LA CHIRURGIA DELLA MAMMELLA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
La chirurgia della mammella ha subito nel corso degli ultimi anni un notevole sviluppo, volto al miglioramento della sopravvivenza delle pazienti, soprattutto in caso di tumore al seno, ma anche alla qualità di vita ed al risultato estetico.
Nei primi anni del ‘900 è stata ideata da Halsted la mastectomia radicale, che fino a qualche decennio fa rappresentava l’intervento di scelta per i tumori della mammella.
Questo intervento consiste nella asportazione in blocco della mammella, dei muscoli grande e piccolo pettorale e dei linfonodi presenti nel cavo ascellare omolaterale. Ne risultava una demolizione ampia con risultati estetici altamente invalidanti.
Negli ultimi decenni i progressi nei vari campi della medicina hanno permesso di affrontare la patologia in maniera radicalmente diversa, considerando il tumore alla mammella una malattia generale fin dal suo esordio, il cui trattamento deve essere integrato con adeguate terapie adiuvanti.
La diagnosi precoce è essenziale per garantire una cura ottimale, con un notevole aumento della sopravvivenza.
Tecniche chirurgiche
Biopsia mammaria e tumorectomia
La biopsia mammaria consiste nell’asportazione parziale di un tumore per definirne l’istologia. Può essere incisionale, se ne asporta una piccola parte, o escissionale se lo asporta in blocco.
Tumorectomia allargata
Consiste nell’asportazione del tumore con almeno un centimetro di parenchima sano circostante.
Quadrantectomia
Si tratta di un intervento conservativo che dall’inizio degli anni ottanta ha preso il posto della mastectomia.
Si divide il seno in 4 aree (4 quadranti: supero-interno, supero-esterno, infero-interno ed infero-esterno) e si asporta la sola area in cui il tumore è localizzato, nella maggior parte dei casi con la cute sovrastante ed in alcuni casi con una parte della fascia del muscolo grande pettorale sottostante.
La comunità scientifica ha dimostrato come non ci fossero differenze statisticamente significative tra le pazienti sottoposte a mastectomia radicale e quelle sottoposte a quadrantectomia, e così oggi rappresenta l’intervento di scelta.
Mastectomia radicale
Questo intervento è limitato ai casi avanzati che richiedono una maggiore radicalità.
Chirurgia plastica e ricostruttiva
Attualmente la chirurgia plastica gioca un ruolo fondamentale nel trattamento delle patologie della mammella.
Alle tecniche demolitive si associano quelle di ricostruzione per garantire alle pazienti un risultato estetico ottimale che non comprometta il loro equilibrio psico-fisico.
Un intervento per neoplasia mammaria può essere altamente demolitivo ed invalidante e la possibilità di ridare alle pazienti un corpo simmetrico e non menomato è ad oggi fondamentale per una cura ottimale della patologia in tutti i suoi aspetti.
La chirurgia mammaria viene eseguita in pressoché tutti gli Ospedali presenti sul territorio, in particolare nei Centri di riferimento (Breast Unit), che garantiscono una particolare presa in carico della paziente per tutto l’iter diagnostico, terapeutico ed estetico.
Tumore alla mammella
Nonostante i notevoli passi in avanti fatti negli ultimi anni, la chirurgia della mammella rimane un intervento delicato e significativo per una donna.
Il tumore alla mammella costituisce per la donna la prima causa di morte per tumore. Il cancro al seno è un tumore maligno che si sviluppa nel tessuto mammario.
È quindi necessario – soprattutto dopo una certa età e comunque in base alle caratteristiche personali, familiari e biologiche della paziente – fissare con regolarità visite specialistiche e sottoporsi periodicamente ad esami specifici. In tal modo è più facile prevenire ed individuare forme di cancro alla mammella che, se non prese per tempo, potrebbero nei casi più gravi anche portare al decesso.
Nonostante i reparti di Oncologia degli Ospedali e degli Istituti di tumore, siano costantemente impegnati nell’attività di ricerca, aggiornamento e studio medico scientifico oltre che di prevenzione, diagnosi, terapia e trattamento, ciò tuttavia non può, purtroppo, escludere che si possano verificare eventuali errori, quali:
- la mancata diagnosi del tumore al seno;
- l’errata refertazione di un esame che aveva rilevato il tumore alla mammella ma non era poi stato decifrato dall’operatore sanitario o dal medico;
- la ritardata diagnosi con scoperta di un cancro al seno quando la neoplasia è passata da uno stadio di malattia localizzata ad uno più diffuso.
