OMISSIONE DELLA DIAGNOSI PRECOCE DI CANCRO DEL COLON
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
Il colon, rappresenta il tratto finale del canale digestivo e si estende dalla valvola ileociecale al retto. Il tumore del colon è dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che riveste questo organo. La maggior parte dei tumori del colon deriva dalla trasformazione in senso maligno di polipi adenomatosi, ovvero di piccole escrescenze dovute al proliferare delle cellule della mucosa intestinale. Per questa ragione i polipi sono considerati forme precancerose.
Per il cancro al colon è opportuno effettuare una diagnosi corretta e non sottovalutare tutti i sintomi. Un eventuale errore medico o un errore nella diagnosi aumenta la gravità del cancro e riduce di molto la probabilità di sopravvivenza del paziente. È importante non confondere i sintomi riscontrati e attribuirli ad altre patologie, ma soprattutto verificare con un avvocato specializzato in malasanità se ci si trova in presenza di un errore così evidente da provocare danni e lesioni al paziente.
In tal caso è possibile un risarcimento danni da parte di chi è ritenuto responsabile dell’errore: tra questi il danno biologico per la lesione all’integrità psico-fisica del malato (con la quantificazione dell’invalidità permanente e temporanea), il quale potrà essere anche personalizzato in relazione, per esempio, all’età, all’attività lavorativa del soggetto, alle sofferenze morali ed ai cambiamenti occorsi al suo stile di vita. Questi danni possono essere chiesti anche dai familiari del paziente (madre, padre, marito, moglie, figlia, figlio, sorella, fratello o – più in generale – gli eredi) in caso di morte per cancro al colon: in questo caso può essere avanzata una richiesta per i danni patiti direttamente dal familiare (iure proprio, ad esempio per la sofferenza subita la perdita di una persona cara) o dal paziente mentre era in vita (iure hereditatis, ad esempio per il dolore fisico patito o per la perdita di chance da guarigione).
Fattori di rischio e sintomi del cancro al colon
Le precise cause del tumore al colon sono poco chiare anche se la letteratura scientifica ritiene che incidano sullo sviluppo della malattia questi fattori di rischio:
- una dieta poco sana (ricca di grassi animali, a base di carni rosse, povera di fibre e a ridotto contenuto di frutta e ortaggi freschi);
- il fumo di sigaretta;
- l’obesità;
- la sedentarietà;
- alcune malattie ereditarie e una certa predisposizione familiare (le persone con almeno due parenti di primo grado affetti da tumore al colon sarebbero da 2 a 3 volte più a rischio di sviluppare la medesima neoplasia, rispetto agli individui privi di parenti malati di cancro al colon);
- i polipi intestinali;
- le malattie infiammatorie intestinali (condizioni caratterizzate dall’infiammazione cronica dell’intestino crasso come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn, quindi i pazienti affetti d queste patologie devono essere sottoposti a frequenti controlli di prevenzione).
Un errore del medico, dell’oncologo, del gastroenterologo dell’Ospedale per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare, nei casi più gravi, anche al decesso del paziente (morte per cancro al colon). Potrebbe, però, essere riconosciuta la colpa medica o la responsabilità dell’Ospedale, qualora il chirurgo o l’oncologo opti per un intervento chirurgico senza aver prima fatto approfonditi esami, o qualora abbia proceduto con negligenza, imperizia o imprudenza.
I sintomi del cancro al colon sono numerosi ed aspecifici, tra questi possiamo rammentare:
- sangue nelle feci;
- crampi addominali;
- anemia;
- cambiamento delle abitudini intestinali.
Sarebbe opportuno che il medico durante la fase diagnostica proceda ad una diagnosi differenziale del cancro colon rispetto alle emorroidi, alle ragadi anali, ai diverticoli, alle malattie infiammatorie, alla sindrome dell’intestino irritabile o, più in generale, alla presenza di una malattia ischemica.
In caso di sospetta malattia o in presenza di fattori di rischio il medico o il gastroenterologo deve indirizzare il paziente verso un tentativo di diagnosi precoce e successivamente verso uno specialista. Ad esempio, se il paziente è affetto da colite ulcerosa o se è obeso e presenta problematiche ricorrenti all’intestino devono essere prescritti accertamenti specifici. Un’omissione in tal senso impedisce la diagnosi tempestiva del cancro al colon e può far sorgere complicanze gravi per il malato e, di conseguenza, il diritto a chiedere il risarcimento dei danni con l’intervento di un avvocato esperto in malasanità.
