ESOSCHELETRO ROBOTICO, SANGUE DEL CORDONE OMBELICALE E PARALISI CEREBRALE INFANTILE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
La paralisi cerebrale infantile è dovuta a un danno irreversibile del sistema nervoso centrale e si intende una serie di disturbi neurologici persistenti della postura e del movimento conseguenti, per l’appunto, a una lesione del sistema nervoso centrale.
Un bambino che ha avuto complicanze durante il parto può essere affetto da paralisi cerebrale infantile.
In caso di sospetta paralisi cerebrale infantile bisogna verificare tutte le metodiche scelte dal ginecologo, dal pediatra/neonatologo o dall’ostetrica. Un passaggio fondamentale se ci si trova davanti ad un caso di malasanità. Un medico legale, anche coadiuvato da uno specialista e da un avvocato, può capire se vi sia stato un errore nella diagnosi, nell’esecuzione del trattamento sanitario o nello svolgimento della terapia e, di conseguenza, se c’è responsabilità del medico, dell’equipe o dell’Ospedale (siano anche una Casa di cura o una Clinica). Essenziale, in questa fase, risulterà la disamina della documentazione medica tra cui gli esami, la cartella clinica e il consenso informato.
Cause della paralisi celebrale infantile
Questa malattia neuromotoria, frequente in età pediatrica, può essere causata da un danno ischemico o da un’emorragia. Se durante il travaglio di parto e il parto stesso il feto viene privato del necessario apporto di ossigeno presenta un rischio aumentato di contrarre la paralisi cerebrale infantile alla nascita.
La riduzione dell’apporto di ossigeno dal distretto materno a quello fetale può dipendere da varie cause e in particolare da complicanze che insorgono durante il travaglio di parto in conseguenza delle quali in feto va in sofferenza a causa della sua ridotta ossigenazione.
Conseguenze della paralisi celebrale infantile
La paralisi cerebrale infantile ha ripercussioni soprattutto sul sistema muscolare e scheletrico che peggiorano durante l’età evolutiva quando le ossa e i muscoli devono adattarsi alla crescita del bambino per cui i disturbi mutano nel corso del tempo e l’individuo colpito può beneficiare di un trattamento riabilitativo.
La paralisi cerebrale infantile, inoltre, può essere associata a problemi intellettivi.
Il danno che la paralisi cerebrale infantile provoca è irreversibile in quanto non si ha la guarigione dalla malattia ma non tende nemmeno a peggiorare perché non va in contro a fenomeni degenerativi.
Attualmente non esiste una cura per la paralisi cerebrale infantile ma possono essere effettuati dei trattamenti volti a migliorare la postura del bambino e i deficit intellettivi e motori.
La qualità di vita di questi bambini, però, potrebbe essere migliorata grazie all’utilizzo di un esoscheletro robotico e all’infusione del sangue prelevato dal cordone ombelicale.
L’esoscheletro robotico come trattamento della paralisi celebrale infantile
L’esoscheletro è una struttura esterna che serve a proteggere il corpo degli animali e dà sostegno agli organi.
L’esoscheletro robotico è stato ideato pensando proprio all’esoscheletro degli animali in modo da consentire ai tetraplegici, a coloro che hanno perso l’uso delle gambe e ai bambini con paralisi cerebrale infantile di mettersi in piedi e camminare.
L’esoscheletro robotico, infatti, è una struttura che sostiene il corpo dell’individuo dall’esterno in modo da fronteggiare casi di disabilità cosi da migliorare la qualità di vita di quei bambini e anche adulti con deficit motori.
Alcuni studiosi garantiscono che l’esoscheletro robotico, fra qualche anno, sostituirà completamente l’uso delle sedie a rotelle.
L’obiettivo dell’esoscheletro robotico è quindi quello di consentire ai bambini con paralisi cerebrale infantile e a tutti coloro che, per varie cause, hanno gravi ripercussioni al sistema muscolare e scheletrico di poter camminare cosi da migliorare la loro qualità di vita.
