PLACENTA RITENUTA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
La placenta ritenuta è un evento che si verifica quando, dopo la nascita del bambino, la placenta non fuoriesce spontaneamente e rimane all’interno dell’utero.
Il segno più evidente di tale problematica è dato dalla mancata nascita di tutta la placenta o di una parte di essa entro un’ora dal parto.
Quando si verifica questa condizione, il processo, definito come secondamento della placenta, può essere accelerato in modo da rimuoverla nel più breve tempo possibile, poiché se non viene trattata la madre è esposta a un rischio di infezione e di emorragia post-parto maggiori, fino al rischio di morte.
Un errore del ginecologo o dell’ostetrica per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare, nei casi più gravi, anche al decesso della madre o del bambino, e la morte costituisce la lesione maggiore del bene giuridico della vita. In questi casi anche i familiari del paziente vittima di malasanità potrebbero avere diritto al risarcimento, in particolare il marito (il convivente more uxorio o il partner convivente) i genitori, il figlio o la figlia, i fratelli o le sorelle o gli eredi.
Trattamento in caso di placenta ritenuta
Esistono due differenti approcci di attesa del secondamento della placenta, uno spontaneo, e uno meccanico:
- secondamento spontaneo che è un approccio naturale e permette al corpo della donna di espellerla naturalmente;
- secondamento manuale da parte del personale sanitario che prevede la somministrazione di farmaci appena dopo la nascita del bambino, per aiutare e facilitare l’espulsione.
Esiste la possibilità di prevenire l’evento eseguendo una serie di azioni che promuovono la completa rimozione della placenta durante il terzo stadio del parto.
Queste azioni sono così strutturate:
- utilizzo di farmaci per aumentare la contrattilità dell’utero e rilasciare la placenta. Tra questi l’ossitocina è la prima scelta;
- applicazione di una trazione controllata del cordone ombelicale dopo averlo tagliato;
- massaggio uterino associato alla trazione controllata.
Quali sintomi manifesta la madre in caso di ritenzione di placenta
Quando vi è una parziale ritenzione di placenta all’interno del corpo materno, le donne presentano generalmente sintomi il giorno successivo al parto.
Questi includono:
- febbre;
- perdite vaginali atipiche;
- sanguinamento persistente;
- dolore
Errori medici nella gestione della placenta ritenuta
Per i professionisti sanitari, quali medici ed ostetriche, la priorità è quella di assicurarsi che tutta la placenta sia fuoriuscita durante il secondamento.
Esistono però degli errori medici che possono verificarsi durante questo momento, tra cui:
- fallimento del secondamento completo della placenta per mancanza di conoscenza tecnica ed esperienza;
- mancanza di controllo dell’integrità della placenta al termine del parto spontaneo o del taglio cesareo;
- ritardo o negligenza nella prescrizione di farmaci (come Ossitocina) per permettere la contrazione dell’utero;
- ritardo o fallimento nel riconoscere i sintomi materni quali sanguinamento ed infezione;
- mancata prescrizione di antibiotici per la madre;
- ritardo o negligenza nel fare diagnosi di placenta ritenuta attraverso l’utilizzo dell’ecografia.
In caso di placenta ritenuta bisogna verificare tutte le metodiche scelte dal ginecologo o dall’ostetrica. Un passaggio fondamentale se ci si trova davanti ad un caso di malasanità. Un medico legale, anche coadiuvato da uno specialista e da un avvocato, può capire se vi sia stato un errore nella diagnosi, nell’esecuzione del trattamento sanitario o nello svolgimento della terapia e, di conseguenza, se c’è responsabilità del medico, dell’equipe o dell’Ospedale (siano anche una Casa di cura o una Clinica). Essenziale, in questa fase, risulterà la disamina della documentazione medica tra cui gli esami, la cartella clinica e il consenso informato.
Quali sono le complicazioni causate dagli errori medici nella gestione della placenta ritenuta
È molto rischioso per la salute materna se si verificano errori di negligenza nella gestione della placenta ritenuta in utero.
Molti di questi errori comportano delle complicanze più o meno gravi, tra cui:
- infezioni, inclusa quella a livello ematico, definita come setticemia;
- necessità di intervento chirurgico per rimuovere la placenta;
- danni causati alla cavità uterina e lesioni a livello vaginale;
- emorragia interna o emorragia esterna post-partum.