AMNIOINFUSIONE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
L’amnioinfusione è la procedura che prevede l’infusione di soluzione fisiologica nella cavità amniotica tramite un ago inserito in utero per via transaddominale sotto guida ecografia (molto simile all’amniocentesi, la differenza principale è che nell’amnioinfusione il liquido viene introdotto in cavità e nell’amniocentesi viene prelevato).
Scopo clinico dell’amnioinfusione
Tale metodica viene utilizzata con lo scopo di ripristinare il liquido amniotico, nel caso in cui questo sia assente in seguito ad una rottura prematura e pretermine delle membrane amniocoriali (pPROM)ad epoche gestazionali precoci.
Di solito viene eseguita fino a 24-25 settimane e può essere ripetuta più volte.
Il liquido amniotico oltre che a garantire al feto protezione meccanica, mantenimento della temperatura e mobilità degli arti, ha un ruolo cruciale nello sviluppo dei polmoni: l’incidenza di ipoplasia polmonare riportata in letteratura nella rottura prematura e pretermine delle membrane è circa il 62%.
Dati in letteratura riportano che le gravidanze in cui viene mantenuta una minima quantità di liquido amniotico (una falda di 2x2cm) hanno migliori esiti neonatali e un maggior intervallo tra la rottura delle membrane ed il parto.
Risulta essenziale che la diagnosi, oltre ad essere corretta sia tempestiva. Un errore del ginecologo o dell’ostetrica per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare anche a gravi complicanze.
Come si svolge l’amnioinfusione
L’amnioinfusione è una procedura invasiva che si esegue in regime di ricovero.
Viene eseguita dopo aver escluso mediante la valutazione degli indici infiammatori la presenza di un processo infettivo e dura circa tra i 10 ed i 20 minuti. Di solito è prevista una profilassi antibiotica prima dell’esecuzione della stessa.
Nel circa il 30% dei casi una o più amnioinfusioni permettono di mantenere in modo stabile una quantità di liquido amniotico adeguato, con prolungamento della gravidanza e migliori esiti per il feto anche se la sua efficacia non è provata con certezza.
Quali sono i rischi e le complicanze più frequenti dell’amnioinfusione
I possibili rischi e le complicanze della procedura sono rappresentati generalmente:
- dall’insorgenza di attività contrattile;
- da un rischio infettivo;
- dallo scollamento delle membrane.
In caso di gravi complicanze o morte della madre o del bambino, pur potendo generalmente avere diritto ad un risarcimento dei danni verso l’Ospedale, i medici o l’Assicurazione, la principale domanda che i parenti (marito, partner, convivente, genitori, figlio/figlia, fratello/sorella, eredi) si devono fare riguarda il motivo che ha portato all’esito negativo del trattamento medico o al decesso e se c’erano effettive possibilità di guarigione. Prima di tutto, quindi, rivolgendosi ad un avvocato o ad uno studio legale specializzati in responsabilità medica, bisogna capire cosa sia successo e se ciò sia eventualmente dovuto a responsabilità della struttura ospedaliera o del ginecologo o dell’ostetrica.
Quali sono gli errori medici più frequenti dell’amnioinfusione
Gli errori medici più frequenti in caso di amnioinfusione sono:
- scarsa confidenza del sanitario con la procedura;
- puntura fetale, che di solito non genera complicanze nel bambino o nei gemelli qualora si sia in presenza di parto gemellare o multiplo.