TRATTAMENTO FARMACOLOGICO DELLA PARALISI CEREBRALE INFANTILE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
La terapia farmacologia deve essere prescritta soltanto dopo aver valutato attentamente le condizioni cliniche del bambino con paralisi cerebrale infantile, il suo stato di disabilità e i benefici che il farmaco può garantirgli.
La somministrazione dei farmaci prevede competenza e responsabilità da parte del medico il quale, prima di sottoporre un paziente a un trattamento farmacologico, deve individuare la presenza di quei requisiti che rendono sicura la somministrazione di un dato farmaco. Vi sono, infatti, delle condizioni cliniche per le quali è controindicata la somministrazione di alcuni farmaci la quale può causare eventi avversi e indesiderati che possono inficiare sullo stato di salute del paziente.
In caso di gravi complicanze o morte, pur potendo generalmente avere diritto ad un risarcimento dei danni verso l’Ospedale, i medici o l’Assicurazione, la principale domanda che i parenti (genitori, nonni, fratello/sorella o gli eredi) si devono fare riguarda il motivo che ha portato all’esito negativo del trattamento medico o al decesso e se c’erano effettive possibilità di guarigione. Prima di tutto, quindi, rivolgendosi ad un avvocato o ad uno studio legale specializzati in responsabilità medica, bisogna capire cosa sia successo e se ciò sia eventualmente dovuto a responsabilità della struttura ospedaliera o del ginecologo, del pediatra/neonatologo o dell’ostetrica.
Requisiti per accedere alla terapia farmacologica
Per garantire la correttezza nella somministrazione dei farmaci ed evitare l’insorgenza di eventi avversi conseguenti alla loro somministrazione si deve essere a conoscenza del principio attivo del farmaco da somministrare, degli effetti collaterali che ne possono derivare, si deve sapere quando i farmaci sono indicati e quando non lo sono e in tal caso la loro somministrazione deve essere evitata.
Le linee guida professionali (raccomandazioni che guidano i professionisti nel loro agire) riportano tutti i requisiti che devono essere rispettati dai professionisti della salute prima di procedere alla somministrazione di un farmaco. Tutti questi requisiti vengono racchiusi nella cosiddetta “regola delle 7 G” grazie alla quale possono essere evitati e prevenuti gli errori che contribuiscono ad aggravare ulteriormente le condizioni cliniche del paziente.
Le 7 G della regola sono:
- giusto farmaco;
- giusto dosaggio;
- giusto paziente;
- giusta via di somministrazione;
- giusta ora;
- giusta registrazione;
- giusto controllo.
È necessario che i medici e gli altri professionisti sanitari coinvolti nella gestione del paziente con paralisi cerebrale infantile si approccino al bambino e ai suoi genitori in maniera adeguata. I genitori del bambino devono essere informati circa il trattamento terapeutico che si intende mettere in atto al fine di migliorare per quanto possibile la qualità di vita del bambino affetto da questo disturbo neuromotorio, devono essere anche informati su quale tipo di farmaco deve essere somministrato, sui loro effetti indesiderati e sui benefici.
Prima di procedere alla somministrazione del trattamento è fondamentale ottenere il consenso da parte dei genitori.
I farmaci devono essere somministrati in maniera adeguata rispettando la regola delle 7 G ed evitando così possibili errori.
I pazienti ai quali viene prescritta la terapia a domicilio devono assumere il farmaco come indicato, in caso contrario i sintomi non verranno alleviati e non si vedranno miglioramenti dal punto di vista fisico ma anche psichico, considerando il fatto che la paralisi cerebrale infantile ha implicazioni anche sulla sfera emotiva e psichica del bambino ma anche dei genitori.
Per i bambini l’aderenza al trattamento farmacologico risulta ancora più difficoltoso considerando anche il fatto che il trattamento è duraturo nel tempo; inoltre i farmaci che devono essere assunti per via orale non hanno un sapore gradevole tanto che i bambini si rifiutano o faticano ad assumerli, mentre la somministrazione per via intramuscolare ed endovenosa provoca spavento e anche dolore al bambino a causa dell’iniezione che deve essere fatta.
