DANNI AL NEONATO NELLE UNITÀ DI TERAPIA INTENSIVA NEONATALE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
Alla nascita i neonati possono aver bisogno, in particolare se nati pretermine, di essere ricoverati nelle unità di terapia intensiva neonatale.
In TIN (Terapia Intensiva Neonatale) i rischi di infezioni nosocomiali (dette anche infezioni ospedaliere; gruppo di patologie infettive correlate all’assistenza) sono maggiori per la presenza di una serie di fattori di rischio come:
- la prematurità;
- il basso peso alla nascita;
- l’utilizzo di dispositivi invasivi (accessi vascolari, ventilazione meccanica, cateteri urinari);
- l’utilizzo estensivo di antibiotici;
- una ritardata alimentazione enterale (tipo di nutrizione artificiale che prevede la somministrazione degli alimenti, in genere, posizionando un sondino naso gastrico, per arrivare direttamente allo stomaco);
- il frequente utilizzo del latte in formula;
- un sovraffollamento per personale esiguo e anche una scarsa compliance al lavaggio delle mani.
I rischi per il neonato sono maggiori anche per la sua particolare situazione immunitaria: nei primi giorni l’immunità umorale (o mediata da anticorpi) è affidata quasi esclusivamente alle immunoglobuline G di origine materna, per cui è più vulnerabile nei confronti di un ampio numero di patogeni.
Risulta essenziale che la diagnosi, oltre ad essere corretta sia tempestiva. Un errore del ginecologo o dell’ostetrica per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare anche a gravi complicanze.
Quali sono i neonati che sono portati in terapia intensiva neonatale
I neonati che affluiscono in TIN (terapia intensiva neonatale) sono in genere affetti da gravi patologie e spesso hanno età gestazionale molto bassa, quindi, come già detto, sono particolarmente suscettibili alle infezioni e a volte sono già infetti al momento del ricovero.
Anche i periodi di degenza sono generalmente lunghi e, tenendo presente tutti i fattori di rischio precedentemente citati, è fondamentale mettere in atto una serie di accorgimenti di prevenzione aspecifica.
Quali sono le norme di prevenzione da seguire in terapia intensiva neonatale
Ciò che si deve tener presente è il controllo della trasmissione degli agenti infettivi che possono provenire dalla madre, dal personale sanitario, dagli altri neonati, dalle attrezzature e dall’ambiente.
Le norme fondamentali quali il lavaggio delle mani, la disinfezione, la sterilizzazione, ecc … non bastano da sole e sono necessarie delle norme specifiche che devono essere personalizzate e adattate ad ogni reparto.
In TIN (terapia intensiva neonatale) le norme generali di prevenzione da tenere presente sono:
- il personale deve essere adeguato alle dimensioni del reparto;
- le dimensioni del reparto (spazi di degenza e locali di servizio) devono essere calcolate sulla base del bacino di utenza;
- controllo del sistema di condizionamento con ricambio continuo d’aria (10/12 ricambi all’ora);
- numero adeguato di apparecchiature diagnostiche ed assistenziali;
- numero adeguato di lavandini messi in posizioni strategiche per invogliare il personale al lavaggio delle mani;
- distinzione di percorsi diversi tra materiale pulito e sporco;
- costante aggiornamento del personale sulle norme attuate;
- tutti devono rispettare le norme di prevenzione messe in atto nel reparto (personale, genitori, visitatori, …);
- infine, è importante che tali norme siano messe per iscritto ed affisse in reparto in modo che siano fruibili a tutti.
Se si ritiene di essere stati vittima di un errore medico, di colpa medica dell’Ospedale o di un caso di malasanità potrebbe essere utile rivolgersi ad un avvocato o a uno studio legale che si occupi preferibilmente di risarcimento danni per responsabilità e colpa medica.
Un punto fondamentale riguarda le attrezzature che vengono utilizzate in reparto; per quanto possibile è opportuno utilizzare materiali monouso e dove invece siano presenti attrezzature non monouso, quando permesso, è necessaria la sterilizzazione per distruggere germi e spore.
Alcuni materiali non necessitano della sterilizzazione ma vengono soltanto sottoposti a disinfezione (in questo modo però non è garantita la distruzione delle spore). Il maggior rischio di sviluppo e diffusione di germi è rappresentato dagli umidificatori e dai circuiti respiratori, a causa degli elevati livelli di umidità.
Inoltre, la biancheria della TIN (terapia intensiva neonatale) viene lavata e sterilizzata a parte rispetto a quella del resto dell’ospedale. Le incubatrici ed i lettini devono essere periodicamente ruotati e le pareti e i pavimenti della TIN devono essere sanificati due volte al giorno. Ogni neonato dovrebbe avere un “kit dedicato” di attrezzature, come il fonendoscopio e il termometro.
Il personale sanitario rappresenta una delle principali fonti di trasmissione delle infezioni ospedaliere, per cui il lavaggio delle mani rimane la pratica fondamentale per prevenirle. Bisogna tenere presente, però, che con il lavaggio sociale delle mani si allontana lo sporco e la maggior parte della flora batterica transitoria dalla cute; non viene quindi eliminata la flora residente costituita per lo più da stafilococco epidermidis e corynobatteri.
È quindi importante, prima di entrare in TIN e saltuariamente durante la permanenza nel reparto, procedere al lavaggio antisettico delle mani con clorexidina gluconato (mani e avambracci).
Questo resta uno dei punti critici in particolare per il reparto della terapia intensiva neonatale; la non aderenza a tale pratica è dovuta ad una serie di motivazioni, quali l’irritazione e la secchezza cutanea che il lavaggio delle mani comporta, carenza di lavabi o lavabi mal posizionati, tempo insufficiente, lavoro eccessivo, carenza del personale, la convinzione dello scarso rischio di acquisire infezioni dai pazienti e spesso la carenza di sapone e carta a disposizione.
Possiamo infine elencare altre norme comportamentali che devono essere attuate per controllare la presenza di germi patogeni nei reparti di neonatologia. Dovrebbe essere eseguita con regolarità la situazione microbiologica di ogni singolo neonato, l’esame colturale dei tubi endotracheali, dei cateteri vascolari e di quelli intracavitari dopo l’uso; periodicamente bisogna valutare le condizioni batteriologiche ambientali (lavabi, arredi, ecc..) ed eseguire controlli batteriologici del personale.
Nel caso di epidemie bisogna estendere i controlli a tutti i frequentatori del reparto e isolare tempestivamente il neonato o i neonati sospetti infetti o contagiati; cercare di identificare ed isolare i portatori di microrganismi resistenti.
Tutti i prodotti che si utilizzano, compresi quelli per uso esterno o topico, devono essere utilizzati in confezioni singole o confezioni molto piccole che oltre la data di scadenza devono riportare anche quella di apertura della confezione. Infine, per cercare di limitare al massimo la presenza di germi antibiotico resistenti, bisogna cercare di ridurre al minimo il consumo di antibiotici e nel caso di utilizzo scegliere le terapie sempre sulla base degli antibiogrammi.