RISARCIMENTO INFEZIONI CONSEGUENTI A CHIRURGIA ESTETICA/PLASTICA
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
Infezioni conseguenti a chirurgia estetica/plastica – errori nella diagnosi e nel trattamento – risarcimento danni
Lo Studio legale Marzorati con un avvocato malasanità potrà assisterti in tutta Italia per ottenere giustizia e il risarcimento dei danni in caso di malasanità da infezioni conseguenti a chirurgia plastica. Tuteliamo i pazienti e la loro famiglia in caso di danni alla salute, invalidità e decesso (morte per infezioni conseguenti a chirurgia plastica).
Non dovrai anticipare il compenso per l’avvocato, il medico legale e lo specialista, e non dovrai anticipare il costo per la relazione e la perizia medico legale. Verremo pagati solo al momento in cui avrai ottenuto il risarcimento del danno da infezioni conseguenti a chirurgia plastica.
Eventuali errori da parte dei professionisti per l’esecuzione degli interventi di chirurgia estetica o chirurgia plastica aumentano il rischio di insorgenza di infezioni che possono avere conseguenza invalidanti non solo fisiche ma anche psicologiche, soprattutto nel caso della chirurgia plastica, in quanto in seguito all’intervento il soggetto che vi si sottopone non ottiene l’effetto sperato ma può uscirne con una compromissione delle sue condizioni di salute e con un inestetismo più grave di quello che si intendeva eliminare o migliorare.
Per evitare l’insorgenza di infezioni i professionisti e la struttura presso la quale viene eseguito l’intervento di chirurgia estetica devono attenersi ai protocolli finalizzati a minimizzare il rischio di infezione.
Prima di un intervento di chirurgia estetica/plastica il chirurgo che lo esegue deve informare il paziente circa i suoi rischi, benefici e complicanze che potrebbero insorgere e ottenere il consenso (consenso informatto). Potrebbe dunque essere riconosciuta la colpa medica o la responsabilità dell’Ospedale, qualora il chirurgo proceda all’operazione senza aver prima fatto approfonditi esami, o qualora abbia proceduto con negligenza, imperizia o imprudenza oppure qualora abbia svolto l’attività medica senza informare adeguatamente il paziente sulle possibili conseguenze e sui possibili rischi
La chirurgia estetica e la chirurgia plastica
Sia la chirurgia plastica che quella estetica sono due rami della stessa disciplina ma i loro obiettivi sono differenti; entrambe le discipline mirano comunque a migliorare il benessere del paziente.
Mentre la chirurgia plastica si focalizza sulla riparazione di un trauma, la chirurgia estetica mette al centro dell’attenzione il miglioramento dell’aspetto fisico.
La chirurgia estetica è una branca della chirurgia plastica il cui fine è quello di correggere difetti estetici, migliorare o modificare l’aspetto fisico di un soggetto sano quindi l’estetica del viso e del corpo intervenendo su inestetismi che possono essere più o meno gravi.
Si tratta di correggere simmetrie e proporzioni o dimensioni di parti del viso e del corpo. Alcuni esempi di chirurgia estetica sono:
- la mastoplastica: intervento volto a migliorare le dimensioni del seno. Fra questi si distingue la mastoplastica additiva che aumenta le dimensioni del seno e la mastoplastica riduttiva che invece ne riduce le dimensioni.
- la mastopessi, inoltre, è quell’intervento di chirurgia estetica che permette di dare tonicità al seno;
- il lifting del viso per ringiovanirlo che consiste nella rimozione delle rughe del viso e del collo;
- l’utilizzo di botulino per eliminare le rughe e quindi ringiovanire l’epidermide;
- la rinoplastica: interventi volti al miglioramento dell’estetica del naso;
- la blefaroplastica: riduzione delle palpebre con l’eliminazione della pelle in eccesso;
- la liposuzione e la liposcultura: definizione di alcune parti del corpo come braccia, cosce, gambe, fianchi grazie alla rimozione del tessuto adiposo.