In questo caso devono essere i genitori a far il possibile affinché vi sia un’efficace aderenza al trattamento farmacologico. Ai genitori del bambino vengono fornite tutte le istruzioni e gli schemi terapeutici circa la somministrazione dei farmaci in forma scritta poiché, nella maggior parte dei casi, i genitori dopo che gli è stata comunicata la diagnosi della malattia del loro bambino tendono a dimenticare le informazioni che gli vengono fornite subito dopo.
Se si ritiene di essere stati vittima di un errore medico, di colpa medica dell’Ospedale o di un caso di malasanità potrebbe essere utile rivolgersi ad un avvocato o a uno studio legale che si occupi preferibilmente di risarcimento danni per responsabilità e colpa medica.
Comportamento medico nella somministrazione della terapia farmacologica
Le complicanze della terapia farmacologica riguardano la natura della struttura molecolare del farmaco ovvero gli effetti collaterali e le reazioni avverse; le complicanze possono anche essere conseguenza di errori omissivi o commissivi nella somministrazione della terapia.
Per prevenire ed evitare gli errori nella somministrazione della terapia farmacologica è utile attenersi alle linee guida le quali raccomandano ai professionisti di attuare alcuni accertamenti prima di somministrare la terapia, attenendosi alla regola delle 7 G.
Prima di procedere alla somministrazione di un farmaco ci si deve accertare che il farmaco da somministrare sia quello corretto, che non sia scaduto e che il dosaggio del farmaco corrisponda a quello della prescrizione evitando quindi i sovradosaggi che possono contribuire ad aggravare gli effetti collaterali.
È fondamentale che la via di somministrazione nella quale verrà somministrato il farmaco sia quella corretta poiché influenza i processi di assorbimento della molecola, la sua distribuzione nell’organismo, il suo metabolismo e l’eliminazione attraverso le urine e le feci. Alcuni farmaci, ad esempio, se somministrati per via endovenosa ovvero direttamente nel circolo sanguigno possono causare eventi avversi.
La terapia deve essere somministrata all’orario indicato nella prescrizione e dopo averla somministrata deve essere correttamente registrato l’orario della somministrazione, il farmaco somministrato, il suo dosaggio e la via di somministrazione.
Infine, dopo aver somministrato la terapia, deve essere monitorato il paziente al fine di identificare l’eventuale comparsa di sintomi che possono essere indicativi della comparsa di effetti collaterali ed eventualmente aggiustare il dosaggio o sospendere il trattamento.
Per evitare che il bambino diventi dipendente a un farmaco devono essere periodicamente cambiati i dosaggi. Se il bambino si assuefa a un determinato farmaco, la sospensione provoca una sindrome di astinenza per cui la sospensione del farmaco deve avvenire gradualmente diminuendo man mano il dosaggio. Il medico deve essere capace di individuare segni di astinenza cosi da intervenire prima che il bambino subisca dei danni gravi e irreversibili.
Cos’è la paralisi cerebrale infantile e quali disturbi comporta
Il trattamento farmacologico della paralisi cerebrale infantile ha lo scopo di migliorare la sintomatologia che questo disturbo neuromotorio comporta e di ottimizzare anche la qualità di vita del bambino in modo che possa condurre una vita qualitativamente normale e possa sentirsi un soggetto attivo integrato tra i suoi coetanei e nella società.
Per comprendere quale sia il trattamento farmacologico adatto bisogna capire cosa è la paralisi cerebrale infantile e quali disturbi questa comporta.
La paralisi cerebrale infantile è una malattia neuromotoria che comporta una limitazione dei movimenti e un controllo anomalo della postura.
La paralisi cerebrale infantile non è una malattia progressiva poiché non tende né a peggiorare né a guarire con l’aumentare degli anni del bambino ma i disturbi che questa comporta sono persistenti e possono essere alleviati grazie a dei trattamenti riabilitativi, ai trattamenti farmacologici e, se necessario, anche con un trattamento chirurgico.
I bambini con paralisi cerebrale infantile, sebbene presentino molte barriere nell’esecuzione dei movimenti e altre limitazioni, possono condurre una vita normale soltanto dopo aver ricevuto un adeguato trattamento riabilitativo e rieducativo, grazie alle tecnologie di supporto e al trattamento farmacologico il cui scopo è quello di ridurre la sintomatologia.
