IL NEONATO CON ISCHEMIA CEREBRALE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
L’ischemia cerebrale si verifica quando le cellule cerebrali, i neuroni, non ricevono più le adeguate quantità di sangue di cui hanno bisogno. Le cellule del nostro corpo per poter svolgere le loro funzioni vitali hanno bisogno di ossigeno (che possiamo definirlo come la fonte di energia per il nostro corpo), l’ossigeno viene trasportato in tutti i distretti dell’organismo attraverso il sangue. Questo ci spiega l’importanza del flusso di sangue e i danni che possono essere correlati al deficit nel flusso sanguigno.
Che cosa sono le cellule cerebrali
Le cellule cerebrali sono molto vulnerabili, rispetto alle altre cellule del corpo, risentono immediatamente della carenza di sangue. Attraverso il sangue inoltre vengono trasportate anche le sostanze nutrienti che sono indispensabili per il funzionamento delle cellule.
Le sostanze nutrienti e l’ossigeno vengono trasportate attraverso i vasi sanguigni, ovvero le vene e le arterie del nostro corpo. Le vene trasportano il sangue povero di ossigeno da tutti i distretti del corpo al cuore per far ossigenare il sangue, mentre le arterie trasportano il sangue ossigenato dal cuore a tutti gli organi.
Come avviene un’ischemia cerebrale
Qualora nei vasi sanguigni del bambino ci sia un ostacolo o un problema che impedisce al flusso sanguigno di scorrere verso il cervello, in questo caso si verifica l’ischemia cerebrale. Ovvero il cervello subisce un insulto poiché non gli arriva la quantità di sangue necessaria per la sopravvivenza delle cellule.
Se si ritiene di essere stati vittima di un errore medico, di colpa medica dell’Ospedale o di un caso di malasanità potrebbe essere utile rivolgersi ad un avvocato o a uno studio legale che si occupi preferibilmente di risarcimento danni per responsabilità e colpa medica.
L’ischemia cerebrale potrebbe essere circoscritta ad una determinata area del cervello oppure può aver danneggiato più aree del cervello, questo dipende dalla localizzazione del trauma che ha impedito il flusso di sangue al cervello.
Nella maggior parte dei casi il bambino subisce una temporanea ischemia cerebrale e i problemi si potrebbero risolvere nelle ore successive, ma qualora l’ischemia durasse per più tempo le conseguenze per il bambino permarranno per sempre e potrebbero anche causare la sua morte. La patologia che ne deriva dall’evento ischemico è l’encefalopatia ipossico-ischemica, che appunto è causata da un arresto o una diminuzione del flusso di sangue ossigenato al cervello del neonato.
Fattori di rischio per ischemia cerebrale nel bambino
La causa dell’ischemia cerebrale è la riduzione dell’apporto di ossigeno al cervello, come precedentemente spiegato. Il problema nel flusso sanguigno potrebbe essere dovuto alla formazione di un embolo o di un trombo oppure a causa di una patologia. L’embolo è un coagulo di sangue che si forma in determinate parti del corpo, e con la circolazione sanguigna viene trasportato al cervello, il coagulo impedisce il flusso di sangue. I bambini con ischemia cerebrale possono aver subito l’ischemia anche a causa di complicazioni della gravidanza che impediscono il flusso di sangue al bambino.
