LA CHIRURGIA DEL PANCREAS
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
La chirurgia del pancreas è una chirurgia molto complessa a causa dell’anatomia, della posizione e dei rapporti che questo organo contrae con gli organi e le strutture vicine.
La cura delle patologie pancreatiche richiede competenze specialistiche e il lavoro di un team dedicato, perché si tratta di malattie relativamente rare, con diagnostica e chirurgia complesse.
Questo tipo di chirurgia deve preferibilmente essere eseguito in centri ad alta specializzazione che hanno le conoscenze ed i mezzi necessari per trattare e curare nel modo migliore possibile le patologie del pancreas.
La chirurgia pancreatica è considerata tra le più complesse di tutta la chirurgia addominale, tipicamente associata a un elevato rischio operatorio. Diversi studi scientifici hanno dimostrato che i rischi di gravi complicanze dopo un intervento di chirurgia pancreatica sono generalmente ridotti nei centri che eseguono con maggior frequenza questi interventi.
Patologie
Le patologie pancreatiche di maggior interesse chirurgico sono:
- pancreatite acuta necrotico-emorragica;
- pancreatite cronica;
- tumori benigni e cisti pancreatiche;
- tumori maligni.
Sintomi
I sintomi si possono presentare in maniera variabile a seconda della patologia, come ad esempio:
- ittero: consiste nel colorito giallo delle sclere e della cute e si verifica a causa dell’accumulo nel sangue della bilirubina. È caratterizzato da colore scuro (marsala) delle urine e da colore chiaro delle feci. Solitamente è associato a prurito.
- dolore: tipico delle pancreatiti può però anche essere associato alle neoplasie per compressione o infiltrazione delle strutture circostanti.
- nausea;
- inappetenza;
- perdita di peso;
- comparsa improvvisa di diabete.
Diagnostica
Le principali metodiche di scelta per studiare il pancreas sono:
- ecografia;
- tac addome;
- risonanza magnetica nucleare e Colangio-risonanza;
- ecoendoscopia;
- ERCP (Colangiopancreatografia retrograda endoscopica);
- PET (Tomografia ad emissione di positroni).
Chirurgia
Le pratiche chirurgiche variano anch’esse a seconda della patologia.
In caso di pancreatite acuta necrotico-emorragica, patologia gravata da una alta mortalità, si dovrà asportare il tessuto necrotico e posizionare dei tubi di drenaggio.
Gli interventi chirurgici sul pancreas sono determinati dalla sede di eventuali neoplasie.
Nel caso di neoplasie della coda del pancreas si procede ad una pancreasectomia distale, nel caso di una lesione della testa del pancreas si procede ad una duodenocefalopancreasectomia, uno degli interventi più complessi della chirurgia addominale.
La duodenocefalopancreasectomia prevede l’asportazione in blocco della testa del pancreas, del duodeno e del coledoco distale. Dopo la fase demolitiva si dovrà procedere ad anastomizzare con un’ansa digiunale la via biliare principale ed il dotto pancreatico ed a ricostituire la continuità dell’apparato digerente con una anastomosi gastro-digiunale.
Questo intervento presenta un alto tasso di complicazioni e deve essere eseguito preferibilmente in centri specializzati.
Le complicanze più frequenti sono:
- fistola pancreatica;
- ascesso intra-addominale;
- emorragia;
- infezione di ferita;
- fistola biliare.
È fondamentale riconoscere e trattare precocemente queste complicazioni per ridurre il rischio di una mortalità che, in questi casi, è molto elevata.
La chirurgia del pancreas varia a seconda delle patologie e, in certi casi più di altri, la tempestività nella diagnosi risulta fondamentale. Esistono infatti patologie gravate da un alto tasso di decessi, come ad esempio per alcuni tumori al pancreas, e la morte costituisce la lesione più alta del bene giuridico della vita. È importante quindi che gli esami vengano svolti dall’Ospedale o dallo specialista in maniera corretta e completa, senza errori nella refertazione. È necessario che il medico prescriva esami mirati, faccia una analisi approfondita e, se necessario, faccia un supplemento d’indagine con ulteriori visite ed esami.
In Italia la Sanità sia pubblica e sia privata è ottima, e vi sono moltissime strutture mediche d’eccellenza anche, ad esempio, in ambito oncologico: esistono ad esempio molti Centri di Oncologia in Ospedali e Istituti tumori che sono conosciuti al livello mondiale anche per la loro ricerca e gli studi scientifici.
Rimane comunque fondamentale, oltre che la prevenzione, anche l’aspetto diagnostico, non sottovalutando nessun aspetto. Un riardo nella diagnosi potrebbe infatti procurare conseguenze, a volte anche gravi.
Possibili ulteriori colpe ed errori medici potrebbero insorgere durante la fase preparatoria all’intervento chirurgico, o durante la sua esecuzione, oppure nella fase post operatoria.
Questi potrebbero causare eventuali danni non patrimoniali di natura temporanea (inabilità temporanea) o permanente c.d. danno biologico fisico e psichico (invalidità biologica permanente) oppure dei danni patrimoniali da lucro cessante o danno emergente, oppure danni di perdita della capacità lavorativa o danni di perdita di chance. Bisogna tuttavia verificare caso per caso, anche perché non esiste un automatismo tra errore e risarcimento del danno. Pertanto, qualora si è stati vittima di un errore medico o di un caso di malasanità, potrebbe essere utile rivolgersi a uno studio legale o a un avvocato, preferibilmente specializzato in risarcimento danni per responsabilità medica. L’avvocato, insieme al medico legale, controlleranno quanto fatto, o non fatto, dell’Ospedale, dal singolo specialista e dall’équipe medico ospedaliera. Verrà inoltre controllata la documentazione medica (il consenso informato, gli esami, la cartella clinica, i medicinali somministrati e i farmaci prescritti anche in follow up).
Prima di avviare una eventuale richiesta di risarcimento danni per malasanità verso l’Ospedale, i medici e l’Assicurazione – è, dunque, necessario che l’avvocato, insieme ai professionisti che collaborano con il suo studio legale, svolgano una preliminare verifica di fattibilità.
Il risarcimento del danno va di norma al paziente ma, in certi casi, anche ai familiari. Potrebbero quindi avere diritto al risarcimento del danno anche i parenti [figlio/figla, genitori (padre e madre) e fratello/sorella], il coniuge (marito o moglie), il partner di unione civile o il convivente more uxorio.