LA MASSOTERAPIA: TECNICA RIABILITATIVA PER LA PARALISI CEREBRALE INFANTILE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
La massoterapia è un insieme di manovre eseguite sul corpo allo scopo di lenire il dolore. È solito, infatti, quando una parte del corpo è dolorante, massaggiare la cute nel punto corrispondente.
La massoterapia non serve soltanto a attenuare il dolore ma anche a alleviare le tensioni muscolari, tonificare il volume dei tessuti, a migliorare il benessere psichico del soggetto e la circolazione sanguigna e linfatica.
Il termine massoterapia deriva dal greco “masso” che significa “modellare con le mani” e “therapeia” che significa “guarigione”, quindi per massoterapia si intende la cura con il modellamento delle mani.
Sin nell’antica Grecia la massoterapia veniva eseguita da Ippocrate per far fronte ai disturbi legati all’età; successivamente questa pratica si diffuse nel mondo dello sport. Nel mondo occidentale la diffusione di questa tecnica si ebbe grazie a Pehr Henrik Ling, un ginnasta e fisioterapista svedese.
Tecniche ed obiettivi della massoterapia
Esistono diverse forme e tecniche di massoterapia che possono consistere nello sfioramento, frizione e percussioni eseguite tramite i gomiti, le mani, i polpastrelli, i pugni, le ginocchia, le dita concentrandosi prevalentemente sulla schiena e sul collo o comunque sull’area corporea che deve essere riabilitata e mirando ai tessuti molli, articolazioni, legamenti, tessuto connettivo, vasi linfatici, organi, muscoli, tendini e pelle; non viene praticato il massaggio ai seni e alla regione genitale.
L’obiettivo della massoterapia è quello di ottenere il rilassamento e il benessere globale dell’individuo.
La massoterapia è una tecnica di medicina alternativa che può anche essere utilizzata nella riabilitazione dei soggetti con paralisi cerebrale infantile affetti da disturbi muscolo scheletrici o per la prevenzione di quest’ultimi attraverso il massaggio dei tessuti e dei muscoli.
Cos’è e come si manifesta la paralisi cerebrale infantile
La paralisi cerebrale infantile è una malattia neuromotoria che vede coinvolti i muscoli scheletrici, ovvero quei muscoli deputati al movimento, per cui l’individuo con paralisi cerebrale infantile presenta disturbi motori come anomalie del movimento e della postura dovuti a un’alterazione del sistema nervoso. I deficit motori possono anche essere accompagnati da disturbi cognitivi, disturbi del linguaggio, disturbi sensoriali e disturbi emotivi.
La paralisi cerebrale infantile è un disturbo persistente che non progredisce durante il corso della vita dell’individuo, anche se i sintomi possono essere attenuati grazie a delle terapie riabilitative o alla chirurgia; ad ogni modo i sintomi e i segni variano con la crescita del bambino.
I segni e i sintomi della paralisi cerebrale infantile sono sia a carico del sistema nervoso che dei muscoli scheletrici.
Al momento della nascita i segni principali della paralisi cerebrale infantile sono convulsioni, flaccidità muscolare, mancanza di riflessi, ipotonia, cianosi, difficoltà ad alimentarsi, irritabilità, vomito e disturbi del sonno.
La presenza di un danno cerebrale rende difficoltosa, se non impossibile, la trasmissione degli impulsi nervosi dall’encefalo ai muscoli scheletrici al fine di consentirne il movimento.
Andando avanti con l’età, per i bambini affetti da diagnosi prenatale infantile, è noto un ritardo delle normali fasi di sviluppo quando l’organizzazione del movimento volontario svela segni di paralisi; in questi casi in cui si ha un mancato raggiungimento delle fasi dello sviluppo, il bambino non è in grado di compiere semplici movimenti, di stare seduto né tanto meno di mantenere la postura eretta o di coordinare i movimenti.
