INFEZIONI OSPEDALIERE (NOSOCOMIALI) BATTERICHE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
Le infezioni ospedaliere (o anche note come nosocomiali) sono quelle che vengono contratte in ospedale/Pronto soccorso/Clinica Privata/RSA/Casa di cura durante il ricovero o lo svolgimento di una visita e che si manifestano durante il periodo di degenza e che quindi non erano note al momento del ricovero; possono anche manifestarsi entro due giorni dalla dimissione.
In caso di trasmissione di infezioni nosocomiali batteriche potrebbe essere possibile chiedere il risarcimento dei danni alla struttura sanitaria che è responsabile della carenza organizzativa o degli errori del proprio personale (un medico o un infermiere potrebbe ad esempio sbagliare non disinfettandosi le mani o gli strumenti, confondersi, essere negligente ecc.): in questo caso sarà opportuno rivolgersi ad un avvocato esperto in malasanità.
Le infezioni ospedaliere batteriche possono essere causate da batteri gram negativi o da batteri gram positivi. I batteri gram positivi e gram negativi devono il loro nome per il fatto che assumono una diversa colorazione al microscopio ottico dopo essere stati sottoposti ad una tecnica di laboratorio: i gram positivi appaiono di colore viola/blu mentre i gram negativi appaiono di colore rosa.
Batteri che provocano infezioni ospedaliere (nosocomiali)
Lo Staphylococcus aureus è un batterio gram positivo che provoca infezioni della cute, del sangue (batteriemia), del cuore (endocardite) e delle ossa (osteomielite).
I batteri gram negativi sono invece:
- la Klebsiella pneumoniae responsabile di infezioni respiratorie, infezioni delle vie urinarie, otiti, meningiti (infezione delle membrane che proteggono il sistema nervoso centrale), setticemie e sinusiti.
- l’Escherichia coli che provoca setticemia, infezione delle vie urinarie, meningiti soprattutto nel neonato e gastroenteriti
- lo Pseudomonas aeruginosa responsabile di infezioni polmonari (tracheobronchite e broncopolmonite) fino alla distruzione del tessuto polmonare, infezioni della cute e infezioni delle ferite, infezioni delle vie urinarie (i pazienti portato di cateteri vescicali sono più esposti), infezioni dell’orecchio, batteriemia
Le strutture sanitarie devono assicurare il controllo delle infezioni ospedaliere attraverso attività di monitoraggio e sorveglianza al fine di prevenirne la diffusione.
Le infezioni ospedaliere rappresentano infatti un problema rilevante di salute pubblica poiché comportano delle gravi implicazioni cliniche, tra le quali anche il decesso del paziente che le contrae ma anche la perdita di chance di guarigione o di sopravvivenza o l’accelerazione del decesso, o una perdita di chance di conservare una vita migliore.
Le infezioni ospedaliere sono inoltre indice della qualità dell’assistenza erogata presso una struttura sanitaria: maggiore è l’incidenza delle infezioni ospedaliere minore sarà la qualità dell’assistenza erogata. Per questo gli operatori sanitare e l’azienda stessa devono seguire delle misure e dei protocolli specifici che vanno dal semplice lavaggio delle mani alla sanificazione degli ambienti.
Le principali infezioni ospedaliere sono le infezioni:
- delle vie urinarie;
- delle vie respiratorie;
- della ferita chirurgica;
- della circolazione sanguigna.
Le infezioni ospedaliere possono essere dovute da uno dei seguenti microrganismi patogeni:
- Enterococchi;
- Stafilococchi;
- Staphylococcus aureus;
- Escherichia coli;
- Enterobacter;
- Klebsiella pneumoniae.
Un errore del medico o dell’infermiere e, più in generale, dell’Ospedale per mancata o ritardata diagnosi delle infezioni nosocomiali batteriche potrebbe portare, nei casi più gravi, anche al decesso del paziente e la morte costituisce la lesione maggiore del bene giuridico della vita. In questi casi anche i familiari e parenti (marito, moglie, convivente more uxorio, partner convivente, madre, padre, figlio, figlia, fratelli, sorelle o eredi) del paziente vittima di malasanità potrebbero avere diritto al risarcimento del danno, in particolare.
