ROTTURA D’UTERO ED ENCEFALOPATIA IPOSSICO ISCHEMICA NEONATALE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
La rottura d’utero è una lacerazione spontanea dell’utero che può causare gravi danni sia alla donna che al feto. Con tale condizione patologica vi è il passaggio del feto dalla cavità uterina a quella peritoneale associata a massiva emorragia materna e dolore a livello addominale.
Condizione estremamente rara che può verificarsi in gravidanza, in un travaglio normale o prolungato o dopo il parto.
È una complicanza ostetrica drammatica in quanto è associata ad alta mortalità materna e perinatale.
È una grave situazione che si verifica maggiormente nelle donne che hanno avuto uno o più parti cesarei precedenti. Infatti, la sede di rottura più frequente è la cicatrice dell’intervento e quindi si parla di “deiscenza della cicatrice”.
Invece le nullipare sono pressoché immuni dalla rottura.
La rottura completa dell’utero è quella più pericolosa sia per la madre che per il bambino che comporta lo spostamento del feto dall’utero alla cavità addominale materna.
La rottura dell’utero dal punto di vista ostetrico
Da un punto di vista ostetrico la rottura d’utero può essere di quattro tipologie:
- completa: rottura del miometrio e peritoneo circostante creando una comunicazione tra le due aree;
- complicata: è una rottura completa con lesione anche agli organi circostanti;
- incompleta: lesione solo a carico del miometrio;
- deiscenza della cicatrice: lesione della cicatrice di un pregresso intervento chirurgico a livello uterino.
La rottura d’utero è una condizione che si può verificare in qualsiasi momento della gravidanza o durante il travaglio ed il parto.
Un errore del ginecologo o dell’ostetrica o dell’Ospedale per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare, nei casi più gravi, anche al decesso della madre o del feto, e la morte costituisce la lesione maggiore del bene giuridico della vita. In questi casi anche i familiari del paziente vittima di malasanità potrebbero avere diritto al risarcimento del danno, in particolare il marito (il convivente more uxorio o il partner convivente) i genitori, il figlio o la figlia, i fratelli o le sorelle o gli eredi.
La percezione della donna è data da un dolore simile ad una pugnalata con forti contrazioni che non vanno via associate a grave perdita di sangue rosso vivo.
I sintomi sulla rottura dell’utero sulla donna
Nello specifico, la sintomatologia della rottura d’utero include:
- bradicardia fetale con decelerazioni variabili;
- costante o intenso dolore addominale;
- palpazione di parti fetali al di fuori dell’utero;
- segni di ipovolemia materna e shock.
Alla presenza di tali sintomi, la donna deve essere condotta subito in pronto soccorso dove verrà valutato il BCF e quindi poi in sala operatoria per procedere al taglio cesareo. Le azioni mediche devono essere svolte repentinamente affinché non ci siano gravi conseguenze per mamma e feto.
La sintomatologia della rottura d’utero è specifica ed è difficile da confondere con altre patologie della gravidanza, per cui il mancato riconoscimento crea un grave errore medico che potrebbe mettere a repentaglio la vita della donna e del suo bambino. Sottovalutare i segni e sintomi definiti dalla donna, aumenta il rischio di morte sia per la donna stessa che per il feto.
Danni della rottura dell’utero sul neonato
Il danno al bambino più grave non è solo la morte, ma è rappresentato dall’encefalopatia ipossico ischemica. Questa è una patologia causata dal mancato afflusso di ossigeno al cervello fetale che comporta gravi danni permanenti. Infatti, la morbilità e la mortalità del feto, in caso di rottura d’utero, aumentano significativamente così come aumenta anche il rischio di asfissia collegato ad encefalopatia ipossico ischemica.
Quindi i danni provocati dalla rottura d’utero sono danni permanenti al cervello neonatale come convulsioni, paralisi cerebrale infantile e ritardo mentale.
Se il bambino ha subito questi danni successivi ad una rottura d’utero non diagnosticata, la famiglia può intraprendere un procedimento penale.
La valutazione di quali danni nel caso concreto si possano chiedere rimane dell’avvocato e del medico legale, ad esempio il danno patrimoniale (ossia danni economici da lucro cessante o danno emergente) o il danno non patrimoniale (come il danno biologico per inabilità temporanea o invalidità permanente, il danno morale o, nei casi, più gravi il danno da morte o da perdita di chance di guarigione o di sopravvivenza).