L’esoscheletro robotico, costruito in acciaio e carbonio, nasce nel 2005 in California in ambito militare al fine di migliorare la forza e la resistenza di soldati militari. Esso, infatti, è dotato di sensori che compensano la forza mancante nelle gambe cosi da consentirgli la dovuta stabilità.
Questo tipo di esoscheletro robotico permette all’individuo con paralisi motoria degli arti inferiori di mettersi in piedi utilizzando però le stampelle come supporto. In Italia, grazie a questo dispositivo all’avanguardia, un alpinista ha ricominciato a camminare dopo aver perso l’uso delle gambe in seguito a una caduta.
In Nuova Zelanda è stato ideato un esoscheletro robotico che può essere utilizzato senza il supporto delle stampelle.
Il primo esoscheletro robotico ad aver ottenuto il certificato di sicurezza globale è stato realizzato in Giappone. Esso pesa 25 kg e si aziona grazie a degli elettrodi in grado di interpretare i messaggi inviati ai muscoli da parte del cervello ed eseguirli.
Dal 2016 è possibile trovare l’esoscheletro robotico anche in Italia e in particolare nelle aziende ospedaliere Romane. L’esoscheletro robotico permettere alle persone con deficit motori di poter camminare in maniera autonoma per qualche ora; esso è facile da usare e da indossare ma l’unico limite alla sua diffusione è il prezzo.
Utilizzo dell’esoscheletro robotico nei bambini con paralisi cerebrale infantile
La qualità di vita dei bambini affetti da paralisi cerebrale infantile e che quindi presentano deficit motori può essere migliorata grazie all’uso dell’esoscheletro robotico.
A Roma, nel 2015, è stato realizzato attraverso la stampa tramite stampante 3D un esoscheletro adatto ai bambini che alla nascita hanno presentato la paralisi cerebrale infantile.
A questo esoscheletro robotico venne dato il nome di “Wake up”. Wake up è stato progettato con l’obiettivo di dare assistenza a tutti quei bambini con patologie neuromuscolari quali la paralisi cerebrale infantile.
I bambini affetti da paralisi cerebrale infantile presentano problemi nella deambulazione in quanto non riescono ad appoggiare il piede al suolo (piede cadente); il contatto con il suolo, infatti, non avviene con il tallone ma con la punta del piede per cui il bambino è incapace di flettere il piede.
L’esoscheletro robotico si è dimostrato essere il dispositivo adatto per supportare il bambino ed evitare che ciò avvenga.
L’esoscheletro robotico necessita ancora di perfezionamenti al fine di permettere al bambino affetto da paralisi cerebrale infantile di mantenere la postura eretta e poter camminare autonomamente ma, ad ogni modo, come dimostrato da studi, rappresenta uno strumento all’avanguardia per migliorare la qualità di vita di questi bambini che presentano, sin dalla nascita, un danno irreversibile al sistema nervoso centrale il quale ha ripercussioni sul sistema muscolare e scheletrico.
Il sangue del cordone ombelicale e la sua conservazione
Il cordone ombelicale è caratterizzato dalla presenza di tre vasi: una vena ombelicale e due arterie ombelicali.
La vena ombelicale trasporta sangue ricco di ossigeno e nutrienti dal distretto materno a quello fetale, mentre le arterie ombelicali trasportano dal distretto fetale a quello materno sangue povero di ossigeno.
Al momento del parto, con il clampaggio del cordone ombelicale, cessano gli scambi tra madre e bambino.
Il sangue del cordone ombelicale, in particolare la vena ombelicale, contiene cellule staminali. Le cellule staminali sono le stesse del midollo e sono cellule che non sono ancora specializzate e che sono in grado di trasformarsi in diversi tipi di cellule come globuli rossi, globuli bianchi e piastrine: elementi fondamentali del sangue.
Il sangue del cordone ombelicale può essere raccolto, subito dopo la nascita, in appositi contenitori cosi da essere conservato e donato nel caso in cui si rende necessario il suo utilizzo.
Ciò è sostenuto dal Decreto Ministeriale del 2008 permette l’utilizzo delle cellule staminali del cordone ombelicale in ambito medico infatti, in seguito a numerosi studi, è stato dimostrato che queste cellule hanno efficacia contro diverse patologie.