Questi segni sono riconosciuti dai genitori quando il bambino presenta atteggiamenti e posture anomale. Una tipica postura è caratterizzata dalle gambe che assumono un andamento a forbice quando il bambino si trova in posizione eretta; le gambe si toccano e ciò rende difficoltoso il movimento tanto che il bambino non riesce a camminare correttamente.
I bambini con paralisi cerebrale infantile presentano molte limitazioni, soprattutto se i disturbi di tipo motorio sono accompagnati da deficit cognitivi, problemi del linguaggio, problemi visiti e uditivi ecc i quali non gli permettono di condurre una vita normale, ostacolano il suo inserimento nell’ambito sociale e gli rendono difficoltosi i rapporti relazionali con i coetanei. Inoltre, i bambini che presentano i disturbi neuromotori e i deficit cognitivi che accompagnano la paralisi cerebrale infantile si sentono diversi dagli altri tanto da avere una concezione sbagliata su sé stessi poiché non sono in grado di esprimersi con i movimenti né di compiere delle semplici attività quotidiane.
Allo scopo di poter sviluppare la personalità dei bambini con paralisi cerebrale infantile, essa deve essere diagnosticata in tempi opportuni e, soprattutto, non devono essere trascurati dal medico quei segni che fanno sospettare della presenza di un danno a carico del sistema nervoso centrale ma devono essere attuati degli interventi che possano permettere a questi bambini di condurre quantitativamente e qualitativamente, per quanto possibile, una vita normale attraverso trattamenti riabilitativi ed educativi, in caso contrario potrebbero configurarsi profili di responsabilità medica.
Risulta essenziale che la diagnosi, oltre ad essere corretta sia tempestiva. Un errore del ginecologo o dell’ostetrica per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare anche a gravi complicanze.
Se si ritiene di essere stati vittima di un errore medico, di colpa medica dell’Ospedale o di un caso di malasanità potrebbe essere utile rivolgersi ad un avvocato o a uno studio legale che si occupi preferibilmente di risarcimento danni per responsabilità e colpa medica.
Il termine “paralisi cerebrale infantile” è improprio poiché il termine “paralisi cerebrale” fa subito pensare che questa patologia sia solo ed esclusivamente caratterizzata da un danno cerebrale che comporta quindi disturbi motori, intellettivi e cognitivi. Il danno cerebrale, però, rappresenta soltanto una tipologia di paralisi cerebrale infantile poiché essa è responsabile per lo più di una disabilità neuromuscolare.
Anche il termine “infantile” è improprio poiché ciò implica il fatto che questo disturbo neuromotorio si presenti esclusivamente durante la prima infanzia, periodo di tempo che va dalla nascita fino ai due anni di vita o che si manifesti fino ai sei anni di vita del bambino (periodo della seconda infanzia).
I sintomi e i segni della paralisi cerebrale infantile non si manifestano soltanto durante l’infanzia ma possono anche essere evidenti sin dal momento della nascita quando il neonato si presenta poco vivace, è ipotonico, presenta cioè flaccidità muscolare e scarsi o assenti riflessi, segno che fa sospettare la presenza di una lesione a carico del tessuto nervoso, ma anche problemi respiratori.
L’evento che ha provocato il danno cerebrale può avere avuto luogo durante la gravidanza a causa di malformazioni a carico del feto, a causa di infezioni materne che vengono trasmesse al feto e che sono responsabili di lesioni neurologiche soprattutto se il bersaglio dell’agente patogeno responsabile dell’infezione è il tessuto cerebrale, cause metaboliche come il diabete gestazionale, assunzione di alcol e di sostanze stupefacenti da parte della gravida e cause vascolari dovute a patologie a carico della placenta, organo di scambio materno fetale.
Il danno cerebrale può verificarsi anche al momento del travaglio e del parto a causa di traumi dovuti dal passaggio del feto, soprattutto se macrosomico (peso stimato maggiore di 4500 grammi), lungo il canale del parto e in particolare in seguito ad un evento ipossico (responsabile della riduzione dell’apporto di ossigeno a livello cerebrale) o ischemico (riduzione del flusso sanguigno al cervello).
