PRINCIPALI SEGNI DELLA PARALISI CEREBRALE INFANTILE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
La paralisi cerebrale infantile è dovuta ad una perdita più o meno estesa del tessuto cerebrale che si verifica in seguito a una lesione del sistema nervoso centrale ed ha ripercussioni soprattutto sul sistema muscolare e sul sistema scheletrico; questo disturbo neuromotorio può essere o meno associato a problemi intellettivi. Il bambino che è affetto da paralisi cerebrale infantile non riesce a condurre una vita normale proprio perché le sue capacità motorie sono limitate.
Cause della paralisi celebrale infantile
In caso di sospetta paralisi celebrale bisogna verificare tutte le metodiche scelte dal ginecologo o dall’ostetrica. Un passaggio fondamentale se ci si trova davanti ad un caso di malasanità. Un medico legale, anche coadiuvato da uno specialista e da un avvocato, può capire se vi sia stato un errore nella diagnosi, nell’esecuzione del trattamento sanitario o nello svolgimento della terapia e, di conseguenza, se c’è responsabilità del medico, dell’equipe o dell’Ospedale (siano anche una Casa di cura o una Clinica). Essenziale, in questa fase, risulterà la disamina della documentazione medica tra cui gli esami, la cartella clinica e il consenso informato.
La lesione può avvenire sia durante la gravidanza ovvero in epoca prenatale, sia al momento del parto (epoca perinatale) sia dopo la nascita del bambino (epoca postnatale) e in particolare entro i tre anni di età. Entro i tre anni di vita del bambino vengono completate le fasi di sviluppo del sistema nervoso, quindi entro quest’arco di tempo il bambino è suscettibile a riportare danni più o meno gravi a carico del sistema nervoso.
Durante la gravidanza le cause della paralisi cerebrale infantile sono le infezioni materne che vengono trasmesse al feto quando l’agente responsabile dell’infezione riesce ad attraversare la barriera placentare causando cosi anche l’infezione al prodotto del concepimento. Le infezioni che possono essere responsabili di paralisi cerebrale infantile sono quelle che hanno ripercussioni sul sistema nervoso centrale come il citomegalovirus (CMV), l’herpes simplex (virus epitelio neurotropo), arbovirus, coxsackievirus, echovirus, la sifilide (LUE) ed enterovirus.
Al momento del parto il feto può contrarre le infezioni quando, attraversando il canale del parto, viene direttamente in contatto con le mucose materne infette.
L’infezione del tessuto cerebrale può essere responsabile di encefalite e meningite (infezione delle meningi ovvero delle membrane che rivestono il sistema nervoso) e gli agenti responsabili di queste infezioni possono distruggere direttamente le cellule del sistema nervoso provocando un danno neurologico irreversibile.
Anche altre patologie materne possono essere causa di paralisi cerebrale infantile come il diabete, disturbi della coagulazione, problemi respiratori, problemi cardiaci, ipertensione, tuttavia la loro presenza non prevede necessariamente che il feto possa subire dei danni cerebrali.
Durante il travaglio e il parto, per effetto delle contrazioni uterine soprattutto se queste sono particolarmente intense e prolungate, il feto presenta un rischio maggiore di andare incontro a sofferenza e sviluppare danni neurologici.
Infatti, durante la contrazione uterina, le fibrocellule muscolari dell’utero si irrigidiscono determinando un’occlusione dei vasi uterini e placentari responsabili del trasporto di sangue ossigenato al distretto fetale e di conseguenza, il non sarà ben ossigenato. Durante il travaglio di parto attivo le contrazioni si ripetono con una frequenza di una contrazione ogni 3-4 minuti e se queste sono prolungate ovvero durano più di un minuto e sono intervallate da brevi pause (ipercinesia uterina) il feto va incontro a sofferenza.
Durante il parto, inoltre, possono verificarsi altre evenienze responsabili di sofferenza fetale come il distacco di placenta, la rottura d’utero, il prolasso di funicolo, la presenza di nodi veri del cordone ombelicale che ostacolano il flusso di ossigeno diretto verso il feto, la presenza di giri di cordone ombelicale intorno al collo e alle parti fetali, la distocia di spalla (fallimento del meccanismo di espulsione delle spalle fetali), le presentazioni anomale (come la presentazione podalica), l’anemia fetale.
