DIAGNOSI DI TUMORE AL SENO (CANCRO ALLA MAMMELLA)
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
La diagnosi precoce del tumore al seno potrebbe prevenire danni alla salute e nei casi più gravi il decesso (morte per tumore al seno non diagnosticato). È quindi importante che non vengano commessi errore medici durante i controlli, ma anche siano prescritti per tempo gli esami e le visite mediche di approfondimento.
Il cancro alla mammella è una condizione patologica in cui vi è la formazione di tessuto costituito da cellule che crescono in modo incontrollato ed anomalo all’interno della zona mammaria. Il tumore al seno colpisce 1 donna su 8 nell’arco della vita. È il tumore più frequente nel sesso femminile con oltre due milioni di casi stimati all’anno nel mondo e rappresenta il 29% di tutti i tumori che colpiscono le donne ed è classificato come la prima causa di morte per tumore. A volte è necessario intervenire chirurgicamente, con un’operazione demolitiva di quadrantectomia o un intervento di mastectomia per l’asportazione del tumore al seno. L’oncologo, il senologo e il chirurgo plastico dell’Ospedale o della Clinica seguiranno la paziente anche durante l’operazione chirurgica ricostruttiva del seno con l’inserimento di protesi (viene prima messo un espansore e poi, generalmente nella tasca, viene inserita la protesi). Si possono verificare casi di malasanità non solo per un errore nella diagnosi ma anche per cura sbagliata (terapia e trattamento) o addirittura perché durante l’intervento chirurgico la paziente prende una infezione (infezione contratta in sala operatoria, durante la degenza o nel sito chirurgico). Il chirurgo inoltre potrebbe sbagliare l’intervento, e la paziente potrebbe non solo un danno biologico ma anche un danno estetico: seno asimmetrico, protesi più grande o più piccola, capezzolo o aureola non simmetrici, cicatrici ecc. È quindi importante ottenere – anche – un risarcimento economico per poter affrontare un secondo e nuovo intervento per poter (se possibile) riparare al danno.
Una diagnosi sbagliata o tardiva potrebbe portare a cure invasive e debilitanti o addirittura ridurre le possibilità di guarigione. Una diagnosi errata, in ritardo, o non fatta, può essere imputabile a superficialità del professionista sanitario o ad un errore nella refertazione dell’esame.
Errore nel referto dell’esame:
- istologico;
- citologico;
- TAC con o senza liquido di contrasto;
- PET;
- ecografia mammaria;
In caso di errore medico o malasanità è necessario affidarsi ad un avvocato esperto in malasanità e risarcimento danni in grado di verificare – insieme al proprio medico legale – il danno e la possibilità di poter chiedere il risarcimento all’Ospedale, all’assicurazione o al medico (oncologo, senologo, chirurgo plastico o estetico, tecnico di radiologia ecc.).
In caso di malasanità o di morte della donna per cancro al seno, i suoi parenti o eredi (madre, padre, marito, fratello, sorella, figlio, figlia, partner ecc.) possono agire per chiedere il risarcimento dei danni subiti per la perdita e il dolore provocato dalla morte della persona cara (danni iure proprio) ma anche per i danni patiti dalla donna mentre era in vita (danni iure hereditatis) che ha vissuto con lucida agonia, sofferenze e dolore i momenti prima della sua morte.
Processo del cancro alla mammella (tumore al seno)
La mammella è costituita da tre tipi di tessuto:
- fibroso (o connettivo);
- ghiandolare;
- adiposo (grasso).
Il tessuto fibroso fa da sostegno alla ghiandola mammaria, ricca di vasi sanguigni, vasi linfatici e fasci nervosi. Le cellule che la costituiscono si riproducono continuamente per mantenere un ricambio continuo e per riparare le cellule danneggiate. È un processo molto complesso che viene regolato da molteplici geni. Con l’invecchiamento e l’interazione con diversi fattori ambientali i geni che regolano il processo di riproduzione e crescita cellulare possono danneggiarsi.
Ciò provoca la cosiddetta carcinogenesi ossia una crescita anomala e incontrollata delle cellule, con il conseguente sviluppo del tumore al seno, che avviene lentamente, di solito nel corso di molti anni.
Cancro alla mammella
Cancro alla mammella
Ad esclusione di casi complessi, il medico (inizialmente il medico curante, successivamente, lo specialista chirurgo generale e l’oncologo) non deve sottovalutare manifestazioni e sintomi della malattia che devono portare ad indagini più approfondite. Solitamente le donne dopo una certa età (trenta-quaranta anni a seconda anche della storia familiare) dovrebbero essere indirizzate a svolgere controlli preventivi periodici come:
- ecografie mammarie;
- mammografie;
- visita senologica.
In caso di approfondimenti potrebbe essere utile:
- ago aspirato;
- true cut;
- microbiopsia mammaria
per poi procedere con un:
- esame istologico (esame istologico: esame dei sottili frammenti di tessuto per valutarne i margini e le strutture interne);
- esame citologico (esame citologico: studio e l’analisi delle cellule per stabilire la natura benigna o maligna di una neoplasia o di una lesione, come fibroadenoma, cisti ecc.)