La chirurgia plastica, a differenza di quella estetica, ha uno scopo ripartivo e l’obiettivo di correggere e ricostruire la funzionalità di apparati e organi danneggiati.
Grazie alla chirurgia plastica è possibile riparare difetti funzionali e morfologici o la perdita di sostanza di cute, muscoli, sottocute e ossa donandogli un aspetto armonioso.
È bene precisare che il semplice verificarsi di un errore, negligenza o colpa medica o di un esito non particolarmente migliorativo non genera un automatismo nel risarcimento del danno se il medico ha agito in modo diligente e adeguato, oltre che secondo tutte le prassi della scienza medica. La valutazione di quali danni nel caso concreto si possano chiedere spetta all’avvocato esperto in malasanità, coadiuvato dal medico legale, ad esempio il danno patrimoniale (ossia danni economici da lucro cessante o danno emergente) o il danno non patrimoniale (come il danno biologico per inabilità temporanea o invalidità permanente, il danno morale per le sofferenze patite o, nei casi, più gravi il danno da morte o da perdita di chance di guarigione o di sopravvivenza).
Mentre la chirurgia estetica viene praticata su soggetti sani, la chirurgia plastica è rivolta a coloro che ad esempio sono rimasti sfigurati o hanno subito lesioni in seguito ad un trauma o ustione, neoplasie, malattie degenerative o malattie genetiche.
Con la chirurgia plastica si può intervenire in tutto il corpo: il viso, i tessuti muscolari, il tessuto adiposo e la cute.
Alcuni esempi di chirurgia estetica sono:
- la ricostruzione della mammella in seguito ad un intervento per carcinoma mammario. Dopo la rimozione del carcinoma il chirurgo plastico procede con la ricostruzione della mammella in modo da donarle un aspetto armonioso, anche per il benessere psicofisico della paziente;
- correggere le cicatrici attenuandone la visibilità;
- ricostruzione del viso o di altre parti del corpo in seguito ad un trauma o ustione.
La chirurgia plastica utilizza diverse tecniche quali:
- gli innesti: porzioni di tessuto che vengono rimosse da una parte del corpo (cosce, addome) per essere impiantati in un’altra parte del corpo. Gli innesti vengono utilizzati, ad esempio, in seguito ad un trauma per compensare la perdita di un tessuto;
- i lembi: porzioni di tessuto che mediante movimenti di scorrimento o di rotazione vengono trasferiti tra due aree adiacenti;
- impianti: presidi non biologici che vengono utilizzati per la correzione di deformità acquisite o congenite. Un esempio di impianti sono le protesi.
Come insorgono le infezioni conseguenti a chirurgia estetica/plastica
Si parla di infezione quando dei microrganismi patogeni si sviluppano e si moltiplicano in corrispondenza della sede corporea in cui è stato eseguito un intervento di chirurgia estetica o plastica.
I filler, in particolare, possono contenere una carica batterica la cui presenza può causare un’infezione e i batteri responsabili possono anche diventare resistenti agli antibiotici. I filler sono delle sostanze utilizzate in chirurgia estetica (botulino e acido ialuronico) che vengono iniettate nel derma o nel tessuto sottocutaneo per correggere delle imperfezioni, ritoccare il viso e dare volume.
I microrganismi responsabili delle infezioni conseguenti a chirurgia estetica o plastica sono lo Staphylococcus aureus o il Streptococcus.
I microrganismi patogeni possono essere presenti sulla cute del paziente e penetrare in profondità in seguito all’incisione, soprattutto se non viene praticata la disinfezione sul sito di incisione.
La disinfezione della cute deve essere eseguita utilizzando soluzioni a base alcolica. Con uno strumento chirurgico, sul quale viene montata una garza sterile imbevuta di disinfettante, il chirurgo disinfetta la cute dall’interno verso l’esterno; al termine di questa procedura, lo strumento e la garza utilizzate vengono eliminate dal campo operatorio in quanto non più sterili.
