ROTTURA DELLE MEMBRANE 2 (TRATTAMENTO E COMPLICANZE)
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
Il trattamento della rottura prematura delle membrane è fortemente influenzato dall’età gestazionale in cui essa si verifica.
Nel caso in cui si verificano eventi come amniosite, distacco intempestivo di placenta normalmente inserita, morte endouterina del feto o tracciato non rassicurante, il parto deve essere espletato a qualsiasi epoca gestazionale.
Nel caso in cui la rottura si verifica prima delle 24 settimane il trattamento è costituito da un colloquio informativo con la coppia, in cui devono essere chiariti i potenziali rischi e benefici della prosecuzione della gravidanza e devono essere fatte valutazioni realistiche dell’outcome neonatale sia in termini di mortalità che di morbilità neonatale, oltre che il riposo a letto e il monitoraggio di infezione, distacco di placenta o di insorgenza del travaglio.
Successivamente sarà necessario valutare l’ipoplasia polmonare e l’oligoidramnios nel caso in cui esso risulti essere persistente attraverso ecografie seriate.
Da qui si sceglierà se procedere con un travaglio abortivo o con un trattamento conservativo della gravidanza.
Nel caso in cui la rottura, invece, si verifica tra le 24 e le 33 settimane si procederà tramite la tocolisi (trattamento al fine di interrompere le contrazioni uterine) e un trattamento conservativo costituito da valutazioni seriate per amniosite, travaglio, DIPNI, benessere e crescita fetale, riposo a letto, terapia con steroidi per indurre la maturazione polmonare del feto e terapia antibiotica.
A partire dalle 34 settimane, invece, il parto può essere espletato e il trattamento conservativo dovrebbe essere evitato in quanto il rischio di infezione risulta aumentato.
Se inoltre, la rottura delle membrane avviene vicino al termine della gravidanza (>37settimane) si può attuare un trattamento conservativo per 24-48 ore in quando il travaglio potrebbe insorgere spontaneamente e nei casi in cui i dati di screening per SGB non siano disponibili quando la rottura delle membrane dura più di 18 ore, la temperatura corporea sia maggiore o uguale a 38°C è indicato procedere con la profilassi antibiotica.
In caso di non insorgenza spontanea del travaglio esso deve essere indotto con prostaglandine, misoprostolo o ossitocina.
Quali possono essere le complicanze della rottura delle membrane
La rottura prematura delle membrane può causare complicanze materne e/o feto-neonatali, che sono tanto maggiori quanto più essa è precoce in termini di epoca gestazionale.
Fra le complicanze materne abbiamo prevalentemente patologie legate al rischio infettivo fra cui sviluppo di corioamniosite (40% in caso di rottura prima delle 24 settimane), endometrite post-partum, distacco di placenta, prolasso di funicolo, ritenzione di placenta e sepsi.
Fra quelle feto-neonatali, invece, abbiamo morte endouterina nel feto, correlata all’epoca gestazionale e alla falda massima di liquido residuo, ipoplasia polmonare, sindrome da distress respiratorio, broncodisplasia, emorragia intraventricolare, enterocolite necrotizzante, retinopatia del prematuro, deformità scheletriche, infezione neonatale e sepsi.
Nel 7-17% delle gravidanze, inoltre si verifica la “cicatrizzazione delle membrane” e riaccumulo del liquido amniotico, essa avviene soprattutto nelle gravidanze non complicate dalla rottura delle membrane che si verifica prima delle 23 settimane.