L’OCCLUSIONE INTESTINALE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
L’occlusione intestinale rappresenta un’urgenza chirurgica che mette a rischio la sopravvivenza del paziente.
Si tratta di una condizione patologica caratterizzata dell’arresto della progressione del contenuto dell’intestino.
Solitamente il paziente arriva in regime di urgenza in Pronto Soccorso con una distensione addominale accompagnata da dolori addominali crampiformi, nausea e vomito, e riferisce di non evacuare da diversi giorni.
Il quadro diagnostico-laboratoristico evidenzia leucocitosi neutrofila, disionie e una patologica distensione dell’intestino con presenza di abbondanti livelli idroaerei.
Le cause dell’occlusionale intestinale
Sono moltissime le cause/patologie che possono causare un’occlusione intestinale.
Le cause di occlusione intestinale di interesse chirurgico, dette anche meccaniche, sono:
- aderenze postoperatorie e/o postinfettive;
- tumori intestinali;
- tumori extraintestinali (compressione estrinseca);
- ernia inguinale;
- ernia crurale;
- ernie interne;
- volvoli (torsioni dell’intestino);
- diverticoliti complicate;
- malattie infiammatorie croniche (Rettocolite ulcerosa e Morbo di Crohn);
- laparoceli;
- ileo biliare (calcolo della colecisti migrato nell’intestino);
- fecalomi;
- corpi estranei.
Il trattamento dell’occlusione intestinale
Il trattamento dell’occlusione intestinale è quasi esclusivamente chirurgico.
Prima di portare il paziente in sala operatoria occorre tuttavia posizionare un sondino naso-gastrico per detendere lo stomaco e, se possibile, supportarlo con una adeguata idratazione per migliorarne le condizioni cliniche (il paziente occluso presenta solitamente disidratazione, ipovolemia ed ipotensione) e favorire il decorso intra e post-operatorio.
L’approccio chirurgico può essere sia tradizionale che videolaparoscopico, a seconda della patologia che causa l’occlusione e delle condizioni del paziente.
Il trattamento videolaparoscopico risulta molto più difficile e a volte impraticabile, quando ci si trova di fronte ad una distensione intestinale massiva che impedisce di avere una visione corretta del campo operatorio.
L’esito dell’occlusione intestinale
L’esito varia in base alle condizioni preoperatorie ed alle comorbidità del paziente, ma di solito, eliminata la causa dell’occlusione, si ristabilisce la continuità intestinale con la risoluzione del quadro clinico.
Trattandosi di un intervento che viene eseguito in regime di urgenza presenta un rischio più elevato, rispetto agli interventi eseguiti in elezione, di complicazioni postoperatorie.
Il trattamento dunque non è esente da rischi e possibile complicane, tuttavia casi di malasanità si potrebbero verificare per mancata diagnosi dell’occlusione intestinale, per ritardato trattamento o per colpa o errore medico durante l’intervento chirurgico o post operatorio. In particolare questo tipo di procedura essendo spesso in regime d’urgenza potrebbe comportare un più alto rischio ed è per questo necessario accertarsi che l’Ospedale abbia seguito scrupolosamente tutte le procedure e i protocolli. Il chirurgo e la sua Équipe medica devono dunque procedere tempestivamente, con perizia e professionalità.
Un errore medico tuttavia non necessariamente procura automaticamente anche danni patrimoniali (danno emergente o lucro cessante) o danni non patrimoniali temporanei (da inabilità temporanea) o permanenti risarcibili, c.d. danno biologico fisico e psichico da invalidità permanente (o danni da perdita di chance di sopravvivenza per morte del paziente o accelerazione del decesso, o chance di conservare una miglior qualità di vita): è quindi necessario verificare caso per caso. Potrebbe dunque essere utile affidarsi ad uno studio legale specializzato in risarcimento danni per errore medico e malasanità. L’avvocato, insieme al medico legale, verificheranno l’eventuale responsabilità professionale medica, e se ci sia correlazione tra l’errore dell’Ospedale o del chirurgo e il danno. Verrà, ad esempio, controllata la documentazione medica, dal consenso informato, agli esami alla cartella medica, e la corrispondenza delle procedure adottate ai Protocolli e alle Linee guida.
In caso di morte del paziente per occlusione intestinale, pur potendo generalmente avere diritto a un risarcimento dei danni verso l’Ospedale, i medici o l’Assicurazione, la principale domanda che parenti (figlio/figlia, genitori madre e padre, fratello/sorella) o coniuge (marito o moglie) o partner di unione civile o convivente more uxorio, vogliono sapere è il motivo del decesso, se era evitabile, se il decesso sia stato causato da un eventuale errore medico o dell’Ospedale, e se c’erano effettive possibilità di cura e guarigione. Prima di tutto, dunque, ciò che spinge realmente a rivolgersi ad un avvocato o a uno studio legale, preferibilmente specializzato in responsabilità medica, è capire cosa sia successo, e se ciò sia eventualmente dovuto a responsabilità della struttura ospedaliera o del medico. Nessun risarcimento, infatti, può colmare il dolore provocato dalla morte di una persona cara rimasta vittima di un errore medico, tuttavia la speranza è che episodi di eventuale imperizia, negligenza, imprudenza o comunque di colpa medica o malasanità, non si ripetano nuovamente.