Essendo la paralisi cerebrale infantile un disturbo persistente, non progressivo e i disturbi che essa determina non vanno incontro a fenomeni degenerativi, la sintomatologia della paralisi cerebrale infantile può variare durante le varie fasi della crescita del bambino e in particolar modo durante la fase evolutiva.
La paralisi cerebrale infantile si manifesta attraverso diverse forme motivo per cui la sintomatologia varia da individuo a individuo; il trattamento perciò deve essere individualizzato tendendo conto dei disturbi, dei sintomi e della limitazione dei movimenti ma anche della sfera emotiva e psichica del paziente.
La sintomatologia della paralisi cerebrale infantile varia sia in base all’area corporea che risente del deficit motorio e sia in base all’entità e alla tipologia di quest’ultimo.
Il disturbo motorio può interessare in maniera diversa gli arti inferiori e superiori. Se il deficit motorio interessa tutti e quattro gli arti si parla di tetraplegia, se interessa soltanto il lato destro o il lato sinistro del corpo si parla di emiplegia, mentre se il deficit è prevalentemente localizzato a carico degli arti inferiori si parla di diplegia.
Il disturbo motorio è più raramente localizzato in un solo arto e in questo caso si parla di monoplegia; un altro quadro clinico raro, la doppia emiplegia, si ha quando il disturbo motorio interessare prevalentemente gli arti superiori.
In base all’entità del disturbo si distinguono diverse forme di paralisi cerebrale infantile:
- forme spastiche: i muscoli scheletrici si presentano contratti (ipertonia muscolare) per cui il bambino ha difficoltà nel compiere movimenti volontari,
- forme atassiche: derivano da una lesione a carico del cervelletto e comportano disturbi della coordinazione dei movimenti volontari, flaccidità muscolare (ipotonia muscolare), disturbi dell’equilibrio e tremori,
- forme discinetiche: caratterizzate dalla presenza di movimenti non volontari a causa di un continuo cambiamento del tono dei muscoli scheletrici deputati al movimento. I movimenti dei muscoli scheletrici sono violenti e bruschi (forme distoniche), inoltre possono anche essere presenti dei movimenti involontari che non sono coordinati e difficili da controllare soprattutto se il soggetto colpito tenta di compiere un movimento volontario degli arti (forme coreo atetoniche). Le forme coreo atetoniche sono facilmente riconoscibili poiché l’individuo affetto da questa forma di paralisi cerebrale infantile presenta a carico degli arti superiori dei movimenti tentacolari,
- forme miste: derivano dall’unione delle manifestazioni cliniche di due o più forme sopra elencate.
Come si verifica la paralisi celebrale infantile
La paralisi cerebrale infantile è causata da un danno al sistema nervoso centrale.
L’evento che ha provocato il danno a carico del sistema nervoso centrale può avere avuto luogo durante la gravidanza a causa di malformazioni a carico del feto, a causa di infezioni materne che vengono trasmesse al feto e che sono responsabili di lesioni neurologiche soprattutto se il bersaglio dell’agente patogeno responsabile dell’infezione è il tessuto nervoso, cause metaboliche come il diabete gestazionale, assunzione di alcol e di sostanze stupefacenti da parte della gravida e cause vascolari dovute a patologie a carico della placenta, organo di scambio materno fetale.
Il danno a carico del sistema nervoso del feto può verificarsi anche al momento del travaglio e del parto a causa di traumi dovuti dal passaggio del feto, soprattutto se macrosomico (peso stimato maggiore di 4500 grammi), lungo il canale del parto e in particolare in seguito ad un evento ipossico (responsabile della riduzione dell’apporto di ossigeno a livello cerebrale) o ischemico (riduzione del flusso sanguigno al cervello).
Gli eventi responsabili di paralisi cerebrale infantile che hanno luogo dopo il parto e in particolare entro i tre anni di vita del bambino, periodo entro il quale si completa lo sviluppo del sistema nervoso centrale e perciò quest’ultimo è più vulnerabile, possono essere causata anche da eventi traumatici ed infettivi.
