GERMI RESISTENTI AGLI ANTIBIOTICI
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
Con antibiotico resistenza si intende quando determinati antibiotici diventano inefficaci per la cura di infezioni da batteri resistenti. Quindi, per capacità antibiotico resistenza si intende la capacità di un batterio di resistere all’azione di uno o più farmaci antibiotici.
In questi casi, la tardiva diagnosi dell’infezione, o addirittura il non riconoscere una infezione, o la mancata gestione della resistenza antibiotica con prescrizione di cure errate/sbagliate, potrebbe essere grave perché una cura non corretta o somministrata tardi, o addirittura non data, potrebbe portare ad un peggioramento alla salute e, nei casi peggiori, portare alla morte (decesso per infezione da batterio antibiotico resistente). È necessario usare una terapia mirata ed appropriata. In caso di malasanità per errore medico o dell’ospedale, si potrebbe anche subire un grave danno da perdita di chance di guarigione o di sopravvivenza per morte del paziente, o per l’accelerazione del decesso, o una perdita di chance di conservare una vita migliore con conseguente diritto al risarcimento dei danni.
Potranno affidarsi ad un avvocato specializzato in malasanità tutte le persone, e in caso di morte i loro familiari, che hanno subito un danno per antibiotico resistenza dovuto a errore medico, colpa e responsabilità dell’Ospedale sia pubblico che privato o del medico (specialista, medico di base o generico, chirurgo, primario dell’ospedale o della clinica, infermiere ecc.) dovuto a diagnosi dell’infezione sbagliata o tardiva, ad esame/analisi non effettuata, effettuata male o in ritardo. È possibile chiedere il risarcimento del danno non solo quando i medici non hanno scoperto l’antibiotico resistenza – poi mal curata, ma anche nel caso l’operazione/intervento chirurgico ha provocato l’infezione al paziente, poi aggravatasi, e questo ha procurato un danno.
Lo Studio legale Marzorati di Milano opera in tutta Italia, ed è specializzato in risarcimento danni da malasanità ed esaminerà insieme al medico legale e al medico specialista, l’eventuale fattibilità di una richiesta di risarcimento danni senza chiedere anticipi per il compenso dell’avvocato, del medico legale e del medico specialista di parte. Non dovrai neppure anticipare il costo per la relazione medico legale e per il parere specialistico di parte.
Cos’è l’antibiotico resistenza e perché può essere rischiosa
L’antibiotico resistenza è quindi la capacità dei batteri di resistere all’azione di alcuni antibiotici e di moltiplicarsi aggravando ancora di più l’infezione.
Gli antibiotici sono dei farmaci che vengono prescritti per il trattamento delle infezioni. La scoperta degli antibiotici è stato un evento rivoluzionario per la medicina in quanto grazie a questi è stato possibile trattare delle infezioni che in precedenza erano letali.
Tuttavia, anche lo sviluppo dell’antibiotico resistenza aumenta il rischio di mortalità e di morbilità per il paziente poiché il trattamento dell’infezione risulta difficoltoso. Il rischio di mortalità aumenta notevolmente se i germi hanno acquisito una resistenza nei confronti di più antibiotici.
Alcune delle cause dello sviluppo dell’antibiotico resistenza negli ultimi anni è la loro inappropriata prescrizione da parte dei medici, dalla frequente somministrazione e dalla diffusione delle infezioni ospedaliere. È opportuno ricordare che in caso di trasmissione di infezioni nosocomiali (cioè durante la degenza ospedaliera o durante lo svolgimento di una visita) potrebbe essere possibile chiedere il risarcimento dei danni all’Ospedale che è responsabile della carenza organizzativa o se il personale medico dovesse commettere degli errori (potrebbe sbagliare, confondersi, essere negligente ecc.). Anche in questo caso sarà opportuno rivolgersi ad un avvocato esperto in malasanità.
In caso di sospetto di infezione vengono inizialmente somministrati degli antibiotici ad ampio spettro la cui azione è diretta contro un gran numero di microrganismi patogeni; solo dopo che sarà stato individuato il microrganismo patogeno che ha provocato l’infezione la terapia verrà cambiata con l’antibiotico in grado di debellare quel determinato microrganismo.
In questa fase sarà importante, da un lato, lo svolgimento tempestivo e corretto dell’antibiogramma per comprendere se il batterio che provoca l’infezione è resistente a qualche ceppo di antibiotico e soprattutto a quale. Nel caso in cui il tecnico di laboratorio, il personale infermieristico o medico sbagliassero ad effettuare l’esame, potrebbe esserci una responsabilità dell’ospedale (pronto soccorso/clinica privata/asl/asst/RSA) con conseguente obbligo di risarcimento dei danni.