I batteri possono inoltre penetrare in seguito ad una contaminazione del campo operatorio che può avvenire se non vengono rispettati i protocolli e le buone pratiche cliniche.
I microrganismi patogeni possono essere trasmessi sia dal personale che dagli strumenti utilizzati per l’intervento.
Quando un paziente contrae l’infezione ospedaliera/nosocomiale, che è di solito provocata da germi e batteri che si trovano nella struttura questa può essere responsabile dei danni causati per non aver adottato tutte le cautele previste dalle procedure standard per garantire le condizioni igieniche dei locali e la sterilizzazione della strumentazione chirurgica/medica usata durante gli interventi o la visita, parimenti la struttura può essere chiamata a rispondere delle conseguenze negative per il paziente in caso di scorretta terapia profilattica o ritardata terapia antibiotica.
I chirurghi e gli operatori sanitari devono sapere come muoversi in sala operatoria per evitare che il campo operatorio venga contaminato. I chirurghi che eseguono l’intervento devono indossare camice e guanti sterili dopo aver eseguito il lavaggio delle mani che permette di eliminare la flora transitoria, inibire la crescita dei batteri sotto i guanti e ridurre la flora residente.
Per evitare la contaminazione del sito chirurgico, inoltre, l’operatore deve accertarsi che gli strumenti che si andranno ad utilizzare siano stati sottoposti al processo di sterilizzazione che prevede l’inattivazione e l’eliminazione di tutti i microrganismi presenti sulla loro superficie.
Per ridurre il rischio di infezione in seguito ad un intervento di chirurgia estetica o plastica il chirurgo deve:
- eseguire abilmente l’intervento;
- avere esperienza e conoscenza delle procedure ospedaliere;
- utilizzare delle tecniche chirurgiche precise;
- controllare ogni fase dell’intervento;
- evitare la contaminazione del campo operatorio;
- utilizzare strumenti chirurgici sterili;
- prescrivere una profilassi antibiotica nel post operatorio per prevenire le infezioni post operatorie nel caso di chirurgia estetica;
- prescrivere una profilassi antibiotica prima dell’intervento quando raccomandato dalle linee guida, questo vale più per gli interventi di chirurgia plastica. La somministrazione della profilassi antibiotica può dipendere dal tipo di intervento, dalla presenza di patologie concomitanti, dalla durata dell’intervento, dagli organi coinvolti, e se l’intervento viene eseguito per gravi traumi;
- rispettare i protocolli per la prevenzione e il contenimento delle infezioni;
- rispettare l’asepsi e la sterilità prima e durante l’intervento;
- praticare una corretta disinfezione della cute prima di inciderla;
- eseguire il lavaggio delle mani ed indossare guanti e camice sterili, cuffietta, mascherina chirurgica e visiera.
Infezioni da chirurgia estetica/plastica provocata da Staphylococcus aureus o il Streptococcus
Lo staphylococcus aureus è uno tra i batteri più patogeni che è in grado di dare origine ad infezioni molto gravi. È pericoloso in quanto ha acquisito con il tempo una resistenza agli antibiotici (meticillina) ciò significa che questi antibiotici non sono efficaci per il trattamento dell’infezione quindi le probabilità di guarigione diminuiscono. Può colonizzare la cute e le mucose e in alcune condizioni può moltiplicarsi in maniera incontrollata e dare origine ad un’infezione che può essere localizzata o diffondere in altre sedi.
Al fine di evitare l’insorgenza dell’infezione la cute deve essere disinfettata prima della sua incisione per eliminare i microrganismi patogeni presenti nella sua superficie ed evitare quindi che questi penetrino negli strati più profondi provocando l’infezione.
Lo staphylococcus aureus può essere trasmesso anche attraverso il contatto diretto fra un soggetto infetto e uno sano, per via aerea o dal contatto con oggetti contaminati.
