OMISSIONE DELLA DIAGNOSI PRECOCE DI CANCRO DEL TESTICOLO
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
I testicoli sono gli organi maschili preposti alla produzione degli spermatozoi e di alcuni ormoni sessuali maschili che sono fondamentali nello sviluppo dei caratteri sessuali primari e secondari, e nel controllo delle funzioni dell’apparato genitale stesso. Il tumore del testicolo è una neoplasia rara, tuttavia è una delle più frequenti nei giovani.
Il cancro si sviluppa in seguito a un’alterazione nelle cellule del testicolo, che provoca una crescita incontrollata delle stesse, determinando nella maggior parte dei casi la formazione di una massa palpabile. La maggior parte dei tumori del testicolo originano dalle cellule germinali, che danno origine agli spermatozoi.
Cancro ai testicoli
Cancro ai testicoli
Un errore medico – per il quale si potrebbe ottenere un risarcimento dei danni – potrebbe derivare dalla mancata o ritardata diagnosi (diagnosi tardiva), dalla diagnosi sbagliata o dalla diagnosi errata (il tumore non viene riconosciuto, o viene scambiato con un’altra causa).
Non identificare la malattia, o farlo non tempestivamente, potrebbe provocare al paziente un grave danno da perdita di chance di guarigione e anche la morte del paziente, o per l’accelerazione del decesso, o una perdita di chance di conservare una vita migliore. In questi casi sia il malato che i familiari (o gli eredi: madre, padre, moglie, convivente, partner, figlio, figlia, sorella, fratello) possono chiedere l’intervento di un avvocato esperto in malasanità per chiedere il risarcimento dei danni patiti.
Come si manifesta il cancro al testicolo
Le prime manifestazioni della malattia sono:
- un aumento di volume, un gonfiore o un senso di pesantezza del testicolo;
- idrocele, ovvero una raccolta di liquido, nello scroto, tutt’attorno al testicolo;
- senso di fatica.
Il medico dovrebbe attenzionare eventuali segni come:
- un graduale aumento del volume del testicolo con senso di pesantezza;
- il riscontro di una tumefazione dura del testicolo;
- dolore ed infiammazione locale simulante un’orchiepididimite o una torsione del testicolo;
- presenza, sulla superficie di un testicolo, di noduli lisci o ruvidi che, tuttavia, solitamente non sono dolorosi;
- indolenzimento e sensazione di tensione localizzati nei testicoli o nella regione inguinale, ed aumento della sensibilità al tatto;
- dolore alla schiena o nella regione lombare, in particolare qualora le cellule tumorali abbiano raggiunto i linfonodi o si sono diffuse in altre parti del corpo;
- difficoltà a respirare o a deglutire, o persistenza di tosse, in particolare quando le cellule tumorali hanno invaso i linfonodi del torace o i polmoni;
- ingrossamento dei linfonodi ai lati del collo, con ingrossamento o tumefazione del collo.
Il paziente deve essere invitato a fare una visita oncologica o chirurgica per completare l’accertamento clinico. Purtroppo, già durante l’accertamento o la diagnosi potrebbero essere commessi degli errori da parte del medico, del chirurgo, del laboratorio d’analisi, dal centro di oncologia o di radioterapia dell’Ospedale.
L’accertamento del cancro al testicolo potrebbe, infatti, essere sbagliato o tardivo, e quindi la cura non tempestiva. Ciò potrebbe portare ad un peggioramento dello stato di salute del paziente, con eventuale diffusione del tumore in altre zone del corpo. Il paziente potrebbe pertanto essere costretto a doversi sottoporre a lunghe e dolorose cure che, invece, avrebbe potuto evitare. È bene precisare che il semplice fatto di ricevere una diagnosi di tumore al testicolo non genera un automatismo nel risarcimento del danno se il medico ha agito in modo diligente e adeguato, oltre che secondo tutte le prassi della scienza medica.
