ASFISSIA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
L’asfissia è definita come una combinazione di alterati scambi gassosi polmonari o placentari cui ipossia, cioè diminuzione dell’ossigeno, e ipercapnia, cioè aumento dell’anidride carbonica accompagnati da una significativa acidosi metabolica e respiratoria che colpiscono il feto nel periodo neonatale. L’ipossia moderata-severa è seguita da acidosi metabolica per accumulo di acido lattico derivante dal metabolismo anaerobio e porta all’ischemia cioè la riduzione o l’interruzione del flusso ematico conseguente a ipotensione o occlusione vasale.
Eziologia dell’asfissia
Essa, può essere causata da diversi fattori che vengono suddivisi in:
- Fetali, tra cui bassa emoglobina, ad esempio da emorragia feto-materna, da prolasso di funicolo, compressioni del funicolo, nodi veri di funicolo;
- Placentari, tra cui placenta previa, vasa previa, distacco di placenta, alterazioni istologiche;
- Materni, tra cui ipossia materna, ridotto flusso utero placentare, vasospasmo da ipertensione e da ipercontrattilità uterina, rottura uterina.
I segni e sintomi dell’asfissia
Quando il neonato è ancora nell’utero materno e si trova in una condizione di alterati scambi gassosi, a volte prevedibili tramite alterazioni del battito cardiaco fetale o altra patologia (distacco placentare, ridotto flusso placentare…), aumenta il flusso di sangue verso gli organi vitali (cuore, polmone, cervello) a discapito della circolazione intestinale.
Anche in questa fase diagnostica molto delicata potrebbero purtroppo verificarsi errori medici, del chirurgo, dell’anestesista o dei medici dell’Ospedale (o del Pronto Soccorso, Asl, Asst, Ats) o della Clinica privata. Bisognerà valutare l’eventuale colpa e responsabilità – per la mancata o ritardata individuazione della malattia/patologia – ed inoltre comprendere se il danno era o meno evitabile.
L’insufficiente apporto ematico all’intestino induce a sua volta fenomeni di peristalsi con conseguente emissione di meconio. A volte tuttavia, la presenza di meconio può essere solo il segno di maturazione fetale oltre il termine.
Quando invece gli scambi gassosi risultano alterati per troppo tempo può essere compromesso anche il flusso sanguigno verso gli organi nobili e ciò può causare danni più o meno severi.
Il neonato, alla nascita, può apparire con pelle bluastra o pallida, rallentato battito cardiaco fetale, rallentato tono o risposta allo stimolo che ha bisogno di rianimazione.
Lesioni da asfissia
Le lesioni possono essere più o meno severe in base a quanto è durata l’asfissia e in base a come il neonato è riuscito a compensare alla stessa.
Tra di esse abbiamo:
- encefalopatia ipossica-ischemica;
- disabilità neurologica (paralisi cerebrale, ritardo mentale, disturbi d’apprendimento, epilessia);
- emorragie celebrali;
- idrocefalo;
- disabilità correlate ad organi o tessuti;
- morte fetale.
Condizioni essenziali per la diagnosi di sofferenza perinatale sono: anamnesi positiva per sofferenza fetale (alterazioni del cardiotocogramma, liquido amniotico tinto di meconio, acidosi metabolica con Ph <7,1 e/o EB ≤ 10 mEq/l nelle prime 2 ore di vita) depressione alla nascita con necessità di rianimazione, e sintomi neurologici precoci. In generale le lesioni anatomo-patologiche (e i conseguenti esiti a distanza) sono differenti nel neonato a termine rispetto al pretermine. Nel primo prevale l’interessamento della sostanza grigia cerebrale (corteccia cerebrale, ippocampo, gangli della base, emisferi cerebellari), nel secondo è interessata prevalentemente la sostanza bianca.