Procedere con un percorso simile con visite cadenzate nel corso degli anni riduce notevolmente l’insorgenza di patologie gravi e incurabili, aumentando esponenzialmente la possibilità di guarigione senza recidive e, nel caso, con interventi poco invasivi (ad esempio quadrantectomia).
La mancata prescrizione dell’ecografia mammaria o della mammografia o della visita senologica dopo una certa età o in presenza di familiarità per il cancro alla mammella (ad esempio perché la madre o la nonna o la zia o la sorella di una paziente si è ammalata di cancro al seno) potrebbe configurare errore medico del ginecologo o del senologo o del medico generico: simili omissioni, infatti, impediscono la diagnosi efficace e tempestiva del tumore e possono far sorgere complicanze gravi per la donna e, di conseguenza, il diritto a chiedere il risarcimento dei danni con l’intervento di un avvocato esperto in malasanità.
Pazienti asintomatiche
Pazienti asintomatiche
Pazienti sintomatiche
Pazienti sintomatiche
Non esiste un collegamento automatico tra aggravamento delle condizioni, errore medico e risarcimento del danno. Prima di tutto bisogna capire se c’è un effettivo nesso (c.d. nesso causale) tra l’evento e il danno subito.
Successivamente può essere effettuata la valutazione dei danni patiti: ad esempio danno patrimoniale, non patrimoniale e biologico, morale, esistenziale. Questo passaggio è reso più agevole dall’aiuto di un avvocato esperto in malasanità che, solitamente, lavora con l’apporto di un medico legale. Ci sono molti aspetti da valutare dall’eventuale danno da perdita della capacità lavorativa al danno da perdita di chance di guarigione o sopravvivenza, a quello di doversi sottoporre ad ulteriori cure non previste con i connessi rischi.
L’individuazione di quali danni nel caso concreto si possano chiedere rimane dell’avvocato e del medico legale, ad esempio ad esempio, danno patrimoniale ossia i danni economici da lucro cessante o danno emergente, i danni non patrimoniali come il danno biologico per inabilità temporanea o invalidità permanente, il danno morale, il danno esistenziale, il danno da perdita di chance ecc.
Fattori di rischio del cancro al seno
Esistono molte ricerche scientifiche sulle possibili cause del cancro alla mammella e dei possibili fattori di rischio. In particolari si è visto che l’insorgenza della malattia è più frequente in presenza di determinati fattori, tuttavia ciò non vuol dire necessariamente che una donna che abbia uno o più fattori di rischio si ammalerà così come in assenza non si può escludere che possa sviluppare un tumore.
I fattori di rischio che possono portare ad una maggiore possibilità di sviluppare il cancro al seno sono:
- l’età: con l’aumentare degli anni aumenta il rischio di sviluppare il tumore;
- problemi ormonali ossia la prolungata esposizione agli ormoni prodotti dall’ovaio prima della menopausa (sono più a rischio le donne che hanno avuto una prima mestruazione precoce, cioè prima degli 11 anni, e una menopausa tardiva, dopo i 55 anni);
- familiarità cioè quando in famiglia ci sono casi di tumore della mammella in parenti prossimi come madre, sorella, nonna o zia (sia da parte materna sia da parte paterna);
- predisposizione genetica ossia la mutazione a carico di specifici geni (come, per esempio, BRCA1 e BRCA2) che aumenta il rischio di sviluppare il tumore della mammella e dell’ovaio;
- densità mammaria;
- aver avuto un precedente carcinoma alla mammella;
- trattamenti pregressi ad esempio la radioterapia, se eseguita sulla parete toracica e/o sulla mammella, può predisporre al rischio di tumore del seno.
A questi fattori di rischio generici possono aggiungersi alcune variabili quali l’obesità, la dieta eccessivamente calorica, la sedentarietà, il fumo e l’alcol, lo svolgimento di terapia ormonale.
Quando si presentano fattori di rischio, il medico, il senologo, il ginecologo, l’oncologo o più in generale, il personale dell’ospedale devono essere più attenti nella profilassi preventiva e nella prescrizione di esami di controllo e potrebbero purtroppo verificarsi errori medici. L’eventuale colpa e responsabilità – per la mancata o ritardata individuazione della malattia/patologia o per l’errato trattamento della stessa – deve essere verificata in modo approfondito così come la possibile insorgenza di danni, valutando se questi potessero essere o meno evitati. È opportuno rivolgersi ad un avvocato esperto in malasanità che, con l’aiuto di un medico legale, possa esaminare la vicenda nel concreto e capire se sia sorto un comportamento non diligente, imprudente o imperito del medico.
Diagnosi precoce del cancro al seno
Per ottenere una diagnosi precoce di cancro al seno, il medico/il senologo/l’oncologo dovrebbe consigliare una visita senologica per valutare:
- la presenza di edema (gonfiore) della cute della mammella
- la presenza di eventuali noduli palpabili
- la presenza di stati infiammatori (rossore e dolore della cute)
- la presenza di secrezioni ematiche (fuoriuscita di sangue dal capezzolo)
La paziente deve essere informata della possibilità di una diagnosi precoce di cancro al seno per essere indirizzata verso il percorso più idoneo. Il professionista sanitario dovrebbe consigliare:
- una mammografia per valutare la presenza di eventuali noduli e calcificazioni;
- un’ecografia (per distinguere un tumore da una cisti o valutare la presenza di vascolarizzazione sospetta).
