TRACCIATO IN GRAVIDANZA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
Il tracciato, chiamato anche cardiotocografia, è una tecnica di monitoraggio fetale che permette di rilevare e registrare su carta la frequenza cardiaca del feto in contemporanea all’eventuale attività contrattile dell’utero.
Il tracciato può essere eseguito sia durante la gravidanza, preferibilmente a termine di gravidanza o prima del termine quando la gravidanza è a rischio o quando la gravida avverte una riduzione dei movimenti fetali, sia durante il travaglio in modo da monitorare la risposta del feto alle contrazioni.
Nel caso non venisse effettuato, la madre potrà affidarsi ad uno Studio legale o ad un Avvocato, preferibilmente specializzato in risarcimento danni da malasanità e da responsabilità medica, che esaminerà insieme alla paziente ed alla famiglia la fattibilità di una richiesta di risarcimento.
Come si svolge il tracciato e quanto dura
Lo strumento usato per il monitoraggio, chiamato cardiotocografo, è dotato di due sonde: una sonda posta sull’addome materno rileva l’attività contrattile dell’utero e un’altra sonda, posta anch’essa sull’addome materno in corrispondenza del dorso fetale, rileva l’attività cardiaca del feto.
Se la gravidanza è gemellare le sonde per rilevare il battito cardiaco fetale saranno una per ogni feto.
Il tracciato è riportato su carta termica divisa in una parte superiore dove viene registrata l’attività cardiaca fetale e una inferiore dove viene registrata l’eventuale presenza di attività contrattile.
Il tracciato va eseguito con la gravida seduta o semidistesa sul lettino evitando la posizione supina in quanto l’utero gravido comprime i vasi sanguigni e di conseguenza la perfusione di ossigeno al feto può essere compromessa.
La durata del tracciato è di 20 minuti ma può essere prolungata quando durante il travaglio si presentano delle condizioni patologiche o finché non vengano soddisfatti i criteri che rendono un tracciato normale e rassicurante.
Deve essere valutata la frequenza cardiaca di base del feto (maggiore rispetto a quella di un adulto), le accelerazioni e decelerazioni del suo battito e la variabilità del ritmo cardiaco.
Le variazioni della frequenza cardiaca del feto sono espressione di buona ossigenazione e sono indice di benessere fetale.
L’attività cardiaca del feto deve essere valutata anche in relazione alle contrazioni in quanto possono provocare alterazioni del battito cardiaco sia fisiologiche, soprattutto a termine del travaglio di parto, sia patologiche.
Errori nella valutazione del tracciato in gravidanza
Gli errori più frequenti nella valutazione del tracciato in gravidanza sono:
- mancata effettuazione del tracciato cardiotocografico laddove esiste un’indicazione;
- ottenimento di un risultato non rassicurante o anormale del tracciato;
- mancata refertazione del tracciato;
- incapacità di valutazione e interpretazione del tracciato e di conseguenza mancato riconoscimento dei quadri patologici che richiedono un intervento medico immediato.
Se si ritiene di essere stati vittima di un errore medico, di colpa medica dell’Ospedale o di un caso di malasanità potrebbe essere utile rivolgersi ad un avvocato o a uno studio legale che si occupi preferibilmente di risarcimento danni per responsabilità e colpa medica.
Qualora vi siano i presupposti, la madre potrebbe dunque chiedere il risarcimento dei danni per essere stata vittima di un caso di malasanità a causa di una diagnosi sbagliata, errata, tardiva oppure di una cura sbagliata o errata o di una terapia non tempestiva o inefficace. Lo studio legale o l’avvocato, preferibilmente specializzati in danni da responsabilità medica, insieme al proprio medico legale, valuteranno se vi sia o meno la possibilità di chiedere i danni all’Ospedale, all’Assicurazione, al ginecologo e più in generale ai medici coinvolti.
Rischi fetali in caso di tracciato non rassicurante
Quando la frequenza cardiaca del feto non è rassicurante e il tracciato presenta dei segni di sofferenza fetale il personale medico deve agire tempestivamente e in maniera appropriata.
Il rischio per il feto è l’asfissia perinatale (carenza di ossigeno) che può comportare danni cerebrali e morte.