In secondo luogo, la parte più importante della diagnosi spetta al medico che deve scegliere l’antibiotico corretto e dare le giuste prescrizioni. La scelta dell’antibiotico dipende dal tipo di infezione da trattare, dalla storia clinica del paziente, dalla presenza di eventuali allergie a farmaci e dai risultati dell’antibiogramma: esame di laboratorio che permette di individuare a quali antibiotici il batterio è resistente e ai quali è sensibile. In caso di omissione, di terapia ritardata o sbagliata potrà essere riconosciuta una colpa del medico o dell’ospedale e il malato o i suoi familiari (madre/padre/marito/moglie/convivente/partner/figlio/figlia/sorella/fratello o, in caso di morte, tutti gli eredi) potranno chiedere assistenza ad uno studio legale specializzato in malasanità per una valutazione del caso.
Al contrario della resistenza agli antibiotici, se un batterio è invece sensibile ad un antibiotico significa che quest’ultimo è efficace per il suo trattamento.
Il fenomeno dell’antibiotico resistenza in Italia è molto elevato ed interessa prevalentemente la klebsiella pneumoniae e l’escherichia coli.
La klebsiella pneumoniae resistente agli antibiotici
In condizioni normali la klebsiella pneumoniae colonizza:
- il tratto gastrointestinale;
- il tratto respiratorio superiore;
- la cute.
L’infezione da klebsiella pneuomiae viene generalmente acquisita in ambito ospedaliero e interessa principalmente l’apparato respiratorio, quello urinario e le infezioni del sangue.
Le infezioni da klebsiella pneumoniae sono associate ad alta mortalità.
La klebsiella pneumoniae è resistente alle penicilline e alle cefalosporine e ciò comporta una limitazione delle opzioni terapeutiche. Essendo questi antibiotici inefficaci per il trattamento dell’infezione sostenuta da klebsiella pneumoniae venivano somministrati i carbapenemi nei confronti dei quali però la klebsiella penumoniae ha anche sviluppato una resistenza.
La klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi è, ad oggi, una delle infezioni più pericolose per il tasso alto di mortalità.
L’infezione da klebsiella pneumoniae può manifestarsi con:
- problemi respiratori (tosse, difficoltà respiratorie, dolore toracico, affanno);
- disturbi urinari (minzione difficoltosa, dolore durante la minzione, presenza di sangue nelle urine, dolore addominale);
- disturbi neurovegetativi (stato confusionale, fastidio alla luce, nausea e vomito).
La klebsiella pneumoniae è rivestita da una capsula che protegge il microrganismo dalle azioni difensive dell’organismo così da rendere difficoltosa la sua eliminazione.
Se non trattate in maniera tempestiva le infezioni provocate da klebsiella pneumoniae possono essere letali.
Essenziale, in questa fase, risulterà l’esame della documentazione medica tra cui le analisi e gli esami prescritti, i medicinali assunti, la cartella clinica e il consenso informato. È consigliabile conservare questa documentazione per favorire la gestione di un’eventuale pratica di risarcimento dei danni. In caso contrario il paziente o i suoi eredi hanno sempre diritto a chiedere copia dei referti che devono essere rilasciati dalla struttura previo rimborso dei costi di copia. Per la perizia medico legale antibiotico resistenza e morte per klebsiella pneumoniae potrebbe essere utile chiedere anche la cartella clinica, e in caso di decesso l’autopsia (relazione perizia medico legale). L’autopsia è un esame che viene fatto subito dopo la morte del paziente (esame autoptico). L’autopsia non viene però rilasciata subito, a volte dopo diversi mesi dalla morte antibiotico resistenza e morte per klebsiella pneumoniae. Per avere l’autopsia si deve fare una specifica domanda all’Ospedale.
L’escherichia coli resistente agli antibiotici
L’escherichia coli è un microrganismo che si riscontra nell’intestino; è un batterio commensale che fa parte della flora intestinale e in questo caso è innocuo.
L’escherichia coli può però diventare pericolosa tanto da causare gravi malattie come:
- infezioni urinarie;
- meningite: infezione delle meningi ovvero le membrane che rivestono e proteggono il sistema nervoso centrale;
- colite emorragica: infiammazione della mucosa gastrica che si manifesta con diarrea ed altre gravi complicanze;
- enterite: infiammazione dell’intestino
L’escherichia coli produce delle tossine ovvero delle sostanze che possono provocare diverse problematiche come l’irritazione gastrointestinale.