Dopo la nascita, in particolare per i nati prima del termine di gravidanza (prima della 37esima settimana gestazionale), il tessuto nervoso non ha ancora completato il suo sviluppo per cui il neonato, fino ai tre anni di età, è più suscettibile a riportare dei danni cerebrali.
La paralisi cerebrale infantile può anche essere causata a partire da altre lesioni cerebrali come l’encefalopatia ipossico ischemica, l’emorragia intracranica e la leucomalacia periventricolare.
Per encefalopatia ipossico ischemica si intende la presenza di deficit neurologici che insorgono come conseguenza di un evento ipossico o ischemico. L’encefalopatia ipossico ischemica, ad esempio, può insorgere al momento del parto quando si verifica una riduzione dell’apporto di ossigeno dal compartimento materno a quello fetale. I deficit neurologici conseguenti al danno cerebrale che l’encefalopatia ipossico ischemica determina, se questi sono gravi, possono portare alla paralisi cerebrale infantile.
Si parla di leucomalacia periventricolare quando è presente un danno a livello della sostanza bianca in corrispondenza dei ventricoli cerebrali. La sostanza bianca è responsabile della trasmissione degli impulsi nervosi quindi se vi è un danno a carico di questa regione, il cervello non può trasmettere, ad esempio, ai muscoli degli arti inferiori il comando di compiere un movimento e da ciò deriva la paralisi cerebrale.
Nel caso di emorragia intraventricolare è presenta un sanguinamento all’interno del cranio che può derivare da un trauma o dalla rottura di un vaso sanguigno, ma anche i disturbi della coagulazione possono contribuire all’insorgenza di questo quadro clinico.
Sintomi della paralisi celebrale infantile
I sintomi della paralisi cerebrale infantile sono vari da persone a persona e dipendono dall’estensione del danno cerebrale per questo motivo il trattamento deve essere individuale.
La sintomatologia può variare durante la crescita del bambino soprattutto e i sintomi e i segni della paralisi cerebrale infantile si manifestano durante la fase evolutiva quando il bambino mostra difficoltà a camminare, a mantenere la postura eretta, a gattonare, a salire e a scendere le scale, a portarsi gli oggetti verso la bocca, a mantenere l’equilibrio, a restare seduto nonostante l’aiuto di un supporto ecc..
Oltre ai disturbi di tipo neuromotorio il bambino con paralisi cerebrale infantile può presentare anche convulsioni, deficit dell’attenzione, disturbi del linguaggio, deficit cognitivi, difficoltà nell’alimentazione, problemi della vista e dell’udito.
I segni e i sintomi della paralisi cerebrale infantile variano in base alla forma di quest’ultima, all’entità e alla localizzazione del disturbo motorio.
In base all’entità del disturbo motorio possiamo distinguere:
- forme spastiche: i muscoli scheletrici si presentano contratti (ipertonia muscolare) per cui l’individuo presenta difficoltà nel compiere movimenti volontari;
- forme atassiche: derivano da una lesione a carico del cervelletto e comportano disturbi della coordinazione dei movimenti volontari, flaccidità muscolare (ipotonia muscolare), disturbi dell’equilibrio e tremori;
- forme discinetiche: caratterizzate dalla presenza di movimenti non volontari a causa di un continuo cambiamento del tono dei muscoli scheletrici deputati al movimento. I movimenti dei muscoli scheletrici sono violenti e bruschi (forme distoniche), inoltre possono anche essere presenti dei movimenti involontari che non sono coordinati e difficili da controllare soprattutto se il soggetto colpito tenta di compiere un movimento volontario degli arti (forme coreo atetoniche). Le forme coreo atetoniche sono facilmente riconoscibili poiché l’individuo affetto da questa forma di paralisi cerebrale infantile presenta a carico degli arti superiori dei movimenti tentacolari;
- forme miste: derivano dall’unione delle manifestazioni cliniche di due o più forme sopra elencate.
Per quanto riguarda la localizzazione del disturbo motorio se questo interessa tutti e quattro gli arti si parla di tetraplegia, se il disturbo motorio è a carico soltanto del lato destro o del lato sinistro del corpo si parla di emiplegia, mentre se il deficit è prevalentemente a carico degli arti inferiori si parla di diplegia.
Più raramente il disturbo motorio si presenta a carico di un solo arto e in questo caso si parla di monoplegia; un altro quadro clinico raro si ha quando il disturbo motorio interessare prevalentemente gli arti superiori e in questo caso si parla di doppia emiplegia.