Anche gli streptococchi come lo staphylococcus aureus risiede nelle mucose e nella cute. Alcuni di questi streptococchi anche un potenziale patogeno e in determinate condizioni possono essere responsabili dell’insorgenza di un processo patologico. L’infezione può diffondersi tanto da essere pericolosa per la vita provocare al paziente un grave danno da perdita di chance di guarigione o di sopravvivenza per morte del paziente, o per l’accelerazione del decesso, o una perdita di chance di conservare una vita migliore poiché questi batteri possono disseminarsi in diverse parti del corpo come il sangue, muscoli, polmoni, cuore.
Al fine di evitare complicanze che aumentano il rischio di mortalità è fondamentale prevenire queste infezioni seguendo i protocolli che prevedono il rispetto dell’asepsi e della sterilità e attenendosi alle raccomandazioni delle linee guida aggiornare.
Come si manifestano le infezioni conseguenti a chirurgia estetica/plastica
I segni e i sintomi che devono far sospettare un’infezione conseguente a chirurgia estetica/plastica sono:
- rossore della cute;
- tumefazione;
- gonfiore;
- dolore;
- eventuale fuoriuscita di materiale purulento dalla ferita chirurgica;
I segni e i sintomi delle infezioni insorgono entro 30 giorni dell’intervento o entro un anno se sono state utilizzate protesi.
Si parla di infezione superficiale quando questa coinvolge la cute e il sottocute, mentre le infezioni profonde riguardano gli strati muscolari e i tessuti molli profondi adiacenti all’incisione chirurgica.
In seguito ad un intervento di chirurgia plastica, le infezioni possono coinvolgere anche gli organi e i tessuti coinvolti nell’intervento.
Interventi di chirurgia estetica/plastica e conseguente infezione
Gli interventi di chirurgia estetica/plastica possono riguardare l’aumento o la riduzione di un tessuto, la correzione di difetti estetici, rimozione di rughe e di tessuto adiposo, ricostruzione dei muscoli, ecc..
Le infezioni possono complicare i postoperatori dei seguenti interventi:
- liposuzione e liposcultura: rimozione del grasso e definizione di alcune aree del corpo;
- mastoplastica additiva: aumento delle dimensioni del seno;
- mastoplastica riduttiva: riduzione delle dimensioni del seno;
- mastopessi: rassodamento del seno;
- rinoplastica: miglioramento dell’estetica del naso;
- lifting al viso: eliminazione delle rughe;
- lifting cosce: asportazione di pelle e tessuto adiposo in eccesso;
- addominoplastica: eliminazione del grasso addominale per renderlo tonico.
Alcuni di questi interventi possono essere eseguiti sia in chirurgia plastica che estetica:
- gli interventi di mastoplastica non solo vengono eseguiti per ottenere un miglior risultato estetica ma anche per riparazione della mammella in maniera armonica in seguito ad un intervento per il trattamento di un carcinoma mammario, ad esempio;
- la rinoplastica oltre ad un obiettivo estetico, viene eseguita, ad esempio, anche per la correzione di un difetto al setto nasale che non permette al paziente di respirare correttamente;
- l’addominoplastica, oltre che per l’eliminazione del tessuto adiposo in eccesso al fine di migliorarne l’aspetto estetico in un paziente sano, viene eseguito anche per la sua riparazione in seguito ad un trauma o ad un’ustione.
Per ognuna di questi interventi, le eventuali infezioni che ne conseguono, possono avere la medesima origine e possono essere causate da un errore medico commissivo od omissivo.
Per prevenire le infezioni conseguenti ad un intervento di chirurgia plastica ed estetica il chirurgo deve utilizzare tecniche precise, eseguire suture in modo tale che ogni lembo coincida correttamente con quello adiacente in modo da evitare future deiscenze e fuoriuscita di sangue, devono rispettare l’asepsi, la sterilità e le norme igieniche per evitare qualsiasi tipo di contaminazione durante l’intervento chirurgico stesso.
Le infezioni rappresentano delle complicanze di non poco conto poiché non solo prevedono un aumento del periodo di degenza o un successivo ricovero, ma compromettono le condizioni di salute del paziente.
Le complicanze per il paziente che si sottopone a questi interventi, sono sia fisiche che psichiche poiché ne può risultare un inestetismo grave.
