MEDIASTINITE
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
Un avvocato specializzato in malasanità può agire in caso di mediastinite, che è un quadro infettivo infiammatorio del mediastino, al fine di chiedere il risarcimento danni in caso di errore del medico o del cardiologo, del pneumologo o del medico specialista o di omessa, tardiva o errata diagnosi o cure sbagliate o insufficienti, terapie farmacologiche sbagliate, negligenza, imperizia o imprudenza.
Se ritieni, quindi, di essere stato vittima di un errore medico, di colpa medica dell’Ospedale o del cardiologo, del pneumologo o del medico specialista o di un caso di malasanità contatta gli avvocati dello Studio legale Marzorati, specializzati in risarcimento danni da malasanità con alle spalle oltre 40 anni di attività in ambito risarcitorio, per avere – senza impegno – una valutazione preliminare. Siamo affiancati da una commissione medica a disposizione dell’assistito di medici legali e medici specialisti. Non chiederemo anticipazioni di compenso, fino a quando non avrai ottenuto un equo indennizzo e possiamo prestare la nostra assistenza legale in tutta Italia in caso di danni o mancato riconoscimento di anencefalia, e anche in caso di morte da malasanità (decesso per anencefalia). Difendiamo anche parenti e familiari.
Cos’è il mediastino e degenerazione in mediastinite
Il mediastino è una regione anatomica virtuale che si trova nel torace ed è delimitata lateralmente dai polmoni, anteriormente dallo sterno, posteriormente dalla colonna vertebrale, inferiormente dal diaframma e superiormente dalle fasce cervicali.
Il mediastino contiene il cuore, i grossi vasi arteriosi e venosi quale l’aorta, l’esofago, il pericardio, la trachea, i bronchi di destra e di sinistra, i linfonodi e i nervi.
A causa delle frequenti e gravi complicanze, la prognosi della mediastinite è spesso severa e può esitare nel decesso del paziente. Soprattutto la forma acuta, se non trattata tempestivamente, risulta fatale. La mediastinite può essere conseguente a lesioni traumatiche o insorgere in seguito alla diffusione nel mediastino di microrganismi patogeni che hanno provocato un’infezione in un altro tessuto o organo.
In caso di morte del paziente per mediastinite possono agire per il risarcimento dei danni anche i familiari (marito/moglie, partner, convivente, genitori/madre/padre, figlio/figlia, fratello/sorella o gli eredi). I danni che ciascun parente subisce in prima persona vengono definiti danni iure proprio, perché rientrano direttamente nella sfera giuridica del familiare che ha visto morire il parente. I danni patiti dal defunto, invece, possono essere definiti “indiretti” e vengono chiamati danni iure hereditatis. La modalità di prova e liquidazione delle due tipologie di danno è molto simile ma è determinante sapere che il termine per chiedere il risarcimento dei danni iure proprio è sempre di 5 anni dal decesso, mentre quelli “ereditati” possono essere chiesti entro 5 o 10 anni dalla morte a seconda che l’azione venga esperita contro il medico o contro l’ospedale. Per questi motivi è sempre opportuno rivolgersi ad uno Studio legale specializzato in casi di malasanità che possa valutare il caso concreto e consigliare al meglio i passi da effettuare per tutelare i propri interessi ed ottenere un equo risarcimento.
La prevenzione della mediastinite, quindi, consiste anche nell’evitare l’insorgenza di altre infezioni e per farlo tutto il personale medico e infermieristico deve rispettare l’asepsi, le norme igieniche e la sterilità.
I tipi di mediastinite
In base all’insorgenza, alla sintomatologia ed alle cause la mediastinite può essere acuta o cronica.
La mediastinite acuta ha un’insorgenza improvvisa e rapida. La mediastinite acuta coinvolge diverse strutture anatomiche e organi compresi nel mediastino e la sintomatologia varia in base all’organo coinvolto dal processo infiammatorio. La mediastinite acuta è generalmente il risultato di una stereotomia o di una perforazione dell’esofago.
La mediastinite cronica, ad oggi più rara di quella acuta, si sviluppa in seguito ad un’infezione che richiede molto tempo per risolversi o dopo un’irritazione a lungo termine. Il processo infiammatorio si instaura lentamente e in maniera subdola motivo per cui la diagnosi, generalmente, è tardiva.