I bambini con paralisi cerebrale infantile presentano molte limitazioni che non gli permettono di condurre una vita normale, soprattutto se i disturbi motori sono accompagnati da deficit cognitivi, problemi del linguaggio, problemi visiti e uditivi.
I disturbi neuromotori e i deficit cognitivi che accompagnano la paralisi cerebrale infantile ostacolano non poco l’inserimento del bambino nell’ambito sociale e rendono difficoltosa la sua relazionale con i coetanei.
Allo scopo di poter migliorare la qualità di vita dei bambini con paralisi cerebrale infantile, promuovere il loro inserimento nei diversi ambiti sociali e i rapporti con i coetanei, devono essere attuati degli interventi che possano permettere a questi bambini di condurre una vita qualitativamente normale, per quanto possibile, attraverso trattamenti riabilitativi ed educativi.
Se si ritiene di essere stati vittima di un errore medico, di colpa medica dell’Ospedale o di un caso di malasanità potrebbe essere utile rivolgersi ad un avvocato o a uno studio legale che si occupi preferibilmente di risarcimento danni per responsabilità e colpa medica.
Qualora vi siano i presupposti, la madre, il padre, i nonni, il fratello o la sorella o gli eredi potrebbe dunque chiedere il risarcimento dei danni per essere stati vittime di un caso di malasanità a causa di una diagnosi sbagliata, errata, tardiva oppure di una cura sbagliata o errata o di una terapia non tempestiva o inefficace. Lo studio legale o l’avvocato, preferibilmente specializzati in danni da responsabilità medica, insieme al proprio medico legale, valuteranno se vi sia o meno la possibilità di chiedere i danni all’Ospedale, all’Assicurazione, e più in generale ai medici coinvolti.
I segni principali della paralisi cerebrale infantile
I segni della paralisi cerebrale infantile rappresentano un importante fattore diagnostico poiché la si sospetta non appena questi si manifestano. La presenza di questi segni spinge i genitori del bambino a rivolgersi al medico per l’esecuzione di altri esami diagnostici al fine di confermare o meno il sospetto di paralisi cerebrale infantile.
I segni della paralisi cerebrale infantile variano in base alla localizzazione e all’entità del disturbo motorio, tuttavia le disfunzioni e i disturbi di questa malattia interessano prevalentemente il movimento e la sua coordinazione, il tono dei muscoli i quali possono essere patologicamente contratti o flaccidi, la postura la quale non si riesce a mantenerla cosi come anche l’equilibrio, le abilità grosso motorie e fino motorie, i riflessi alcuni dei quali vengono a mancare e altri che persistono anche dopo un certa età e alterazioni della funzione oro-motoria.
- a) Coordinazione dei movimenti
La paralisi cerebrale infantile comporta quasi sempre difficoltà da parte del bambino nell’esecuzione dei movimenti e nella coordinazione di quest’ultimi. Queste difficoltà possono manifestarsi durante il tentativo di eseguire un movimento volontario o quando il bambino si trova in una situazione di stress o è ansioso mentre si attenuano quando il bambino è a riposo o è rilassato.
La mancata coordinazione dei movimenti dipende dalla localizzazione del danno o della lesione a carico del sistema nervoso centrale e alla sua entità.
I disturbi della coordinazione dei movimenti si possono riscontrare nelle forme spastiche della paralisi cerebrale infantile le quali sono dovute ad un danno a carico del sistema piramidale. Il sistema piramidale, infatti, comprende un insieme di fibre nervose deputate all’attività motoria volontaria che hanno origine nella corteccia motoria, attraversano il mesencefalo, il ponte, il bulbo fino a giungere al midollo spinale.
Una lesione o un danno in corrispondenza della corteccia motoria va ad alterare tutto il sistema piramidale e quindi l’attività motoria volontaria poiché la corteccia motoria è quella parte dell’encefalo che è deputata alla pianificazione, al controllo e all’esecuzione volontaria dei movimenti dei muscoli.
In particolare, una lesione a carico della parte destra della corteccia motoria provoca un deficit motorio in corrispondenza della parte sinistra del corpo e viceversa.
In poche parole, quindi, le forme spastiche della paralisi cerebrale infantile determinano spasmi muscolari poiché i muscoli degli arti superiori e/o inferiori sono molto tesi.
Deficit nella coordinazione dei movimenti si possono anche riscontrare, oltre alle forme spastiche, anche nelle forme discinetiche della paralisi cerebrale infantile le quali sono caratterizzate da movimenti anomali dei muscoli volontari che non possono essere controllati.
