GESTIONE DEI TUMORI DEL COLON: BREVE ITER DIAGNOSTICO
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
Il colon, o grosso intestino, si estende dalla valvola ileo-ciecale all’ano e si divide in cinque segmenti: colon destro (ascendente), colon trasverso, colon sinistro (discendente), sigma e retto.
La sua funzione principale è l’assorbimento dell’acqua, la formazione e l’espulsione delle feci.
Nei paesi occidentali il tumore del colon-retto rappresenta il secondo tumore maligno per incidenza e mortalità; è raro prima dei 40 anni ed è sempre più frequente a partire dai 60 anni. Colpisce in egual misura uomini e donne.
La presentazione clinica varia a seconda della sede del tumore poiché il colon presenta diametri diversi a seconda dei segmenti.
I tumori del colon destro si manifestano più frequentemente col sanguinamento (e conseguente anemizzazione), mentre i tumori del colon sinistro si manifestano con sintomi ostruttivi (alterazioni dell’alvo ed occlusione intestinale).
Lo screening di queste neoplasie inizia con la ricerca di sangue occulto nelle feci (RSO) che rappresenta un esame semplice e non doloroso che permette di rilevare la presenza di sangue non visibile ad occhio nudo. È consigliabile eseguirlo tra i 50 e i 70 anni anche in assenza di sintomi.
In caso di positività all’RSO è consigliabile eseguire una colonscopia che permette una visione diretta delle pareti interne del colon e l’identificazione di eventuali polipi (che possono essere asportati direttamente ed inviati all’esame istologico) o tumori. Nel caso di impossibilità del paziente ad eseguire la preparazione intestinale, si può sostituire la colonscopia con una Colonscopia virtuale o con un Rx clisma opaco a doppio contrasto.
In caso di riscontro alla colonscopia di un tumore bisogna proseguire le indagini per effettuare una precisa stadiazione del tumore, perché in base a questa varia l’iter terapeutico.
È importante determinare i valori ematici dei marcatori tumorali come il CEA (Antigene carcino-embrionario) ed il CA 19.9, che risultano fondamentali per valutare nel tempo l’andamento della malattia.
La stadiazione della malattia si effettua con l’esecuzione di una TAC toraco-addominale, per valutare l’eventuale interessamento secondario di altri organi (come il fegato ed i polmoni).
Esistono variabilità in questo iter diagnostico dovute ai centri in cui vengono effettuati gli accertamenti oppure alle condizioni del paziente. Nel caso di un’occlusione intestinale o di un’emorragia bisognerà intervenire immediatamente con l’intervento chirurgico.
Altre indagini che possono integrare o sostituire quelle precedentemente citate sono l’Ecografia, la Scintigrafia, la Risonanza magnetica e la PET.
Una corretta stadiazione dei tumori del colon influisce in maniera determinante su quello che sarà poi l’iter terapeutico, ovvero la scelta della strategia chirurgica più corretta e la scelta della tempistica della chemioterapia.
Nelle malattie avanzate che presentano metastasi epatiche alla diagnosi, la Chemioterapia gioca un ruolo fondamentale nella cosiddetta destadiazione del tumore e costituisce una risorsa fondamentale per aiutare il Chirurgo nella cura della malattia.
Le linee guida oggi aiutano i Medici a standardizzare l’iter terapeutico di questi tumori ed a raggiungere i risultati migliori per il paziente.
Essendo il tumore al colon il secondo tumore maligno per incidenza e mortalità, è fondamentale che venga fatta una tempestiva diagnosi attraverso esami approfonditi e visite specialistiche. È inoltre importante che il medico tenga presente, ad esempio, i fattori di rischio e i sintomi. Purtroppo, vi sono forme di tumore asintomatico, e ciò rende spesso difficile per il paziente accorgersi autonomamente della presenza di un cancro al colon, e una mancata o ritardata diagnosi potrebbe dunque portare, nei casi più gravi, anche al decesso del paziente.
