IUGR – RITARDO DI CRESCITA INTRAUTERINA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
Per ritardo di crescita intrauterina (IUGR: Intrauterine Growth Restriction) si intende il mancato raggiungimento del potenziale di crescita da parte del feto per cui la sua crescita sarà rallentata.
Il ritardo di crescita intrauterina, quindi, è una condizione alterata della crescita fetale la quale determina effetti avversi sul feto.
Risulta essenziale che la diagnosi, oltre ad essere corretta sia tempestiva. Un errore del ginecologo o dell’ostetrica per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare anche a gravi complicanze.
Come si riconosce il ritardo di crescita
Il peso del bambino che presenta un ritardo di crescita intrauterina è minore al 10 percentile per età gestazionale.
I centili di crescita sono dei grafici che permettono di confrontare una misura – in questo caso il peso del feto – con i valori normali della popolazione in un intervallo di tempo definito (epoca gestazionale), tracciando delle curve.
Nel caso di IUGR il peso del feto risulta essere inferiore rispetto a quello degli altri feti che si trovano nella medesima epoca gestazionale a causa della patologica limitazione della sua crescita la quale è stata inibita da processi patologici che si sono verificati durante la vita intrauterina.
I bambini con ritardo di crescita, rispetto ai bambini sani che crescono normalmente, presentano un rischio aumentato di mortalità e di complicanze a breve e a lungo termine per quasi la metà dei bambini sopravvissuti.
Se si ritiene di essere stati vittima di un errore medico, di colpa medica dell’Ospedale o di un caso di malasanità potrebbe essere utile rivolgersi ad un avvocato o a uno studio legale che si occupi preferibilmente di risarcimento danni per responsabilità e colpa medica.
Un errore del ginecologo o dell’ostetrica per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare, nei casi più gravi, anche al decesso del bambino, e la morte costituisce la lesione maggiore del bene giuridico della vita. In questi casi anche i familiari del paziente vittima di malasanità potrebbero avere diritto al risarcimento, in particolare i genitori, i nonni, il fratello/la sorella o gli eredi.
Quali fattori influenzano il peso del feto
Il peso alla nascita rappresenta il contributo di diversi fattori che si sono verificati durante la gravidanza. La crescita del feto dipende dal potenziale di crescita individuale che è direttamente correlato alle caratteristiche antropometriche dei genitori e dall’influenza di fattori endocrini, fattori ambientale e dalla nutrizione del feto durante la vita intrauterina.
Situazioni che provocano delle modifiche del nutrimento fetale e un inadeguato apporto di nutrienti dal distretto materno a quello fetale determinano alterazioni della traiettoria di crescita fetale in difetto e il feto non cresce bene.
Circa il 15% dei feti presenta un ritardo di crescita intrauterina.
Nel caso di ritardo di crescita intrauterina, inoltre, vi è una riduzione del rapporto tra il peso della placenta e il peso del feto. Il peso della placenta, infatti, è positivamente correlato al peso del feto e il loro rapporto, che in situazioni fisiologiche aumenta con l’aumentare dell’epoca gestazionale, è indice della crescita del feto.
Il peso della placenta inizia ad aumentare sin dall’inizio della gravidanza per raggiungere il suo plateau a metà della gravidanza per poi mantenersi costante fino a termine di gestazione, mentre il peso del feto inizia ad aumentare dalla seconda metà della gravidanza.
Classificazione di ritardo di crescita intrauterina (IUGR)
Il ritardo di crescita intrauterino può essere distinto in IUGR simmetrico e in IUGR asimmetrico.
Nel caso di ritardo di crescita intrauterino (IUGR) simmetrico il feto smette di crescere sin dall’inizio della gravidanza e in questo caso i suoi parametri quali lunghezza cranio caudale (CRL), circonferenza cranica (CC) e il peso sono ridotti in maniera proporzionale rispetto all’epoca gestazionale e le loro misure sono quindi minori al 10 percentile.
