ESAMI E GRAVIDANZA: PRESCRIZIONI NON NECESSARIE E CONSEGUENZE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
Quando viene scoperta una gravidanza i primi interrogativi che una donna si pone riguardano generalmente gli esami da eseguire.
La prima visita dall’ostetrica o dal ginecologo è bene che avvenga entro le prime 12 settimane di gravidanza, quindi senza urgenza. In questo primo controllo è bene esaurire i dubbi in merito allo stile di vita e alle attenzioni da tenere per proteggere la gravidanza.
Il primo controllo è il più importante, servirà al professionista per conoscere la donna e la sua storia clinica, evidenziando eventuali dei fattori di rischio e pianificando insieme il percorso assistenziale da attuare lungo tutta la gravidanza.
Nel caso le dovute valutazioni non venissero effettuate, la madre potrà affidarsi ad uno Studio legale o ad un Avvocato, preferibilmente specializzato in risarcimento danni da malasanità e da responsabilità medica, che esaminerà insieme alla paziente ed alla famiglia la fattibilità di una richiesta di risarcimento.
Come decidere quali esami effettuare in gravidanza
I livelli essenziali di assistenza relativi alla gravidanza indicano le prestazioni necessarie per valutare il benessere della mamma e del bambino assicurate a tutti i cittadini a carico del sistema sanitario nazionale. Questi esami saranno quindi gratuiti per le donne.
Ogni esame che si esegue al di fuori di quelli previsti per una gravidanza fisiologica deve avere una indicazione ben precisa. Non è vero, come spesso si pensa erroneamente, che fare più esami significa curarsi meglio.
Ad esempio, nessuno si sognerebbe di eseguire una TAC in assenza di indicazione solo per vedere che il proprio corpo sia in salute. Evidentemente ci sono altri segni e sintomi che ci dicono se siamo in salute o meno.
Eseguendo indagini non indicate ci si espone a rischi non necessari, e si potrebbe avere un alto numero di falsi positivi senza alcun valore clinico quando in realtà si è in salute. Ogni esame prescritto deve basarsi su precisi segni o sintomi che ne richiedono l’esecuzione.
Questo è valido ancora di più durante i nove mesi di gestazione, periodo nel quale le mamme e i bambini corrono spesso il rischio di una over prescription, cioè di subire una serie di esami non indicati che spesso aumentano il livello di ansia nell’attesa dell’esito e possono richiedere una serie di altri accertamenti a catena che rischiano di trasformare in patologica una gravidanza che sarebbe sana.
Quali esami devono essere effettuati in una gravidanza non patologica nel primo trimestre
Entro le prime 13 settimane è indicato eseguire un’ecografia ostetrica, l’ecografia del primo trimestre.
Questa ecografia serve per valutare se la gravidanza si trova in utero, se la placenta è impiantata correttamente, la presenza del battito cardiaco, se si tratta di gravidanza gemellare o meno e permetterà di stabilire la datazione della gravidanza.
La prima ecografia è da eseguirsi entro la 13esima settimana proprio perché la ridatazione, cioè la modifica della datazione della gravidanza, è possibile solo fino alla 13esima settimana.
Eseguire questa ecografia troppo precocemente, prima delle 6, 7 settimane, non permette di verificare accuratamente questi aspetti, e sarà indicato ripeterla a qualche settimana di distanza.
Nel primo trimestre, oltre alla prima ecografia, è necessario eseguire alcuni esami del sangue:
- un emocromo;
- un dosaggio della glicemia, cioè il livello di zuccheri nel sangue;
- un’analisi della funzionalità epatica;
- il dosaggio degli anticorpi della rosolia, un’infezione che è importante valutare per una donna gravida. Quanto agli della rosolia se essi indicano una infezione pregressa o se la donna è stata vaccinata in passato mamma e bambino sono protetti perché già in possesso degli anticorpi che proteggono da un nuovo contagio.
- Se invece la donna non avesse sviluppato gli anticorpi, perché non ha mai contratto la rosolia sarà necessario ripetere ogni trimestre il test e fornire alcune informazioni sui comportamenti preventivi per evitare che contragga per la prima volta la rosolia durante la gravidanza;
- Il dosaggio degli anticorpi per la toxoplasmosi. Esattamente come per la rosolia se l’infezione è già stata contratta in passato la mamma e il bambino sono protetti, e quest’analisi non verrà più effettuata. Se invece gli anticorpi sono negativi significa che la donna non l’ha mai incontrata e dovrà quindi attuare dei comportamenti preventivi per evitare di contrarre la toxoplasmosi durante la gravidanza;
- Se gli anticorpi per la toxoplasmosi sono negativi a inizio gravidanza, così come per la rosolia, verranno ripetuti ad ogni trimestre per controllare che rimangano negativi;
- Il controllo alcune infezioni che possono portare problematiche al bambino, come l’Hiv, la sifilide, l’epatite B e C, che verranno eseguiti a inizio e fine gravidanza;
- L’esame delle urine, che si ripeterà nei mesi successivi.
