MASTOPLASTICA ADDITIVA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
La mastoplastica additiva risulta essere una delle procedure chirurgiche più spesso eseguita in chirurgia estetica. A fronte di una “apparente” semplicità nell’esecuzione tecnica dell’intervento esso può presentare numerose insidie e da ciò derivano le migliaia di risultati insoddisfacenti che è facile vedere.
L’operazione di chirurgia estetica ha lo scopo di rendere più pieno e voluminoso il seno sia esso originariamente piccolo oppure il risultato di uno svuotamento di tessuto dopo una gravidanza o un’importante perdita di peso.
Nel sottoporsi ad un intervento di mastoplastica additiva, notevole importanza rivestono le scelte del chirurgo e le scelte della paziente.
Il chirurgo deve prima di tutto valutare se le attese della paziente sono reali o illusorie e se sono illusorie farlo comprendere alla paziente. È poi fondamentale che il chirurgo illustri tutti i rischi che l’intervento comporta, anche a rischio di perdere la cliente, al fine di consentire alla paziente una scelta consapevole
Il paziente deve valutare se il chirurgo propone una sede adeguata per l’intervento cioè, una clinica con tutti servizi che può offrire un ospedale, se utilizza protesi conformi e approvate dagli organi di controllo comunitari, se dimostra di conoscere la materia di cui sta parlando e le problematiche legate a quello specifico intervento.
In caso di errore del medico, del chirurgo estetico, dell’anestesista o di colpa e responsabilità dell’Ospedale, della clinica privata o di malasanità, dovuta a operazione o intervento chirurgico sbagliato, a cura errata o a terapia in ritardo, a medicinali non dati o farmaci somministrati tardivamente, la paziente potrà affidarsi ad uno Studio legale o ad un avvocato, preferibilmente specializzato in risarcimento danni da malasanità e da responsabilità medica, che la aiuterà ad esaminare insieme l’eventuale fattibilità di una richiesta di risarcimento danni.
Cosa fare prima dell’intervento di mastoplastica additiva
Prima dell’intervento di mastoplastica additiva deve sempre essere valutata la condizione fisica della paziente per comprendere quale può essere il tipo di protesi adatta oltre alla grandezza da impiantare.
Sarà opportuno, inoltre, sospendere l’assunzione dei farmaci anticoagulanti e della pillola anticoncezionale (quest’ultima almeno per un mese).
Inoltre è generalmente opportuno che il chirurgo estetico faccia eseguire:
- elettrocardiogramma;
- analisi del sangue complete con test di coagulazione;
- radiografia del torace (in caso di pazienti anziani o fumatori).
Se il chirurgo estetico non prescrive i controlli diagnostici commette un errore: questa omissione può far sorgere complicanze gravi durante o dopo l’operazione e, di conseguenza, il diritto a chiedere il risarcimento dei danni con l’intervento di un avvocato esperto in malasanità.
Quando si presentano fattori di rischio, il medico, il chirurgo estetico e, più in generale, il personale dell’ospedale o della clinica privata devono essere più attenti nella profilassi preventiva e nella prescrizione di esami di controllo e potrebbero purtroppo verificarsi errori medici. L’eventuale colpa e responsabilità – per la mancata o ritardata individuazione della malattia/patologia o per l’errato trattamento della stessa – deve essere verificata in modo approfondito così come la possibile insorgenza di danni, valutando se questi potessero essere o meno evitati.
Intervento di mastoplastica additiva
L’operazione può essere effettuata in sede di anestesia generale o locale e prevede un’incisione di circa 5 centimetri nel quadrante inferiore mammario, nella zona del cavo ascellare o sul capezzolo.
La protesi deve essere inserita in una tasca preparata dal chirurgo estetico sotto il muscolo pettorale o sotto la ghiandola mammaria e la sutura è effettuata in modo da lasciare una cicatrice poco percettibile.
Solitamente vengono inseriti dei drenaggi e la paziente è ricoverata almeno una notte in ospedale o nella clinica.
Dopo 3-5 giorni dovrà essere svolto un controllo post-operatorio e la paziente dovrà osservare un periodo di riposto (tendenzialmente astenendosi dalle attività più faticose e dall’attività sportiva per qualche settimana).