Essenziale, in questa fase, risulterà l’esame della documentazione medica, tra cui le analisi e gli esami prescritti, i medicinali assunti, la cartella clinica e il consenso informato. È consigliabile conservare questa documentazione per favorire la gestione di un’eventuale pratica di risarcimento dei danni. In caso contrario il paziente o i suoi eredi hanno sempre diritto a chiedere copia dei referti che devono essere rilasciati dalla struttura previo rimborso dei costi di copia.
Diagnosi del tumore del testicolo
Per la diagnosi del tumore del testicolo è opportuno effettuare:
- ecocolordoppler e/o ecografia testicolare: è lo strumento più adatto per la diagnosi della lesione testicolare e per la valutazione della sua estensione locale.
- esami del sangue: l’innalzamento dei valori di alcune sostanze circolanti nel sangue (marcatori tumorali) può indicare la presenza di tumore del testicolo (serviranno anche a valutare la radicalità dell’intervento e nel tempo l’eventuale ripresa di malattia)
- ecografia addome e TAC: metodiche utili per definire l’esatta stadiazione della malattia (eventuale ricerca di linfonodi o lesioni polmonari metastatici).
Tac testicoli
Tac testicoli
L’analisi del sangue non è tuttavia bastevole per fare una diagnosi definitiva poiché: valori nella norma non sono sufficienti per escludere la presenza della malattia, mentre – pur essendo raro ma possibile – livelli elevati non è detto che indichino necessariamente la presenza di un cancro al testicolo.
La mancata prescrizione degli esami e degli accertamenti diagnostici costituisce un errore medico dell’andrologo, dell’urologo o dell’oncologo: simili omissioni, infatti, impediscono la diagnosi efficace del tumore e possono far sorgere complicanze gravi, di conseguenza, il diritto a chiedere il risarcimento dei danni con l’intervento di un avvocato esperto in malasanità.
Per questo tipo di tumore non esiste un programma di prevenzione specifico e l’autopalpazione regolare dei testicoli rimane ancora oggi il metodo più efficace ed economico per intercettare una neoplasia testicolare in fase precoce.
Una diagnosi corretta e precoce ovviamente aumenta le possibilità di guarigione, un errore può portare seri problemi, gravi danni al paziente e inficiare sulla vita dello stesso. Attenzione e scrupolosità sono richiesti da parte del medico e della struttura sanitaria onde evitare errori fatali.
Un avvocato può seguire l’iter per capire se si è in presenza di un caso di malasanità e se i sintomi sono stati sottovalutati. In entrambi i casi è possibile accertare le responsabilità e prevedere un risarcimento danni per errore medico.
Un tumore ai testicoli, quando è grave o non è curato a dovere, può diffondersi in altre parti del corpo; attraverso il sistema linfatico o sanguigno, può infatti invadere, dapprima, i linfonodi limitrofi e, successivamente, i linfonodi più distanti, i polmoni, il fegato ecc. Questo processo, al suo culmine, è noto come metastatizzazione e le cellule tumorali che si diffondono altrove sono dette metastasi. La diagnosi, se è precoce, offre ottime possibilità di guarigione; questa può ottenersi con un intervento chirurgico di asportazione del testicolo, con la chemioterapia e, in casi selezionati, anche la radioterapia
Trattamento del tumore al testicolo
Un tumore ai testicoli, quando è grave o non è curato a dovere, può diffondersi in altre parti del corpo; attraverso il sistema linfatico o sanguigno, può infatti invadere, dapprima, i linfonodi limitrofi e, successivamente, i linfonodi più distanti, i polmoni, il fegato ecc. Questo processo, al suo culmine, è noto come metastatizzazione e le cellule tumorali che si diffondono altrove sono dette metastasi.
La diagnosi, se è precoce, offre ottime possibilità di guarigione; questa può ottenersi con un intervento chirurgico di asportazione del testicolo, con la chemioterapia e, in casi selezionati, anche la radioterapia.