L’escherichia coli, come la klebsiella pneumoniae, ha sviluppato una resistenza ad alcune specie di antibiotici come le cefepime, cefotaxime e ceftazidime quindi le possibilità di trattamento delle infezioni sostenute da questi batteri sono limitate per cui si associano ad un rischio di mortalità.
L’escherichia coli produce degli enzimi che conferiscono resistenza agli antibiotici. Il materiale genetico dell’escherichia coli può essere responsabile del trasferimento della resistenza attraverso gli alimenti.
I ceppi di escherichia coli possono essere presenti nelle feci degli animali di allevamento e nelle carni.
Il risarcimento dei danni per casi di malasanità per antibiotico resistenza da escherichia coli può essere chiesto con l’intervento di un avvocato se il medico non è diligente e non rispetta gli accorgimenti richiesti secondo le più importanti evidenze scientifiche (prescrivere antibiogramma, scegliere antibiotico non resistente, prescrivere cura esatta ecc.) è imprudente, ossia non valuta i rischi che corre il paziente (ad esempio non è veloce e tempestivo nella diagnosi); non ha la preparazione tecnica e teorica per curare il malato, ossia è imperito; commette la c.d. colpa specifica ossia non rispetta i regolamenti disciplinari, le leggi, i protocolli medici o gli obblighi contrattuali nei confronti dell’ospedale. In questi casi il danneggiato e i suoi familiari ha diritto ad ottenere un risarcimento dei danni con una valutazione omnicomprensiva sia delle lesioni fisiche apportate (danno biologico) che dei danni patrimoniali. Tale disamina viene svolta dall’avvocato di concerto con il medico legale che verrà messo a disposizione dallo Studio legale Marzorati, così come se necessitassero ulteriori medici specialisti.
Come i batteri diventano resistenti
Il fenomeno dell’antibiotico resistenza è incentivato dal frequente uso di antibiotici.
La somministrazione di un antibiotico determina l’uccisone dei batteri che hanno provocato l’infezione ma anche di quei batteri che appartengono alla flora normale mentre i batteri che sono resistenti agli antibiotici diventano predominanti, crescono e si moltiplicano. I batteri possono comunque trasmettere la loro capacità di resistere agli antibiotici ad altri batteri attraverso la trasmissione del materiale genetico. Il materiale genetico comprende piccoli pezzi di DNA nei quali si trova l’informazione che permette la produzione di enzimi capaci di conferire al batterio ricevente la resistenza agli antibiotici.
La resistenza agli antibiotici si può anche sviluppare dalla moltiplicazione dei batteri: per moltiplicarsi i batteri devono trascrivere il loro DNA producendone una copia. In questa fase può succedere che la copia del DNA sia errata; tali errori prendono il nome di mutazioni, le quali possono essere all’origine dell’antibiotico resistenza.
Con il tempo i batteri possono acquisire una o più resistenze in seguito alla mutazione spontanea del materiale genetico.
Quando i batteri sono resistenti all’azione di più di un antibiotico si parla di batteri mutliresistenti. In questo ultimo caso la possibilità di un trattamento efficace si riduce ulteriormente.
I batteri possono resistere agli antibiotici rigettandolo, rendendo la propria membrana impermeabile così che l’antibiotico non la possa attraversare e rendendo inefficace l’antibiotico attraverso la modificazione della sua struttura. La prescrizione di farmaci controindicati in caso di infezioni e possibile antibiotico resistenza, costituisce una negligenza del medico/personale ospedaliero che potrebbe determinare una colpa medica. Quando viene accertata la responsabilità del medico, la paziente può chiedere il risarcimento per i danni subiti. Essere seguiti da un avvocato specializzato in risarcimento malasanità potrebbe essere importante per tutelare al meglio i propri diritti, e quelli dei propri cari.
Come si acquisiscono i batteri resistenti agli antibiotici
I batteri resistenti agli antibiotici possono essere acquisiti in ambiente ospedaliero (pronto soccorso, reparto di degenza, sala operatoria) e in ambiente assistenziale (casa di cura, RSA) e diffondersi tra i pazienti.
La trasmissione può avvenire attraverso colpi di tosse, starnuti, contatto stretto o dal contatto con superfici contaminate.
Per evitare l’insorgenza di infezioni sostenute da batteri resistenti agli antibiotici devono essere rispettati i protocolli per il controllo e la prevenzione delle infezioni ospedaliere.