La non tempestiva diagnosi potrebbe quindi portare alla necessità di un intervento chirurgico più invasivo di Quadrantectomia o di Mastectomia radicale, o di un trattamento più invasivo di Chemioterapia o Radioterapia, e nei casi più gravi al decesso: la morte della paziente spesso avviene a seguito di lunghe e dolorose sofferenze.
La richiesta di risarcimento danni, su una paziente operata per la rimozione del tumore e delle metastasi a causa di tardiva o errata diagnosi, può derivare ad esempio:
- dalla mancata esecuzione degli approfondimenti, necessari per una diagnosi senologica esaustiva;
- dalla non corretta lettura o refertazione di una mammografia o di altri esami radiologici;
- dalla mancata prescrizione o esecuzione di esami necessari per quella specifica patologia;
- dal mancato approfondimento diagnostico attraverso ulteriori esami;
- dalla mancata richiesta di un consulto con altro specialista, eventualmente anche in una diversa area medica o specialità clinica.
Il risarcimento dei danni, inoltre, può anche avvenire per una terapia inadeguata, tardiva o errata.
Infatti, anche durante la cura potrebbe verificarsi una responsabilità medica a causa della colpa dell’Ospedale o del medico. Casi di responsabilità professionale o di malasanità possono avvenire, ad esempio, perché il medico ha agito con imperizia, negligenza o imprudenza o, comunque, ha commesso per errore nella terapia, o nella prescrizione e posologia dei farmaci, o per errore durante l’intervento, o per aver eseguito un intervento inutile, inadeguato o addirittura sbagliato, o per un errore post operazione o in fase di follow up.
Qualora si ci si ritenga vittima di un caso di malasanità o di errore medico, è quindi opportuno rivolgersi a un avvocato o a uno studio legale, preferibilmente specializzato in risarcimento danni per responsabilità medica.
L’avvocato, con il supporto del medico legale e di eventuali altri medici specialisti, verificherà i presupposti giuridici e la documentazione medica (tra cui, consenso informato, esami, cartella clinica) per controllare se vi sia responsabilità dell’Ospedale, del personale medico sanitario e dai vari specialisti dell’équipe medica, come ad esempio:
- oncologo;
- chirurgo senologo;
- chirurgo plastico;
- radioterapista radiologo;
- patologo.
Lo studio legale farà anche un controllo sulla fattibilità sulla domanda risarcitoria da eventualmente fare all’Ospedale, o ai singoli medici, e alle Assicurazioni, valutando i vari tipi di danno, tra i quali:
danno patrimoniale [danno emergente (spese e costi sostenute prima del risarcimento o da sostenere in futuro, quali mediche, medicinali, esami, terapie, visite specialistiche, taxi ecc.) o lucro cessante (come il mancato guadagno)] o danno non patrimoniale, tra cui, danno da inabilità temporanea o danno biologico fisico e psichico da invalidità permanente. Esistono altri danni da perdita di chance o danni da perdita della capacità lavorativa, danni estetici (cicatrici, seno ptosico, erronea preparazione delle tasche chirurgiche sede delle protesi mammarie, ulcera cutanea causata dal decubito della protesi, ecc.).
In caso di decesso della paziente per tumore al seno, pur potendo generalmente avere diritto a un risarcimento dei danni verso l’Ospedale, i medici o l’Assicurazione, la principale domanda che parenti [figlio/figlia, genitori (madre e padre), fratello/sorella] o coniuge (marito) o della partner in unione civile o dal partner convivente more uxorio, vogliono sapere è il motivo della morte, se era evitabile, se il decesso sia stato causato da eventuale ritardo diagnostico, da errore medico o dell’Ospedale nel trattamento e nell’intervento chirurgico, e se c’erano effettive possibilità di cura e guarigione. Prima di tutto, dunque, ciò che spinge realmente a rivolgersi ad uno studio legale o a un avvocato, preferibilmente specializzato in responsabilità medica e malasanità, è capire cosa sia successo, e se ciò sia eventualmente dovuto a responsabilità dell’Ospedale, della Clinica, della Casa di cura o del medico. Nessun risarcimento, infatti, può colmare il dolore provocato dalla morte di una persona cara rimasta vittima di un errore medico, tuttavia la speranza è che episodi di eventuale imperizia, negligenza, imprudenza o comunque di colpa medica o malasanità, non si ripetano nuovamente.