ASSISTENZA OSTETRICA NEI PRIMI GIORNI DI PUERPERIO
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO PER MALASANITÀ
Il periodo che va dalle due ore dopo il parto ai 40 giorni successivi ad esso viene chiamato puerperio, fase molto particolare e a tratti difficile da gestire per le neomamme.
In questo periodo l’ostetrica, in particolare, ed i sanitari, in generale, non devono essere solo figure tecniche di “controllo del benessere fisico” della donna, ma anche attenti osservatori e sostenitrici della sua salute psicologica e sociale.
Quale deve essere il trattamento della paziente nel puerperio
I compiti dell’ostetrica in puerperio sono fondamentalmente due: controllare che la neomamma stia bene a livello fisico ed aiutarla, consigliarla e sostenerla in questo periodo particolare di cambiamento e di avviamento dell’allattamento, della genitorialità e del rapporto mamma-bambino.
Per quanto riguarda l’aspetto fisico, l’ostetrica ogni giorno, durante la permanenza in ospedale della donna fisiologica, ha il compito di controllare alcuni parametri fondamentali:
- pressione sanguigna e frequenza cardiaca, almeno due volte al giorno;
- temperatura corporea, ogni 6 ore;
- altezza del fondo uterino, perdite e eventualmente lo stato della sutura laparotomica o perineale una volta al giorno, in assenza di altri fattori di rischio.
Durante l’assistenza, l’ostetrica chiederà informazioni alla donna a proposito della diuresi, dell’alvo, degli eventuali dolori percepiti e osserverà lo stato di coscienza della puerpera (orientamento spazio temporale, capacità di espressione, ecc.).
Nel caso le valutazioni o le operazioni di controllo non venissero effettuate, la madre potrà affidarsi ad uno Studio legale o ad un Avvocato, preferibilmente specializzato in risarcimento danni da malasanità e da responsabilità medica, che esaminerà insieme alla paziente ed alla famiglia la fattibilità di una richiesta di risarcimento.
Anche in questa fase diagnostica molto delicata, infatti, potrebbero purtroppo verificarsi errori medici dell’Ospedale o della Clinica o della Casa di cura, bisognerà valutare l’eventuale colpa ed inoltre comprendere se il danno era o meno evitabile.
Per quanto riguarda, invece, il sostegno alla neomamma è fondamentale che l’ostetrica osservi la donna nei suoi comportamenti e ascolti le sue ansie, timori, riflessioni sia riguardanti sé stessa, la sua vita sociale e di coppia sia riguardanti il bambino.
È importante captare eventuali campanelli d’allarme che possano far pensare a sintomi di precarietà psicologica come nella depressione post-partum o in sindromi psicotiche.
Inoltre, è indispensabile che l’ostetrica si faccia carico di aiutare la donna nell’avviamento dell’allattamento, soprattutto le primipare. I primi giorni sono fondamentali: un buon inizio è proporzionale alla durata dell’allattamento e alla soddisfazione che la mamma ne riceve.
L’ostetrica deve seguire passo dopo passo la mamma nelle prime poppate, facendo vedere le giuste posizioni e le giuste modalità di attacco, migliorandole in caso di necessità, nonché spiegando alla mamma i benefici del colostro e le modalità per avvalersi della montata lattea.
Errore nel trattamento medico sanitario del puerperio
L’ostetrica e, più in generale il sanitario, non deve dare per scontato nessuno degli aspetti che riguardano la donna in questi momenti di estremo cambiamento e non deve fare l’errore di pensare che dopo il parto i potenziali pericoli siano finiti.
Quali possono essere gli errori commessi durante le prime fasi del puerperio:
- non controllare periodicamente i parametri vitali e i parametri ostetrici può portare l’ostetrica a non rilevare precocemente segni di patologia o di mal adattamento, quindi prima che la complicanza possa aggravarsi in un’urgenza/emergenza;
- non sorvegliare il benessere psicologico, oltre che quello fisico, delle puerpere può portare l’ostetrica a non accorgersi di particolari stati d’animo o campanelli d’allarme che si possono tradurre in patologie depressive o, in estremi casi, psicotiche;
- nei primi giorni, non sostenere le neomamme che allattano può risultare potenzialmente disastroso sia per le modalità di allattamento (errato attacco al seno, errata posizione, insorgenza di ragadi o ingorgo da montata), sia per la durata e la soddisfazione materna.