CHIRURGIA E INFEZIONE NEL PAZIENTE ANZIANO
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO PER MALASANITÀ
Si ritiene che entro il 2030 la popolazione mondiale sarà composta per il 20-25% da persone con età superiore ai 65 anni, si stimano 20 milioni di ottantenni entro il 2050.
La chirurgia sui pazienti over 65 anni è aumentata in maniera esponenziale negli ultimi anni.
È bene ricordare che – in linea meramente generale ed ipotetica – il paziente che viene sottoposto ad un intervento chirurgico, non solo potrebbe andare incontro ai rischi di per sé connessi all’intervento, e alle possibili complicanze, ma anche a quelli derivanti dal contrarre una infezione.
Le infezioni del sito chirurgico potrebbero, ad esempio, essere dovute a una contaminazione endogena o a una contaminazione esogena.
La contaminazione endogena (o infezione endogena) è dovuta principalmente a microrganismi presenti sulla cute o sulle mucose sede dell’intervento.
La contaminazione esogena (o infezione esogena) è dovuta principalmente a microrganismi ambientali o non provenienti dalla flora batterica del paziente. Ciò potrebbe essere dovuto al mancato rispetto dei protocolli di prevenzione delle infezioni da parte del personale. Tali protocolli sono previsti principalmente a tutela del paziente, specie se anziano e/o in presenza di altre patologie pregresse.
Per il mancato rispetto delle norme di prevenzioni delle infezioni, possiamo ricordate: uso di mascherine (a seconda dei casi: di mascherina chirurgica, mascherina N95/FFP3), guanti, abbigliamento o camice protettivo, isolamento del paziente (se possibile collocando il paziente in una stanza singola o, dove non disponibile, con un isolamento ad esempio funzionale), igiene delle mani, assicurarsi che siano pulite e disinfettate di frequenza: strumentazione e dispositivi per la cura del paziente, la stanza (comprese le superfici del letto, comodino, tavolo ecc.), il bagno, assicurarsi che siano adottate le precauzioni durante il trasporto del paziente, ecc.
I microrganismi ambientali nella struttura sanitaria (Ospedale, Pronto Soccorso, Clinica privata) o nelle strutture di assistenza (RSA, Casa di riposo per anziani, Casa di cura, Istituto, Fondazione e Residenza sanitaria assistenziale) sono in genere antibiotico-resistenti. Le infezioni nosocomiali nei casi più gravi possono anche essere causa di decesso del paziente, e la morte costituisce la lesione maggiore del bene giuridico della vita.
Gli interventi chirurgici tra gli over-65 anni che, secondo gli ultimi dati, hanno toccato quota 900.000 l’anno in Italia (su un totale di 2 milioni di interventi).
La chirurgia nell’anziano è una pratica medica particolarmente rischiosa tanto che ogni medico valuta attentamente rischi e benefici prima di sottoporre una persona anziana a un intervento chirurgico. È vero, tuttavia, che non tutti i pazienti anziani sono fragili; anzi, alcuni di essi sono particolarmente sani: per questo è importante tenere presenti le differenze individuali quando un paziente di qualsiasi età ha la necessità di sottoporsi a un intervento chirurgico.
Sono diverse le ragioni che spingono i medici a considerare gli anziani particolarmente a rischio per gli interventi chirurgici. In primo luogo perché essi non sono così resistenti come i pazienti di età inferiore. Questo accade perché gli anziani perdono, oltre che la forza, anche la massa ossea e muscolare, motivo per cui una caduta accidentale che in un paziente giovane non ha conseguenze, può determinare una frattura in un paziente anziano.
Gli anziani, inoltre, hanno meno “riserva” rispetto alle persone più giovani. Un intervento chirurgico è uno stress che richiede al corpo del paziente uno sforzo notevole di tutti gli apparati, da quello cardiocircolatorio a quello respiratorio.
La presenza di comorbidità (ossia la coesistenza di più patologie diverse nella stessa persona) è un’altra grande causa di rischio. Le condizioni di salute di una persona anziana tendono a essere sempre più compromesse rispetto a quelle delle persone giovani. Non è raro che gli anziani soffrano di diabete, pressione alta, problemi respiratori, colesterolo alto: questi aspetti, legati alla mancanza di esercizio fisico, rendono più difficile il recupero da un intervento chirurgico. Più è sano il paziente che entra in sala operatoria e minori sono i rischi ai quali si va incontro durante e dopo l’intervento chirurgico.
Sono questi i principali motivi che tendono a far considerare le persone anziane particolarmente a rischio per gli interventi chirurgici ed è per questo, quindi, che la chirurgia nell’anziano viene attentamente programmata dai medici.
Ogni paziente anziano e a rischio deve essere attentamente valutato non solo dal chirurgo, ma anche dagli altri specialisti coinvolti nella gestione pre e postoperatoria.
Questo perché purtroppo una complicazione insorta su un paziente anziano mette potenzialmente a rischio la sua vita in maniera generalmente più importante che in un paziente giovane.
Se fondatamente si ritiene di essere stati vittima di un errore o colpa della struttura sanitaria (Ospedale, Clinica ecc.) o della struttura di assistenza (RSA, Casa di riposo per anziani ecc.) potrebbe essere utile rivolgersi ad un avvocato o a uno studio legale, preferibilmente specializzato in risarcimento danni per responsabilità e colpa medica o della struttura.
In caso di gravi danni o morte, pur potendo generalmente – in certi casi – avere diritto ad un risarcimento dei danni, la principale domanda che il paziente e i parenti (marito, moglie, partner, convivente, genitore o genitori, figlio/figlia, fratello/sorella, nonno/nonna, nipote o gli eredi) si devono fare riguarda il motivo che ha portato all’esito negativo – o al decesso – e se c’erano effettive possibilità di guarigione, di evitare l’infezione, la complicanza o l’evento. Prima di tutto, quindi, rivolgendosi ad un avvocato o ad uno studio legale che tratta casi di risarcimento danni da responsabilità medica, insieme al medico legale, si potrebbe capire cosa sia successo e se ciò sia eventualmente dovuto a responsabilità o colpa.