Le cause di ritardo di crescita intrauterino (IUGR) simmetrico sono estrinseche come ad esempio infezioni congenite o anomalie cromosomiche.
Si parla di ritardo di crescita intrauterino (IUGR) asimmetrico, invece, quando il feto smette di crescere normalmente a partire della seconda metà della gravidanza e in particolare circa dopo la 16esima settimana gestazionale.
In questo caso, considerando che il potenziale di crescita del feto all’inizio della gravidanza è nella norma e si riduce solo dopo la prima parte della gravidanza, le misure della sua circonferenza cranica e della lunghezza sono nella norma e corrispondono a quelle di un feto sano alla stessa epoca gestazionale (maggiori al 10 percentile), mentre il peso del feto con ritardo di crescita intrauterino (IUGR) asimmetrico è ridotto rispetto agli altri due parametri ed è quindi minore al 10 percentile.
La testa del feto sarà quindi di dimensioni maggiori rispetto al resto del corpo del feto.
La causa che ha determinato il ritardo di crescita intrauterina, nel caso di ritardo di crescita intrauterino (IUGR) asimmetrico, ha agito tardivamente.
Le cause di ritardo di crescita intrauterino (IUGR) asimmetrico sono rappresentate, nella maggior parte dei casi, da malnutrizione materna e da insufficienza utero placentare per cui il feto non riceve l’adeguato apporto di nutrienti indispensabili per la sua crescita.
Il ritardo di crescita intrauterino (IUGR) simmetrico è meno comune e più grave rispetto a quella asimmetrico poiché ha una probabilità maggiore di provocare deficit neurologici a lungo termine per il nascituro.
Nel feto con ritardo di crescita intrauterino (IUGR) asimmetrico il cervello del feto è più o meno sviluppato, mentre non lo è per il feto con ritardo di crescita intrauterino (IUGR) simmetrico perché la sua crescita è ridotta sin dall’inizio della gravidanza e il cervello non ha modo di crescere e svilupparsi in maniera adeguata.
Cause di ritardo di crescita intrauterina (IUGR)
Le cause di ritardo di crescita intrauterina si distinguono in materne, fetali e placentari.
La causa più frequente di ritardo di crescita intrauterino (IUGR) è da ricercarsi nelle anomalie della placentazione (processo che porta alla formazione della placenta) e dai problemi a livello della placenta, organo di scambio materno e fetale.
Se la placenta non funziona correttamente il feto non può ricevere i nutrienti necessari per la sua crescita.
In caso di gestosi (preeclampsia), malattia sistemica di origine placentare determinata da ipertensione e proteinuria (presenza di proteine nelle urine), ad esempio, la placenta risulta essere mal equipaggiata e non riesce a soddisfare le crescenti richieste della gravidanza per cui il ritardo di crescita intrauterino (IUGR) è una complicanza di questa patologia.
Anche il distacco di placenta (separazione prematura della placenta dalla parete dell’utero) è causa di ritardo di crescita intrauterina cosi come la placenta previa perché la placenta, staccandosi dalla sua sede, non è più capace di assolvere la sua funzione e di provvedere agli scambi di sangue ossigenato e di nutrienti dal compartimento materno a quello fetale.
L’ipertensione (aumento della pressione in gravidanza), inoltre, determina vasocostrizione per cui i vasi sanguigni a livello della placenta vengono compressi e ciò comporta una riduzione più o meno grave del flusso di sangue e nutrienti al feto.
Cause fetali di ritardo di crescita intrauterino – IUGR:
- anomalie strutturali (anomalie cardiache e renali) e malformazioni fetali,
- anomalie cromosomiche e genetiche
- infezioni perinatali soprattutto se si contraggono nel primo trimestre di gravidanza quando si sta completando lo sviluppo degli organi e più facilmente possono comportare anomalie dello sviluppo del feto
- arteria ombelicale unica
- gravidanza gemellare
- trasfusione feto fetale.