In Italia, la Sanità sia pubblica che privata è ottima, con anche molti centri d’eccellenza. Esistono inoltre figure professionali di Risk Managment che sono impegnate nella strategia e gestione del rischio clinico nelle organizzazioni sanitarie (Ospedali, Cliniche, Case di cura), proprio per cercare di prevenire gli errori, pianificare le attività formative e di aggiornamento continuo del personale sanitario.
Anche nell’ambito di patologie tumorali, reparti ad esempio di Oncologia in Ospedali e Istituti tumori sono costantemente impegnati nella ricerca, aggiornamento, prevenzione, diagnosi e trattamento, tuttavia non può, purtroppo, in assoluto escludersi che possano verificarsi errori medico sanitari o casi di malasanità, anche durante la fase diagnostica.
Errori medico diagnostici, possono derivare, ad esempio, da:
- difetto del macchinario che non segnala i dati o i valori, o li registra in maniera anomala;
- procedure o protocolli non seguiti scrupolosamente o, addirittura, del tutto non rispettati per imperizia, negligenza o imprudenza;
- scambio di analisi, esami, provette ecc.;
- esame eseguiti correttamente ma mal letti o mal refertati;
- mancato approfondimento attraverso ulteriori visite, esami integrativi o un consulto con altro specialista, eventualmente anche in una diversa area medica o specialità clinica.
Un errore medico nell’accertamento della patologia potrebbe privare il paziente di una chance di guarigione o di conservare, durante quel decorso, una migliore qualità della vita, nonché – in caso di morte – la perdita di chance di sopravvivenza e quindi la possibilità di vivere più a lungo di quanto, poi, effettivamente vissuto. Il decesso del paziente potrebbe poi avvenire dopo una lunga e dolorosa sofferenza sia fisica e sia psicologica. Sono tutti aspetti che devono essere tenuti in considerazione, anche qualora si volesse chiedere un risarcimento dei danni che tenga conto della personalizzazione del danno.
Il risarcimento dei danni, inoltre, potrebbe anche avvenire per una terapia inadeguata, tardiva o errata.
Infatti, anche durante la cura potrebbe verificarsi una responsabilità medica a causa della colpa dell’Ospedale o del medico. Casi di responsabilità professionale o di malasanità possono avvenire, ad esempio, perché il medico ha agito con imperizia, negligenza o imprudenza o, comunque, ha commesso per errore nella terapia, o nella prescrizione e posologia dei farmaci, o per errore durante l’intervento, o per aver eseguito un intervento inutile, inadeguato o addirittura sbagliato, o per un errore post operazione o in fase di follow up.
Se si ritiene di essere stati vittima di un caso di errore medico o di malasanità, potrebbe essere opportuno contattare uno studio legale o un avvocato specializzato in risarcimento danni da responsabilità medica. L’avvocato, insieme al medico legale ed eventuali medici specialisti, controlleranno la documentazione medica (consenso informato, esami, consenso informato) al fine di verificare se ci sia stata colpa, negligenza, imperizia, imprudenza da parte dell’Ospedale, del personale medico sanitario o dei componenti dell’équipe medica.
Lo studio legale verificherà, inoltre, i presupposti per poter domandare un risarcimento danni all’Ospedale, all’Assicurazione e ai singoli medici. Non vi è, infatti, un automatismo tra errore medico e risarcimento danno, pertanto è importante che l’avvocato verifichi se vi sia un nesso di causalità, per poi quantificare quali danni, nel caso concreto, siano eventualmente presenti, ad esempio, tra:
danno patrimoniale e non patrimoniale, sia temporaneo, ossia un danno da inabilità temporanea, e sia permanente c.d. danno biologico ossia un danno da invalidità biologica permanente fisica e psichica. Potrebbe inoltre essere presente, tra gli altri, un danno da perdita della capacità lavorativa o un danno da perdita di chance.
Il risarcimento del danno spetta generalmente al paziente, tuttavia vi sono casi in cui anche i familiari ne potrebbero avere diritto, come i parenti [genitori (madre e padre), figlio/figlia e fratello/sorella], o il coniuge (marito o moglie), il partner di unione civile o il partner convivente more uxorio.