Come si contrae un batterio in ospedale (infezione ospedaliera/nosocomiale batterica)
Le infezioni batteriche si possono prendere anche in ospedale e possono rappresentare una complicanza del ricovero oppure la conseguenza di un errore medico per il quale si potrebbe chiedere il risarcimento dei danni con l’assistenza di un avvocato esperto in casi di malasanità. I microrganismi patogeni, infatti, possono essere presenti sulle attrezzature e sugli strumenti medico /chirurgici, sulle superfici e sugli oggetti. Anche le mani degli operatori sanitari rappresentano un veicolo per la trasmissione delle infezioni poiché se non viene praticata l’igiene possono essere contaminate da batteri.
I patogeni possono essere presenti anche nell’aria sotto forma di droplets che si disperdono nel momento in cui un paziente infetto emette uno starnuto o un colpo di tosse. Per questi pazienti si rende quindi utile l’isolamento e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, in particolare la mascherina, da parte sia del paziente che dell’operatore sanitario che presta assistenza.
Qualsiasi paziente affetto da un’infezione con un alto tasso di contagiosità deve essere isolato con lo scopo di evitare e ridurre al minimo la trasmissione dell’infezione.
Il mancato rispetto di questi accorgimenti e protocolli stringenti all’interno dell’ospedale/pronto soccorso/Casa di cura/RSA/Clinica privata consiste una negligenza di cui la struttura è responsabile dinanzi al paziente in caso di conseguenze negative e danni. L’avvocato lavorerà al fianco del medico legale, per scrivere la perizia medico legale (ossia un parere medico con una relazione medico legale) e valutare la documentazione medica e clinica, tra cui le analisi e gli esami, i medicinali assunti, la cartella clinica e il consenso informato al fine di quantificare gli eventuali danni subiti (danno biologico, danno non patrimoniale, danno patrimoniale ecc.)
Affinché si contragga un’infezione è necessario che il batterio penetri nell’organismo. Quando il paziente è esposto ad un batterio questo aderisce alla cute o alle mucose e pian piano penetra negli strati più profondi fino a colonizzarli. Una volta penetrato nell’organismo il batterio deve contrastare le difese immunitarie dell’organismo: se le difese immunitarie sono basse il microrganismo patogeno ha più possibilità di provocare un’infezione.
I pazienti con basse difese immunitarie e quindi più a rischio di contrarre un’infezione sono gli anziani, i neonati soprattutto quelli nati prima del termine di gravidanza, i pazienti ricoverati in terapia intensiva, i pazienti che hanno subito un trapianto d’organo, i pazienti affetti da altre patologie preesistenti come neoplasie, malattie urinarie e neuropatie.
Una volta che il batterio ha trovato nell’organismo ospite le condizioni adatte per provocare l’infezione e quindi colonizzare e moltiplicarsi, questo danneggia la mucosa e di conseguenza riesce a diffondere verso altri tessuti e organi invadendoli. In questo ultimo caso l’infezione sarà ancora più grave poiché oltre che a crescere nel sito originale di infezione, i batteri subiscono un ulteriore crescita anche nei siti distanti che hanno invaso.
Man mano che i batteri crescono e si moltiplicano producono delle sostanze tossiche chiamate “tossine” che sono responsabili di sintomi e complicanze locali e sistemiche che riguardano più parti dell’organismo; sono quindi le tossine che provocano il danno effettivo.
Cause delle infezioni ospedaliere (nosocomiali) batteriche
Le infezioni ospedaliere si verificano nel 5 % circa dei pazienti ricoverati. Le principali cause che favoriscono la diffusione dell’infezione in ambiente ospedaliero sono:
- rischio di contatto con uno o più pazienti infetti o portatori di un’infezione;
- trovarsi in ambienti confinati;
- riduzione delle difese immunitarie per il tipo di trattamento al quale si è sottoposti;
- somministrazione accidentale di emoderivati;
- ricovero in terapia intensiva;
- prolungato periodo di degenza;
- esecuzione di indagini strumentali ed interventi chirurgici;
- presenza di microrganismi patogeni che hanno sviluppato un antibiotico resistenza.
In caso di dubbi provocati dalla condizione di un paziente o fattori di rischio per infezioni ospedaliere (nosocomiali) batteriche, il medico, lo specialista, l’infermiere e, più in generale, il personale dell’Ospedale/Pronto soccorso/Clinica privata/RSA/Casa di cura devono essere prestare attenzione a svolgere debita profilassi preventiva e la prescrizione di esami di controllo. Un’omissione in tal senso che provochi la mancata o ritardata individuazione dell’infezione ospedaliera batterica e provochi il ritardato trattamento/cura potrebbe causare l’insorgenza di danni e l’avvocato esperto in malasanità con il medico legale devono svolgere una disamina dell’accaduto per capire se questi potessero essere o meno previsti ed evitati.