In caso di sospetta paralisi cerebrale bisogna verificare tutte le metodiche scelte dal ginecologo o dall’ostetrica. Un passaggio fondamentale se ci si trova davanti ad un caso di malasanità. Un medico legale, anche coadiuvato da uno specialista e da un avvocato, può capire se vi sia stato un errore nella diagnosi, nell’esecuzione del trattamento sanitario o nello svolgimento della terapia e, di conseguenza, se c’è responsabilità del medico, dell’equipe o dell’Ospedale (siano anche una Casa di cura o una Clinica). Essenziale, in questa fase, risulterà la disamina della documentazione medica tra cui gli esami, la cartella clinica e il consenso informato.
Come agire per aiutare i bambini affetti da paralisi celebrale infantile
Allo scopo di ottimizzare la qualità di vita del bambino con paralisi cerebrale infantile deve essere controllato il dolore che i movimenti dei muscoli scheletrici possono provocare, devono essere gestiti i sintomi e i disturbi della malattia, si devono mettere in pratica tutte quelle misure al fine di prevenire le condizioni che possono essere responsabili di un aggravamento del quadro clinico del bambino con paralisi cerebrale infantile e devono essere trattati i disturbi debilitanti.
Per migliorare la qualità di vita del soggetto con paralisi cerebrale infantile si può ricorrere, oltre che al trattamento riabilitativo ed educativo, anche alla terapia medica che prevede la somministrazione di alcuni farmaci per il sollievo del dolore o dai sintomi della malattia e, se necessario all’intervento chirurgico allo scopo di ottimizzare, per quanto possibile, le condizioni di vita del bambino.
La qualità di vita del paziente con paralisi cerebrale infantile può essere migliorata attraverso la terapia medica il cui scopo è quello di rilassare i muscoli e trattare la rigidità muscolare la quale può essere responsabile di una sintomatologia dolorosa che interferisce sulla qualità di vita del bambino ostacolando la sua normale quotidianità, non permettendogli di eseguire nemmeno semplici ed immediati movimenti.
Oltre ai problemi di tipo motorio e alla difficoltà nel mantenimento dell’equilibrio, le altre condizioni associate ai disturbi della paralisi cerebrale infantile e che necessitano di essere trattati o quanto meno di ridurne la sintomatologia sono:
- il dolore dovuto principalmente alla rigidità muscolare;
- le convulsioni: movimenti involontari e bruschi, che possono provocare lesioni fisiche ma anche a livello del sistema nervoso centrale;
- disturbi digestivi che rendono difficoltosa l’alimentazione;
- problemi dell’udito;
- disturbi visivi;
- problemi del linguaggio;
- depressione;
- indebolimento dei muscoli che diventano flaccidi;
- spasticità dei muscoli;
- mancato coordinamento dei movimenti.
Le manifestazioni cliniche che accompagnano la paralisi cerebrale infantile contribuiscono ad ostacolare l’inserimento del bambino nel contesto sociale e interferiscono anche con le relazioni personali.
Farmaci per la paralisi cerebrale infantile
Attraverso la somministrazione di specifici farmaci può essere controllata la sintomatologia della paralisi cerebrale infantile; se questi farmaci non sono efficaci per il trattamento dei sintomi si rende necessario il trattamento chirurgico che prevede la resezione dei nervi responsabili della conduzione del riflesso doloroso.
I farmaci consentono anche di prevenire e trattare le condizioni associate ed eventuali complicanze come ad esempio la somministrazione di farmaci antiepilettici per l’attenuazione delle crisi epilettiche.
Per la riduzione della sintomatologia e delle manifestazioni cliniche della paralisi cerebrale infantile vengono utilizzati diversi farmaci considerando il fatto che ai disturbi muscolari si associano spesso altri sintomi che interferiscono in modo rilevante sullo stile di vita del bambino.
Prima di procedere alla somministrazione di farmaci il medico deve tener conto delle controindicazioni alla loro somministrazione e agli effetti collaterali che questi possono provocare. Inoltre, il medico deve essere in grado di prendere la decisione circa la somministrazione di un farmaco dopo aver bilanciato i benefici, i rischi e le complicanze a breve e a lungo termine che possono derivare in seguito al loro utilizzo.
Considerando che la paralisi cerebrale infantile la si riscontra prevalentemente nei neonati e nei bambini, alcuni farmaci per il trattamento della sintomatologia non sono raccomandati per i bambini in quanto possono incidere negativamente sul loro sviluppo e sulla loro crescita.