L’eventuale colpa e responsabilità – per la mancata o ritardata individuazione del tumore o per l’errato trattamento o la cura inefficace o l’intervento chirurgico sbagliato o non necessario – deve essere verificata in modo approfondito così come la possibile insorgenza di danni, valutando se questi potessero essere o meno evitati.
Cancro al colon
Cancro al colon
Esami per una diagnosi precoce di cancro al colon
Per una diagnosi precoce del cancro del colon è opportuno effettuare:
- esami ematochimici compreso emocromo per valutare emoglobina;
- ricerca del sangue occulto nelle feci;
- una colonscopia che consiste nell’inserimento nell’intestino, attraverso l’ano, di un videoendoscopio, vale a dire un tubo sottile contenente fibre ottiche e una sorgente luminosa, collegato a uno schermo esterno. Il videoendoscopio permette anche l’utilizzo di piccoli strumenti chirurgici, con i quali si possono asportare i polipi e raccogliere campioni da sottoporre a biopsia, fondamentale per effettuare una diagnosi iniziale, in attesa dell’eventuale intervento chirurgico, il quale permette di effettuare una diagnosi più accurata.
A tal proposito l’ospedale, sia pubblico che privato, nel quale il paziente è stato curato o al quale si è rivolto per effettuare le visite o l’intervento chirurgico, può essere chiamato a rispondere dei danni patiti per un caso di malasanità e, quindi, del risarcimento. L’ospedale, infatti, è responsabile dell’operato dei suoi dipendenti e collaboratori (medici, paramedici, infermieri, assistenti ecc.) ma anche del corretto svolgimento dell’integrale prestazione sanitaria. Anche i deficit organizzativi della struttura – che esulano dal semplice errore del medico – potrebbero portare all’esito positivo di una richiesta di risarcimento dei danni con l’aiuto di un avvocato specializzato (ad esempio per uso non corretto dei macchinari, per malfunzionamenti o mancanza di dispositivi di sicurezza, per infezioni nosocomiali contratte durante la colonscopia, ; per lo scambio di materiale organico (es. biopsie) o la perdita della documentazione).
In pratica l’ospedale risponde non solo per problemi legati direttamente all’errore medico ma anche per questioni relative a disorganizzazione o carenze strutturali (ad esempio un macchinario per la TAC che non funziona o che funziona male potrebbe provocare un’errata diagnosi ed un conseguente risarcimento dei danni).
Tipologie di cancro al colon
Le tipologie di cancro al colon attualmente riconosciute sono:
- l’adenocarcinoma del colon che è il tipo di cancro al colon ampiamente più comune e che trae origine dalle cellule epiteliali della tonaca mucosa del tratto colon-retto o dalle ghiandole interposte tra queste cellule epiteliali. Rappresenta il 95-97% di tutti i casi di tumore al colon e tende facilmente a generare metastasi;
- il carcinoma squamoso del colon-retto originario dalla trasformazione di cellule di tipo squamoso, che formano la parete interna di rivestimento dell’intestino crasso;
- il linfoma intestinale (categoria dei linfomi non-Hodgkin) si genera dalla proliferazione incontrollata dei linfociti (cellule del sistema immunitario) costituenti il tessuto linfoide della mucosa intestinale. Il linfoma intestinale è conosciuto anche come MALToma intestinale giacché nascono dal Tessuto Linfoide Associato alla Mucosa;
- il carcinoide del colon originario dalle cellule del colon-retto con funzione neuroendocrina, ossia quelle che producono ormoni;
- il tumore stromale gastrointestinale (categoria dei cosiddetti sarcomi dei tessuti molli) derivante dalle cellule che regolano la motilità del cibo lungo il tratto digerente;
- il leiomiosarcoma del colon (categoria dei cosiddetti sarcomi dei tessuti molli), ha origine in una cellula muscolare liscia della parete del tratto colon-retto.
