MANCANZA DI OSSIGENO AL CERVELLO ALLA NASCITA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
La mancanza di ossigeno alla nascita, conosciuta come asfissia neonatale, ha un’incidenza di circa quattro casi su mille nascite a termine.
I bambini nati prematuri hanno dimostrato di essere esposti a un rischio maggiore di lesioni dovute alla mancanza di ossigeno.
Poco dopo la nascita, i bambini cominciano a respirare da soli. Se però, per vari motivi, non sono in grado di inalare ossigeno, i medici hanno una finestra di tempo ristretta per agire e intervenire sulla causa.
In caso di gravi complicanze o morte del neonato, pur potendo generalmente avere diritto ad un risarcimento dei danni verso l’Ospedale, i medici o l’Assicurazione, la principale domanda che i parenti (genitori, fratello/sorella o gli eredi) si devono fare riguarda il motivo che ha portato all’esito negativo del trattamento medico o al decesso, e se c’erano effettive possibilità di guarigione, o di evitare l’evento. Prima di tutto, quindi, rivolgendosi ad un avvocato o ad uno studio legale specializzato in risarcimento danni da responsabilità medica, insieme al medico legale, si potrebbe capire cosa sia successo e se ciò sia eventualmente dovuto a responsabilità o colpa.
Sono due gli stadi che possono verificarsi a seguito di questa deprivazione:
- il primo include danni cerebrali entro i primi minuti causati dalla mancanza del flusso sanguigno al cervello e di ossigeno;
- il secondo, il danno da riperfusione, avviene successivamente, dopo che il flusso sanguigno è stato ripristinato. Quest’ultimo può durare per un periodo prolungato, di pochi giorni, fino a intere settimane.
Conseguenze dell’ipossia e degli errori assistenziali sul bambino
L’ipossia perinatale può provocare gravi complicazioni mediche sui bambini che possono compromettere la salute e la qualità della loro vita, sino alla morte.
Una delle prime conseguenze del fenomeno è data da danni gravi a livello cerebrale che possono provocare paralisi su tutto il corpo. A tal proposito un bambino che ha subito mancanza di ossigeno nel periodo in utero è più esposto ad avere questo tipo di danno nelle 48 ore successive alla nascita.
L’ipossia alla nascita può essere causata da diversi fattori o dalla combinazione di una serie di circostanze. Le più comuni includono:
- traumi in utero;
- problemi placentari;
- prolasso del funicolo;
- preeclampsia ed eclampsia;
- distocia di spalla;
- errori medici.
Conseguenze dell’ipossia e degli errori medici
Anche solo pochi minuti di privazione di ossigeno, dovuti a errori medici, rappresentano causa di danni a lungo termine e complicanze generali come paralisi, autismo, deficit di attenzione, iperattività, problemi di vista.
Questo tipo di problematiche richiedono spesso un approccio di cura e di follow-up a lungo termine, per tutto il corso della vita, con controlli per la riabilitazione, le terapie fisiche e psicologiche, i metodi educativi specialistici, e le terapie domiciliari.
La responsabilità del ginecologo o dell’ostetrica, e quindi dell’Ospedale o della Clinica, potrebbe derivare non solo dall’insorgenza della complicanza ma anche dalla non tempestiva o errata diagnosi, o dal mancato riconoscimento della problematica o, comunque, dall’incapacità di gestire correttamente la situazione, eseguendo terapie sbagliate, tardive, inefficaci o, comunque, non tempestive.
Per ognuna di queste cause sono richieste delle procedure specifiche da parte dei medici e delle ostetriche che assistono la gravidanza e il parto, poiché è fondamentale riconoscere tali cause e saperle risolvere prontamente.
Il fallimento di tali procedure porta ad una prolungata privazione di ossigeno e a un’incidenza maggiore di danni e lesioni.
Le principali cause di errori medici nella gestione dei casi di ipossia sono:
- mancato aggiornamento sull’interpretazione dei criteri di benessere fetale, durante il monitoraggio dei parametri;
- assistenza ritardata;
- iper-medicalizzazione non giustificata durante il parto.