La prevenzione delle infezioni ospedaliere (nosocomiali) batteriche
La prevenzione delle infezioni ospedaliere è fondamentale per il loro controllo e per evitare i decessi e le altre complicanze che queste possono provocare.
La prevenzione delle infezioni ospedaliere comprende una serie di interventi strutturali e comportamentali:
- isolamento dei pazienti infetti;
- sorveglianza e sanificazione ambientale;
- controllo dei sistemi di condizionamento per prevenire le infezioni ospedaliere delle vie polmonari provocate dalla legionella;
- evitare il contatto con pazienti infetti e indossare i dispositivi di protezione individuale quando si presta loro assistenza avendo l’accortezza di smaltirli correttamente nei rifiuti in seguito al loro utilizzo;
- lavaggio frequente delle mani soprattutto prima e dopo il contatto con il paziente sia sano o infetto; tutti i pazienti dovrebbero essere trattati come potenzialmente infetti al fine di ridurre al minimo la diffusione delle infezioni ospedaliere;
- disinfezione dei presidi e sterilizzazione;
- utilizzo di strumenti sterili per l’esecuzione di procedure invasive.
Nel caso in cui venissero commessi errori nella prevenzione delle infezioni o nella gestione delle situazioni rischiose si potrebbe configurare una responsabilità del medico che ha in cura il paziente ma, in modo più evidente, della struttura sanitaria: le carenze strutturali o la mancanza di personale o i problemi di organizzazione della struttura ospedaliera o il mancato funzionamento del macchinari per deterioramento degli stessi o la mancata manutenzione, infatti, possono provocare casi di malasanità con conseguente obbligo di risarcimento dei danni per la vittima e i suoi familiari.
La diagnosi delle infezioni ospedaliere (nosocomiali) batteriche
I sintomi e i segni che fanno sospettare un’infezione non devo essere trascurati poiché senza di questi non è possibile fare una diagnosi e di conseguenza avviare un trattamento specifico.
Il sintomo più frequente di infezione batterica è la febbre. Quando viene rilevata una temperatura corporea maggiore di 38°C devono essere eseguite indagini per confermare o meno la presenza di un’infezione. Una di queste indagini è la coltura che viene eseguita su un campione di sangue, urina, espettorato ecc; ad esempio, se si ha il sospetto che il paziente abbia un’infezione delle vie urinarie si esegue la coltura sul campione di urina (urinocoltura).
Sul campione organico del paziente, attraverso tecniche di laboratorio, è possibile isolare uno o più microrganismi patogeni che hanno provocato l’infezione e capire a quali farmaci questi sono sensibili o resistenti grazie alla tecnica dell’antibiogramma.
L’antibiogramma permette quindi di guidare il medico nella scelta dell’antibiotico più adatto a debellare l’agente patogeno responsabile dell’infezione ospedaliera.
Per confermare la diagnosi di infezioni ospedaliera possono essere utili anche altre indagini strumentali come l’ecografia che permette di rilevare, per esempio, la presenza di raccolte (sangue, pus) o ascessi negli organi e tessuti.
Il semplice verificarsi dell’infezione ospedaliera (nosocomiale) batterica non genera automaticamente il risarcimento del danno se il medico/l’infermiere/il personale ospedaliero ha agito in modo diligente e adeguato, oltre che secondo tutte le prassi della scienza medica così come nel caso in cui la cura sia stata tempestiva e adeguata. L’obbligo di risarcire i danni sorge nel caso in cui si verifichi una negligenza nello svolgimento dei trattamenti, un errore o un ritardo nell’individuazione dell’infezione batterica o della prescrizione della cura che provochino conseguenze negative per il paziente e un aggravamento della sua condizione di salute fino anche al decesso (morte per infezione ospedaliera batterica).
Il trattamento delle infezioni ospedaliere (nosocomiali) batteriche
Il trattamento delle infezioni ospedaliere (nosocomiali) batteriche deve essere tempestivo essendo le infezioni “tempo dipendenti” ciò significa che più passa il tempo più aumenta il rischio di complicanze anche irreversibili tra le quali la morte del paziente che ha contratto l’infezione ospedaliera.
Considerando che, per ridurre al minimo le complicanze conseguenti all’infezione ospedaliera, l’intervento dei sanitari e la prescrizione della cura devono essere veloci e precisi è raccomandato, in attesa dell’esito dell’antibiogramma, di iniziare una terapia antibiotica empirica rivolta contro agenti patogeni diversi.