I deficit muscolari tipici della forma discinetica della paralisi cerebrale infantile sono dovuti ad un danno a carico dei gangli della base dell’encefalo (o nuclei della base) responsabili della coordinazione dei movimenti. L’esecuzione precisa e coordinata di questi movimenti viene acquisita con l’esperienza in modo tale che questi movimenti possano essere perfezionati sempre di più con il passare del tempo.
Per fare in modo che il movimento sia eseguito in maniera precisa e coordinata il comando motorio che ha origine nella corteccia motoria viene modulato dai gangli della base ma anche dal cervelletto cosi che possa essere eseguito in maniera ottimale.
Anche le forme atetoniche della paralisi cerebrale infantile sono caratterizzate da movimenti aritmici dei muscoli scheletrici che si contraggono involontariamente e in maniera irregolare.
Le manifestazioni dell’atetosi si affievoliscono con il riposo e si accentuano quando l’individuo tenta di compiere dei movimenti volontari degli arti che non sono coordinati.
Gli individui con la forma atetonica presentano flaccidità muscolare per questo motivo faticano a mantenere la postura eretta, a stare seduti e nemmeno eseguire dei semplici movimenti.
- b) Riflessi
Per riflessi si intendono dei semplici movimenti che si verificano automaticamente e in maniera involontaria in seguito a uno stimolo di varia natura. Un esempio tipico di riflesso è quello rotuleo che si manifesta quando la gamba si estende dopo aver dato un leggero colpo al ginocchio.
Alcuni riflessi sono presenti nei neonati sin dal momento della nascita i quali rappresentano l’integrità del sistema nervoso centrale. L’assenza di questi riflessi durante i primi mesi di vita o la loro persistenza oltre questo periodo è un segno di una probabile presenza di emorragia intracranica la quale è una causa della paralisi cerebrale infantile.
In condizioni fisiologiche questi riflessi tendono a scomparire intorno al primo anno di età e sono sostituiti da attività più sviluppate.
I riflessi la cui assenza o persistenza oltre un certo periodo possono essere indicativi di paralisi cerebrale infantile sono
- il riflesso di Moro il quale rappresenta l’integrità del sistema nervoso centrale ed è presente in tutti i neonati fisiologici fino ai 6 mesi dalla nascita poiché.
L’assenza del riflesso di Moro durante i primi giorni dalla nascita è un campanello di allarme poiché può presupporre la presenza di un disturbo motorio e del sistema nervoso centrale. Il riflesso di Moro è caratterizzato dall’apertura delle braccia e allungamento delle gambe del neonato quando quest’ultimo viene spostato bruscamente o sente un suono forte, successivamente le braccia si chiudono come in un abbraccio come se il neonato cercasse di aggrapparsi a qualcosa.
Il riflesso di Moro in condizioni di normalità scompare dopo i 6 mesi di vita e la sua persistenza dopo tale periodo è un campanello di allarme poiché implica la presenza di gravi deficit neurologici;
- il riflesso di incurvamento del tronco noto anche come riflesso di Galant anch’esso importante per rilevare la presenza di paralisi cerebrale infantile.
Il neonato è posto a pancia in giù e l’operatore stimola con un dito, con un movimento dall’alto verso il basso che parte dalle spalle e arriva al bacino, la schiena lateralmente alla colonna vertebrale. Il neonato risponde con una rotazione del bacino in corrispondenza della lateralità che viene stimolata cercando di allontanarsi da uno stimolo considerato pericoloso.
Il riflesso di incurvamento del tronco si manifesta, per l’appunto, con un incurvamento del tronco quando quest’ultimo viene stimolato a livello della regione lombare. Anche il riflesso di Galant, come il riflesso di Moro, compare alla nascita e tende a scomparire intorno ai 5 mesi di vita;
- il riflesso di prensione palmare è anche preso in considerazione per rilevare la presenza di una paralisi cerebrale infantile in quanto la sua assenza fa sospettare la presenza di una compromissione a carico del sistema nervoso centrale.
Tutti i neonati chiudono la mano in un pugno quando viene stimolato il palmo della mano come se cercassero di afferrare un oggetto. L’assenza di questo riflesso può essere indice di deficit neurologici;
- il riflesso tonico asimmetrico del collo persiste sino ai sei mesi di età periodo oltre il quale la sua sussistenza può fare sospettare la presenza di una compromissione cerebrale.