Le misure utili a ridurre il rischio di acquisizione e trasmissione dei batteri resistenti agli antibiotici sono:
- lavaggio delle mani;
- utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (guanti, schermi visivi, camici, mascherine);
- somministrazione della profilassi antibiotica solo quando raccomandato dalle linee guida;
- disinfezione dei presidi medici;
- frequente sanificazione degli ambienti;
- isolamento dei pazienti ai quali è stata diagnosticata un’infezione provocata da batteri resistenti agli antibiotici;
- predisposizione del campo sterile per l’esecuzione degli interventi chirurgici;
- utilizzo di cateteri vescicali, cateteri venosi, tubi endotracheali, protesi ed altri presidi medici che prevedono l’accesso nelle cavità corporee sterili;
- utilizzo di strumenti sterili per gli interventi chirurgici;
- disinfezione della cute prima del posizionamento di cateteri venosi, dell’uretra prima dell’inserimento del catetere vescicale e della cute prima dell’incisione chirurgica;
- mantenere pulite le ferite chirurgiche;
- gestire correttamente e in asepsi i cateteri.
Quando un paziente contrae l’infezione ospedaliera/nosocomiale, che è di solito provocata da germi e batteri che si trovano nella struttura questa può essere responsabile dei danni causati per non aver adottato tutte le cautele previste dalle procedure standard per garantire le condizioni igieniche dei locali e la sterilizzazione della strumentazione chirurgica/medica usata durante gli interventi o la visita, parimenti la struttura può essere chiamata a rispondere delle conseguenze negative per il paziente in caso di scorretta terapia profilattica o ritardata terapia antibiotica.
La diagnosi di infezione sostenuta da germi resistenti agli antibiotici
Come tutte le infezioni, anche quelle sostenute dai batteri resistenti agli antibiotici si manifestano con febbre, tachicardia, riduzione della pressione sanguigna e con altri sintomi differenti in base alla sede di infezione.
Ad esempio, se l’infezione interessa le vie urinarie il paziente avrà difficoltà nella minzione, dolore durante la minzione, dolore addominale, presenza di sangue nelle urine; mentre se si tratta di una polmonite (infezione del polmone) il paziente presenterà difficoltà respiratorie.
In presenza di un sospetto di infezione, per confermare la diagnosi, devono essere eseguiti degli esami di laboratorio:
- l’esecuzione dell’emocromo per valutare il numero dei globuli bianchi e la valutazione della PCR il cui aumento è indice di infezione. Questi esami vengono eseguiti attraverso un semplice prelievo di sangue venoso;
- le colture: esami di laboratorio che permettono di isolare il microrganismo patogeno che ha provocato l’infezione. Le colture vengono così chiamate perché il materiale viene prelevato in delle apposite provette in cui è presente un terreno di coltura. Le colture possono essere eseguite su sangue, urine, espettorato, liquor in base al sito corporeo dove si sospetta l’infezione.
Il trattamento di infezione sostenuta da germi resistenti agli antibiotici
Il trattamento consiste nella somministrazione di antibiotici.
Nel momento in cui si ha un sospetto di infezione ovvero quando il paziente presenta una sintomatologia riconducibile ad un processo infettivo si deve già iniziare con la somministrazione di antibiotici ad ampio spettro in grado di debellare un buon numero di patogeni.
È di fondamentale importanza l’esecuzione delle culture per individuare il microrganismo patogeno che è responsabile dell’infezione. Dopo aver isolato il microrganismo viene eseguito, sempre tramite tecniche specifiche di laboratorio, l’antibiogramma che prevede di far reagire il batterio con i principi attivi di diversi antibiotici. Grazie all’antibiogramma è possibile comprendere a quali antibiotici il patogeno è sensibile e ai quali è resistente.
Una volta giunto l’esito dell’antibiogramma il medico modificherà la terapia con l’antibiotico sensibile al batterio, che è quello efficace per il suo trattamento.
Quando ci sono errori o ritardi nello svolgimento di questi accertamenti o nella somministrazione della terapia si verifica un caso di malasanità. Chi è vittima di un caso di malasanità o di responsabilità medica potrebbe aver subito importanti conseguenze per la sua salute e potrebbe avere il diritto ad ottenere il risarcimento dei danni patiti con l’intervento di un avvocato. Il peggioramento o un significativo cambiamento delle condizioni di salute del paziente o del suo stile di vita sono i primi parametri che vengono analizzati per stabilire se hai diritto ad un risarcimento danni oltre che per quantificarli.
I germi resistenti agli antibiotici ed errori medici
Il trattamento delle infezioni deve essere tempestivo. Più viene ritardata la diagnosi e di conseguenza il trattamento maggiore è il rischio di mortalità, soprattutto se si tratta di un’infezione sostenuta dai batteri resistenti agli antibiotici.