È bene precisare che il semplice verificarsi del cancro al colon così come la morte del paziente non generano un automatismo nel risarcimento del danno se il medico ha agito in modo diligente, tempestivo e adeguato, oltre che secondo tutte le prassi della scienza medica.
Dove colpisce il cancro al colon
Il più comune organo bersaglio delle metastasi dei tumori al colon è il fegato; la contaminazione di quest’ultimo avviene attraverso i numerosi vasi sanguigni che raccolgono il sangue proveniente dall’intestino.
Per valutare l’eventuale presenza di metastasi al fegato, è opportuno effettuare un eco-addome. Per completare la stadiazione della malattia, ossia per ricercare eventualmente lesioni metastatiche a distanza, è opportuno effettuare una TAC (Tomografia Assiale Computerizzata) addome con mezzo di contrasto.
In questa fase diagnostica molto delicata potrebbero purtroppo verificarsi errori medici o del personale dell’Ospedale (o del Pronto Soccorso, Asl, Asst, Ats) o della Clinica privata. Bisognerà valutare l’eventuale colpa e responsabilità – per la mancata o ritardata individuazione della patologia – ed inoltre comprendere se il danno eventualmente sorto era o meno evitabile.
Durante tutta la fase di diagnosi, di stadiazione e di cura, esiste il dovere del medico di informare il paziente sullo stato della sua salute e sulla malattia perché è diritto del paziente conoscere quanto gli sta accadendo ma anche poter scegliere consapevolmente se procedere con una determinata cura o cosa aspettarsi dalla patologia.
Fasi tumore al colon
Fasi tumore al colon
Il medico, pertanto, non si deve limitare a far firmare un foglio c.d. modulo di consenso informato, ma dovrà spiegare, in modo chiaro, completo e comprensibile – anche in rapporto all’età del paziente, al grado di scolarizzazione e alle possibili difficoltà di comprensione (si immagini, ad esempio, un cittadino straniero che ha una conoscenza basica della lingua italiana) – tutti i vari aspetti medici.
Pur se non è sempre previsto l’obbligo della forma scritta, ove disponibile, è pertanto importante che il medico legale che affianca l’avvocato verifichi il documento. Ottenere la documentazione (modulo di consenso informato, cartella clinica, esami, refertazione ecc.) dal medico o dall’Ospedale è anch’esso un diritto tutelato dall’ordinamento giuridico.
Il paziente o i suoi familiari potrebbero ottenere il risarcimento del danno anche se il medico non ha spiegato, o non ha sufficientemente spiegato il tipo di terapia a cui sarà sottoposto il malato o il tipo di intervento chirurgico, oppure le modalità con cui si svolge, le conseguenze, i rischi e le possibili complicanze ed effetti collaterali, i vantaggi e svantaggi, le eventuali alternative terapeutiche.
Trattamento del cancro al colon
In caso di malattia conclamata, la terapia di scelta è la chirurgia: sulla base della posizione del tumore si procederà con un intervento parziale o, nei casi più gravi, con la totale asportazione del tratto di colon interessato.
Anche questo momento è molto delicato perché decidere per un intervento laddove questa non fosse l’opzione più adeguata per le condizioni del paziente potrebbe costituire una colpa medica. Allo stesso modo se il chirurgo sbaglia e non asporta integralmente la massa rischia di causare gravissime ripercussioni nella vittima, fino anche provocare una recidiva. Questi sono solo alcuni esempi di episodi in cui potrebbe essere possibile per il paziente chiedere il risarcimento dei danni per casi di malasanità.
Solitamente l’intervento chirurgico è associato a chemioterapia che svolge un ruolo fondamentale sia nella malattia operabile (in alcuni casi, ad esempio quando dopo l’intervento si scopre che ci sono metastasi) sia in quella avanzata non operabile. Il programma terapeutico, però, potrebbe cambiare nel corso della cura a seconda, ad esempio, del tipo di risposta del tumore al trattamento, o dell’insorgenza di eventuali reazioni allergiche o complicanze, oppure a seconda di come reagisce il paziente agli effetti collaterali causati dalla chemioterapia, e quindi al grado di tolleranza.
