EMORRAGIA SUBGALEALE NEL NEONATO
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
Nell’emorragia subgaleale, o anche chiamato ematoma subgaleale, il sangue si accumula nello spazio compreso tra il periostio (membrana che riveste le ossa) e la galea aponeurotica.
La galea aponeurotica è uno strato fibroso denso che riveste tutta la parte superiore del cranio e continua anteriormente e posteriormente formando il gruppo muscolare epicranico.
Manifestazione dell’emorragia subgalelae nel neonato
L’emorragia subgaleale non è altro che il sanguinamento tra il cranio e il cuoio capelluto e si manifesta con gonfiore.
Il gonfiore può diventare evidente subito dopo che i vasi tra il cranio e il cuoio capelluto iniziano a sanguinare e, a volte, dopo alcuni giorni dalla comparsa del sanguinamento, il gonfiore può diventare tale che la testa del paziente può apparire deforme.
Risulta essenziale che la diagnosi, oltre ad essere corretta sia tempestiva. Un eventuale errore del ginecologo o dell’ostetrica o dell’Ospedale per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare anche a gravi complicanze ed essere causa di danni per la madre o il neonato.
Il sanguinamento deriva dalla rottura di vasi sanguigni che si trovano sotto il cuoio capelluto e, se la perdita di sangue è abbondante, il paziente può andare incontro a shock ipovolemico.
L’emorragia subgaleale può verificarsi in seguito ad un parto traumatico quando si rompono i vasi sanguigni e il sangue si accumula tra il cranio e il cuoio capelluto.
L’ematoma subgaleale è uno dei tipi di emorragia cerebrale più grave nel neonato e l’incidenza di mortalità neonatale in seguito a questa complicanza si aggira intorno al 12 – 25% considerando che il sanguinamento dei vasi dello spazio subgaleale può essere responsabile della perdita di quasi la metà del sangue totale del neonato.
Segni e diagnosi dell’ematoma subgaleale nel neonato
Nel caso in cui si ha la perdita di molto sangue il paziente può presentare shock, alterazioni della frequenza cardiaca (tachicardia perché per compensare la perdita di sangue il cuore risponde aumentando la sua frequenza), convulsioni, perdita di coscienza, anemia, scarsa risposta agli stimoli, problemi respiratori come apnea e difficoltà nell’alimentazione.
Il neonato, a causa dell’anemia, presenta un colorito pallido grigiastro.
Ad ogni modo, i sintomi dipendono dalle dimensioni e dall’entità dell’emorragia.
La diagnosi di ematoma subgaleale può essere confermata con la tomografia assiale computerizzata (TAC) e con la risonanza magnetica (RM).
La TAC è il metodo di scelto per la diagnosi di emorragia subgaleale in quanto dà delle immagini definite del cranio e permette di evidenziare la presenza di emorragie, anche di lieve entità, tra il periostio e la galea aponeurotica.
Il sospetto clinico di ematoma subdurale si può avere quando al neonato viene assegnato un punteggio di APGAR a 5 minuti dalla nascita minore di 7 senza che vi siano segni evidenti di asfissia (riduzione della sua ossigenazione a livello degli organi nobili quali cuore e cervello) e soprattutto se il periodo espulsivo è stato prolungato o se è stata utilizzata la ventosa ostetrica per il parto.
L’APGAR è un sistema a punteggio che viene assegnato al neonato al momento della nascita per valutare lo stato di vitalità del neonato. Il punteggio di APGAR è favorevole se è maggiore di 7.
Un altro segno che indica la presenza dell’ematoma subgaleale è la presenza di tumefazione dello scalpo che si estende oltre le suture craniche e può anche estendersi fino alle orecchie. Questa tumefazione può essere ballottabile.
Trattamento dell’emorragia subgaleale nel neonato
Quando si ha il sospetto di emorragia subgaleale nel neonato, soprattutto se questa è di grave entità, è necessario trasfondere al neonato del sangue con gruppo sanguigno compatibile o somministrare liquidi endovena per mantenere la pressione sanguigna e per evitare lo shock ipovolemico.
Il neonato deve essere attentamente valutato ogni volta che sulla sua testa, dopo il parto, è visibile un gonfiore, soprattutto se a questo si associano altri sintomi di un ematoma subgaleale.
Se l’emorragia è severa può essere necessario il trattamento chirurgico che prevede la rimozione, attraverso un drenaggio, del sangue che si trova accumulato tra il cranio e il cuoio capelluto.
Oltre alla stabilizzazione del neonato e al ripristino del volume ematico circolante è necessario eseguire delle misurazioni seriate della circonferenza cranica.