In genere in caso di diagnosi precoce, si ottengono ottimi risultati in termini di cura con interventi chirurgici (accompagnati talvolta da un trattamento radioterapico e\o farmacologico) spesso minimamente invasivi che determinano la guarigione della paziente ed il ritorno ad una vita normale.
L’errore medico potrebbe derivare, quindi, non tanto dall’insorgenza del tumore ma piuttosto dalla ritardata diagnosi o da una diagnosi sbagliata o, ancora, dal mancato riconoscimento del tumore o, comunque, dall’incapacità di programmare adeguatamente il trattamento, prescrivendo terapie sbagliate, tardive o inefficaci.
La paziente, o i suoi familiari, potrebbero – in certi casi – ottenere il risarcimento del danno anche qualora il medico non abbia spiegato, o non abbia sufficientemente spiegato al paziente, il tipo di terapia a cui sarà sottoposto o il tipo di intervento chirurgico, oppure le modalità con cui si svolge, le conseguenze, i rischi e le possibili complicanze ed effetti collaterali, i vantaggi e svantaggi, le eventuali alternative terapeutiche (consenso informato).
Esiste, infatti, da un lato il dovere del medico di informare e, dall’altro lato, il diritto del paziente a conoscere non solo le informazioni sulla propria salute e malattia ma anche il diritto di poter scegliere consapevolmente. Il medico, pertanto, non si deve limitare a far firmare un foglio c.d. modulo di consenso informato, ma dovrà spiegare, in modo chiaro, completo e comprensibile – anche in rapporto all’età del paziente, al grado di scolarizzazione e alle possibili difficoltà di comprensione (si immagini, ad esempio, una cittadina straniera che ha una conoscenza basica della lingua italiana) – tutti i vari aspetti medici.
Pur se non è sempre previsto l’obbligo della forma scritta, ove disponibile, è pertanto importante che il medico legale che affianca l’avvocato verifichi il documento. Ottenere la documentazione (modulo di consenso informato, cartella clinica, esami, refertazione ecc.) dal medico o dall’Ospedale è anch’esso un diritto tutelato dall’ordinamento giuridico.
Rischi di una diagnosi tardiva di cancro al seno
In caso di diagnosi tardiva, la salute della paziente viene sottoposta ad un severo rischio: infatti la paziente potrebbe dover essere sottoposta a cure farmacologiche più invasive e debilitanti (chemioterapie che spesso sono accompagnate da effetti collaterali come nausea, vomito, caduta di capelli, stanchezza, etc.) o potrebbe dover essere sottoposta a chirurgia non conservativa, subendo per esempio l’asportazione integrale di uno o di entrambi i seni.
In questi casi alla paziente dovrebbe essere proposta la chirurgia estetica ricostruttiva. La Chirurgia Ricostruttiva è quella branca della Chirurgia Plastica che si occupa di ricostruire la funzionalità e l’estetica del corpo dopo traumi, incidenti, tumori. Intraprendere un percorso di chirurgia ricostruttiva è sempre fondamentale per la paziente sia da un punto di vista funzionale, per recuperare le funzioni lese, sia da un punto di vista psicologico, per riuscire a superare definitivamente la malattia e ricominciare ad accettarsi. Ci sono molti studi, infatti, che dimostrano l’aumento della qualità di vita delle persone sottoposte a ricostruzione dopo un tumore, perché aumenta la fiducia in loro stessi, la capacità di rapportarsi con gli altri, e la vita sia pubblica che privata ne beneficia. La stragrande maggioranza delle problematiche possono essere trattate in Ospedale pubblico, con il semplice pagamento del ticket, qualora fosse dovuto.
Se il medico senologo o l’oncologo omettono di proporre la strada della chirurgia estetica ricostruttiva commettono, potenzialmente, un grave errore che, quindi, potrebbe essere oggetto di una richiesta risarcitoria da parte della vittima con l’ausilio di un avvocato esperto in malasanità.
In altri casi, potrebbe addirittura perdere chance di guarigione e l’errore potrebbe essere fatale in termini di sopravvivenza. Una diagnosi tardiva può essere imputabile a superficialità del professionista sanitario che, se sorvola su sintomi e fattori di rischio (come la familiarità) e non prescrive test diagnostici più accurati: in questo caso il medico, il senologo o l’oncologo negligente o imprudente dovrà rispondere risarcendo i danni alla paziente ed ai suoi familiari.
Se si ritiene di essere stati vittima di un errore medico, di colpa medica dell’Ospedale o di un caso di malasanità, quindi, potrebbe essere utile rivolgersi ad un avvocato o a uno studio legale che si occupi preferibilmente di risarcimento danni per responsabilità e colpa medica.