Quando il neonato si trova in posizione supina e si ruota la testa del bambino in maniera brusca verso un lato gli arti inferiori e superiori dal verso in cui è ruotata la testa si estendono mentre gli arti del lato opposto si flettono;
- il riflesso tonico simmetrico del collo fa si che il bambino assuma la quadrupede dopo che è stata provocata l’estensione della testa e si manifesta intorno ai 4 – 6 mesi di vita.
- c) Tono muscolare
La paralisi cerebrale infantile è caratterizzata prevalentemente da un’alterazione del tono muscolare che rende difficoltoso il mantenimento della postura e dell’equilibrio.
I muscoli antagonisti e agonisti, infatti, in condizioni normali, lavorano insieme contraendosi e rilassandosi per garantire il movimento, per coordinare i movimenti e per mantenere la postura.
La paralisi cerebrale infantile e il danno a carico del sistema nervoso compromettere la capacità di mantenere un buon tono muscolare il quale risulta essere alterato cosi da rendere difficoltosi i movimenti.
Fra le alterazioni del tono muscolare che caratterizzano la paralisi cerebrale infantile troviamo:
- l’ipertonia muscolare rende i muscoli rigidi comportando difficoltà nell’esecuzione dei movimenti i quali possono anche essere accompagnati da dolore. L’ipertonia muscolare è quindi caratterizzata da un aumento della tensione e del tono dei muscoli;
- l’ipotonia muscolare, a differenza dell’ipertonia, è caratterizzata da una riduzione del tono e della tensione de muscoli i quali appaiono particolarmente flaccidi.
Possono presentarsi anche degli spasmi muscolari ovvero delle contrazioni muscolari che non avvengono sotto il controllo della volontà e possono anche presentarsi improvvisamente e causare dolore.
- d) Funzione grosso e fine motoria
Le funzioni grosso motorie e fino motorie permettono al bambino di controllare il proprio corpo e di essere attivo fisicamente.
L’esecuzione precisa e coordinata dei movimenti, ed in particolare la funzione fino motoria, viene acquisita con l’esperienza in modo tale che questi movimenti possano essere perfezionati sempre di più con il passare del tempo.
In presenza di un danno o di una lesione neurologica che può avere avuto luogo durante la gravidanza, al momento del parto o durante i primi anni di vita del bambino la modulazione del comando motorio proveniente dalla corteccia cerebrale viene meno e il movimento non viene eseguito in maniera ottimale, precisa e coordinata.
Il controllo dei movimenti si sviluppa in maniera graduale e all’inizio i movimenti vengono compiuti in maniera grossolana e la loro esecuzione avviene in maniera incontrollata e causale ciò rappresenta la funzione grosso motoria. Con l’andare avanti dell’età il bambino riesce a controllare in maniera più precisa i movimenti, espressione dello sviluppo del sistema nervoso; se il bambino è affetto da paralisi cerebrale infantile queste fasi dello sviluppo non vengono raggiunte.
Se le abilità grosso motorie sono compromesse il bambino non è in grado di gattonare, di mantenere la postura seduta, di stare in piedi e di camminare nemmeno con l’aiuto di un supporto, di portarsi oggetti verso la bocca, di lanciare oggetti e di mantenere l’equilibro mentre la compromissione delle abilità fino motorie non permette al bambino di poter eseguire dei movimenti precisi come tenere una penna in mano e scrivere, appoggiare delicatamente gli oggetti, sfogliare le pagine di un libro, portarsi il cibo verso la bocca ecc..
- e) Postura ed equilibrio
La paralisi cerebrale infantile viene sospettata dai genitori quando il bambino raggiunta una certa età non riesce a mantenere l’equilibrio né una postura corretta.
Ci si accorge che il bambino non riesce a mantenere l’equilibrio quando non riesce a mantenere la postura eretta, quando presenta difficoltà nell’esecuzione di rapidi movimenti, è poco stabile quando si accinge a camminare, utilizza le mani per mantenere quelle posture che richiedono equilibrio, non riesce a sedersi nonostante l’appoggio ad un supporto.
- f) Funzione oro motoria
Un bambino con paralisi cerebrale infantile può presentare anche deficit del linguaggio, problemi nella deglutizione e dell’alimentazione a causa di un’alterazione del tono dei muscoli deputati all’esecuzione di queste funzioni.