Il cocktail di farmaci utilizzati in chemioterapia, ad esempio, può variare a seconda di vari aspetti, quali ad esempio, del tipo e delle caratteristiche del tumore, dell’età, specificità e condizioni del paziente, del protocollo seguito. Se la risposta del tumore al trattamento con dosi standard non risultasse soddisfacente l’oncologo potrebbe valutare di somministrare al paziente un dosaggio più elevato, eventualmente seguito da trapianto di cellule staminali, oppure un utilizzo combinato.
In caso di cocktail farmacologico sbagliato o di mancato monitoraggio dell’efficacia della chemioterapia il paziente può andare incontro a gravi complicanze o morte.
È quindi importante che non vengano commessi errori non solo nella fase di diagnosi, ma anche durante l’intera terapia, monitorando tutte le fasi con appositi esami e controlli, quali ad esempio: esami del sangue, TAC, radiografie (RX), ecografie, risonanza magnetica (RM).
In questi casi pur potendo generalmente avere diritto ad un risarcimento dei danni verso l’Ospedale, i medici o l’Assicurazione, la principale domanda che i parenti (moglie, marito, partner, convivente, genitori, figlio/figlia, fratello/sorella o gli eredi) si devono fare riguarda il motivo che ha portato all’esito negativo del trattamento medico o al decesso, e se c’erano effettive possibilità di guarigione, o di evitare l’evento. Prima di tutto, quindi, rivolgendosi ad un avvocato o ad uno studio legale specializzato in risarcimento danni da responsabilità medica, insieme al medico legale, si potrebbe capire cosa sia successo e se ciò sia eventualmente dovuto a responsabilità o colpa medica
Possibili errori nella gestione e trattamento del cancro al colon e risarcimento danni
Il medico, l’oncologo o il gastroenterologo potrebbero compiere svariati errori nella gestione o nel trattamento del cancro al colon, ad esempio:
- ignorare una segnalazione di modifica delle abitudini intestinali da parte del paziente;
- non prescrivere ulteriori esami in caso di sangue nelle feci;
- omettere la diagnosi differenziale con emorroidi, ragadi ecc.;
- non prescrivere la colonscopia;
- sbagliare a leggere i risultati degli esami diagnostici;
- non programmare l’intervento chirurgico o sbagliare nell’asportazione;
- non seguire la reazione del paziente alle terapie.
Non esiste un automatismo tra errore medico e risarcimento del danno. Bisogna poi individuare quali effettivi danni ha subito il paziente. Potrebbero infatti essere presenti più danni: ad esempio danno patrimoniale, non patrimoniale e biologico ecc. È comunque fondamentale che l’avvocato faccia un esame ad ampio spettro insieme al medico legale. Esistono molti aspetti da valutare dall’eventuale danno da perdita della capacità lavorativa al danno da perdita di chance di guarigione o sopravvivenza, a quello di doversi sottoporre ad un nuovo trattamento medico con i connessi rischi.
È importante sapere che molte voci di danno potranno essere chieste sia dal paziente che dai familiari (moglie/marito/madre/padre/figlio/figlia/sorella/fratello ecc.) ed anche in caso di morte della persona malata. Ad esempio potrebbe essere chiesto il ristoro per il danno da perdita parentale (importo determinabile in base a grado di parentela), potrebbe essere chiesto il rimborso delle spese sostenute per l’assistenza del malato prima del decesso, potrebbe essere risarcita la sofferenza (danno morale) patita nel vedere un parente stare male o, ancora, il danno derivante dal peggioramento delle condizioni di vita di chi è sopravvissuto ma deve far fronte alla perdita, ma, potrebbe anche essere chiesta la liquidazione del danno fisico e morale patito dal familiare prima di morire, durante la sfortunata agonia.
I danni che ciascun parente subisce in prima persona vengono definiti danni iure proprio, perché rientrano direttamente nella sfera giuridica del familiare che ha visto morire il proprio caro. I danni patiti dal defunto, invece, possono essere definiti “indiretti” e vengono chiamati danni iure hereditatis. La modalità di prova e liquidazione delle due tipologie di danno è molto simile ma è determinante sapere che il termine per chiedere il risarcimento dei danni iure proprio è sempre di 5 anni dal decesso, mentre quelli “ereditati” possono essere chiesti entro 5 o 10 anni dalla morte a seconda che l’azione venga esperita contro il medico o contro l’ospedale.