È fondamentale che dopo aver iniziato il trattamento farmacologico il medico controlli periodicamente la risposta del bambino al farmaco al fine di verificarne la sua efficacia e di riscontrare precocemente la presenza di effetti collaterali ed eventualmente aggiustare il dosaggio del farmaco o sospenderne la somministrazione.
I dosaggi dei farmaci devono essere periodicamente cambiati per evitare che il bambino diventi dipendente da questi ultimi e che sviluppi una tolleranza a questi farmaci. Se il bambino si assuefa a un determinato farmaco, la sospensione deve avvenire gradualmente diminuendo man mano il dosaggio. L’astinenza da un farmaco, infatti, provoca una sindrome di astinenza neonatale caratterizzata da iperattività, ipereccitabilità, aumento del tono muscolare, tremori, sonni brevi, febbre, aumento degli atti respiratori (tachipnea), eccessive secrezioni, diarrea, vomito, problemi respiratori, scarsa nutrizione, ginocchia e gomiti escoriati e graffi sul viso.
I medici devono essere capace di individuare precocemente i segni di astinenza neonatale osservando la risposta del bambino ai farmaci. In presenza di segni di astinenza l’assistenza deve essere volta a ridurre i sintomi, a promuovere la funzione respiratoria, la termoregolazione e la nutrizione.
La scelta del farmaco varia in base alla sintomatologia e alla forma della paralisi cerebrale infantile; ad esempio per trattare le forme discinetiche le quali sono caratterizzate da movimenti involontari violenti, bruschi e non coordinati sono utilizzati farmaci allo scopo di ridurre al minimo questo tipo di movimenti, mentre per le forme spastiche nelle quali i muscoli scheletrici si trovano costantemente in una fase di contrazione vengono utilizzati dei farmaci miorilassanti ovvero farmaci la cui funzione è quella di rilassare i muscoli e ridurne le tensioni.
Il trattamento farmacologico solitamente viene utilizzato dopo aver fatto ricorso al trattamento riabilitativo tramite la fisioterapia al fine di rafforzare i muscoli deputati al movimento e facilitare i movimenti degli stessi.
I farmaci possono essere somministrati tramite varie vie di somministrazione come per via orale, per via intramuscolare, per via endovenosa, per via rettale etc.
Si ritiene che la somministrazione dei farmaci per il trattamento della sintomatologia della paralisi cerebrale infantile sia particolarmente efficace se il farmaco viene somministrato direttamente a livello del midollo spinale anziché per via orale. Questo trattamento è poco utilizzato in Italia e ha l’obiettivo non solo di trattare i sintomi della paralisi cerebrale infantile ma anche quello di ridurre la dose di farmaco somministrato e quindi anche i potenziali effetti collaterali che possono derivare dalla somministrazione. Questa tecnica, inoltre, comporta la riduzione di interventi chirurgici e dei trattamenti riabilitativi.
Il farmaco che è stato somministrato direttamente a livello del midollo spinale è il Baclofene, un miorilassante che permette di migliorare i movimenti dei muscoli scheletrici riducendo la spasticità di questi muscoli.
La somministrazione dei farmaci a livello del midollo spinale è resa possibile dopo aver posizionato una piccola protesi piena di liquido; tale liquido insieme al farmaco viene somministrato grazie ad un piccolo tubicino in dosi programmate direttamente nel liquido cefalo rachidiano che riveste il sistema nervoso.
Il posizionamento del tubicino ha contribuito all’aumento delle infezioni ma negli ultimi anni il rischio di contrarre queste infezioni è diminuito progressivamente.
Farmaci per il trattamento dell’epilessia
L’epilessia è un disturbo neurologico che fa parte del quadro clinico della paralisi cerebrale infantile. Durante la crisi epilettica si ha un’interruzione dell’attività del sistema nervoso centrale che comporta in alcuni casi la perdita reversibile dello stato di coscienza ed è anche caratterizzata da brusche contrazioni dei muscoli.
La presenza di ripetuti eventi di crisi epilettiche contribuisce ad aggravare il quadro clinico del paziente con paralisi cerebrale infantile in quanto provocano un ulteriore danno al sistema nervoso centrale.