Tra le possibili cause di ischemia cerebrale, riconosciamo:
- distocia di spalla: si verifica quando durante il parto nasce la testa del bambino ma non segue la nascita delle spalle. Le spalle rimangono intrappolate nel bacino materno, potrebbero essere liberate grazie a specifiche manovre dei medici e dell’ostetrica. Nel caso in cui non si riuscisse a liberare le spalle fetali in breve tempo, si rischia la sofferenza del neonato e questo causa l’ischemia cerebrale perché non arriva abbastanza ossigeno al cervello;
- infezioni fetali: le infezioni del feto possono presentarsi in seguito al contagio da parte della mamma. Il contagio può avvenire in diversi modi, attraverso la placenta, attraverso la risalita dei batteri dalla vagina oppure dopo la nascita. Le infezioni compromettono lo stato di salute generale del bambino qualora non venissero trattate dal medico e dall’ostetrica e possono causare i traumi cerebrali;
- traumi da parto: un parto traumatico può causare dei danni cerebrali al bambino. Ad esempio, difficoltà durante il parto, oppure l’errore da parte del medico durante l’utilizzo della ventosa ostetrica o del forcipe;
- prolasso del funicolo ombelicale: ovvero il cordone viene compresso tra la testa del feto e la vagina della mamma perché discende nel canale del parto prima della discesa del bambino. La compressione del funicolo impedisce il flusso di sangue e può causare l’ischemia;
- preeclampsia materna: è una complicanza della gravidanza in cui la mamma ha ipertensione gestazionale (pressione sanguigna elevata) e proteinuria (ovvero proteine nelle urine che indicano un danno renale);
- eclampsia: è la patologia a cui potrebbe andare incontro la donna con preeclampsia. Se il medico non monitora bene la pressione e non prescrive i farmaci o fa errori nella prescrizione, la donna con preeclampsia rischia le convulsioni e il danno di vari organi. Eclampsia dunque indica le crisi convulsive in gravidanza a causa della pressione sanguigna elevata;
- distacco di placenta normoinserita: la placenta normalmente dovrebbe staccarsi dall’utero solo dopo il parto. Qualora si staccasse prima, questo impedisce il flusso di sangue al feto e causa l’ischemia;
- giri di cordone attorno al collo: qualora i giri fossero troppo stretti può essere impedito il flusso di sangue cerebrale;
- ipercontrattilità uterina: le contrazioni sono troppo ravvicinate e troppo forti e questo impedisce il corretto flusso di sangue al feto;
- eccessivo utilizzo di farmaci uterotonici: come l’ossitocina che se utilizzata in modo scorretto dal medico o dall’ostetrica causa delle contrazioni troppo eccessive.
È responsabilità del ginecologo e dell’ostetrica di monitorare la gravidanza e il travaglio compreso il parto e il post parto, per impedire che si verifichino delle situazioni che mettono in pericolo il bambino. Qualora queste si verificassero i professionisti devono fare attenzione a porre diagnosi e trattare le complicazioni senza commettere errori
Danni neonatali correlati all’ischemia cerebrale
Le complicazioni che può avere il neonato in seguito all’ischemia cerebrale sono:
- crisi convulsive;
- danni visivi;
- danni uditivi;
- danni cerebrali;
- disturbi del linguaggio;
- difficoltà dell’apprendimento;
- difficoltà nello sviluppo;
- ritardo mentale;
- paralisi cerebrale infantile;
- morte del neonato.
La diagnosi di ischemia cerebrale
I medici e le ostetriche possono utilizzare diversi modi per poter fare diagnosi. Durante il travaglio potrebbe essersi verificata sofferenza fetale e i professionisti devono essere in grado di diagnosticare i problemi che possono far pensare a questo dal tracciato cardiotocografico.
Un errore del ginecologo o dell’ostetrica o dell’Ospedale per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare, nei casi più gravi, anche al decesso del bambino e la morte costituisce la lesione maggiore del bene giuridico della vita. In questi casi anche i familiari del paziente vittima di malasanità potrebbero avere diritto al risarcimento del danno, in particolare il marito (il convivente more uxorio o il partner convivente) i genitori, il figlio o la figlia, i fratelli o le sorelle o gli eredi.
Tracciato cardiotocografico
La diagnosi può essere fatta anche dall’indice di Apgar che viene dato alla nascita dall’ostetrica, se il punteggio è inferiore a 7 indica sofferenza del neonato alla nascita.
Inoltre, dal cordone ombelicale l’ostetrica preleva il sangue del feto che poi viene analizzato per capire se il bambino presenta segni di sofferenza alla nascita, questa procedura è definita emogasanalisi.
Gli esami che possono essere eseguiti dopo la nascita sono:
- la RMN (risonanza magnetica);
- la TAC, l’ecografia;
- l’elettroencefalogramma.
Il medico (il neonatologo) deve analizzare con attenzione tutti i segni del bambino, per evitare che qualcosa possa passare inosservata.