LA CHIRURGIA DELLO STOMACO
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
Lo stomaco è un organo dell’apparato digerente, in cui dall’esofago passa il cibo introdotto attraverso la bocca. Lo stomaco è una dilatazione a forma di sacco del tratto intestinale superiore.
Grazie alle sue secrezioni acide ed alla sua muscolatura costituisce un momento fondamentale nella digestione del cibo.
La chirurgia dello stomaco si suddivide in tre grossi capitoli:
– chirurgia funzionale: riguarda tutte le patologie funzionali come la malattia da reflusso gastroesofageo;
– chirurgia delle neoformazioni: sia benigne (polipi, lipomi. leiomiomi…) che maligne (Tumori, sarcomi e tumori neuroendocrini);
– chirurgia dell’obesità: bendaggio gastrico, sleeve gastrectomy, bypass gastrico.
La chirurgia dello stomaco ha subito una netta riduzione negli ultimi anni grazie ai progressi della terapia medica.
L’utilizzo degli antiacidi, degli inibitori di pompa protonica e dei recettori H2 e del sucralfato ha permesso di curare le ulcere gastriche senza dover ricorrere, come un tempo, a gastroresezioni e/o gastrectomie, che vengono riservate solo alle loro complicazioni (emorragia, perforazione e occlusione).
Tecniche chirurgiche
1 – gastroresezione: consiste nella resezione di una parte dello stomaco, superiore o inferiore, mantenendo parte dell’organo;
2 – gastrectomia: consiste nell’asportazione completa dello stomaco.
In entrambi i casi si dovrà ricorrere ad una ricostruzione della continuità intestinale mediante l’utilizzo di un’ansa digiunale.
La laparoscopia si sta dimostrando, negli ultimi anni, un’ottima via di approccio alle patologie dello stomaco, fornendo migliori risultati in termini di ospedalizzazione e di complicanze postoperatorie.
Molto importante nei casi di gastrectomia per neoplasia è l’asportazione dei linfonodi che si trovano attorno allo stomaco e che determinano il tasso di sopravvivenza a 5 anni.
Decorso postoperatorio
Il paziente solitamente si risveglia dall’intervento con un sondino naso-gastrico ed un tubo di drenaggio.
L’ospedalizzazione varia da 3 a 10 giorni a seconda del tipo di intervento.
Complicazioni
Le complicazioni variano a seconda del tipo di chirurgia che viene praticata.
Le complicazioni più temibili e frequenti sono:
– emorragia;
– ritardato svuotamento gastrico;
– dumping syndrome: senso di pienezza epigastrica, nausea, vomito, dolori addominali crampiformi, gonfiore e diarrea esplosiva associati a sudorazione, debolezza, vertigini, palpitazioni e tachicardia;
– deiscenza anastomotica: si tratta di un cedimento di una delle suture che ricostruisce la continuità intestinale (esofago-digiunale o gastrodigiunale);
– diarrea postvagotomia: si tratta di una diarrea associata alla vagotomia tronculare;
– sindrome dell’ansa afferente: dovuta all’occlusione, anche parziale del segmento di intestino formato da duodeno e prima ansa digiunale;
– sindrome dell’ansa efferente: dovuta all’occlusione, anche parziale, del segmento di digiuno utilizzato per ricostruire la continuità intestinale;
– gastrite da reflusso alcalino: dovuta al reflusso del contenuto duodenale.
La prognosi del cancro gastrico, forma prevalente tra i tumori maligni dello stomaco, è legata allo stadio in cui il tumore viene svelato.
Soprattutto in certi casi di tumore allo stomaco, la tempestività nella diagnosi risulta più che mai fondamentale. Un errore medico per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare, nei casi più gravi, anche al decesso del paziente, e la morte costituisce la lesione maggiore del bene giuridico della vita.
Se, infatti, è vero che in Italia la Sanità sia pubblica che privata è ottima, con anche molti centri di eccellenza, e i reparti di Oncologia negli Ospedali e negli Istituti tumori sono costantemente impegnati nell’attività di studio, aggiornamento, ricerca, prevenzione, diagnosi e terapia, tuttavia non si può, purtroppo, escludere il verificarsi di casi di errore diagnostico:
- un esame non letto o refertato correttamente (gastroscopia, biopsia, Tac, Pet, ecografia ecc.);
- un mancato approfondimento attraverso ulteriori visite, esami integrativi o un consulto con altro specialista, eventualmente anche in una diversa area medica o specialità clinica.
Un errore medico nell’accertamento della patologia potrebbe privare il paziente di una chance di guarigione o di conservare, durante quel decorso, una migliore qualità della vita, nonché – in caso di morte – la perdita di chance di sopravvivenza e quindi la possibilità di vivere più a lungo di quanto, poi, effettivamente vissuto. Il decesso del paziente potrebbe poi avvenire dopo una lunga e dolorosa sofferenza sia fisica e sia psicologica. Sono tutti aspetti che devono essere tenuti in considerazione, anche qualora si volesse chiedere un risarcimento dei danni che tenga conto della personalizzazione del danno.
Il risarcimento dei danni, inoltre, potrebbe anche avvenire per una terapia inadeguata, tardiva o errata durante l’intervento chirurgico, o anche durante il trattamento con farmaci chemioterapici (Chemioterapia), il trattamento con radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule tumorali (Radioterapia) ecc.
Infatti, anche durante la cura potrebbe verificarsi una responsabilità medica a causa della colpa dell’Ospedale o del medico. Casi di responsabilità professionale o di malasanità possono avvenire, ad esempio, perché il medico ha agito con imperizia, negligenza o imprudenza o, comunque, ha commesso per errore nella terapia, o nella prescrizione e posologia dei farmaci, o per errore durante l’intervento, o per aver eseguito un intervento inutile, inadeguato o addirittura sbagliato, o per un errore post operazione o in fase di follow up.
Se si ritiene di essere stati vittima di un caso di errore medico o di malasanità, potrebbe essere opportuno contattare uno studio legale o un avvocato specializzato in risarcimento danni da responsabilità medica. L’avvocato, insieme al medico legale ed eventuali medici specialisti, controlleranno la documentazione medica (consenso informato, esami, consenso informato) al fine di verificare se ci sia stata colpa, negligenza, imperizia, imprudenza da parte dell’Ospedale, del personale medico sanitario o dei componenti dell’équipe medica.
Lo studio legale verificherà, inoltre, i presupposti per poter domandare un risarcimento danni all’Ospedale, all’Assicurazione e ai singoli medici. Non vi è, infatti, un automatismo tra errore medico e risarcimento danno, pertanto è importante che l’avvocato verifichi se vi sia un nesso di causalità, per poi quantificare quali danni, nel caso concreto, siano eventualmente presenti, ad esempio, tra:
danno patrimoniale e non patrimoniale, sia temporaneo, ossia un danno da inabilità temporanea, e sia permanente c.d. danno biologico ossia un danno da invalidità biologica permanente fisica e psichica. Potrebbe inoltre essere presente, tra gli altri, un danno da perdita della capacità lavorativa o un danno da perdita di chance.
Il risarcimento del danno spetta generalmente al paziente, tuttavia vi sono casi in cui anche i familiari ne potrebbero avere diritto, come i parenti [genitori (madre e padre), figlio/figlia e fratello/sorella], o il coniuge (marito o moglie), il partner di unione civile o il partner convivente more uxorio.