Gli eventi responsabili di paralisi cerebrale infantile che hanno luogo dopo il parto e in particolare entro i tre anni di vita del bambino, periodo entro il quale si completa lo sviluppo del sistema nervoso centrale e perciò quest’ultimo è più vulnerabile, possono essere cause traumatiche ed infettive.
Per impedire il verificarsi della paralisi cerebrale infantile il ginecologo e l’ostetrica devono monitorare il benessere del feto durante la gravidanza, il travaglio di parto e dopo la sua nascita cosi da rilevare i segni per i quali si rende necessario un trattamento tempestivo.
Ai problemi di tipo motorio si sommano altri disturbi che contribuiscono a rendere più difficoltosa la qualità di vita del bambino con paralisi cerebrale infantile.
Sintomi della paralisi celebrale infantile
I sintomi della paralisi cerebrale infantile sono:
- convulsioni;
- problemi respiratori;
- problemi dell’alimentazione che si associano a vomito;
- disturbi del sonno;
- disturbi del comportamento;
- difficoltosa consolazione del neonato;
- problemi visivi come cecità;
- problemi uditivi;
- difficoltà di comprensione e difficoltà del linguaggio;
- disturbi dell’attenzione;
- problemi del movimento: il bambino non riesce a gattonare né a stare seduto;
- incapacità di parlare e di emettere suoni;
- incapacità di scrivere e di leggere;
- sordità;
- strabismo;
- difficoltà della deglutizione;
- difficoltà nell’afferrare gli oggetti;
- difficoltà nel mantenere la postura eretta.
I segni e i sintomi della paralisi cerebrale infantile variano in base alla forma di quest’ultima, all’entità e alla localizzazione del disturbo motorio.
Qualora vi siano i presupposti, la madre, il padre, i nonni, il fratello o la sorella o gli eredi potrebbe dunque chiedere il risarcimento dei danni per essere stati vittime di un caso di malasanità a causa di una diagnosi sbagliata, errata, tardiva oppure di una cura sbagliata o errata o di una terapia non tempestiva o inefficace. Lo studio legale o l’avvocato, preferibilmente specializzati in danni da responsabilità medica, insieme al proprio medico legale, valuteranno se vi sia o meno la possibilità di chiedere i danni all’Ospedale, all’Assicurazione, al ginecologo e più in generale ai medici coinvolti.
Tipologie di paralisi celebrale infantile
In base all’entità del disturbo motorio possiamo distinguere:
- forme spastiche: i muscoli scheletrici si presentano contratti (ipertonia muscolare) per cui l’individuo presenta difficoltà nel compiere movimenti volontari,
- forme atassiche: derivano da una lesione a carico del cervelletto e comportano disturbi della coordinazione dei movimenti volontari, flaccidità muscolare (ipotonia muscolare), disturbi dell’equilibrio e tremori,
- forme discinetiche: caratterizzate dalla presenza di movimenti non volontari a causa di un continuo cambiamento del tono dei muscoli scheletrici deputati al movimento. I movimenti dei muscoli scheletrici sono violenti e bruschi (forme distoniche), inoltre possono anche essere presenti dei movimenti involontari che non sono coordinati e difficili da controllare soprattutto se il soggetto colpito tenta di compiere un movimento volontario degli arti (forme coreo atetoniche). Le forme coreo atetoniche sono facilmente riconoscibili poiché l’individuo affetto da questa forma di paralisi cerebrale infantile presenta a carico degli arti superiori dei movimenti tentacolari,
- forme miste: derivano dall’unione delle manifestazioni cliniche di due o più forme sopra elencate.
Per quanto riguarda la localizzazione del disturbo motorio se questo interessa tutti e quattro gli arti si parla di tetraplegia, se il disturbo motorio è a carico soltanto del lato destro o del lato sinistro del corpo si parla di emiplegia, mentre se il deficit è prevalentemente a carico degli arti inferiori si parla di diplegia.