Le mediastiniti croniche sono provocate da tubercolosi, sarcoidosi, istoplasmosi e da altre infezioni funginee.
Le mediastiniti croniche presentano quadri infiammatori di tipo granulomatoso in cui la cellula predominante è il macrofago attivato.
Nel tempo, la mediastinite cronica, può provocare la formazione di tessuto fibrotico ed evolvere in quadri cicatriziali.
È opportuno ricordare che se la mediastinite viene provocata o complicata da infezioni contratte in ospedale, ossia nosocomiali (cioè durante la degenza ospedaliera o durante lo svolgimento di una visita) potrebbe essere possibile chiedere il risarcimento dei danni all’Ospedale che è responsabile della carenza organizzativa o se il personale medico dovesse commettere degli errori (potrebbe sbagliare, confondersi, essere negligente ecc.). Anche in questo caso sarà opportuno rivolgersi ad un avvocato esperto in malasanità.
Le cause della mediastinite
La mediastinite è un processo infettivo che può insorgere in seguito ad un intervento di chirurgia toracica, può originare da una lacerazione a carico dell’esofago o da una rottura accidentale di un bronco polmonare; queste possono essere le cause di mediastinite acuta.
La lacerazione dell’esofago può avvenire accidentalmente durante procedure chirurgiche come l’endoscopia, da un trauma toracico o anche come conseguenza di violenti episodi di vomito (sindrome di boerhaave). Altre volte la lacerazione può derivare dall’ingestione di sostanze caustiche.
Se si ritiene di essere stati vittima di un errore medico che ha provocato o aggravato la mediastinite, di colpa medica dell’Ospedale o di un caso di malasanità potrebbe essere utile rivolgersi ad un avvocato o a uno studio legale che si occupi preferibilmente di risarcimento danni per responsabilità e colpa medica.
Tramite l’intervento di chirurgia toracica è possibile accedere al torace dopo aver praticato un’incisione lungo la linea sternale per dividere lo sterno in due parti (stereotomia). Gli interventi di chirurgia toracica vengono eseguiti per i trapianti di cuore, per l’inserimento di bypass aortici-coronarici o per la chirurgia delle valvole cardiache.
Nel caso della rottura accidentale di un bronco, che può verificarsi anche durante una procedura chirurgica, si può verificare il passaggio di materiale infetto nel mediastino.
Processi infettivi o infiammatori che interessano altri i tessuti o gli organi che delimitano la regione mediastinica possono diffondere per contiguità al mediastino e provocare una mediastinite.
L’infezione può diffondere al mediastino anche attraverso il sangue: i microrganismi patogeni responsabili di processi infettivi a carico di organi e tessuti distanti dal mediastino possono giungere a quest’ultimo attraverso la circolazione sanguigna.
Le cause di mediastinite cronica, sebbene meno comuni, sono:
- la tubercolosi;
- la sarcoidosi (presenza di cellule infiammatorie in molti organi del corpo);
- l’istoplasmosi (infezione che coinvolge prevalentemente i polmoni, sostenuta dall’histoplasma capsulatum);
- la silicosi (cicatrizzazione permanente dei polmoni in seguito all’inalazione di quarzo);
- l’ingestione di batterie a bottone, particolarmente da attenzionare perché evenienza comune nei bambini.
Un medico legale, anche coadiuvato da un medico specialista e da un avvocato dello Studio, può capire se vi sia stato un errore nella diagnosi, nell’esecuzione del trattamento sanitario o dell’intervento chirurgio o nello svolgimento della terapia e, di conseguenza, se c’è responsabilità del medico, dell’équipe dei medici o dell’Ospedale (o del Pronto Soccorso, Asl, Asst, Ats) o della Clinica privata o del medico specialista (cardiologo/pneumologo ecc.). Essenziale, in questa fase, risulterà l’esame della documentazione medica, tra cui le analisi e gli esami prescritti, i medicinali assunti, la cartella clinica e il consenso informato. È consigliabile conservare questa documentazione per favorire la gestione di un’eventuale pratica di risarcimento dei danni. In caso contrario il paziente o i suoi eredi hanno sempre diritto a chiedere copia dei referti che devono essere rilasciati dalla struttura o dal medico previo rimborso dei costi di copia. Per la perizia medico legale in caso di mediastinite potrebbe essere utile chiedere anche la cartella clinica, e in caso di decesso l’autopsia (relazione perizia medico legale per mediastinite). L’autopsia è un esame che viene fatto subito dopo la morte del paziente (esame autoptico). L’autopsia non viene però rilasciata subito, a volte dopo diversi mesi dalla morte da mediastinite. Per avere l’autopsia per decesso da mediastinite si deve fare una specifica domanda all’Ospedale.