Appena ricevuto il risultato dell’antibiogramma, però, il medico/personale sanitario devono verificare che la cura prescritta sia adeguata e, in caso negativo, modificarla con un antibiotico verso il quale il batterio responsabile dell’infezione sia sensibile. Laddove ciò non sia fatto il medico e l’ospedale possono incorrere in colpa e responsabilità tali da comportare il risarcimento dei danni in favore del paziente e dei suoi familiari grazie all’intervento di un avvocato esperto in malasanità.
Gli errori medici e la diffusione delle infezioni ospedaliere (nosocomiali) batteriche
Gli errori medici che causano o aggravano la diffusione delle infezioni ospedaliere batteriche sono generalmente:
- scarsa igiene;
- mancata igiene delle mani prima e dopo il contatto con il paziente;
- aver prestato assistenza al paziente senza prima lavarsi le mani o indossare i dispositivi di protezione individuale quando indicato;
- utilizzo improprio degli antibiotici;
- esecuzione di tecniche invasive quando non indicato;
- utilizzo di strumenti che non hanno subito il processo di sterilizzazione per l’esecuzione di interventi chirurgici;
- ricovero improprio;
- prolungamento del periodo di degenza quando non indicato;
- trattamento intempestivo;
- sottovalutare i segni e i sintomi di infezione;
- scelta di un trattamento errato;
- mancata esecuzione di ulteriori indagini per confermare o meno la presenza di infezione;
- mancata sanificazione ambientale;
- mancato isolamento del paziente infetto;
- mancata disinfezione della strumentazione e dei presidi medici.
Quando si verificano simili situazioni, il paziente o i suoi familiari dovrebbero rivolgersi ad un avvocato esperto in casi di malasanità e risarcimento danni da responsabilità medica per essere seguiti da un Professionista legale coadiuvato da un medico legale che svolga gli accertamenti diagnostici che portano alla redazione di una perizia medico legale con la relativa quantificazione dei danni subiti.
Risarcimento dei danni in caso di infezioni ospedaliere (nosocomiali) batteriche
In caso di contagio da infezioni ospedaliere (nosocomiali) batteriche potrebbero, come detto, insorgere per i pazienti anche gravi complicanze e relativi danni quali:
- il danno non patrimoniale all’interno del quale troviamo il danno biologico per la menomazione all’integrità psico-fisica del danneggiato che è stato infettato per cause nosocomiali (che si calcola nella perizia medico legale attraverso la quantificazione dell’invalidità permanente e temporanea) ma anche gli aspetti morali (ossia le sofferenze) o esistenziali (ad esempio i cambiamenti nello stile di vita o nelle abitudini);
- il danno patrimoniale, ossia danni economici da lucro cessante (cioè il c.d. mancato guadagno) o danno emergente (ossia la spesa economica effettuata direttamente) ma, anche, le spese future. Per il riconoscimento di questa voce di danno sarà opportuno conservare scontrini, fatture, dichiarazioni dei redditi ecc. così da poter effettuare analitiche analisi economiche;
Il danno potrà anche subire una personalizzazione in relazione, per esempio, all’età, al lavoro del soggetto o all’attività sportiva praticata o i suoi hobbies ma anche in base alle sofferenze morali ed ai cambiamenti occorsi alla sua vita di tutti i giorni.
Molte voci di danno potranno essere chieste sia dalla paziente che dai familiari (moglie/marito/convivente/partner/madre/padre/figlio/figlia/sorella/fratello ecc.) ed anche in caso di morte per infezione ospedaliera (nosocomiale) batterica.
In caso di morte del paziente, infatti, potrebbe essere possibile chiedere il risarcimento dei danni patiti direttamente dai familiari (ad esempio per le sofferenze patite per la perdita prematura del parente), ma anche i danni subiti dal defunto prima di morire dopo l’infezione nosocomiale (ospedaliera) batterica (ad esempio per le sofferenze patite o per la consapevolezza di essere in fin di vita senza possibilità di cura).
I parenti (marito, moglie, convivente, partner, madre, padre, sorella, fratello, figlio, figlia ecc.) potrebbero ottenere, da un lato, il risarcimento dei danni relativi al loro dolore per la perdita ingiusta del loro congiunto e, dall’altro, potrebbero chiedere la liquidazione del danno fisico e morale da lui patito prima di morire, durante la sfortunata agonia.
Mentre i primi vengono chiamati danni iure proprio, perché rientrano direttamente nella sfera giuridica del familiare della defunta, questi ultimi potrebbero essere definiti “indiretti” vengono chiamati danni iure hereditatis.