TRATTAMENTO PER LA PREVENZIONE DEL PARTO PREMATURO
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
La minaccia di parto prematura si verifica quando vi è un elevato rischio che la donna possa partorire prima del termine di gravidanza, cioè prima che abbia raggiunto le 37 settimane di età gestazionale.
I rischi legati ad un parto prematuro non influiscono sulla madre, ma possono essere significativi per la vita del bambino, che è maggiormente esposto all’insorgenza di patologie tanto quanto prima si verifichi la nascita.
Quali possono essere i fattori di rischio che aumentano la possibilità di un parto prematuro
La causa all’origine di un parto prematuro è spesso difficile da identificare, ma i fattori di rischio sono molteplici e comprendono l’età materna superiore a 40 anni, il consumo di fumo, alcol e droghe, l’attività fisica pesante, un forte stress psicologico.
In particolare, il professionista sanitario che assiste la donna in gravidanza deve considerare l’elevato rischio che si presenta nelle donne che hanno avuto una precedente esperienza di parto pretermine, oppure con anomalie della cervice uterina, con infezione del tratto genitale o in presenza di altre patologie materne.
Anche in questa fase diagnostica molto delicata potrebbero purtroppo verificarsi errori medici dell’Ospedale o della Clinica o della Casa di cura, bisognerà valutare l’eventuale colpa ed inoltre comprendere se il danno era o meno evitabile.
Se si ritiene di essere stati vittima di un errore medico, di colpa medica dell’Ospedale o di un caso di malasanità potrebbe essere utile rivolgersi ad un avvocato o a uno studio legale che si occupi preferibilmente di risarcimento danni per responsabilità e colpa medica.
Quale trattamento medico operare per cercare di prevenire il parto prematuro
In presenza di un aumentato rischio o del sospetto di una minaccia di parto prematuro si esegue una cervicometria, un’ecografia transvaginale che misura la lunghezza della cervice uterina, per valutare se sia avvenuto un raccorciamento della stessa; in tal caso va valutato il piano terapeutico più efficace e discusso con la donna.
Le strategie disponibili per prevenire il parto prematuro sono numerose e possono essere associate tra loro in base alle differenti situazioni cliniche.
Il riposo a letto viene solitamente indicato a tutte le gestanti con minaccia di parto prematuro; nei casi di minore rischio la donna potrà far ritorno al proprio domicilio con le dovute prescrizioni, altrimenti dovrà essere proposto il ricovero presso la struttura ospedaliera.
La somministrazione di progesterone viene generalmente proposta poiché è riconosciuto il ruolo di questo ormone nel mantenimento della gravidanza, impedendo la maturazione della cervice uterina e favorendo uno stato di quiete delle cellule miometriali, quelle che causano la contrazione uterina; il progesterone non va però utilizzato per le donne che manifestano già attività contrattile, procedendo in questi casi alla somministrazione di una terapia tocolitica.
Il cerchiaggio è un metodo utilizzato in ostetricia da anni per impedire che la dilatazione uterina aumenti nelle donne con rischio di parto prematuro; considerati i rischi comportati da questa operazione, può essere considerata un’opzione terapeutica solo in presenza di indicazioni specifiche, come per coloro che hanno già avuto un parto pretermine in passato e con un significativo raccorciamento della cervice uterina tra le 16 e le 24 settimane di età gestazionale.
Il pessario è un dispositivo dal recente impiego, con minore invasività rispetto al cerchiaggio, ma il cui reale effetto preventivo è ancora discusso.
La donna dovrà essere accuratamente informata riguardo alle opzioni terapeutiche disponibili e coinvolta nella scelta delle strategie da adottare.
Va ricordato che se la donna ha un elevato rischio di partorire pretermine dovrà essere ricoverata in una struttura ospedaliera che possa garantire cure intensive al neonato prematuro. Se il feto ha raggiunto un’età gestazionale adeguata va considerata la somministrazione di profilassi corticosteroidea per favorire la maturazione polmonare e l’adattamento extrauterino nel caso si verificasse la nascita pretermine.