Cause materne di ritardo di crescita intrauterino – IUGR:
- patologie preesistenti la gravidanza (ipertensione cronica, diabete, anemia, trombofilia)
- patologie della gravidanza (gestosi, placenta previa)
- abitudini come il fumo di sigaretta, l’assunzione di sostanze stupefacenti e l’abuso di alcol
- alimentazione (anoressia e bulimia)
Cause placentari di ritardo di crescita intrauterino – IUGR:
- inserzione marginale della placenta: il cordone ombelicale è inserito nel margine della placenta
- inserzione velametosa della placenta: il cordone ombelicale si trova inserito sulle membrane amnio coriali
- iperspiralizzazione del cordone ombelicale.
Anche in questa fase diagnostica molto delicata potrebbero purtroppo verificarsi errori medici dell’Ospedale o della Clinica o della Casa di cura, bisognerà valutare l’eventuale colpa ed inoltre comprendere se il danno era o meno evitabile.
Complicanze del ritardo di crescita intrauterina (IUGR)
Il ritardo di crescita intrauterino (IUGR) comporta una riduzione del volume del liquido amniotico (oligoidramnios).
Il feto che presenta un ritardo di crescita intrauterina, per proteggere gli organi più importanti quali cuore e cervello, riduce il flusso di sangue ad altri organi tra cui i reni.
La riduzione del flusso sanguigno a livello renale comporta una ridotta funzionalità del rene e quindi una riduzione della produzione di urina e di conseguenza di liquido amniotico, il quale è prodotto, in parte, dall’emissione di urina da parte del feto.
Altre complicanze perinatali del ritardo di crescita intrauterina sono:
- morte endouterina fetale (mef)
- parto prematuro
- morte neonatale entro i 28 giorni di vita
- sindrome da distress respiratorio (RDS)
- emorragia intraventricolare
- paralisi cerebrale
- retinopatia del prematuro
- sepsi neonatale
- enterocolite
- policitemia (aumento dei globuli rosso): il bambino risponde alla carenza di ossigeno producendo i globuli rossi. Un aumento di globuli rossi può però causare un aumento della viscosità del sangue e di conseguenza una riduzione del flusso sanguigno,
- ipoglicemia neonatale dovuta alla diminuzione delle riserve di glicogeno e di lipidi a causa di una mancanza di nutrienti
- ittero
- anemia neonatale
- problemi neurologici a lungo termine soprattutto se il ritardo di crescita intrauterino è simmetrico
- maggior rischio di ipertensione, diabete e malattie cronico degenerative a lungo termine.
Diagnosi di ritardo di crescita intrauterino (IUGR)
La diagnosi di ritardo di crescita intrauterina viene fatta con l’ecografia.
L’ecografia consente di ottenere una stima del peso fetale attraverso un software con uno scarto di circa il 10%.
Se il peso del feto è minore al 10 percentile e quindi minore rispetto al peso dei feti che si trovano nella medesima epoca gestazionale significa che vi è un ritardo di crescita.
Al fine di porre diagnosi di ritardo di crescita intrauterino (IUGR), devono anche essere misurati alcuni parametri fetali quali la circonferenza addominale (CA), il diametro bi parietale (DBP), la circonferenza cefalica (CC) e la lunghezza del femore.
Dopo che i suddetti paramenti sono stati misurati vengono inseriti all’interno delle curve dei percentili della popolazione normale per confrontare i dati ottenuti dalla misurazione con quelli di tali curve di riferimento.
Nel caso di ritardo di crescita intrauterina, i valori ottenuti saranno minori rispetto a quelli della popolazione di riferimento.
Il parametro più sensibile nella diagnosi di ritardo di crescita intrauterino (IUGR) è la circonferenza addominale (CA), la quale risulta essere un importante indicatore della crescita del feto.
Il fegato, infatti, è il primo organo ad essere suscettibile alla riduzione di crescita e se il feto non viene tolto da un ambiente intrauterino sfavorevole inizierà ad aumentare i processi catabolici per la produzione di energie considerando che la capacità di sintesi del fegato diminuisce.
