NASCITA INDESIDERATA E PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
La sterilizzazione tubarica, anche chiusura delle tube, rappresenta una delle metodiche atte ad impedire in modo pressoché definitivo la procreazione, e consiste nell’interruzione del decorso tubarico, eseguito attraverso diverse modalità.
Principalmente è possibile individuare tecniche di resezione in cui le tube vengono totalmente asportate, oppure sezionate, e poi chiuse oppure le tecniche di occlusione attraverso l’inserimento agenti chimici o dispositivi meccanici.
Un intervento di chiusura delle tube mal riuscito può comportare il rischio di una nascita indesiderata.
Può essere fatta con laparotomica tramite taglio (legatura delle tube) o bruciatura con elettrobisturi (coagulazione). L’intervento può essere durante il corso di un taglio cesareo.
Prima dell’intervento di chiusura delle tube è necessario dare un valido consenso informato, in caso contrario l’Ospedale e il medico potrebbero dover risarcire il danno.
Interruzione di gravidanza
Le norme sull’interruzione volontaria di gravidanza sono sancite nella legge n.194 del 1978.
Fino a novanta giorni di età gestazionale l’interruzione è consentita in ogni caso e solitamente è gestita da un consultorio pubblico.
Dopo i primi novanta giorni l’interruzione, c.d. interruzione terapeutica di gravidanza, è possibile se:
- la gravidanza e il parto comportino un grave rischio per la donna;
- se accertate patologie come anomalie o malformazioni fetali al feto che possono provocare un pericolo per la salute psicofisica della donna.
Le due modalità di interruzione della gravidanza per provocare l’aborto sono solitamente scelte in base all’età gestazionale in cui si va in interrompere la gravidanza e possono essere:
- aborto farmacologico: entro le 7 o massimo 9 settimane di gravidanza;
- aborto chirurgico: tra le 10 e le 15 settimane di gravidanza.
L’aborto farmacologico si attua attraverso la somministrazione di Cytotec (Misoprostolo).
La procreazione medicalmente assistita
Negli ultimi anni è stato riscontrato un aumento delle coppie che incorrono in delle difficoltà al concepimento, con un conseguente ricorso maggiore alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Le cause all’origine dell’ipofertilità possono essere numerose, spesso non riconducibili soltanto a problematiche maschili o femminili, ma all’associazione di più motivazione da parte di entrambi i partner.
La coppia che sceglie il percorso della procreazione medicalmente assistita è generalmente sottoposta ad un forte stress (per la consapevolezza dei problemi nella fertilità, le pressioni della famiglia, gli accertamenti diagnostici da effettuare), per cui necessitano di una grande attenzione e di una accurata informazione da parte del medico riguardo alle procedure proposte e alle possibilità di successo. Dal momento che le tecniche di procreazione medicalmente assistita sono numerose, la coppia deve ricevere un piano terapeutico personalizzato e adatto alle proprie problematiche. La coppia deve conoscere anticipatamente i rischi legati alle procedure di diagnosi e alle tecniche di procreazione, per poter effettuare una scelta informata.
L’iperstimolazione overica derivante della procreazione medicalmente assistita
La principale complicazione della procreazione medicalmente assistita consiste nell’iperstimolazione ovarica. Questo avviene quando si somministrano Gonadotropine allo scopo stimolare lo sviluppo di più follicoli che potranno essere prelevati per effettuare la fecondazione. Se la quantità di Gonadotropine somministrata è eccessiva, oppure se il soggetto è particolarmente sensibile, possono comparire sintomi quali nausea, diarrea e dolore addominale, associati ad un aumento del volume dell’ovaio; nei casi più gravi si può verificare ascite (la presenza di liquido in addome), versamento pleurico, alterazioni ematochimiche, insufficienza renale, che possono portare a complicazioni severe.
Per prevenire la sindrome da iperstimolazione ovarica si effettua un monitoraggio della crescita follicolare tramite ecografie e prelievi ematologici.
La gravidanza multipla
Un altro problema della procreazione medicalmente assistita è il maggiore rischio di una gravidanza multipla, nettamente superiore a quello delle gravidanze insorte spontaneamente. La coppia deve essere a conoscenza di questa eventualità prima di iniziare il percorso terapeutico, poiché la gravidanza multipla può determinare dei maggiori rischi per la salute della madre e dei bambini.
La gravidanza extrauterina
Il rischio di una gravidanza extrauterina, cioè instauratasi in una sede diversa da quella dell’utero, è anch’esso maggiore se è stata effettuata una procreazione medicalmente assistita; questa circostanza è incompatibile con la vita dell’embrione e causa spesso complicazioni severe alla madre.
Altre complicanze derivanti della procreazione medicalmente assistita
Altre complicanze che possono verificarsi più facilmente a seguito di una procreazione medicalmente assistita comprendono:
- la torsione ovarica;
- tromboembolismi;
- reazioni ai farmaci somministrati.
Nel caso in cui vengano effettuati interventi chirurgici a scopo diagnostico o terapeutico sono possibili complicanze di tipo emorragico o infettivo, che aumentano in caso non vengano adottate le dovute precauzioni durante l’intervento.
La coppia deve inoltre essere posta a conoscenza, prima di iniziare il percorso, che la fecondazione avvenuta mediante tecniche mediche di procreazione è stata associata ad alcune complicazioni della gravidanza, come:
- il parto prematuro;
- l’aborto spontaneo;
- la placenta previa;
- la preeclampsia;
- la rottura prematura delle membrane.