DEPRESSIONE POST-PARTUM BABY BLUES
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
Il puerperio, ovvero i primi 40 giorni dopo il parto, è un momento di grandi cambiamenti nella vita della donna e della coppia; lo status ormonale ed emozionale della donna si rivoluziona completamente rispetto alla gravidanza.
Proprio in questo periodo assistiamo all’istaurarsi di problematiche comportamentali da parte delle donne, situazioni inesplorate fino ad allora, che l’ostetrica e, più in generale, i sanitari devono saper riconoscere e trattare.
Anche in questa fase diagnostica molto delicata potrebbero purtroppo verificarsi errori medici dell’Ospedale o della Clinica o della Casa di cura, bisognerà valutare l’eventuale colpa ed inoltre comprendere se il danno era o meno evitabile.
Cos’è la depressione post-partum e quali sono i fattori che aumentano il rischio di sviluppo del baby blues
Circa l’80% delle donne, nei primi giorni dopo il parto soffre di una forma transitoria e parafisiologica di tristezza, chiamata baby blues.
Di queste, circa il 15% entro la seconda settimana sviluppa la cosiddetta depressione post-partum, ovvero un disturbo di natura psicologica più duraturo e definito.
Le donne con questo tipo di problematica possono presentare una variegata gamma di segni e sintomi tra cui: tristezza inconsolabile, pianto, paura, ansia, chiusura in sé stessa, rabbia, irritabilità. Inoltre, spesso, ne risente il rapporto con il bambino appena nato, il quale viene visto come un peso o come una situazione troppo grande da gestire, la quale provoca ulteriore stress alla neomamma.
Le donne che hanno più probabilità di sviluppare questa problematica sono coloro che hanno alle spalle situazioni familiari, personali o legate alla gravidanza particolari, per esempio:
- ansia e depressione durante la gravidanza;
- donne con pregressi problemi mentali personali o in famiglia;
- situazione di coppia o familiare di disagio o di scarso supporto;
- situazioni stressanti, come recente separazione, lutto, ecc.;
- condizioni economiche difficili;
- donne che hanno avuto una gravidanza patologica o da PMA (procreazione medicalmente assistita).
Risulta essenziale che la diagnosi, oltre ad essere corretta sia tempestiva. Un errore del ginecologo o dell’ostetrica per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare anche a gravi complicanze.
Il ruolo dell’ostetrica nella depressione post-partum
È fondamentale che l’ostetrica, durante la permanenza della donna nel reparto di puerperio o nelle viste dopo il parto, riconosca le donne che presentano depressione post-partum, sia con parametri temporali (la baby blues dura dai 4 ai 7 giorni dopo il parto) sia attraverso l’ascolto, l’empatia e il confronto con domande mirate a indagare l’umore della donna nel corso della sua giornata, nel rapporto con il partner e con il bambino.
Quando si riconosca una situazione di questo genere è importante sempre avvisare il medico tempestivamente e insieme valutare se c’è la necessità di un’assistenza più specifica da parte di uno psicologo/psichiatra.
Infine, nel caso si riscontri questa situazione già in ospedale è importante mettere la donna in una stanza vicino la guardiola delle ostetriche, insieme a un’altra donna; ed è altresì fondamentale che le ostetriche stiano “vicine” alla donna il più possibile, che le permettano di avere una persona di riferimento sempre al suo fianco (anche al di fuori degli orari di visita) e che seguano l’allattamento e le cure neonatali in maniera costante.