Più raramente il disturbo motorio si presenta a carico di un solo arto e in questo caso si parla di monoplegia; un altro quadro clinico raro si ha quando il disturbo motorio interessare prevalentemente gli arti superiori e in questo caso si parla di doppia emiplegia.
La massoterapia come trattamento che facilita benessere corporeo
La massoterapia è prevalentemente utilizzata per la guarigione, il benessere, il rilassamento e il sollievo dal dolore; tale tecnica di medicina convenzionale coinvolge non solo la sfera fisica ma anche la sfera psichica del paziente che vi si sottopone.
La massoterapia dà benefici anche a coloro che soffrono di disturbi depressivi, stress, ansia e deficit dell’attenzione poiché promuove un certo senso di rilassamento e di tranquillità mentale in modo da far sentire il soggetto più sicuro di sé e motivato.
I benefici della massoterapia sono anche a carico del corpo umano, dei muscoli e del tessuto connettivo in quanto promuove un miglioramento della circolazione sanguigna il che significa un aumento dell’ossigenazione degli organi e dei tessuti corporei così che possano funzionare meglio e guarire più velocemente se danneggiati. La massoterapia migliora anche la circolazione del sistema linfatico in modo tale che le tossine e le sostanze nocive per l’organismo possano essere eliminate più velocemente.
L’effetto rilassante causato dalla massoterapia è dovuto al rilascio da parte del corpo di ormoni chiamati endorfine che sono dotate di attività analgesica. La massoterapia, infine, viene anche utilizzata come trattamento per il dolore poiché consente di alleviare le tensioni muscolari e blocca i segnali nervosi che trasportano l’impulso nervoso, soprattutto se il massaggio viene eseguito superficialmente.
I benefici della massoterapia sono clinicamente testati e sono di tipo terapeutico, fisico, emotivo, mentale, psicologico e riabilitativo e tali benefici sono anche a carico del sistema muscolo scheletrico, della circolazione sanguigna e di quella linfatica. L’American Massage Therapy Association (AMTA) sostiene che la massoterapia può anche essere praticata per un soggetto in completa salute fisica e psichica il quale può beneficiare degli effetti di questa tecnica.
Può sottoporsi e giovarsi di questa tecnica di medicina complementare sia chi sta bene ed è in forma sia chi presenta disabilità, soffre di diversi disturbi, sia i malati cronici terminali. La massoterapia può essere praticata sia sui bambini e sui neonati per dare loro conforto che sugli anziani per fa fronte ai loro acciacchi e per mitigare il dolore.
Anche gli atleti si servono della massoterapia soprattutto per il riscaldamento dei muscoli; per quanto riguarda le donne in gravidanza, prima di praticare la massoterapia è necessario il consenso del medico poiché questa tecnica può portare ad un parto prematuro se eseguita in particolari periodi della gravidanza.
La maggior parte delle persone ricorrono alla massoterapia per la gestione dello stress e per alleviare il dolore e tale pratica è maggiormente raccomandata dai medici (55%) ma anche dai fisioterapisti (42%) secondo l’American Massage Therapy Association.
Attraverso la massoterapia può essere migliorata la funzionalità dei muscoli con la stimolazione di quest’ultimi tramite contatto diretto in maniera più o meno intensa applicando un certo grado di pressione sulla superficie corporea al fine di alleviare lo stress, fornire equilibrio, favorire il rilassamento di mente e corpo, promuovere un generale benessere, migliorare la circolazione e l’ossigenazione degli organi e dei tessuti, aumentare la libertà di movimento.
La maggior parte delle persone ricorre alla massoterapia per trovare un certo grado di appagamento, euforia, benessere, buon umore, conforto ed equilibrio.
