LA COLECISTECTOMIA VIDEOLAPAROSCOPICA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
La colecisti (cistifellea) è un piccolo “serbatoio” della bile prodotta dal fegato. La sua funzione è quella, al momento del pasto, di contrarsi e riversare il proprio contenuto nell’intestino per facilitare la digestione.
Molto frequentemente al suo interno si formano delle formazioni litiasiche, i calcoli, che possono essere asintomatici o provocare un ampio spettro di sintomi, dalla difficoltà di digerire fino alle coliche biliari (dolori concentrati nella zona sottocostale destra) accompagnate da febbre e ittero.
La diagnosi si ottiene mediante l’ecografia, che rappresenta l’esame di elezione in caso di sospetto di calcolosi della colecisti, ma potrebbe essere necessario completare l’esame con una Tac (Tomografia assiale computerizzata) oppure con una Colangio-Risonanza (Risonanza Magnetica specifica per lo studio del fegato e delle vie biliari).
La colecistectomia videolaparoscopica è il trattamento di scelta per i pazienti con colecistite acuta o cronica litiasica, poiché non presenta differenze significative, in termini di complicazioni e mortalità rispetto alla chirurgia tradizionale (laparotomica).
Il trattamento prevede l’inserimento di un trocar (una cannula) vicino all’ombelico e, dopo avere gonfiato l’addome con anidride carbonica, l’inserimento di una telecamera che permette di vedere l’interno della cavità addominale su un monitor.
Constatata la fattibilità dell’intervento si inseriscono altri 2/3 (a seconda dei casi) trocar, nei quali verranno inseriti gli strumenti per effettuare la procedura chirurgica che consiste nella legatura e sezione dell’arteria cistica e del dotto cistico e nell’asportazione della colecisti attraverso l’accesso ombelicale.
Molto spesso viene posizionato un tubo di drenaggio che viene rimosso il giorno successivo all’intervento.
La dimissione varia in base al centro che esegue l’intervento, ma avviene di norma in seconda giornata postoperatoria.
Come in tutti gli interventi chirurgici, l’utilizzo di strumenti taglienti e che usano l’elettricità rappresenta un potenziale pericolo, e si deve perciò procedere sempre con la massima cautela, poiché rappresentano la causa più frequente delle complicazioni.
La complicanza chirurgica più significativa della colecistectomia videolaparoscopica è la lesione della via biliare principale, che tuttavia viene attestata dalla letteratura attorno allo 0,5%.
La conversione dell’intervento con tecnica laparoscopica a tecnica laparotomica tradizionale non va considerata una complicanza, ma una sicurezza per il paziente quando il chirurgo ritiene di volere un contatto diretto con le strutture anatomiche per dominare una situazione critica o non chiara dal punto di vista anatomico.
Altre complicazioni specifiche possibili sono il sanguinamento, le raccolte sottoepatiche e le fistole biliari.
Le complicazioni generali sono quelle comuni a tutti gli interventi laparoscopici che includono le perforazioni degli organi intraddominali cavi, le lesioni agli organi pieni, le raccolte ematiche e purulente, i laparoceli e le infezioni di ferita.
Risulta fondamentale per il decorso clinico del paziente, l’identificazione precoce, ancora meglio se intraoperatoria, delle complicazioni, soprattutto se legate alle vie biliari, perché questo influisce in maniera importante sulla prognosi.
Generalmente queste complicazioni risultano avere un esito migliore se trattate da mani esperte e in Ospedali o Cliniche di riferimento per la chirurgia epato-bilio-pancreatica.
Anche una semplice operazione alla colecisti può rappresentare un potenziale pericolo. Procedere con estrema cautela è fondamentale, sia in un trattamento di colecistectomia videolaparoscopica e sia in caso di una incisione chirurgica laparotomica.
Perforazioni, lesioni, raccolte ematiche e purulente, laparoceli e infezioni potrebbero essere conseguenze di un errore medico. In questi casi è quindi importante rivolgersi ad uno studio legale per valutare l’eventuale responsabilità medica dell’ospedale, del chirurgo o dell’Équipe medica. Individuare se ci sia stato, o meno, un caso di malasanità e intraprendere eventuali azioni per il risarcimento del danno, richiede tempo, attenzione e analisi ben approfondite. Per questo è necessario affidarsi ad un avvocato specializzato in risarcimento danni per responsabilità medica che possa verificare – insieme ad un medico legale – il danno provocato e accertare che tutte le procedure adottate dall’Ospedale, dalla Clinica o dalla Casa di cura, siano state effettuate in maniera corretta: dalla diagnosi medica alla preparazione all’intervento, dal trattamento all’intervento fino al successivo follow up. Sarà quindi importante controllare tutta la documentazione medica, dal consenso informato fatto firmare al paziente alla cartella clinica. Bisognerà verificare se gli esami siano stati fatti, o meno, e se siano stati fatti tempestivamente o in ritardo, controllando inoltre ogni singolo valore e se siano stati commessi errori diagnostici durante la refertazione. Sarà inoltre necessario controllare la prescrizione e la posologia medica, in particolare quali medicine siano stati somministrati, o non somministrati per colpa omissiva, in fase pre e post intervento.
L’avvocato, solo se ci sono i presupposti potrà procedere a una domanda di risarcimento dei danni verso l’Ospedale, l’Assicurazione ed eventualmente i singoli medici coinvolti. Lo studio legale inoltre verificherà quali danni, nel caso concreto, siano presenti esaminando:
il danno patrimoniale da danno emergente (danno economico per le spese e i costi sostenuti prima della liquidazione del danno, e per quelli da sostenere in futuri, come ad esempio per: medicinali, nuovi esami, prosecuzione della terapia, trattamenti anche di tipo riabilitativo o di fisiokinesiterapia FKT, sessioni anche di tipo psicologico, eventuali nuove operazioni o interventi, ma anche per i costi quali taxi, spostamenti ecc.) o il da danno patrimoniale da danno da lucro cessante (danno economico da mancato guadagno, perdita o diminuzione di fatturato), il danno non patrimoniale sia temporaneo ossia il danno da inabilità temporanea, e sia il danno permanente c.d. danno biologico fisico e psichico, ossia il danno da invalidità biologica permanente. Vi sono poi altri danni da valutare, tra cui, il danno da perdita della capacità lavorativa e il danno da perdita di chance.
Lo studio legale verificherà inoltre a chi spetta il risarcimento danni. Infatti, generalmente ha diritto solo il paziente vittima di malasanità, tuttavia in certi casi potrebbero avere diritto al risarcimento anche i familiari ossia i parenti [genitori (padre e madre), figlio/figlia e fratello/sorella], il coniuge (marito o moglie), il partner di unione civile o il partner convivente more uxorio.