LIQUIDO AMNIOTICO: POLIDRAMNIOS
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
Una eccessiva produzione di liquido amniotico in gravidanza può essere sintomo di una patologia della gravidanza e a sua volta può causare complicanze rischiose per madre e bambino.
Cos’è il liquido amniotico e qual è la sua funzione
Il liquido amniotico è il liquido in cui l’embrione/feto si trova immerso durante la gestazione e la sua produzione inizia ad essere prodotto dall’embrione intorno alla quinta settimana di gravidanza, incrementa la sua produzione intorno alla quattordicesima settimana (quando inizia ad essere prodotta l’urina fetale) e aumenta gradualmente in quantità fino a circa 32 settimane di gestazione, per poi diminuire lentamente verso il termine della gravidanza.
Il liquido amniotico svolge una funzione protettiva nei confronti del feto, impedendo i danni causati dagli urti e dai movimenti bruschi; inoltre aiuta la termoregolazione del feto, difende gli organi materni dai movimenti del bambino, protegge in parte il feto dalle infezioni, consente lo sviluppo polmonare e permette al bambino di allenare il proprio apparato digerente tramite la deglutizione del liquido stesso.
Il liquido amniotico è una sostanza composta da diversi elementi: il principale tra questi è l’urina fetale, a cui si aggiungono cellule dell’epidermide fetale, secrezioni dell’apparato digerente e di quello respiratorio e cellule di origine ematica.
Il liquido amniotico ha un aspetto limpido, trasparente e inodore; un’alterazione di questi parametri indica una condizione patologica della gravidanza, come avviene in caso di infezione o di liquido tinto di meconio.
La quantità del liquido amniotico è strettamente correlata all’epoca gestazionale, ma in genere si aggira tra i 500 e i 2000 ml; una quantità inferiore a 500 ml viene indicata con il nome di oligodramnios, una quantità superiore a 2000 ml è polidramnios.
Quali sono le cause di aumento anomalo di liquido amniotico
La più frequente causa di polidramnios è il diabete, ma può essere correlata ad altri problemi di origine materna o fetale.
L’identificazione della causa di questa condizione è importante perché una mancata diagnosi o un trattamento ritardato possono provocare gravi complicanze.
Spesso, però, l’identificazione delle cause non è possibile e l’origine di questa condizione rimane ignota.
Tra le cause più comuni del polidramnios troviamo:
- diabete gestazionale o diabete pregravidico;
- gravidanza gemellare (in particolare in presenza di TTTS ossia sindrome da trasfusione feto-fetale);
- malformazioni fetali;
- malattia emolitica del feto;
- anomalie genetiche del feto;
- infezioni;
- cause idiopatiche (ovvero di origine sconosciuta).
Quali sono le principali complicanze in caso di aumento anomalo di liquido amniotico
Le principali complicanze legate al polidramnios sono:
- parto pretermine (dovuto alla maggiore distensione delle pareti uterine, che può fare insorgere le contrazioni);
- rottura prematura delle membrane (PROM);
- posizione fetale anomala;
- difficoltà respiratoria materna;
- prolasso di funicolo ombelicale (condizione gravemente patologica che si verifica quando una parte del cordone ombelicale si frappone tra il feto e l’ingresso uterino)
- atonia uterina;
- distacco intempestivo di placenta;
- morte fetale intrauterina.
La responsabilità del ginecologo o dell’ostetrica, e quindi dell’Ospedale, della Clinica o della Casa di cura, potrebbe derivare non solo dall’insorgenza della complicanza ma anche dal mancato riconoscimento precoce della problematica o, comunque, dall’incapacità di gestire correttamente la situazione, eseguendo terapie sbagliate, tardive, inefficaci o, comunque, non tempestive.
Quali sono i sintomi in caso di aumento anomalo di liquido amniotico
Il polidramnios è solitamente asintomatico, per cui è molto raro che la donna possa accorgersi da sola della situazione anomala, ma talvolta si possono presentare sintomi come:
- contrazioni uterine, spesso dolorose;
- difficoltà alla respirazione;
- disturbi digestivi;
- utero di dimensioni maggiori del normale.
Nonostante la presenza di questi sintomi, solitamente è il medico o l’ostetrico a identificare questa condizione durante uno dei controlli di routine.
Come giungere alla diagnosi di aumento anomalo di liquido amniotico
Dal momento che non è possibile stabilire l’esatta quantità di liquido amniotico presente nella cavità uterina, durante il controllo ecografico si utilizzano altre metodiche, tra cui quella dell’Amniotic Fluid Index (AFI) e la misurazione della tasca massima.
Entrambe le procedure non sono invasive per la donna e il feto.
La prima si esegue sommando la massima lunghezza dello spazio amniotico identificata in ciascuno dei quattro quadranti immaginari che dividono l’utero; se la somma dei quattro risultati ottenuti dà un valore superiore a 25 cm si pone diagnosi di polidramnios.
La seconda si effettua identificando la falda di liquido amniotico maggiore e misurando la lunghezza massima; se il risultato è superiore a 8 cm è polidramnios.
Quale trattamento medico è indicato in caso di aumento anomalo di liquido amniotico
Il trattamento del polidramnios si basa principalmente sulla somministrazione di una terapia per la patologia che ha causato l’aumento del liquido amniotico.
Nel caso di paziente diabetica, un controllo dei livelli glicemici tramite una dieta appropriata o la somministrazione di insulina aiuta a ridurre la quantità di liquido.
L’amnioriduzione, cioè la sottrazione di liquido dall’utero, viene generalmente impiegata nei casi di sovradistensione della parete uterina, ma l’efficacia di questa metodica è discussa. Inoltre, questa operazione implica dei possibili rischi per il feto (di prematura rottura delle membrane amniocoriali e infezione), quindi la donna deve esprimere il proprio consenso alla procedura dopo aver ricevuto una completa informazione.
Al momento della diagnosi di polidramnios deve essere effettuata un’osservazione ecografica della morfologia fetale, per escludere la presenza di malformazioni.
La donna deve essere informata su come intervenire in caso di rottura prematura delle membrane amniocoriali o in caso di comparsa di contrazione uterine prima del termine della gravidanza, poiché il polidramnios aumenta il rischio che si verifichino queste complicanze.
Fondamentale in caso di polidramnios è il monitoraggio regolare, che deve essere eseguito sia ecograficamente, per osservare le variazioni nella quantità di liquido amniotico, che tramite cardiotocografia per valutare il benessere fetale.
Nel caso le operazioni non venissero effettuate con esito positivo la madre potrà affidarsi ad uno Studio legale o ad un Avvocato, preferibilmente specializzato in risarcimento danni da malasanità e da responsabilità medica, che esaminerà insieme alla paziente ed alla famiglia la fattibilità di una richiesta di risarcimento. Verrà dunque valutata la documentazione medica (cartella medica, esami, analisi, prescrizione ecc.) dal medico legale ed eventualmente anche da medici specialistici.
La necessità di anticipare la data del parto va valutata con attenzione da caso a caso, in genere non vi è motivo per preferire l’esecuzione di un taglio cesareo, ad eccezione dei casi con una precisa indicazione all’intervento, come avviene per le posizioni fetali anomale.
Va tuttavia considerato che il parto per via vaginale in presenza di polidrmanios ha un maggiore rischio di sofferenza fetale in travaglio, aumentando la possibilità di dover ricorrere ad un taglio cesareo d’urgenza.