La massoterapia prevede diverse tecniche quali: manipolazione, percussione, pizzicamento, dondolio, frizione, allungamento, sfioramento, accarezzamento, contatto, vibrazione, trazione, tensione, parapendio, compressione, scuotimento e pressione.
La pressione facilita il riassorbimento degli edemi e migliora anche la circolazione sanguigna, lo sfioramento consiste in una leggera pressione sulla cute ed è la tecnica che meglio permette al paziente di rilassarsi mentre lo sfregamento prevede una pressione maggiore rispetto allo sfioramento e segue e precede ogni altra tecnica di massaggio.
La tecnica della percussione prevede invece di migliorare la contrattilità dei muscoli, stimolare il sistema nervoso e favorire la vascolarizzazione dei muscoli in modo che si possa recuperare la loro funzionalità; la tecnica della percussione si realizza eseguendo dei colpetti rapidi sulla cute, frequenti e di intensità variabile.
Al fine di rendere il massaggio più efficace e completo possono essere utilizzati diversi ausili come lettini o sedie da massaggio, saune, pietre, impacchi caldi e freddi, aromi, acqua, oli, emollienti, unguenti, lubrificanti, acqua e musica di sottofondo.
La massoterapia può essere pratica sia in centri di benessere e di fitness che a domicilio, nelle strutture di assistenza medica e sanitaria, negli studi privati, nei centri sportivi da parte di professionisti formati in materia che hanno ricevuto un certificato o un diploma dopo aver frequentato un corso di formazione di 500 – 1.000 ore.
Nei luoghi dove viene praticata la massoterapia deve essere creato un ambiente confortevole in modo da promuovere ulteriormente il benessere del soggetto che si sottopone a tale tecnica.
Il trattamento tramite massoterapia si svolge in un ciclo di 5 – 10 sedute; la prima seduta è la più importante e prevede una fase preliminare durante la quale il professionista si informa sulla storia clinica e sullo stato di salute del paziente prima di sottoporlo alla massoterapia in modo da capire in quali punti del corpo deve essere praticato il massaggio e quali punti devono essere evitati.
Nella maggior parte, per l’esecuzione del massaggio, vengono utilizzati degli oli unguenti che permettono una maggiore scorrevolezza sulla pelle in modo tale che il massaggio sia più efficace.
Prima di iniziare il massaggio il paziente deve prepararsi per cui gli viene consentito qualche minuto di privacy per togliersi i vestiti, utilizzare il bagno per agevolare le funzioni vescicali e intestinali; dopodiché il paziente viene fatto accomodare su di un lettino adatto per l’esecuzione dei massaggi situato in una stanza nella quale deve essere creata un’atmosfera confortevole e rilassante ricorrendo alla musica o all’aromaterapia.
La durata del massaggio è di circa 40 – 90 minuti al termine del quale il paziente deve essere invitato a rimanere qualche minuto sdraiato e ad alzarsi lentamente.
Indicazioni per la massoterapia e conseguenze
La massoterapia è indicata per il rilassamento dei muscoli e dei tendini, per alleviare il dolore muscolare, per migliorare la circolazione sanguigna e linfatica e per promuovere un rilassamento generale.
La massoterapia è quindi utile in caso di dolore muscolare, contratture muscolari, contratture dei tendini, cellulite, ritenzione idrica, stress e ansia.
La massoterapia è anche raccomandata per gli sportivi per ridurre le fatiche dopo l’allenamento favorendo il rilassamento dei muscoli e per accelerare il recupero.
È indicata sia per i soggetti con disabilità fisiche e psichiche, per i malati cronici e terminali ma anche per gli individui in buona salute fisica e psichica in modo che possano godere dei benefici della massoterapia.
È indicata per i bambini e per i neonati ma anche per gli anziani; per quanto riguarda le donne in gravidanza, prima di praticare la massoterapia, è necessario sentire il parere di un medico poiché se eseguita in epoche particolari della gravidanza può portare ad un parto prematuro.