Le diagnosi delle infezioni conseguenti a chirurgia estetica/plastica
Un’infezione deve essere sospettata in presenza di uno o più segni e sintomi quali dolore, tumefazione, rossore e calore in presenza della sede di infezione, febbre, eventuale fuoriuscita di pus dalla sutura chirurgica.
In aggiunta sono d’aiuto alla diagnosi di infezione anche l’aumento degli indici di flogosi (PCR, pro calcitonina, globuli bianchi) che vengono indagati con un normale esame del sangue.
Per ricercare il microrganismo che ha provocato l’infezione si eseguono le colture che consistono in un prelievo di sangue, urina o altro liquido biologico con delle provette adatte nelle quali è presente un terreno di coltura.
La mancata prescrizione di esami approfonditi o un errore nella valutazione dei risultati potrebbero costituire errori medici: simili omissioni, infatti, potrebbero impedire la diagnosi efficace dell’infezione e potrebbero far sorgere complicanze gravi, e un aggravamento per il bambino e, di conseguenza, il diritto a chiedere il risarcimento dei danni con l’intervento di un avvocato specializzato in malasanità.
Trattamento delle infezioni conseguenti a chirurgia estetica/plastica
Deve essere individuato l’antibiotico più adatto al trattamento dell’infezione; ciò è possibile con l’antibiogramma. L’antibiogramma viene eseguito in associazione alle colture: una volta isolato il microrganismo patogeno lo si fa reagire con diversi antibiotici in modo da individuarne la sensibilità o la resistenza. Viene scelto per il trattamento dell’infezione l’antibiotico nei confronti dei quali il microrganismo patogeno individuato risulta essere sensibile.
La resistenza di un batterio indica che l’antibiotico non è efficace per il suo trattamento. In presenza di ascessi il trattamento prevede la loro incisione e successivo drenaggio.
Infezioni conseguenti a chirurgia estetica e plastica ed errori medici
Ridurre e prevenire il rischio di complicanze è molto importante i considerando anche il fatto che le complicanze postoperatorie hanno effetti non solo dal punto di vista fisico ma anche dal punto di vista psicologico, in particolare nel caso della chirurgia estetica.
Per prevenire le infezioni la struttura deve attenersi a degli adeguati protocolli di sterilizzazione degli strumenti che verranno utilizzati per gli interventi di chirurgia estetica e di sanificazione dei locali.
I chirurghi devono rispettare i protocolli che prevedono determinati comportamenti in sala operatoria con l’obiettivo di evitare qualsiasi tipo di contaminazione rispettando l’asepsi e la sterilità.
L’osservanza di una perfetta sterilità è il punto chiave per la prevenzione delle infezioni.
Errori omissivi e/o commissivi aumentano il rischio di sviluppare un’infezione in seguito ad un intervento di chirurgia estetica/plastica:
- inosservanza dei protocolli per la prevenzione delle infezioni;
- imprecisioni ed errori durante l’esecuzione dell’intervento di chirurgia estetica;
- mancata o inadeguata sanificazione dei locali sanitari;
- utilizzo di strumenti chirurgici non sterili;
- inesperienza degli operatori;
- tecnica chirurgica imprecisa;
- omissione della prescrizione di antibiotici nel post operatorio nel caso di chirurgia estetica come profilassi;
- mancata somministrazione della profilassi antibiotica prima o durante l’intervento negli interventi di chirurgia plastica sporchi/contaminati;
- mancanza di un consenso informato da parte del soggetto che si sottopone all’intervento di chirurgia estetica. il chirurgo, prima dell’esecuzione dell’intervento, deve informare il paziente circa la tecnica utilizzata per l’intervento, degli strumenti e delle tecnologie a disposizione, sui benefici che ne derivano ma deve anche informarlo sulle eventuali complicanze che potrebbero insorgere.
Pensi che il danno sia stato causato da colpa medica o negligenza del medico, dell’Ospedale o della Clinica?
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