È importante, inoltre, che i neonati con sospetto ematoma subgaleale siano trasferiti in unità di terapia intensiva neonatale (UTIN). Una volta passata la fase acuta la lesione si risolve entro 2–3 settimane.
Fattori di rischio e cause dell’ematoma subgaleale nel neonato
I più frequenti fattori di rischio di emorragia subgaleale sono l’applicazione del forcipe e della ventosa ostetrica.
La maggior parte dell’emorragie subgaleali nel neonato deriva da un’applicazione impropria della ventosa ostetrica.
Il forcipe e la ventosa ostetrica sono degli strumenti che vengono utilizzati durante il periodo espulsivo per guidare il feto nell’ultimo tratto del canale del parto e per ridurre i tempi del travaglio di parto e in particolare del periodo espulsivo.
Si fa ricorso all’uso della ventosa ostetrica o del forcipe quando si è in presenza di sofferenza fetale, quando vi è una mancata progressione del feto lungo il canale del parto a causa di una ridotta attività uterina contrattile o per ridurre gli sforzi materni se quest’ultima presenta problemi respiratori o cardiaci.
Se si ritiene di essere stati vittima di un errore medico, di colpa medica dell’Ospedale o di un caso di malasanità potrebbe essere utile rivolgersi ad un avvocato o a uno studio legale che si occupi preferibilmente di risarcimento danni per responsabilità e colpa medica.
Sia il forcipe che la ventosa ostetrica vengono posizionati sulla testa del feto sulla quale viene applicata una trazione per guidarla fino all’esterno.
La pressione esercitata sulla testa del feto, se eccesiva, può causare la rottura dei vasi sanguigni che si trovano nello spazio compreso tra il periostio e la galea aponeurotica, contribuendo, quindi, alla formazione dell’ematoma subgaleale.
La rottura dei vasi sanguigni che si trovano nello spazio subgaleale può avvenire anche quando la ventosa viene applicata sulla parte sbagliata della testa del feto o quando la si mantiene posizionata sulla testa del feto troppo a lungo ovvero per più di 15 minuti.
Prevenzione sulla formazione dell’ematoma subgaleale nel neonato
Per prevenire la formazione dell’ematoma subgaleale è indispensabile non utilizzare la ventosa quando l’epoca gestazionale è minore di 34 settimane.
I neonati prematuri, infatti, rispetto ai nati a termine di gravidanza (dopo la trentasettesima settimana di gestazione), hanno un rischio maggiore quanto più minore è l’epoca gestazionale, di riportare un ematoma subgaleale.
Il tessuto cerebrale di un neonato prematuro è fragile e non è ancora completamente maturo per cui i vasi sanguigni sono più vulnerabili alla rottura.
L’applicazione della ventosa ostetrica è anche controindicata se il feto presenta disturbi della coagulazione come l’emofilia.
Il rischio di emorragia subgaleale può essere minimizzato quando è un professionista esperto a provvedere all’applicazione del forcipe o della ventosa, quando quest’ultimi vengono posizionati sulla testa del feto in maniera corretta o riducendo al minimo la forza applicata sulla testa del feto.
Tutti i neonati devono ricevere al momento della nascita la profilassi con vitamina K, un coagulante che permette di ridurre l’entità dell’emorragia.
Complicanze dell’ematoma subgaleale nel neonato e malasanità
Se l’emorragia subgaleale non viene gestita in maniera corretta il neonato può subire gravi danni cerebrali.
I danni cerebrali derivano dall’aumento della pressione all’interno del cranio dovuta dalla presenza dell’eccessivo sanguinamento.
L’aumento della pressione intracranica danneggia il tessuto cerebrale e riduce l’apporto di sangue ossigenato all’encefalo.
La ridotta ossigenazione del tessuto cerebrale è causa di gravi deficit neurologici, di encefalopatia ipossico ischemica (danni cerebrali derivanti da un ridotto apporto di ossigeno al cervello), di paralisi cerebrale infantile, leucomalacia periventricolare, ritardo nello sviluppo e disturbi intellettivi.
Una diagnosi tempestiva e terapie adeguate possono determinare completa guarigione.
Nel caso in cui l’ematoma subdurale non viene diagnosticato e di conseguenza il neonato non riceve le cure necessarie per il ripristino del volume ematico circolante, l’eccessivo sanguinamento può causare il decesso del neonato come conseguenza dello shock ipovolemico.
Un’altra complicanza per i neonati con ematoma subgaleale è l’aumento eccessivo della bilirubina nel sangue che provoca l’ittero (colorazione giallastra di cute e mucose).
La bilirubina, nei casi più severi, può accumularsi a livello del tessuto cerebrale provocando l’ittero nucleare (kern icterus). La bilirubina è tossica per il tessuto nervoso per cui un neonato con ittero nucleare quasi sempre muore.