GRAVIDANZA FISIOLOGICA CHE VIENE PATOLOGIZZATA EFFETTI EVITABILI SU MADRE E NEONATO
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
Una gravidanza è fisiologica quando la madre ed il bambino mostrano segni di salute lungo tutto il suo evolvere e riportano segni di un buon adattamento che non richiede alcun intervento correttivo esterno.
La fisiologia può tradursi con il termine salute, ma sarebbe riduttivo. Oramai anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha sancito che il concetto di salute non può significare la semplice assenza di malattia, ma comprende un benessere della persona in tutti i suoi aspetti, comprendendo il mondo biologico ma anche quello affettivo, emotivo e relazionale.
Tutto ciò è esponenzialmente vero nel corso di una gravidanza, dove la salute globale investe due persone unite ma distinte. Se è vero che la salute dev’essere considerata in ogni ambito della persona allora un percorso di cura non può considerare la sola parte biologica in un’ottica meccanicistica, tralasciando la salute relazionale, psichica e affettiva.
Cosa si intende per patologizzazione di gravidanze sane
La fisiologia in gravidanza riguarda la quasi totalità delle coppie mamma- bambino.
Le donne che sviluppano una patologia o che hanno un bambino con problematiche sono statisticamente solo il 10%.
A queste ultime devono essere assicurate cure e attenzioni specialistiche, senza tralasciare la salute globale, ma anche senza investire la maggioranza delle gravidanze con le stesse attenzioni che si devono prestare ad una gravidanza patologica.
Se si ritiene di essere stati vittima di un errore medico, di colpa medica dell’Ospedale o di un caso di malasanità potrebbe essere utile rivolgersi ad un avvocato o a uno studio legale che si occupi preferibilmente di risarcimento danni per responsabilità e colpa medica.
Patologizzare una gravidanza significa agire come se la donna fosse potenzialmente malata sottoponendola a molteplici esami diagnostici non necessari o imponendole uno stile di vita eccessivamente controllato laddove non ce ne sia bisogno.
Ciò può arrivare ad annientare le singole risorse personali, facendo entrare nel drammatico vortice del rischio, dove tutto diventa potenzialmente dannoso e la donna non è più in grado dii fidarsi di sé stessa e del proprio istinto ma diventa tacitamente dipendente dalle cure e dai pareri del professionista.
Questo meccanismo può diventare dannoso e spingere la donna a delegare la propria salute, ad affidarsi totalmente nelle mani altrui e a non vivere più quei lunghi 9 mesi da protagonista centrata su sé stessa e sulle proprie esigenze e desideri, bensì da atterrita spettatrice.
Questo percorso di cura anomalo può aumentare in maniera esponenziale il livello di ansia e stress materno che a sua volta è in grado di aumentare il rischio di ipertensione, ipercolesterolemia e diabete gestazionale, creando un circolo che la può rendere davvero patologica.
Nell’ottica dell’eccessiva medicalizzazione, la gestante può perdere fiducia nelle proprie competenze e nel proprio istinto anche per quanto riguarda il parto, aumentando la probabilità di subire un parto medicalizzato, con maggior rischio di ospedalizzazione materna e ricovero neonatale.