EMORRAGIE CEREBRALI PERINATALI
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
L’emorragia cerebrale è una complicanza che può implicare gravi danni, anche permanenti, nel neonato e va quindi prevenuta e trattata efficacemente.
Essa è di maggiore incidenza nei bambini prematuri, riguardando circa il 20% dei nati pretermine; minore è l’epoca gestazionale al parto, tanto più è il rischio di incorrere in un’emorragia. Le strutture cerebrali del neonato prematuro sono particolarmente fragili e suscettibili ai traumi al sanguinamento, che può avere origine da:
- malformazioni vascolari;
- cavernomi;
- angiomi venosi;
Ma può anche essere causata da traumi correlati al parto come in caso di:
- sproporzione feto-pelvica;
- macrosomia;
- distocia di spalla;
- parto operativo.
Per questi motivi è importante che vengano evitati il più possibile i traumi correlati alla nascita, le manovre inappropriate e che venga limitato il ricorso ad un parto strumentale solo ai casi di esplicita necessità.
Risulta essenziale che la diagnosi, oltre ad essere corretta sia tempestiva. Un eventuale errore del ginecologo o dell’ostetrica o dell’Ospedale per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare anche a gravi complicanze ed essere causa di danni per la madre o il feto, il neonato o il bambino.
Anche le manovre rianimatorie sul neonato possono determinare un’emorragia cerebrale, in particolare se la ventilazione artificiale non viene eseguita in maniera corretta o se la somministrazione di farmaci non è adeguata alle necessità cliniche del piccolo.
Emorragia intraventricolare
Si verifica in presenza di un sanguinamento nella regione ventricolare del cervello, originando dalla matrice germinativa dell’encefalo; questa zona è particolarmente attiva tra le 22 e le 32 settimane di gestazione e per questo motivo l’emorragia intraventricolare riguarda quindi principalmente i neonati prematuri, mentre è molto rara nei nati dopo le 34 settimane. È il tipo di emorragia più frequente, in particolare per quanto riguarda i nati pretermine e si manifesta in genere nei primi giorni dopo la nascita. Una lieve emorragia cerebrale è frequente nei nati prematuri e spesso va incontro a risoluzione spontanea, senza lasciare esiti a distanza; in altri casi la portata dell’emorragia è maggiore e può provocare seri danni al bambino, fino a causarne la morte.
Oltre alle manovre praticate durante il parto, anche la rianimazione può provocare un’emorragia intraventricolare, in particolare se vengono eseguite in maniera brusca; una ventilazione meccanica effettuata con eccessiva pressione o un rapido incremento della volemia possono provocare questo tipo di complicanza. L’ecografia transfontanellare o in alternativa la risonanza magnetica oppure la tomografia computerizzata (TAC) sono i principali metodi di diagnosi in caso di emorragia intraventricolare.
Emorragia subdurale
Si verifica nella porzione subdurale dell’encefalo, ovvero tra l’aracnoide e la dura madre. È tipica nel neonato a termine, in genere dovuta ad un trauma della nascita, come in caso di macrosomia fetale, proporzione feto-pelvica o per l’utilizzo di un forcipe. Il neonato con emorragia subdurale appare in genere letargico, irritabile, possono comparire alterazioni del tono muscolare, anomalie della respirazione o apnea e può manifestare crisi epilettiche.
Dagli esami di laboratorio si può rilevare un’anemia. Nei casi più gravi il neonato può presentare un incremento della circonferenza cranica e tensione a livello della fontanella, a causa dell’aumentata pressione endocranica.
In questo caso la risonanza magnetica o la tomografia computerizzata dell’encefalo sono gli esami diagnostici più impiegati; l’ecografia dell’encefalo è un esame di semplice e non invasivo per il bambino, ma non consente sempre di identificare la presenza di sanguinamenti nella regione subdurale.
In caso di errore medico, di colpa e responsabilità dell’Ospedale o di malasanità, dovuta a diagnosi sbagliata o tardiva, ad esame o analisi non effettuata o effettuata male o in ritardo, ad operazione o intervento chirurgico sbagliato, a cura errata o a terapia in ritardo, a medicinali non dati o farmaci somministrati tardivamente, la madre, il padre, i nonni, il fratello o la sorella o gli eventuali eredi – in caso di morte del bambino – potranno affidarsi ad uno Studio legale o ad un avvocato, preferibilmente specializzato in risarcimento danni da malasanità e da responsabilità medica, che esaminerà insieme alla paziente, alla famiglia e al medico legale, l’eventuale fattibilità di una richiesta di risarcimento danni.
Emorragia subaracnoidea
Si verifica nello spazio aracnoideo, tra l’aracnoide e la pia madre. Anche in questo caso si può manifestare con letargia, irritabilità, alterazioni del tono muscolare e della ventilazione e crisi convulsive.
Emorragia intracerebrale
L’emorragia intracerebrale è frequentemente associata ad altre emorragie, con sintomi simili a quelli dell’emorragia subdurale e subaracnoidea. In questo caso il sanguinamento coinvolge la zona interna del cervello.
Cefaloematoma
Il cefaloematoma è una raccolta di sangue che si ferma sulla testa del neonato a seguito della rottura dei vasi del periostio, ovvero la membrane che avvolge le ossa craniche. Il cefaloematoma appare come un rigonfiamento fluttuante che viene riassorbito nel giro di qualche giorno ed è determinato da un trauma subito durante il parto, come può avvenire in caso di macrosomia fetale o parto operativo, situazioni che sono maggiormente associate a traumi durante la nascita, oppure in presenza di manovre ostetriche improprie. Si distingue dal tumore da parto, una raccolta fisiologica di liquido sulla testa del bambino dovuto al normale passaggio del bambino nel canale da parto.