Oltre all’alta percentuale di guarigione (possibile anche in pazienti con malattia a distanza, ma con percentuali più basse), la diagnosi tempestiva (o diagnosi precoce) offre un altro grosso vantaggio, quello di ricorrere al massimo ad un singolo ciclo di monochemioterapia, rispetto alla polichemioterapia (utilizzo di più farmaci) per più cicli (con relativi effetti collaterali, che andranno ad impattare con la qualità della vita del paziente).
Il trattamento standard del tumore al testicolo è la chirurgia ma la gestione del percorso di cura può cambiare a seconda dello stadio del tumore e della risposta del paziente alle terapie. L’operazione può comprendere l’asportazione del testicolo oppure asportazione dei linfonodi del testicolo, situati a livello del retroperitoneo.
Generalmente dopo l’intervento è prevista la chemioterapia – qualora il tumore si sia esteso anche in altri parti del corpo (metastasi) – che risulta spesso efficace e risolutiva ai fini della cura della malattia. Tuttavia, dopo il trattamento di chemioterapia, potrebbe essere necessario, ove possibile, intervenire chirurgicamente per rimuovere la massa residua.
Se si verifica un errore durante l’operazione chirurgica o questa ha un esito infausto per colpa del chirurgo o di uno dei sanitari dell’Ospedale potrebbe essersi verificato un caso di malasanità e potrebbe essere utile rivolgersi ad un avvocato o a uno studio legale che si occupi preferibilmente di risarcimento danni per responsabilità e colpa medica.
Allo stesso modo potrebbe sorgere la responsabilità del medico se venisse effettuato un intervento non necessario per una diagnosi errata di tumore al testicolo: in questo caso il paziente potrebbe chiedere i danni per la lesione all’integrità fisica (danno biologico) ma anche per le sofferenze subite e le eventuali cure invasive e superflue che ha dovuto sopportare oppure per le conseguenze derivanti dall’intervento (ad esempio l’impossibilità di avere figli).
Anche a seguito della terapia possono sorgere complicazioni per il paziente ad esempio eventuali reazioni allergiche o poca tolleranza per gli effetti collaterali causati dalla chemioterapia. Il cocktail di farmaci utilizzati in chemioterapia, infatti, può variare a seconda di vari aspetti, quali ad esempio, del tipo e delle caratteristiche del tumore, dell’età, specificità e condizioni del paziente, del protocollo seguito. Se la risposta del tumore al trattamento con dosi standard non risultasse soddisfacente l’oncologo potrebbe valutare di somministrare al paziente un dosaggio più elevato, eventualmente seguito da trapianto di cellule staminali, oppure un utilizzo combinato.
In caso di cocktail farmacologico sbagliato o di mancato monitoraggio dell’efficacia della chemioterapia il paziente può andare incontro a gravi complicanze o morte.
In questi casi pur potendo generalmente avere diritto ad un risarcimento dei danni verso l’Ospedale, i medici o l’Assicurazione, la principale domanda che il paziente o i parenti (moglie, marito, partner, convivente, genitori, figlio/figlia, fratello/sorella o gli eredi) si devono fare riguarda il motivo che ha portato all’esito negativo del trattamento medico o al decesso, e se c’erano effettive possibilità di guarigione, o di evitare l’evento. Prima di tutto, quindi, rivolgendosi ad un avvocato o ad uno studio legale specializzato in risarcimento danni da responsabilità medica, insieme al medico legale, si potrebbe capire cosa sia successo e se ciò sia eventualmente dovuto a responsabilità o colpa medica
In una malattia oncologica che colpisce gli organi riproduttivi, inoltre, il medico e l’oncologo devono anche prestare attenzione a che il paziente non subisca un ulteriore contraccolpo dato dall’impossibilità di avere figli laddove fosse necessario asportare entrambi i testicoli oppure somministrare cure molto invasive (chemioterapia per svariati cicli). In questi casi è sempre opportuno proporre la crioconservazione del seme in modo tale da permettere al paziente di poter mantenere la propria capacità riproduttiva anche dopo le cure. Un’omissione in tal senso, oltre a peggiorare lo stato psicologico del malato, potrebbe configurare un errore medico grave che potrebbe dare origine ad una responsabilità per colpa e, di conseguenza, al risarcimento dei danni patiti.