Le cellule staminali vengono utilizzate per la cura di diverse malattie perciò donare il sangue del cordone ombelicale significa sfruttare la potenzialità di queste cellule al fine di provvedere al loro trapianto, ad esempio, ai bambini affetti da leucemia.
Come emerso da una ricerca che è stata pubblicata sulla rivista “Stem Cells Translational Medicine” anche da altri studi, inoltre, le cellule staminali del cordone ombelicale possono anche essere utilizzate per i bambini con paralisi cerebrale infantile al fine di migliorare la loro funzione motoria e, di conseguenza, la loro qualità di vita.
Il sangue del cordone ombelicale come “trattamento” della paralisi cerebrale infantile
Nonostante la paralisi cerebrale infantile sia caratterizzata da un deficit permanente delle funzioni motorie del bambino e benché non esiste attualmente una cura definitiva, possono essere messi in atto dei provvedimenti per migliorare la qualità di vita del soggetto colpito come l’infusione del sangue del cordone ombelicale ricco di cellule staminali.
Le cellule staminali del sangue del cordone ombelicale, infatti, come è stato dimostrato, possono migliorare la connettività cerebrale e anche la funzione motoria dei bambini con paralisi cerebrale infantile in quanto permettono la riparazione dei tessuti danneggiati e in questo caso del sistema nervoso centrale.
La prima volta che vennero utilizzate le cellule staminali autologhe per il trattamento della paralisi cerebrale infantile fu nel 2009 anche se le prime ipotesi secondo le quali il sangue cordonale potesse correggere i danni cerebrali, risalgono al 2002.
Un altro caso, verificatosi negli Stati Uniti, risale al 2011 quando a una bambina vennero trapiantate le cellule staminali prelevate dal sangue cordonale del fratello. Nel 2013 si assiste al primo caso in Italia in cui a una bambina di 3 anni venne somministrato sangue cordonale prelevato al momento della sua nascita (donazione autologa).
L’infusione di cellule staminali del cordone ombelicale ha portato ad un miglioramento dal punto di vista cognitivo e delle capacità di movimento.
In questa fase diagnostica molto delicata potrebbero purtroppo verificarsi errori medici dell’Ospedale o della Clinica o della Casa di cura, bisognerà valutare l’eventuale colpa ed inoltre comprendere se il danno era o meno evitabile.
Come nel caso dell’esoscheletro robotico, nonostante gli incoraggianti risultati che sono emersi dall’utilizzo di cellule staminali del cordone ombelicale per il trattamento della paralisi cerebrale infantile, è necessario raccogliere anche altri risultati di studi ancora in corso in modo da verificare ulteriormente l’efficacia di questa tecnica.
Ad ogni modo, resta di fondamentale importanza la raccolta del sangue del cordone ombelicale al momento del parto, risorsa preziosa che permette di guarire individui affetti da patologie sia nell’ambito oncoematologico ma anche al di fuori di quest’ultimo (il caso della paralisi cerebrale infantile).
Conseguenze della paralisi cerebrale infantile
Se la paralisi cerebrale infantile non viene riconosciuta e trattata entro tempi opportuni causa delle complicanze a lungo termine che interferiscono non di poco sullo stile di vita del bambino stesso.
Il bambino con paralisi cerebrale infantile presenta difficoltà nei movimenti e mancanza di coordinazione motoria a causa della spasticità dei muscoli, della rigidità muscolare e anche dalla presenza di movimenti involontari e/o tremori.
Le conseguenze che interferiscono sulla qualità di vita del bambino le si riscontrano non solo sul sistema muscolare ma anche a livello di altri apparati infatti il bambino può manifestare difficoltà durante l’alimentazione, nella deglutizione, problemi del linguaggio, incontinenza urinaria e problemi visivi e uditivi.
Non devono essere trascurati gli effetti a livello del sistema nervoso che la paralisi cerebrale infantile provoca; difatti i bambini che ne sono affetti possono presentare disturbi comportamentali e deficit cognitivi.