibili errori e danni risarcibili
È importante il precoce riconoscimento della tossicità midollare, con l’opportuna gestione, e della neurotossicità, utilizzando di complessi vitaminici, integratori a base di acido alfa lipoico o nei casi più gravi farmaci quali il Gabapentin® o il Pregabalin®) e nella qualità di vita del paziente durante e successivamente al termine del trattamento chemioterapico.
La continua ricerca di neuroprotettori è motivata proprio dalla necessità di identificare agenti in grado di ridurre l’incidenza della neurotossicità, migliorando la qualità di vita dei pazienti sottoposti a chemioterapia e, possibilmente, l’indice terapeutico.
Un errore nella farmacoterapia (medication error) è un insuccesso nel processo terapeutico che provoca, o che potenzialmente può provocare, un danno al paziente.
La valutazione di quali danni nel caso concreto si possano spetta all’avvocato esperto in malasanità, coadiuvato dal medico legale, ad esempio il danno patrimoniale (ossia danni economici da lucro cessante o danno emergente) o il danno non patrimoniale (come il danno biologico per inabilità temporanea o invalidità permanente, il danno morale per le sofferenze patite o, nei casi, più gravi il danno da morte o da perdita di chance di guarigione o di sopravvivenza).
Il danno non patrimoniale potrà considerare anche gli aspetti morali (ossia le sofferenze) o esistenziali (ad esempio i cambiamenti nello stile di vita o nelle abitudini) o estetici (ad esempio perché sono rimasti postumi che deturpano l’aspetto esteriore della vittima) che hanno colpito maggiormente il malato: esaminare le questioni più soggettive e personali capitate al danneggiato a seguito dell’evento si chiama personalizzazione del danno.
Un errore medico, infatti, può provocare diverse conseguenze in base alla persona che lo subisce, per questi motivi sarà importante considerare l’età del danneggiato, l’attività lavorativa o le sue aspirazioni, l’attività sportiva praticata o i suoi hobbies. Queste sfaccettature permetteranno all’avvocato ed al medico legale di quantificare in modo corretto l’importo di danno non patrimoniale subito.
Per i danni patrimoniali, invece, potrà essere chiesto, ad esempio, il rimborso delle spese sostenute durante la cura: a tal fine potranno essere utili scontrini della farmacia, ricevute dei costi di alloggio, fatture per visite mediche o per acquisto attrezzature (danno emergente); oppure le spese future che dovranno essere effettuare a causa dell’errore nella terapia (fornendo la prova dei costi sostenuti); o, ancora, il risarcimento per i mancati guadagni subiti dal paziente a causa del peggioramento della salute o del protrarsi delle cure (lucro cessante).
Nel caso in cui l’esito della cura dovesse essere infausto e, quindi, il paziente dovesse morire, anche gli eredi (madre, padre, marito, moglie, figlio, figlia, fratello, sorella ecc.) potrebbero agire per chiedere il risarcimento del danno patito dal familiare mentre ancora era in vita (ad esempio per la sofferenza subita, c.d. danni iure hereditatis), del danno per la perdita parentale (variabile in base al grado di parentela, c.d. danni iure proprio) ma anche dei danni patiti direttamente per il dolore provato per la morte di una persona cara o per i peggioramento subito al proprio stile di vita (ad esempio perdite economiche o modifiche drastiche delle proprie abitudini, c.d. danni iure proprio).
L’utilizzo dei texani per il cancro al seno
I taxani vengono ad esempio utilizzati nella chemioterapia per il cancro al seno e, come noto, il tumore alla mammella è una forma tumorale tra le più diffuse tra le donne. Nella cura del tumore al seno con chemioterapia, vi sono diversi farmaci che possono essere somministrati da soli o in combinazione.
Cancro al seno
Cancro al seno
Tra questi, ad esempio, le antracicline (doxorubicina e epirubicina), i taxani (paclitaxel e Docetaxel®), derivati del fluoro (capecitabina e 5-fluorouracile), vinorelbina, metotrexate, gemcitabina, derivati del platino (cisplatino e carboplatino).
Sono tutti cocktail di farmaci chemioterapici previsti, in varie composizioni, dai diversi Protocolli e linee guida, e che il medico oncologo potrebbe utilizzare in funzione di diversi fattori, ad esempio, la tipologia di tumore, la stadiazione del cancro (a quale Stadio si trova il tumore, grandezza ed eventuale diffusione nel corpo ossia di metastasi), l’età, lo stato di salute e le condizioni del paziente, eventuali forme allergiche o di intolleranza, ecc.
La cura del tumore al seno, pur se programmata, può cambiare durante il corso del trattamento, ad esempio, in funzione della risposta del tumore, all’insorgenza di fattori allergici o di non tolleranza ad effetti collaterali della chemioterapia, all’insorgenza di eventuali complicanze ecc.