Le convulsioni possono causare un irrigidimento dei muscoli e la perdita momentanea del loro controllo. La forma più frequente di crisi epilettica nel bambino è caratterizzata da una rapida perdita di coscienza.
Per il trattamento dell’epilessia e la prevenzione delle crisi vengono utilizzati farmaci anticonvulsivanti quali lamotrigina, topiramato, gabapentina e oxcarbazepine.
Durante il trattamento con anticonvulsivanti per valutarne l’efficacia devono essere monitorate le crisi epilettiche: se il trattamento è efficace le crisi epilettiche andranno riducendosi sempre più di frequenza fino a scomparire del tutto.
Gli effetti avversi dei farmaci anticonvulsivanti sono a carico del sistema nervoso centrale e dipendo per lo più dal dosaggio utilizzato: alterazioni dell’umore e del comportamento, tremori, disturbi cognitivi e della coordinazione, astenia ecc.
Gli anticonvulsivanti possono anche provocare delle reazioni cutanee che nella maggior parte dei casi regrediscono in seguito alla sospensione del trattamento.
Farmaci per la riduzione dei sintomi muscolari
La sintomatologia della paralisi cerebrale infantile interessa prevalentemente disturbi motori a carico dei muscoli deputati nei movimenti volontari.
In base alla forma della paralisi cerebrale infantile possono essere presenti dei movimenti incontrollati degli arti superiori e/o inferiori, rigidità muscolare (ipertono) che provoca dolore, flaccidità muscolare (ipotonia), spasmi muscolari causati da una brusca alternanza di ipotono e ipertono e tremori.
Per ridurre la sintomatologia muscolare vengono somministrati farmaci anticolinergici. Il principio attivo dei farmaci anticolinergici è l’attività antagonista nei confronti dell’acetilcolina, sostanza che è responsabile della trasmissione degli impulsi nervosi necessari per l’esecuzione dei movimenti.
Gli anticolinergici, quindi, possono essere utilizzati per le forme discinetiche della paralisi cerebrale infantile caratterizzate dalla presenza di movimenti involontari, violenti, non coordinati e bruschi a causa di un continuo cambiamento del tono dei muscoli; in questi casi i farmaci anticolinergici permettono di rilassare le tensioni muscolari e ridurre i movimenti violenti e incontrollati.
Gli anticolinergici possono anche essere utilizzati per il trattamento della spasticità a cario della muscolatura del tratto digerente cosi da ridurre i problemi di digestione.
I farmaci anticolinergici si dividono in agenti anti-muscarinici come la benztropina e agenti anti-nicotinici come la tubocurarina.
Farmaci per rilassare i muscoli
Per il trattamento degli spasmi muscolari tipici della forma spastica della paralisi cerebrale infantile e per rilassare le contratture muscolari che implicano dolore vengono utilizzati i farmaci antispastici al fine di promuovere il rilassamento muscolare.
Gli antispastici possono essere somministrati tramite compresse e quindi per via orale, per via intramuscolare tramite iniezione in corrispondenza del muscolo contratto o a livello del midollo spinale nel liquido cefalorachidiano tramite una pompa intratecale.
La tossina botulinica è il farmaco di scelta per il trattamento degli spasmi muscolati tramite la pompa intratecale.
Altri farmaci antispastici per il trattamento della sintomatologia della paralisi cerebrale infantile sono: il diazepam, la tizanidina, il dantrolene.
Gli effetti collaterali di questi farmaci sono: diarrea, debolezza, mal di testa, stitichezza, nausea, pressione alta (ipertensione), insonnia, debolezza generale, confusione.
Farmaci per il trattamento della depressione
La maggior parte dei bambini con paralisi cerebrale infantile sviluppano sindromi depressive. A causa delle varie limitazioni che la paralisi cerebrale infantile comporta i bambini affetti si sentono diversi rispetto ai coetanei perché non riescono ad esprimersi con i movimenti né tanto meno a svolgere delle funzioni quotidiane; essi ricoprono quindi un ruolo passivo nei confronti del mondo che li circonda e una visione pessimista di sé stessi per cui hanno difficoltà nel creare relazioni con i coetanei e ad inserirsi nella società.
