DIPLEGIA SPASTICA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
Con il termine diplegia spastica, definita anche come diplegia cerebrale infantile o sindrome di Little (dal nome del chirurgo ortopedico), si intende una forma tipica di paralisi cerebrale che colpisce soprattutto gli arti inferiori. Il deficit motorio è a carico dei quattro arti, ma gli arti inferiori sono maggiormente compromessi rispetto a quelli superiori.
Nei primi 2-3 mesi di vita del bambino prevale l’ipotonia muscolare (il muscolo è flaccido e si distende molto facilmente), successivamente sostituita dall’ipertono generalizzato (il muscolo è rigido).
A partire dai 2-3 anni, il bambino assume una postura definitiva con flessione delle anche e delle ginocchia, le gambe ruotate all’interno e i piedi in posizione di “equinismo” (la punta del piede tende ad essere rivolta verso il basso).
La deambulazione autonoma è gravemente condizionata dalle contratture che si presentano a livello muscolare e dalla deformità delle ossa e delle articolazioni.
Possibili cause di diplegia spastica
La diplegia spastica è frequentemente associata alla nascita pretermine (tra 22 e 37 settimane di gravidanza, più grave se avviene prima della 33esima settimana di gravidanza). Solitamente è legata a un’encefalopatia ipossico-ischemica (danno cerebrale causato dal ridotto afflusso di sangue ossigenato al cervello o dalla mancanza totale di afflusso di sangue al cervello).
Questo tipo di danno ipossico-ischemico è determinato dall’immaturità dei vasi sanguigni cerebrali del feto, poiché la maturazione avviene nell’ultimo trimestre di gravidanza, è frequente che il neonato prematuro vada incontro a questo tipo di danno.
Il deficit motorio è superiore negli arti inferiori, perché le fibre motorie destinate agli arti inferiori si trovano più in profondità rispetto alle fibre motorie destinate agli arti superiori (che quindi saranno meno compromessi di quelli inferiori).
Altre possibili cause della diplegia cerebrale infantile sono:
- emorragia periventricolare, causata anch’essa dall’immaturità;
- infezioni durante la vita fetale o dopo la nascita:
- lesioni del midollo spinale;
- lesioni della corteccia cerebrale a causa di un parto distocico, ovvero un parto vaginale complicato che richiede l’utilizzo di strumenti di ausilio come il forcipe e la ventosa ostetrica.
In caso di diplegia spastica bisogna verificare tutte le metodiche scelte dal ginecologo, dal pediatra/neonatologo o, più in generale, dei sanitari. Un passaggio fondamentale se ci si trova davanti ad un caso di malasanità. Un medico legale, anche coadiuvato da uno specialista e da un avvocato, può capire se vi sia stato un errore nella diagnosi, nell’esecuzione del trattamento sanitario o nello svolgimento della terapia e, di conseguenza, se c’è responsabilità del medico, dell’equipe o dell’Ospedale (siano anche una Casa di cura o una Clinica). Essenziale, in questa fase, risulterà la disamina della documentazione medica tra cui gli esami, la cartella clinica e il consenso informato.
Sintomatologia della diplegia spastica
Si evidenzia l’ipertonia e la spasticità nelle gambe. L’andatura è caratterizzata dalla camminata sulla punta dei piedi (a causa dell’equinismo), i ginocchi strisciano l’uno contro l’altro (andatura definita a “forbice”).
Ai sintomi motori si associa: la disabilità intellettiva più o meno marcata, l’epilessia, i disturbi del linguaggio e i disturbi visivi.
Trattamento della diplegia spastica cerebrale infantile
La riabilitazione prevede diversi metodi: fisioterapici, di terapia del linguaggio, trattamento dei disturbi cognitivi, trattamento di deficit visivi e acustici, utilizzo di farmaci, trattamenti ortopedici, supporto psicologico familiare, utilizzo di ausili per la deambulazione.