La mediastinite conseguente ad infezioni ospedaliere
L’intervento di chirurgia toracica è una procedura a rischio per l’infezione del mediastino; se come detto non viene rispettata da parte del personale medico e infermieristico la sterilità, il rischio di mediastinite è molto elevato.
Per prevenire queste infezioni è fondamentale il rispetto dei protocolli ospedalieri che prevedono:
- il lavaggio delle mani;
- l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale;
- la disinfezione della cute prima di inciderla per evitare che gli streptococchi e gli stafilococchi presenti sulla superficie cutanea, penetrando attraverso l’incisione, provochino un’infezione;
- la somministrazione dell’antibiotico profilassi prima o durante l’intervento come raccomandato dalle linee guida;
- l’utilizzo di strumenti chirurgici sterili;
- l’allestimento di un campo operatorio sterile;
- la non contaminazione del campo operatorio.
Per evitare che la mediastinite sia provocata da un’infezione a carico di un organo o di un tessuto distante dal mediastino si deve:
- diagnosticare tempestivamente l’infezione;
- iniziare entro poco tempo dal sospetto di un’infezione, come ad esempio nel caso in cui il paziente presenti febbre alta, un trattamento antibiotico.
Se queste infezioni non vengono trattate per tempo, il microrganismo patogeno, attraverso la circolazione sanguigna, può arrivare ad infettare anche altre strutture, tra cui il mediastino. Risulta essenziale, quindi, che la diagnosi di mediastinite oltre ad essere corretta sia tempestiva. Un eventuale errore del medico o dello specialista o dell’Ospedale per mancata o ritardata diagnosi potrebbe portare anche a gravi complicanze ed essere causa di danni per il paziente. La mancata somministrazione o l’omessa cura preventiva della mediastinite potrebbero costituire errori medici del medico specialista o dell’equipe ospedaliera: simili omissioni, infatti, potrebbero impedire la diagnosi efficace dell’infezione e potrebbero far sorgere complicanze gravi, e un aggravamento per il paziente così come un grave danno da perdita di chance di guarigione o di sopravvivenza per morte del malato, o per l’accelerazione del decesso, o una perdita di chance di conservare una vita migliore con conseguente diritto a chiedere il risarcimento dei danni con l’intervento di un avvocato specializzato in malasanità.
Considerando che la mediastinite cronica può essere causata, anche se raramente, dalla tubercolosi, si deve:
- isolare il paziente al quale è stata diagnosticata la tubercolosi;
- sanificare frequentemente gli ambienti;
- indossare i dispositivi di protezione individuale, in particolare la mascherina essendo la tubercolosi un’infezione che si trasmette per via aerea.
La diagnosi della mediastinite
Il paziente che ha sviluppato una mediastinite lamenta un grave dolore toracico e presenta febbre, respirazione difficoltosa, astenia e tosse.
Il dolore toracico è pulsante e localizzato al centro dello sterno, si irradia posteriormente tra le scapole e può essere associato ad edema del collo e della regione toracica anteriore; questo edema è noto come “edema a mantellina”. Il dolore può essere evocabile in seguito ad una pressione sullo sterno o sui processi spinosi delle vertebre toraciche.
In presenza di questi sintomi e di una recente procedura che ha interessato il torace o l’esofago, deve essere sospettata una mediastinite.
In caso di mediastinite acuta i sintomi si presentano in maniera abbastanza grave e improvvisa a differenza della mediastinite cronica.
La diagnosi di mediastinite si basa sulle manifestazioni cliniche, sulla sintomatologia e sulla presenza di fattori di rischio e può essere confermata con una radiografia o con la TAC toracica.
