COMPLICANZE DEL POST PARTUM
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
La più frequente complicanza del post partum è l’emorragia, intesa come una perdita di sangue superiore a 500 ml.
Cause dell’emorragia post partum
L’emorragia post partum può avere all’origine cause differenti, ma quella che ricorre più spesso è l’atonia uterina, cioè l’incapacità dell’utero di contrarsi e ridurre così la perdita ematica, come dovrebbe avvenire dopo il parto.
Questo evento si manifesta quando le fibre muscolari dell’utero, messe sotto grande sforzo, perdono parzialmente la loro capacità di contrarsi, esponendo la donna a rischio emorragico. Non è facile prevedere in anticipo il manifestarsi di questa complicanza, ma si può osservare un’incidenza maggiore nei casi di travaglio eccessivamente prolungato, quando il parto avviene molto rapidamente, se la donna ha già partorito numerose volte in precedenza, oppure con la nascita di un feto di grandi dimensioni.
Altre cause dell’emorragia del postpartum sono la ritenzione di materiale placentare o delle membrane amniotiche all’interno dell’utero, che impediscono l’arrestarsi del sanguinamento, e le lacerazioni della cervice uterina o del perineo, su cui solitamente si interviene applicando dei punti di sutura; più raramente all’origine dell’emorragia può esservi la rottura d’utero, l’inversione uterina e le anomalie nell’inserzione della placenta.
In caso di gravi complicanze o morte della madre o del bambino, pur potendo generalmente avere diritto ad un risarcimento dei danni verso l’Ospedale, i medici o l’Assicurazione, la principale domanda che i parenti (marito, partner, convivente, genitori, figlio/figlia, fratello/sorella o gli eredi) si devono fare riguarda il motivo che ha portato all’esito negativo del trattamento medico o al decesso e se c’erano effettive possibilità di guarigione. Prima di tutto, quindi, rivolgendosi ad un avvocato o ad uno studio legale specializzati in responsabilità medica, bisogna capire cosa sia successo e se ciò sia eventualmente dovuto a responsabilità della struttura ospedaliera o del ginecologo o dell’ostetrica.
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