Risulta essenziale il monitoraggio delle condizioni del paziente e la diagnosi periodica e costante della sua risposta alle cure. Questa supervisione deve essere corretta e tempestiva da parte dell’oncologo e dei medici dell’ospedale che hanno in cura un malato di tumore. Un eventuale errore del dell’oncologo o dell’Ospedale per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare anche a gravi complicanze fino all’esito infausto delle cure.
Errori medici nella cura del tumore e nella chemioterapia
In Italia la Sanità sia pubblica che privata è generalmente competente e preparata, inoltre, vi sono Ospedali con reparti di oncologia ed Istituti di Tumori che sono riconosciuti in tutto il mondo come centri d’eccellenza per lo studio, ricerca e cura in ambito oncologico.
Ciò nonostante, purtroppo, si verificano casi di malasanità anche in oncologia e, nei casi più rilevanti, possono anche provocare gravi danni e lesioni, o la morte del paziente: affidarsi ad un avvocato esperto in casi di responsabilità medica può essere essenziale per ottenere un equo risarcimento dei danni.
Errori del medico o dell’Ospedale – e per i quali si potrebbe valutare il risarcimento dei danni – possono riguardare la diagnosi o il trattamento del tumore, in particolare:
- diagnosi tardiva del tumore (esami non fatti; o fatti in maniera incompleta o non approfondita; mancata prescrizione da parte del medico di base, o del medico dell’Ospedale, della visita di approfondimento da uno specialista ecc);
- diagnosi non fatta del tumore (sintomi che vengono scambiati per altra patologia, ad esempio, paziente che al Pronto Soccorso viene rimandato a casa, senza fare esami, analisi, test, prove ecc.);
- diagnosi sbagliata del tumore (provetta di sangue che viene scambiata al momento del prelievo dell’esame ematico o dal laboratorio di analisi; radiografie che, in radiologia o in altro reparto dell’ASL, vengono invertite da un paziente all’altro; errore nella refertazione della biopsia da esame citologico c.d. agoaspirato o da esame istologico c.d. agobiopsia, errore nella refertazione dell’ecografia, PET, TAC, lastre RX ecc.; errata diagnosi per tumore inesistente e paziente che viene sottoposto – per un cancro inesistente – a chemioterapia, radioterapia, operazione chirurgica; errore nella diagnosi e intervento chirurgico di asportazione organo sano: asportazione rene, asportazione seno con resezione Quadrantectomia mammella o Mastectomia mammella, asportazione utero e ovaio, asportazione tiroide, asportazione testicolo, ecc.);
La chirurgia del seno
La chirurgia del seno
- terapia tardiva (la cura tardiva può essere causata da un precedente ritardo diagnostico che, quindi, si ripercuote sulle cure che incominciano quando ormai la malattia si è aggravata, ad esempio ingrossamento del tumore, passaggio da uno Stadio ad un altro Stadio, metastasi ossia diffusione delle cellule tumorali dal cancro primitivo ad altre zone del corpo o ad altri organi. La terapia può essere tardiva in quanto non solo si possono essere accumulati dei ritardi durante la diagnosi ma anche perché vi sono stati degli errori nella terapia stessa: cure sbagliate rivelatesi inefficaci, medicinali sbagliati o non somministrati, non capacità a gestire delle complicanze e quindi;
- terapia non fatta (la cura non fatta);
- terapia sbagliata o errata (la cura sbagliata o errata).
In caso di errore medico, di colpa e responsabilità dell’Ospedale o di malasanità, dovuta a diagnosi sbagliata o tardiva, ad esame o analisi non effettuata o effettuata male o in ritardo, ad operazione o intervento chirurgico sbagliato, a cura errata o a terapia in ritardo, a medicinali non dati o farmaci somministrati tardivamente, il paziente o la madre, il padre, i nonni, il fratello o la sorella o gli eventuali eredi – in caso di morte – potranno affidarsi ad uno Studio legale o ad un avvocato, preferibilmente specializzato in risarcimento danni da malasanità e da responsabilità medica, che esaminerà insieme alla paziente, alla famiglia e al medico legale, l’eventuale fattibilità di una richiesta di risarcimento danni.
Come detto, la chemioterapia è un processo che richiede massima attenzione e continuo monitoraggio. È necessaria una continua ricerca di neuroprotettori per ridurre l’incidenza della neurotossicità, migliorando la qualità di vita dei pazienti sottoposti a chemioterapia e, possibilmente, l’indice terapeutico.
Un eventuale errore nella farmacoterapia, quindi, di fatto un errore medico, può portare gravi danni al paziente. In casi del genere è importante avere il supporto di uno studio legale specializzato con esperti che possano analizzare il caso e valutare ogni eventuale risarcimento danni per errore medico o per malasanità.