L’aumento del rapporto tra la circonferenza addominale e la circonferenza cranica può essere considerato un buon indicatore della severità di ritardo di crescita intrauterino (IUGR).
Attraverso l’ecografia, al fine di porre diagnosi di ritardo di crescita intrauterino (IUGR), deve essere valutata anche la quantità di liquido amniotico presente in quanto una sua diminuzione (oligoidramnios) può essere correlata ad un ritardo di crescita intrauterina.
La presenza di una riduzione del liquido amniotico si associa a un più alto tasso di mortalità perinatale perché il feto è in sofferenza.
La diagnosi prevede anche la valutazione della velocità del flusso sanguigno in corrispondenza di particolari distretti fetali quali arteria ombelicale, arterie cerebrale media, dotto venoso e dell’arteria uterina materna.
La velocità dei flussi viene determinata attraverso l’ecografia doppler.
Il flusso a livello dell’arteria ombelicale identifica i feti a rischio ipossico (riduzione dell’apporto di ossigeno) perciò la riduzione del flusso a livello dell’arteria ombelicale e la sua assenza sono indicative di ipossia fetale.
Il flusso dell’arteria cerebrale media, nel caso di ritardo di crescita intrauterino (IUGR), è aumentato per la distribuzione del flusso sanguigno al cervello a sfavore degli organi non nobili quali il rene.
Il flusso a livello del dotto venoso è anche aumentato se il feto presenta ritardo di crescita intrauterino (IUGR) in quanto diminuisce il flusso a livello epatico.
La valutazione del flusso sanguigno a livello dell’arteria uterina, infine, permette di rilevare alterazioni della funzionalità della placenta.
Gestione e trattamento della gravidanza complicata dal ritardo di crescita intrauterina
Il medico dopo aver diagnosticato il ritardo di crescita deve valutare le cause e il tipo di ritardo di crescita intrauterino (IUGR) ovvero se simmetrico o asimmetrico.
La gravidanza deve essere seguita con controlli ecografici e di ecografia doppler, con la valutazione del liquido amniotico e dello stato di benessere fetale ogni 2 – 3 settimane.
Nel caso in cui la velocità a livello dell’arteria ombelicale si riduce ulteriormente è raccomandato il ricovero in quanto aumenta il rischio ipossico per il feto.
Se l’epoca gestazionale è maggiore di 34 settimane ed è stata quindi raggiunta la maturità polmonare del feto, si può indurre il travaglio di parto, mentre se non è stata raggiunta la 34esima settimana deve essere messa in atto una condotta conservativa monitorando il benessere fetale.
Nel caso in cui si rileva un’importante alterazione dei parametri fetali e un’alterazione dei flussi sanguigni riscontrati attraverso l’ecografia doppler deve essere espletato il parto.
Se il feto non ha ancora raggiunto la maturità polmonare deve essere somministrato cortisone (bentelan) alla madre per favorire la maturazione dei polmoni fetali ed evitare quindi problemi respiratori alla nascita.
In caso di ritardo di crescita fetale bisogna verificare tutte le metodiche scelte dal ginecologo o dall’ostetrica. Un passaggio fondamentale se ci si trova davanti ad un caso di malasanità. Un medico legale, anche coadiuvato da uno specialista e da un avvocato, può capire se vi sia stato un errore nella diagnosi, nell’esecuzione del trattamento sanitario o nello svolgimento della terapia e, di conseguenza, se c’è responsabilità del medico, dell’equipe o dell’Ospedale (siano anche una Casa di cura o una Clinica). Essenziale, in questa fase, risulterà la disamina della documentazione medica tra cui gli esami, la cartella clinica e il consenso informato.
Malasanità e ritardo della crescita del feto
Dopo aver diagnosticato un ritardo di crescita il feto deve essere monitorato per rilevare precocemente eventuali segni di sofferenza fetale i quali rendono imperativo l’espletamento rapido del parto.
Se il feto non viene monitorato o vengono trascurati alcuni parametri può subire dei gravi danni se non viene tolto da un ambiente intrauterino sfavorevole.