Gli errori medici che possono portare all’acquisizione e alla trasmissione delle infezioni sostenute da batteri resistenti agli antibiotici sono:
- inappropriata prescrizione di antibiotici;
- prescrizione dell’antibiotici sbagliata;
- inosservanza dei protocolli per la prevenzione e il controllo delle infezioni ospedaliere;
- non eseguire il lavaggio delle mani prima e dopo il contatto con il paziente;
- mancato isolamento dei pazienti ai quali è stata diagnosticata un’infezione da batteri resistenti per limitare il rischio di contagio agli altri pazienti;
- utilizzo di strumenti chirurgici e di presidi medici (cateteri, tubi, protesi) non sterili;
- somministrazione dell’antibiotico profilassi quando non indicata;
- inosservanza dell’asepsi;
- scorretto allestimento del campo sterile prima di un intervento chirurgico;
- errata gestione dei cateteri;
- mancata disinfezione dei presidi medici;
- mancata sanificazione degli ambienti.
Gli errori che aumentano il rischio di mortalità dei pazienti che hanno sviluppato un’infezione sostenuta da batteri resistenti agli antibiotici sono:
- diagnosi tardiva;
- trattamento intempestivo;
- mancata esecuzione degli esami di laboratorio per confermare la diagnosi di infezione;
- mancata o errata esecuzione delle colture;
- errata interpretazione dell’antibiogramma;
- scelta dell’antibiotico non efficace per il trattamento dell’infezione;
- somministrazione errata degli antibiotici.
In questi casi rivolgersi ad un avvocato esperto in casi di malasanità e risarcimento danni da responsabilità medica può essere determinante per il paziente, il quale avrà la possibilità di essere seguito da un Professionista legale coadiuvato da un medico legale che svolga gli accertamenti diagnostici che portano alla redazione di una perizia medico legale con la relativa quantificazione dei danni subiti.
Risarcimento danni per mancata gestione e cura di infezioni e antibiotico resistenza
I danni oggetto della richiesta risarcitoria possono essere patrimoniali o non patrimoniali.
Il danno non patrimoniale riguarda la persona e comprende sia la concreta lesione fisica o psichica subita dal paziente a causa dell’errore medico (cosiddetto danno biologico), che le sofferenze morali patite (cosiddetto danno morale) che le modifiche alle condizioni della sua vita (cosiddetto danno esistenziale). L’avvocato e il medico legale quantificheranno il danno utilizzando delle tabelle che prevedono un importo in denaro a seconda del punteggio di invalidità riconosciuto.
L’invalidità sarà determinata sulla base di una valutazione medica che considera quanta incidenza può avere la lesione sulla vita di un individuo “normodotato”.
Il calcolo della somma di denaro cui il danneggiato ha diritto al termine di una procedura di risarcimento dei danni con l’ausilio di un avvocato malasanità, è stabilito dalla perizia medico legale partendo dal punteggio di invalidità che viene però personalizzato anche in base all’età, ai giorni di durata della malattia o delle cure, alle sofferenze che sono state patite e alle ripercussioni delle nuove condizioni di salute sulla vita del malato o degli eredi, in caso di morte.
Il danno patrimoniale consiste nelle spese sostenute, o che si dovranno sostenere, a causa dell’errore medico (cosiddetto danno emergente) e nel guadagno che il danneggiato ha perso (cosiddetto lucro cessante).
A titolo di danno emergente, ad esempio, potranno essere chiesti il rimborso del denaro speso, o che si dovrà spendere in futuro, per i farmaci o per le cure necessarie oppure l’importo che dovrà essere pagato per avere l’assistenza medica di una persona a domicilio.
Nel lucro cessante potrebbe rientrare, ad esempio, il calcolo degli stipendi non ricevuti durante la malattia oppure la perdita economica che il malato potrebbe subire per il fatto che di non poter più svolgere l’attività lavorativa di prima.
È importante sapere che molte voci di danno potranno essere chieste sia dalla paziente che dai familiari (moglie/marito/madre/padre/figlio/figlia/sorella/fratello ecc.) ed anche in caso di morte della persona malata. Nel caso in cui l’esito della cura dovesse essere infausto e, quindi, il paziente dovesse morire, anche gli eredi (madre, padre, marito, moglie, figlio, figlia, fratello, sorella ecc.) potrebbero agire per chiedere il risarcimento del danno patito dal familiare mentre ancora era in vita (ad esempio per la sofferenza subita, c.d. danni iure hereditatis), del danno per la perdita parentale (variabile in base al grado di parentela, c.d. danni iure proprio) ma anche dei danni patiti direttamente per il dolore provato per la morte di una persona cara o per i peggioramento subito al proprio stile di vita (ad esempio perdite economiche o modifiche drastiche delle proprie abitudini, c.d. danni iure proprio).