Quali esami devono essere effettuati in una gravidanza non patologica nel secondo trimestre
Nel secondo trimestre si ripete la seconda batteria di esami. Si esegue l’emocromo, si ripete il toxo test e il Rubeo test, per dosare gli anticorpi della rosolia e della toxoplasmosi, solo se la donna era negativa ad inizio gravidanza.
È necessario ripetere un altro esame delle urine con urinocoltura solo se si sospetta una infezione urinaria.
Quali esami devono essere effettuati in una gravidanza non patologica nel terzo trimestre
Nelle ultime settimane di gravidanza verrà ripetuto un ultimo emocromo, un ultimo esame delle urine e si ripetono gli esami sierologici dell’epatite B, C e l’Hiv, che, se positivi, modificano le scelte per la nascita e l’immediato dopo parto.
Queste indagini vanno eseguite poco prima del parto, non ha senso eseguirle più volte lungo i 9 mesi.
Curva da carico di glucosio: indicazioni e possibili rischi
A 28 settimane circa si esegue un altro dosaggio della glicemia.
Per scongiurare il diabete gestazionale, che esordisce in gravidanza, la curva da carico con glucosio è raccomandata solo in caso di presenza di fattori di rischio per diabete.
Se la donna non ha familiarità per diabete nei parenti di primo grado, ha un aumento di peso regolare, una glicemia a digiuno nella norma, non è sovrappeso e la crescita del bambino è regolare, le ultime linee guida raccomandano di non eseguire la curva da carico, ma basterà eseguire una glicemia a digiuno.
Solo qualche anno fa veniva proposta a tutte le donne indiscriminatamente. Nel tempo ci si è accorti che sottoponendo tutte le donne a questo esame si aveva un aumento nelle diagnosi di diabete gestazionale, legato ad un aumento di falsi positivi (esame che risulta positivo quando invece la donna è sana), e quindi le donne venivano messe a dieta o addirittura sotto terapia per controllare il livello di glicemia nel sangue.
Oltre ad aumentare il livello di stress materno, si trasformavano in patologiche una discreta quantità di gravidanze sane, richiedendo un’ingente spesa sanitaria per le cure e gli esami.
Questo è uno dei tanti esempi di rischi legati all’esecuzione di esami non indicati
Ultrasuoni e gravidanza: quante ecografie sono indicate
Le ecografie necessarie in una gravidanza fisiologica sono tre: la prima entro le 13 settimane, la seconda è l’ecografia morfologica, e l’ultima intorno alle 34 settimane.
L’ecografia morfologica, eseguita tra le 19 e le 23 settimane, serve per studiare le strutture corporee del bambino controllando che non vi siano malformazioni evidenti.
L’ultima ecografia, dopo le 33 settimane, è l’ecografia di accrescimento. Serve infatti per valutare se la crescita del bambino è proseguita in maniera lineare fino a quel momento.
Nonostante le linee guida sulla gravidanza fisiologica raccomandino la necessità di sole 3 ecografie la maggior parte delle donne in Italia ne esegue molte di più, alcune addirittura una ecografia per ogni visita. Questo costituisce un esempio di over treatment, poiché eseguire un numero maggiore di ecografie non necessarie potrebbe aumentare il rischio di diagnosticare problematiche che non hanno rilevanza clinica.
La donna andrebbe valutata, osservata e studiata insieme al suo bambino prima attraverso l’utilizzo delle mani, con le preziose manovre ostetriche e con l’esame obiettivo, privo di effetti collaterali. Solo in caso di dubbi o alterazioni riscontrate sarà indicato eseguire una ecografia di controllo.
Dovrebbero essere richieste ecografie aggiuntive solo in caso di alterazioni nella crescita del bambino, patologie della mamma durante la gravidanza, oppure nel caso la donna debba andare in maternità anticipata, o qualora vi fossero alterazioni o sospetti nell’esame obiettivo.
Esami non necessari e conseguenze
Un certo grado di timore e preoccupazione in gravidanze è sano, poiché ci spinge a cercare le condizioni migliori per mettere al sicuro la gravidanza e il nostro piccolo. Trasformare però una gravidanza sana in un percorso medicalizzato in cui si eseguono accertamenti non indicati che richiedono a catena esami sempre più specifici e alle volte invasivi, non è positivo se non vi è una necessità clinica.
Gli esami previsti dai LEA (Livelli essenziali di assistenza) sono frutto di attente ricerche che hanno misurato la stima del rischio di una problematica rispetto alla spesa da affrontare e alla quota di falsi positivi. Nessun esame è sicuro al 100% ma presenta sempre una quota di possibile errore diagnostico. Per questo va eseguito solo se esiste una indicazione specifica che faccia pensare ad un problema possibile, superando la quota di falso positivo propria di ogni test.