MECONIO
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
Che cosa è il meconio
Le prime feci del neonato prendono il nome di meconio.
Il meconio è una sostanza nero-verdastra di aspetto catramoso già presente nell’intestino del feto.
Il meconio si forma a partire dalle sostanze deglutite dal feto durante la gravidanza come ad esempio il liquido amniotico ovvero la sacca che circonda il feto all’interno dell’utero, le componenti del liquido amniotico, secrezioni intestinali e cellule.
I neonati comunemente eliminano il meconio tra 8-12 ore o entro due giorni dalla nascita.
Successivamente le feci del neonato saranno formate da una parte di meconio commisto a residui alimentari. Infine, le feci diventeranno completamente fecali.
Emissione di meconio e sofferenza fetale
Durante la gravidanza l’emissione di meconio è una risposta della sofferenza fetale dovuta ad un ridotto apporto di ossigeno al feto.
Il meconio emesso dal feto si riversa nel liquido amniotico e in questo caso si dice che il liquido amniotico è tinto di meconio.
Nella norma il liquido amniotico è trasparente ma in seguito all’emissione di meconio da parte del feto assume una colorazione che va dal giallognolo fino ad assumere un aspetto melmoso, in dipendenza della gravità di sofferenza fetale.
Sindrome da aspirazione di meconio
All’interno dell’utero, durante la gravidanza, o durante i primissimi respiri del neonato, il liquido tinto di meconio potrebbe essere inalato all’interno dei polmoni e di conseguenza bloccare le vie aeree e provocare il collasso del polmone.
Il meconio inalato nei polmoni, inoltre, può provocare infiammazione del polmone (polmonite) aumentando il rischio di infezioni
I neonati, dopo aver aspirato meconio, necessitano di rianimazione per ristabilire un’adeguata respirazione in quanto presentano difficoltà respiratorie al momento della nascita.
Omissioni di valutazione del meconio
L’osservazione e la valutazione dei segni è indispensabile al fine di evitare l’insorgenza di quadri clinici patologici quali infiammazioni, infezioni, il collasso polmonare o, nei casi più gravi, la morte del neonato.
Queste situazioni possono verificarsi quando il clinico:
- omette il monitoraggio fetale tramite auscultazione del battito cardiaco fetale, indispensabile per la rilevazione dei segni di sofferenza fetale;
- omette, in seguito alla rottura delle membrane amnio corali (in gergo “rottura delle acque”), la valutazione ricorrente delle caratteristiche del liquido amniotico al fine di escludere la presenza di meconio e quindi di sofferenza fetale;
- omette l’assistenza rianimatoria dei neonati che manifestano i segni di sindrome da aspirazione di meconio.