Potrebbe anche essere riconosciuta la colpa medica o la responsabilità del chirurgo estetico, Ospedale, o della clinica privata qualora il medico proceda all’intervento di mastoplastica asportando un parte della ghiandola mammaria o spostandola o sezionando il muscolo pettorale o qualora abbia proceduto con negligenza, imperizia o imprudenza.
Quali sono le possibili complicanze della mastoplastica additiva
Una delle conseguenze negative più comuni a seguito di un intervento di mastoplastica additiva è l’insoddisfazione estetica: questa condizione, però, è molto soggettiva e quindi di difficile determinazione in sede giudiziale in assenza di errori tecnici, sebbene in chirurgia estetica sia richiesto un impegno di risultato.
Anche un volume non corrispondente al desiderato è di difficile contestazione in assenza di una documentazione della determinazione preoperatoria di un’ipotesi almeno indicativa della grandezza della mammella dopo l’intervento.
Tra le conseguenze più fastidiose per la paziente rientra la contrattura capsulare che consiste nella rigidità eccessiva della mammella che avviene, generalmente, perché il chirurgo estetico crea una tasca inadeguata alla protesi, oppure usa una protesi più grande della tasca o, ancora, provoca un trauma eccessivo al momento dell’incisione del seno o del muscolo pettorale o della ghiandola mammaria.
Sarà molto importante anche la scelta della protesi da parte del chirurgo estetico. La protesi deve essere sicura per la paziente, in particolare deve garantire: il mantenimento della forma nel tempo e la non diffusione del contenuto in caso di rottura.
La rottura delle protesi è una complicanza dell’intervento di mastoplastica additiva e può far nascere il diritto della paziente a ricevere il risarcimento del danno subito da parte del chirurgo estetico soprattutto in caso di utilizzo di protesi conformi o nocive.
Essenziale, in questa fase, risulterà l’esame della documentazione medica tra cui le analisi e gli esami prescritti, lo stato fisico precedente all’intervento, la cartella clinica e il consenso informato. È consigliabile conservare questa documentazione per favorire la gestione di un’eventuale pratica di risarcimento dei danni. In caso contrario il paziente o i suoi eredi hanno sempre diritto a chiedere copia dei referti che devono essere rilasciati dalla struttura previo rimborso dei costi di copia.
I possibili errori chirurgici in una mastoplastica additiva
Gli errori del chirurgo estetico che possono essere commessi nella gestione della mastoplastica additiva sono:
- asimmetria dei solchi;
- asimmetria dei capezzoli;
- divergenza o convergenza dei capezzoli qualora non presente prima dell’intervento;
- indurimento della protesi;
- ematomi ed infezioni del seno e ritardo nel loro trattamento e riconoscimento;
- deficit permanente di sensibilità del seno;
- cicatrici evidenti per sbagli del medico nel dare i punti;
- errata scelta delle dimensioni della protesi che diventa troppo alta o troppo sporgente dal torace lateralmente;
- la sinmastia, ovvero l’unione mediana dei due seni con scomparsa del solco (anch’essa dovuta alla scelta di protesi troppo grosse o ad errato allestimento della tasca protesica;
- la rotazione della protesi all’interno della tasca.
Se si ritiene di essere stati vittima di un errore medico, di colpa medica dell’Ospedale o di un caso di malasanità potrebbe essere utile rivolgersi ad un avvocato o a uno studio legale che si occupi preferibilmente di risarcimento danni per responsabilità e colpa medica.
Il paziente, o i suoi familiari, potrebbero – in certi casi – ottenere il risarcimento del danno anche qualora il chirurgo estetico non abbia spiegato, o non abbia sufficientemente spiegato alla paziente, il tipo di intervento chirurgico, oppure le modalità con cui si svolge, le conseguenze, i rischi e le possibili complicanze ed effetti collaterali, i vantaggi e svantaggi, le eventuali alternative terapeutiche (consenso informato).
La valutazione di quali danni nel caso concreto si possano chiedere deve essere effettuata dall’avvocato e dal medico legale, ad esempio il danno patrimoniale (ossia danni economici da lucro cessante o danno emergente) o il danno non patrimoniale (come il danno biologico per inabilità temporanea o invalidità permanente, il danno estetico, il danno morale o il danno esistenziale o da perdita di chance di guarigione o miglioramento estetico).