SINTOMI DELLA GESTOSI o PREECLAMPSIA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
La preeclampsia è una malattia sistemica di origine placentare che colpisce potenzialmente tutti gli organi della donna: le sue manifestazioni cliniche sono fra le più varie.
Quali sono i segnali che indicano una possibile gestosi (preeclampsia)
I segni tipici che la caratterizzano e ne consentono la diagnosi sono l’ipertensione, con valori pressori superiori o uguali a 149/90 mmHg, associata alla presenza di proteinuria (proteine rilevate maggiori o uguali a 300 mg nella raccolta delle urine delle 24 ore) o alla presenza di altri segni e sintomi che indicano la compromissione della funzionalità di un organo, quali ad esempio l’elevazione delle transaminasi, la piastrinopenia, la creatininemia alterata, la cefalea, il dolore epigastrico.
Spesso, nelle forme che si presentano a settimane più precoci, anche il feto è coinvolto con problemi di crescita e benessere.
La valutazione iniziale della paziente comprende:
- anamnesi e raccolta delle informazioni;
- ricerca di segni e sintomi;
- misurazione della pressione arteriosa;
- richiesta degli esami del sangue e delle urine;
- valutazione dello stato fetale.
L’anamnesi è volta ad identificare il tipo di ipertensione, se indotta dalla gravidanza o se preesistente.
L’ipertensione è gestazionale se è dimostrata la normalità della pressione prima della 20ª settimana.
Il rilievo di una ipertensione preesistente identifica una forma di ipertensione cronica che potrebbe essere complicata da una forma di preeclampsia sovraimposta, definita dalla comparsa di proteinuria o da un improvviso peggioramento dei livelli di ipertensione e/o dei valori della preesistente proteinuria, o dalla comparsa dei segni di compromissione d’organo.
La ricerca dei segni e dei sintomi è volta a cogliere il coinvolgimento d’organo (stato di eclampsia imminente).
La misurazione della pressione arteriosa riveste un ruolo fondamentale e deve essere misurata osservando regole precise, la paziente deve essere posta in posizione seduta, a riposo per almeno 2-3 minuti, con braccio appoggiato su un piano in modo che la parte media del braccio sia posta all’altezza del cuore.
La richiesta degli esami ematici deve tener conto della condizione d’urgenza, evitando di richiedere esami troppo complessi che potrebbero ritardare la consegna del referto. Sono inizialmente consigliati: emocromo, transaminasi, lattato deidrogenasi, creatinina e proteinuria estemporanea (dipstick); in caso di alterazione di questi esami potranno essere richiesti ulteriori approfondimenti (assetto coagulatorio, azotemia, uricemia, elettroliti plasmatici).
La valutazione della proteinuria attraverso dipstick è un metodo pratico e veloce, ma è gravato da un alto tasso di falsi positivi, questo tasso si riduce se la proteinuria allo stick risulta essere molto elevata (2+ o 3+); la diagnosi sarà confermata solo dall’esito della misurazione nelle 24 ore.
In caso di gestosi bisogna verificare tutte le metodiche scelte dal ginecologo o dall’ostetrica. Un passaggio fondamentale se ci si trova davanti ad un caso di malasanità. Un medico legale, anche coadiuvato da uno specialista e da un avvocato, può capire se vi sia stato un errore nella diagnosi, nell’esecuzione del trattamento sanitario o nello svolgimento della terapia e, di conseguenza, se c’è responsabilità del medico, dell’equipe o dell’Ospedale (siano anche una Casa di cura o una Clinica). Essenziale, in questa fase, risulterà la disamina della documentazione medica tra cui gli esami, la cartella clinica e il consenso informato.
Non esiste un automatismo tra errore e risarcimento del danno e neppure che in un caso specifico sussistano tutte le voci di danno patrimoniale, non patrimoniale e biologico ecc., è comunque fondamentale che l’avvocato faccia una disamina ad ampio spettro. Esistono molti aspetti da valutare dall’eventuale danno da perdita della capacità lavorativa al danno da perdita di chance a quello di doversi sottoporre ad un nuovo trattamento medico con i connessi rischi.
Quali sono i sintomi a livello fetale che possono indicare una gestosi (preeclampsia)
Tra i segni, è necessario valutare anche lo sviluppo clinico fetale per identificare un ritardo di crescita e/o una riduzione del liquido amniotico; a seconda delle epoche gestazionali, possono essere utilizzati l’ecografia (biometria fetale e valutazione quantitativa del liquido amniotico), la velocimetria Doppler dell’arteria ombelicale e delle arterie uterine e la cardiotocografia.
Qual è il trattamento da operare in caso di gestosi (preeclampsia)
La preeclampsia complica dal 2% al 5% delle gravidanze. Una volta diagnosticata richiede un aumento di intensità delle cure alla gestante allo scopo di valutare rapidamente lo stato di malattia con il monitoraggio dei parametri materni, il controllo degli esami ematici, la valutazione delle condizioni fetali.
I clinici che seguono la gravidanza devono tempestivamente mettere in atto azioni per stabilizzare le condizioni della paziente: terapia antipertensiva, profilassi delle convulsioni ed equilibrata infusione di liquidi.
Quali sono i possibili errori medici in caso di gestosi (preeclampsia)
Gli errori medici più frequenti nel trattamento di questa emergenza sono:
- mancato riconoscimento dei segni/sintomi della patologia con conseguente peggioramento delle condizioni materne e/o fetali,
- superficialità nella raccolta delle informazioni e nell’anamnesi (riconoscimento dei fattori di rischio durante la prima visita permette di prevenire eventuali problematiche che possono insorgere in gravidanza),
- mancata esecuzione di test clinici essenziali sia per la madre che per il feto al fine di valutare la gravità della situazione,
- segnalazione di prescrizioni generiche nella cartella clinica: ogni paziente in base alla patologia di cui è affetta necessita di procedure assistenziali specifiche secondo linee guida nazionali,
- errori nella scelta e nella somministrazione della terapia per mantenere sotto controllo la patologia.