Il bambino con paralisi cerebrale infantile può avere quindi problemi nella respirazione a causa di un deficit della contrazione del diaframma, muscolo deputato all’espirazione e all’inspirazione, nell’articolazione delle parole a causa di una contrazione incontrollata dei muscoli facciali e nella vocalizzazione per l’inefficace contrazione delle corde vocali.
Un disturbo del linguaggio comune nei bambini con paralisi cerebrale infantile è la disartria. La disartria è provocata da un’inadeguata respirazione e da un’alterata coordinazione muscolare perciò si può avere difficoltà nella pronuncia delle parole conseguente a un deficit neurologico.
Un altro disturbo è l’aprassia dovuta a un’alterata trasmissione degli impulsi provenienti dal sistema nervoso centrale e diretti ai muscoli deputatati all’articolazione delle parole.
Possibili errori medici nella gestione dei segni di paralisi celebrale infantile
Il mancato riconoscimento dei principali segni che possano far sospettare la paralisi cerebrale infantile, la trascuratezza di quest’ultimi, la mancata esecuzione di accertamenti clinici, in particolar modo quando viene riferito dai genitori che il proprio bambino presenta qualche disturbo che possa essere collegato alla paralisi cerebrale infantile sono dei motivi per i quali si tende a ritardare il trattamento il quale deve essere tempestivo al fine di poter migliore la qualità di vita del bambino con paralisi cerebrale infantile attraverso un processo riabilitativo ed educativo.
Gli errori commessi che incidono sulla qualità di vita del bambino a cui viene diagnosticata la paralisi cerebrale infantile.
Dopo la nascita gli errori più comuni sono:
- mancato riconoscimento dei segni della paralisi cerebrale infantile;
- incapacità nel comprendere che determinati segni siano dovuti dalla paralisi cerebrale infantile;
- mancata esecuzione di ulteriori accertamenti clinici ed esami strumentali, in particolar modo quando viene riferito dai genitori che il proprio bambino presenta qualche disturbo che, in questo caso, possa essere collegato alla paralisi cerebrale infantile;
- formulazione di una diagnosi errata;
- trascurare il monitoraggio di un neonato il cui benessere risulta essere alterato al momento della nascita o la cui ossigenazione era ridotta durante il parto;
- mancata esecuzione di esami strumentali quando indicato per confermare l’eventuale presenza di paralisi cerebrale infantile;
- ritardato o mancato trattamento riabilitativo ed educativo dopo aver confermato la diagnosi;
- trascurare la presenza dei segni e dei sintomi che possano essere ricollegabili alla paralisi cerebrale infantile.
Durante il travaglio gli errori più comuni sono:
- mancato monitoraggio fetale;
- mancata esecuzione della cardiotocografia in continuo quando indicata;
- mancato riconoscimento dei segni di sofferenza fetale;
- applicazione del forcipe e della ventosa ostetrica prima della 34esima settimana gestazionale;
- mancata capacità di interpretazione del tracciato cardiotocografico;
- mancata esecuzione di taglio cesareo in emergenza in presenza di sofferenza fetale la quale non si risolve con le misure conservative;
- taglio cesareo eseguito in ritardo;
Durante la gravidanza gli errori più comuni sono:
- mancato riconoscimento dei fattori di rischio di paralisi cerebrale infantile.
Un errore del ginecologo, del pediatra o dell’ostetrica per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare, nei casi più gravi, anche al decesso della madre o del bambino, e la morte costituisce la lesione maggiore del bene giuridico della vita. In questi casi anche i familiari del paziente vittima di malasanità potrebbero avere diritto al risarcimento, in particolare i genitori, i nonni, i fratelli o le sorelle o gli eredi.
Complicanze neonatali in caso di paralisi celebrale infantile
Se non vengono riconosciuti i segni della paralisi cerebrale infantile e di conseguenza non vengono presi i dovuti provvedimenti al fine di migliorare la qualità di vita del bambino quest’ultimo avrà delle difficoltà nell’esecuzione dei movimenti a causa della spasticità muscolare o della flaccidità dei muscoli, potrà presentare anche paralisi degli arti superiori, inferiori o di entrambi.
Ai disturbi di tipo motorio possono anche accompagnarsi deficit cognitivi, disturbi dell’apprendimento, difficoltà nell’alimentazione, disturbi uditivi e visivi, deficit neurologici a lungo termine e difficoltà relazionali.