La massoterapia è immune da rischi se è eseguita da professionisti competenti e formati in materia, tuttavia è sempre opportuno sentire il parere di un medico prima di sottoporsi a questa tecnica il quale non deve trascurare le condizioni di salute e la storia clinica del paziente per mettere in risalto l’eventuale presenza di condizioni di salute che possono compromettere il trattamento.
I pazienti che soffrono di malattie del sangue, disturbi della coagulazione e malattie emorragiche devono evitare di sottoporsi alla massoterapia in maniera rigorosa poiché potrebbe causare degli ematomi e provocare un aggravamento della condizione clinica.
In presenza di lesioni quali fratture, lussazioni, tessuti danneggiati, ferite aperte, cicatrici il massaggio dovrebbe essere evitato mentre non dovrebbero sottoporsi alla massoterapia i soggetti con infezioni della pelle o coloro che sono stati sottoposti da poco ad un intervento chirurgico.
Allo stesso modo la massoterapia non è indicata subito dopo un trattamento chemioterapico o radioterapico e l’esecuzione di una certa pressione sull’area corporea in cui è localizzato il tumore è controindicata. In alcune situazioni il massaggio potrebbe causare un acceleramento della diffusione dei tessuti tumorali con la conseguente creazione di metastasi.
Nel caso di una donna in gravidanza, se da un lato la massoterapia è sconsigliata in particolari epoche gestazionali come durante il primo trimestre in quanto può contribuire all’insorgenza di un travaglio prima del termine di gravidanza, dall’altro il massaggio è utile, in particolare durante il travaglio di parto, per rilassare la partoriente e per lenire il dolore delle contrazioni uterine.
La massoterapia non deve essere un’alternativa ai trattamenti tradizionali e prima di prenderla in considerazione bisogna consultare il medico che prenderà una decisione dopo aver accertato le condizioni cliniche e lo stato di salute del paziente.
Gli effetti collaterali che possono presentarsi, anche se infrequenti, sono: gonfiore, formazione di ematomi in particolare in quei soggetti che soffrono di disturbi della coagulazione, dolore temporaneo e reazioni avverse o allergiche agli oli utilizzati durante le sedute.
Massoterapia e paralisi cerebrale infantile
La massoterapia è utile ad attenuare il dolore ma anche a alleviare le tensioni muscolari, tonificare il volume dei tessuti, a migliorare il benessere psichico del soggetto e la circolazione sanguigna per cui anche i bambini con paralisi cerebrale infantile possono beneficiare di questa tecnica sia a livello fisico che a livello psichico.
Il rilassamento che i massaggi provocano permette al bambino con paralisi cerebrale infantile di acquistare fiducia in sé stesso così da abbandonare l’errata concezione di sentirsi inferiori rispetto ai loro coetanei e ad integrarsi con quest’ultimi.
I sintomi e i segni della paralisi cerebrale infantile non si manifestano soltanto durante l’infanzia ma possono anche essere evidenti sin dal momento della nascita quando il neonato si presenta poco vivace, è ipotonico, presenta cioè flaccidità muscolare e scarsi o assenti riflessi, segno che fa sospettare la presenza di una lesione a carico del tessuto nervoso, ma anche problemi respiratori.
I segni e i sintomi della paralisi cerebrale infantile variano in base alla forma di quest’ultima, all’entità e alla localizzazione del disturbo motorio, ad ogni modo, nella maggior parte dei casi, i muscoli affetti dal disturbo motorio si presentano particolarmente contratti tanto da causare dolore quando si cerca di accennare un movimento. Grazie alla massoterapia è possibile lenire il dolore provocato dalle contratture dei muscoli e ridurre le tensioni muscolari stesse esercitando una pressione più o meno intensa sulla cute in corrispondenza dei muscoli interessati.