La radiografia: sfrutta la proprietà dei raggi X di impressionare una pellicola. Ciò permette di ottenere immagini di ossa, tessuti e organi. Le ossa, a differenza dei tessuti molli, vengono attraversate meno facilmente dai raggi X perciò nella lastra appaiono chiari, mentre i tessuti molli risultano grigi e gli organi scuri.
La TAC (tomografia assiale computerizzata) toracica: permette di studiare nel dettaglio l’area toracica in modo da individuare processi patologici e lesioni a carico degli organi in essa contenuti (polmoni, sterno, costole, cuore, vasi sanguigni, esofago, colonna vertebrale..) inoltre, sfrutta le radiazioni ionizzanti e, a differenza delle radiografia, è possibile ottenere un’immagine tridimensionale ed estremamente dettagliata.
Spetta ad un medico radiologo l’interpretazione delle immagini ottenute.
In caso di mediastinite, quindi, bisogna verificare tutto quanto fatto, o non fatto, dal medico, dal cardiologo, dallo pneumologo o dal chirurgo o del personale infermieristico. Un passaggio fondamentale se ci si trova davanti ad un caso di malasanità mediastinite. Un medico legale, anche coadiuvato da un medico specialista e da un avvocato malasanità, può capire se vi sia stato un errore nella diagnosi, nell’esecuzione dell’operazione o nella prescrizione della terapia e, di conseguenza, se c’è responsabilità del medico, dell’équipe dei medici o dell’Ospedale (o del Pronto Soccorso, Asl, Asst, Ats) o della Clinica privata.
Il trattamento della mediastinite
Il trattamento della mediastinite prevede la somministrazione di antibiotici per via endovenosa.
In alcuni casi, il trattamento prevede anche un approccio chirurgico per drenare il liquido infetto fuori dal torace che è possibile grazie all’inserimento di un ago attraverso lo sterno. Il liquido aspirato viene inviato in laboratorio per essere sottoposto ad analisi microscopiche. Si ricorre alla chirurgia anche per riparare eventuali lacerazioni a carico dell’esofago.
Anche in questa fase diagnostica e curativa molto delicata della mediastinite potrebbero purtroppo verificarsi errori medici, del chirurgo, dell’anestesista o del personale dell’Ospedale (o del Pronto Soccorso, Asl, Asst, Ats) o della Clinica privata. Dovrà essere esaminata sempre l’eventuale colpa e responsabilità – per la omessa o tardiva individuazione della malattia/patologia – ed inoltre comprendere se il danno era o meno evitabile. Queste operazioni complesse devono essere demandate ad un Avvocato specializzato in casi di responsabilità sanitaria che esaminerà il caso di concerto con il medico legale per individuare eventuali danni e relativi profili risarcitori.
Le complicanze della mediastinite
Una conseguenza della mediastinite cronica è la mediastinite fibrosante che può comportare un’ostruzione bronchiale o vascolare ed è provocata della tubercolosi. Per la mediastinite fibrosante non esiste un trattamento ma può essere preso in considerazione l’inserimento di stent vascolari o delle vie aeree poiché il processo fibrotico che ne deriva provoca la compressione delle strutture mediastiniche tanto da causare la sindrome della vena cava superiore, l’ostruzione dei vasi polmonari e un restringimento della trachea.
La sindrome della vena cava superiore è una condizione che determina un’ostruzione della vena cava superiore la cui funzione è quella di trasportare sangue poco ossigenato dalla periferia del corpo fino all’atrio destro del cuore dove verrà nuovamente rifornito di ossigeno.
Le forme più gravi di mediastinite possono essere complicate da ascessi (raccolta di pus localizzata) o dalla diffusione di materiale purulento nei diversi tessuti (flemmosi).
Il paziente, o i suoi familiari, potrebbero – in certi casi – ottenere il risarcimento del danno anche qualora il medico o il personale ospedaliero non abbiano spiegato, o non abbiano sufficientemente spiegato al paziente affetto da mediastinite, il tipo di cura proposto o la tipologia e le modalità dell’intervento chirurgico così come le conseguenze, i rischi e le possibili complicanze ed effetti collaterali, i vantaggi e svantaggi, le eventuali alternative terapeutiche (consenso informato per mediastinite).
