TERAPIA CON PROGESTERONE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
Il corpo umano produce fisiologicamente un ormone implicato nel processo della riproduzione: il progesterone.
Questo ormone ha il compito di indurre cambiamenti ormonali a livello uterino per permettere l’impianto dell’embrione.
Le ovaie producono questo ormone per tutto il primo trimestre della gravidanza fino a quando la placenta non prende il suo posto, fino al giorno del parto.
Tra le altre funzioni il progesterone blocca la risposta immunologica da parte dell’organismo materno al fine di evitare il rischio di aborto, implementando la quiescenza dell’utero ed evitando l’innescarsi di contrazioni.
Per tutte queste ragioni è teoricamente ipotizzabile che l’utilizzo di progesterone possa prevenire il rischio di aborto, in particolare in pazienti che abbiano una storia di precedenti casi.
Il progesterone, diminuendo il rischio di prematurità, ha esiti favorevoli sul neonato e riduce il verificarsi dei casi di:
- basso peso alla nascita e emorragia intraventricolare;
- morte perinatale;
- distress respiratorio;
- enterocolite necrotizzante (NEC);
- sepsi e retinopatia tipica del premauro.
Il trattamento con progesterone avviene principalmente per via vaginale ma può essere somministrato in varie forme, tra cui per via orale o intramuscolare. La via vaginale ha un effetto maggiore a livello uterino, ma la sua efficacia non è costante e duratura. Quest’ultima rappresenta la prima scelta per le donne in gravidanza.
La somministrazione orale è ben tollerata dalle pazienti, ma può presentare effetti collaterali importanti come nausea, mal di testa e sonnolenza.
Infine, l’assunzione della terapia per via intramuscolare può provocare ascessi nel punto di inoculazione, pur essendo l’unica forma che raggiunge alti livelli nel sangue.
Anche in questa fase diagnostica molto delicata potrebbero purtroppo verificarsi errori medici dell’Ospedale o della Clinica o della Casa di cura, bisognerà valutare l’eventuale colpa ed inoltre comprendere se il danno era o meno evitabile.
Quali sono le indicazioni all’uso della terapia con progesterone
Nel tentativo di prevenire i casi di aborto, alcuni medici prescrivono la terapia con progesterone durante la gravidanza alla maggior parte delle loro pazienti, con lo scopo di evitare il rigetto dell’embrione, senza una selezione accurata.
Questo tipo di approccio drastico non ha fondamento scientifico e probabilmente non rappresenta la soluzione più efficace.
Il progesterone deve essere prescritto in casi specifici, per la prevenzione del parto prematuro solo in donne a rischio selezionate:
- precedente parto prematuro;
- rottura pretermine delle membrane;
- casi di aborto precedenti nel secondo trimestre;
- trauma o chirurgia a livello del collo uterino;
- collo dell’utero raccorciato.
Nel caso le valutazioni non venissero effettuate, la madre potrà affidarsi ad uno Studio legale o ad un Avvocato, preferibilmente specializzato in risarcimento danni da malasanità e da responsabilità medica, che esaminerà insieme alla paziente ed alla famiglia la fattibilità di una richiesta di risarcimento.
Quali sono i possibili errori medici correlati alla terapia con progesterone
Se una donna è a rischio di travaglio e parto prematuro è quindi fondamentale per il medico e per l’ostetrica monitorare la gravidanza e informare la coppia sulle possibilità di intervento, tra cui appunto l’avvio della terapia con progesterone.
Esistono degli errori di negligenza gravi che portano a un ritardo o a un’omissione del trattamento e che espongono la donna a un rischio aumentato di parto prematuro con tutte le conseguenze drastiche che ne derivano in termini neonatali ed ostetrici.
Questi errori medici consistono generalmente in:
- mancata diagnosi di rottura prematura delle membrane;
- mancata diagnosi di collo raccorciato durante le visite in gravidanza;
- valutazione errata della storia clinica della paziente.