La massoterapia non deve però essere utilizzata come alternativa agli altri trattamenti ma deve essere effettuata in associazione a quest’ultimi. Questa tecnica risulta essere particolarmente utile come adiuvante della fisioterapia la quale è il trattamento ideale che per primo viene preso in considerazione non appena viene fatta diagnosi di paralisi cerebrale infantile in quanto la sua finalità è quella di corregge sin da subito i disturbi motori prevenendo che i muscoli scheletrici degli arti colpiti si indeboliscano o che rimangano eccessivamente contratti provocando dolore.
La fisioterapia si pone come obiettivo, per quanto possibile, quello di riattivare la funzione dei muscoli scheletrici che presentano il disturbo motorio attraverso la loro diretta stimolazione.
Comportamento medico ed errori nello svolgimento della massoterapia
La massoterapia può essere praticata da parte di professionisti formati in materia che hanno ricevuto un certificato o un diploma dopo aver frequentato un corso di formazione di 500 – 1.000 ore.
Quest’ultimi non sono però capaci di diagnosticare patologie, di prescrivere farmaci né di somministrarli, non eseguono interventi chirurgici né qualsiasi altro tipo di trattamento. I massoterapisti, inoltre, non devono manipolare i seni e gli organi genitali.
Allo scopo di poter fare vivere la bambino con paralisi cerebrale infantile una vita dignitosa, essa deve essere diagnosticata in tempi opportuni e, soprattutto, non devono essere trascurati dal medico quei segni che fanno sospettare della presenza di un danno a carico del sistema nervoso centrale ma devono essere attuati degli interventi che possano permettere a questi bambini di condurre quantitativamente e qualitativamente, per quanto possibile, una vita normale attraverso trattamenti riabilitativi ed educativi.
Prima di sottoporsi ad una seduta di massoterapia deve essere consultato un medico che deve accertare le condizioni cliniche del paziente e l’eventuale presenza di controindicazioni che non rendono possibile l’esecuzione di tale pratica.
In questa fase operativa molto delicata potrebbero purtroppo verificarsi errori medici dell’Ospedale o della Clinica o della Casa di cura, bisognerà valutare l’eventuale colpa ed inoltre comprendere se il danno era o meno evitabile.
Gli errori che possono essere commessi in quest’ambito sono:
- ritardo della diagnosi della paralisi cerebrale infantile;
- diagnosi errata;
- trascurare i segni e i sintomi per i quali si prevedere l’esigenza di eseguire ulteriori accertamenti;
- trattamento intempestivo;
- esecuzione della massoterapia quando non indicata;
- omissione della raccolta delle informazioni cliniche del paziente;
- esecuzione dei massaggi in maniera incongrua e senza tener conto delle condizioni cliniche del paziente;
- mancata esecuzione di esami strumentali al fine di confermare una diagnosi dubbia di paralisi cerebrale infantile;
- esecuzione della massoterapia nelle donne durante il primo trimestre di gravidanza;
- esecuzione della massoterapia in pazienti che presentano disturbi della coagulazione;
- esecuzione della massoterapia in soggetti con infezioni della pelle;
- esecuzione della massoterapia in presenza di lesioni quali fratture, lussazioni, tessuti danneggiati, ferite aperte, cicatrici.
Conseguenze a lungo termine della paralisi cerebrale infantile
Le conseguenze della paralisi celebrale infantile sono:
- disturbi comportamentali;
- disturbi del linguaggio;
- difficoltà e dolore durante i movimenti;
- problemi durante l’alimentazione;
- problemi della vista e dell’udito;
- dolori muscolari;
- flaccidità muscolare;
- paralisi degli arti inferiori o superiori o di entrambi;
- problemi nelle relazioni sociali;
- senso di inferiorità rispetto ai coetanei;
- difficoltà nell’apprendimento;
- disturbi urinari;
- epilessia;
- problemi della postura;
- disturbi mentali;
- contratture muscolari;
- deformazione delle articolazioni e artrosi;
- muscolatura debole;
- malnutrizione;
- ritardo dello sviluppo;
- camminata difficoltosa.