Errori medici in caso di mediastinite
Se la mediastinite non viene diagnosticata tempestivamente può portare al decesso. In presenza di indici di flogosi e delle manifestazioni cliniche attribuibili a mediastinite il medico deve sottoporre il paziente alla TC del torace o alla radiografia per confermare la diagnosi e iniziare un trattamento mirato. Quando vi è anche solo il sospetto di un’infezione si deve procedere alla somministrazione di antibiotici ad ampio spettro il prima possibile.
Gli errori medici che possono portare all’insorgenza di mediastinite sono:
- inosservanza dei protocolli per la prevenzione delle infezioni ospedaliere;
- mancato isolamento del paziente con tubercolosi;
- mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuale;
- mancato lavaggio delle mani;
- utilizzo di strumenti chirurgici non sterili;
- inosservanza dell’asepsi;
- contaminazione del campo operatorio;
- mancata o inadeguata disinfezione della cute prima di inciderla;
- somministrazione tardiva di antibiotici quando si ha un sospetto di infezione e il paziente presenta sintomatologia riconducibile ad infezione.
Gli errori medici che invece mettono il paziente a rischio di decesso conseguente a mediastinite possono essere:
- trattamento intempestivo;
- mancata esecuzione di esami strumentali (TAC toracica e radiografia del torace) per confermare la diagnosi di mediastinite;
- scorretta interpretazione della TAC e/o della radiografia;
- trattamento errato;
- errata riparazione delle lacerazioni dell’esofago;
- errato o inadeguato trattamento delle cause che hanno provocato la mediastinite.
Risarcimento danni in caso errata gestione/trattamento di mediastinite
Nel caso in cui si fosse vittima di malasanità nel trattamento, nella cura o nella diagnosi della mediastinite si potrebbe chiedere il risarcimento dei danni sia contro il medico che ha commesso l’errore che contro l’ospedale, pubblico o privato.
I danni risarcibili possono essere patrimoniali o non patrimoniali.
Il danno patrimoniale consiste nel denaro speso per affrontare le cure o l’intervento chirurgico ma anche nelle spese sostenute (o che si dovranno sostenere) per le visite, gli esami o i medicinali.
All’interno del danno patrimoniale potrà essere quantificato anche il cosiddetto lucro cessante, ossia mancato guadagno che la vittima di errore medico ha subito, ad esempio per la perdita del lavoro o per l’impossibilità di svolgere un’attività consona alle sue capacità/aspettative di vita.
Il danno non patrimoniale riguarda la persona e comprende sia la concreta lesione fisica o psichica subita dal danneggiato a causa dell’errore medico (danno biologico) che le sofferenze morali o il peggioramento delle sue condizioni di vita (danno morale, danno esistenziale) ma anche come anzidetto il danno da perdita di chance di guarigione o di sopravvivenza per morte del paziente, o per l’accelerazione del decesso, o una perdita di chance di conservare una vita migliore.
Partendo da questi presupposti, con l’aiuto del medico legale, sarà possibile quantificare il danno subito cui dovrà essere dato un punteggio di invalidità che dovrà essere personalizzato in base all’età del danneggiato, ai giorni di durata della malattia o delle cure, alle sofferenze provate e alle conseguenze delle nuove condizioni di salute sulla sua vita.
In caso di morte del danneggiato, potrebbe essere possibile chiedere il risarcimento dei danni patiti direttamente dai familiari (ad esempio per le sofferenze patite per la perdita prematura del parente), ma anche i danni subiti dal defunto prima di morire dopo l’errore medico (ad esempio per le sofferenze patite o per la consapevolezza di essere in fin di vita senza possibilità di cura).
I parenti (marito, madre, padre, sorella, fratello, figlio, figlia ecc.) potrebbero ottenere, da un lato, il risarcimento dei danni relativi al loro dolore per la perdita ingiusta del loro caro e, dall’altro, potrebbero chiedere la liquidazione del danno fisico e morale da lui patito prima di morire, durante la sfortunata agonia.
Questa procedure è essenziale per una buona riuscita della pratica risarcitoria perchè quantificare male l’invalidità subita o tralasciare una voce di danno potrebbe essere fatale perché potrebbe farti ottenere un risarcimento molto inferiore rispetto a quello cui avresti diritto.