Per trattare le sindromi depressivi possono essere somministrati farmaci antidepressivi quali il fluxetine, citalopram, paroxetine per promuovere l’ottimismo dell’individuo cosi da poter affrontare la vita quotidiana con positività.
Per il trattamento delle depressioni agli antidepressivi può essere combinata la terapia comportamentale, la massoterapia e la psicoterapia.
Farmaci per il trattamento del dolore
Nel caso della paralisi cerebrale infantile il dolore è prevalentemente provocato dalle contratture muscolari. Il dolore può anche essere conseguenza di interventi chirurgici, dall’uso di dispositivi di supporto come i plantari che possono comportare irritazioni e sfregamenti della pelle e di complicanze digestive.
Al fine di alleviare e controllare il dolore possono essere somministrati antidolorifici quali aspirina, antinfiammatori, corticosteroidi e steroidi.
Errori nella somministrazione della terapia farmacologica e conseguenze
I possibili errori e le complicanze che possono derivare dal trattamento farmacologico sono:
- somministrazione del farmaco ai bambini minorenni con paralisi cerebrale infantile senza prima aver ottenuto il consenso dei genitori dopo averli informati circa i rischi, i benefici e i possibili effetti collaterali che possono derivare da quel trattamento;
- errata via di somministrazione del farmaco. La via di somministrazione influenza i processi di assorbimento della molecola, la sua distribuzione nell’organismo, il suo metabolismo e l’eliminazione. Se un farmaco la cui via di somministrazione indicata è quella intramuscolare viene somministrato per via endovenosa provoca delle reazioni avverse poiché se viene somministrato per via intramuscolare viene assorbito lentamente, mentre se viene somministrato per via endovenosa l’assorbimento è immediato;
- sovradosaggio del farmaco somministrato. In caso di sovradosaggio dei farmaci si possono presentare degli effetti collaterali e delle reazioni avverse in base alla natura della struttura molecolare del farmaco. Un’altra complicanza del sovradosaggio di un farmaco è lo sviluppo della sindrome di astinenza neonatale quando avviene la riduzione del dosaggio o la sospensione del farmaco; per evitare questa evenienza la sospensione del farmaco deve avvenire gradualmente diminuendo man mano il dosaggio;
- omissione del monitoraggio del bambino per rilevare la presenza di eventuali effetti collaterali dopo aver somministrato un farmaco; se insorgono degli effetti collaterali il dosaggio del farmaco deve essere diminuito o ne deve essere interrotta la somministrazione;
- somministrazione di un farmaco sbagliato. Prima di procedere alla somministrazione di un farmaco è bene verificare che sia quello corretto e che questo non sia scaduto.
Non esiste un automatismo tra errore e risarcimento del danno e neppure che in un caso specifico sussistano tutte le voci di danno patrimoniale, non patrimoniale e biologico ecc. è comunque fondamentale che l’avvocato faccia una disamina ad ampio spettro. Esistono molti aspetti da valutare dall’eventuale danno da perdita della salute, al danno da perdita di chance a quello di doversi sottoporre ad un nuovo trattamento medico con i connessi rischi fino ad arrivare ai danni economici che possono coinvolgere l’intera famiglia.
Conseguenze a lungo termine della paralisi cerebrale infantile
La paralisi cerebrale infantile essendo una malattia neuromotoria persistente dovuta a un danno irreversibile del sistema nervoso centrale non tende a guarire né a peggiorare, ad ogni modo se diagnosticata precocemente può essere migliorata la qualità di vita di questi bambini grazie a dei trattamenti riabilitativi e farmacologici.
Se non diagnosticata e se non adeguatamente trattata le conseguenze a lungo termine della paralisi cerebrale infantile sono:
- problemi del linguaggio;
- mancato raggiungimento delle tappe fondamentali per lo sviluppo;
- disturbi dell’apprendimento;
- problemi nell’alimentazione;
- disturbi comportamentali;
- mancata integrazione nei vari contesti sociali e con i coetanei;
- visione pessimista di sé poiché non si è in grado di esprimersi con i movimenti;
- difficoltà nella deambulazione;
- dolori muscolari durante l’esecuzione dei movimenti;
- spasticità muscolare;
- flaccidità muscolare;
- epilessia;
- incontinenza urinaria;
- camminata difficoltosa con andatura a forbice;
- deficit cognitivi.