Risarcimento dei danni per errore medico o omissione di diagnosi precoce di cancro al testicolo
Prima di tutto si osserva che anche laddove si verificasse un errore medico questo non significa che in automatico ci sarà un risarcimento del danno. È necessario che sia provato un collegamento tra il comportamento o l’omissione del medico, dell’oncologo, dell’andrologo, dell’urologo o del personale dell’ospedale ed il peggioramento della condizione di salute del paziente, oltre ai relativi danni subiti.
I danni risarcibili possono essere patrimoniali o non patrimoniali.
Il danno patrimoniale consiste, ad esempio, nel denaro speso per affrontare le cure o l’intervento chirurgico ma anche nelle spese sostenute (o che si dovranno sostenere) per le visite, gli esami o i medicinali. Non sempre poi il reparto di oncologia dell’Ospedale è vicino alla residenza del paziente, il quale quindi dovrà sostenere costi per gli spostamenti, a volte spese per il pernottamento.
All’interno del danno patrimoniale potrà essere quantificato anche il cosiddetto lucro cessante, ossia mancato guadagno che la vittima di errore medico ha subito, ad esempio per la perdita del lavoro, per la perdita di fatturato/guadagno ecc. o per l’impossibilità di svolgere un’attività consona alle sue capacità/aspettative di vita.
Tali costi potrebbero anche aumentare tenuto conto che spesso il paziente ha necessità di un accompagnatore, ad esempio la moglie, il partner convivente, un figlio o un membro della famiglia che – spesso – anch’esso dovrà sostenere delle spese personali. Altre volte, invece, l’accompagnatore è una persona esterna che dovrà essere quindi pagata per il servizio di trasporto, per l’assistenza e l’aiuto prestato.
Il danno non patrimoniale riguarda, invece, la persona e comprende sia la concreta lesione fisica o psichica subita dal danneggiato a causa dell’errore medico che le sofferenze morali o il peggioramento delle sue condizioni di vita (danno biologico, danno morale, danno esistenziale).
Partendo da queste nozioni il danno subito dovrà essere quantificato sulla base di un punteggio di invalidità che potrà anche essere personalizzato in base alla tua età, ai giorni di durata della malattia o delle cure, alle sofferenze che e alle conseguenze delle nuove condizioni di salute sulla vita della vittima.
Il paziente, o i suoi familiari, potrebbero – in certi casi – ottenere il risarcimento del danno anche qualora il medico non abbia spiegato, o non abbia sufficientemente spiegato, al paziente, il tipo di terapia a cui sarà sottoposto o il tipo di intervento chirurgico, oppure le modalità con cui si svolge, le conseguenze, i rischi e le possibili complicanze ed effetti collaterali, i vantaggi e svantaggi, le eventuali alternative terapeutiche (consenso informato).
Per questi motivi è fondamentale rivolgersi ad un avvocato esperto in malasanità che faccia un esame ad ampio spettro della storia clinica e di vita del malato, con l’aiuto del medico legale.
Nel caso in cui l’esito della cura dovesse essere infausto e, quindi, il paziente dovesse morire, anche gli eredi (madre, padre, marito, moglie, figlio, figlia, fratello, sorella ecc.) potrebbero agire per chiedere il risarcimento del danno patito dal familiare mentre ancora era in vita (ad esempio per la sofferenza subita, c.d. danni iure hereditatis), del danno per la perdita parentale (variabile in base al grado di parentela, c.d. danni iure proprio) ma anche dei danni patiti direttamente per il dolore provato per la morte di una persona cara o per i peggioramento subito al proprio stile di vita (ad esempio perdite economiche o modifiche drastiche delle proprie abitudini, anch’essi fanno parte della categoria dei danni c.d. iure proprio).