LESIONI DEL PLESSO BRACHIALE DURANTE IL PARTO
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI – AVVOCATO MALASANITÀ
Il plesso brachiale rappresenta la rete nervosa preposta all’innervazione dell’arto superiore e che quindi controlla i muscoli della spalla, del braccio, del gomito, del polso, della mano e delle dita e permette il loro movimento.
Una lesione del plesso brachiale rappresenta un evento che cambia la vita, non solo del neonato, ma anche della sua famiglia.
Quali sono le cause di una lesione del plesso brachiale
Le lesioni del plesso brachiale possono accadere in qualunque momento, tuttavia nella stragrande maggioranza dei casi sono legate a un parto difficoltoso e, in particolare, sono causate dalla trazione incontrollata della testa e del collo del neonato dopo la loro fuoriuscita dal canale vaginale.
Molto spesso, queste trazioni sono legate ad un’emergenza ostetrica definita “distocia di spalla”, ovvero la situazione in cui la testa ed il collo fetale fuoriescono dalla vagina, mentre le spalle si “incastrano” al bacino materno.
I fattori di rischio sono: macrosomia fetale (peso >4500 gr), diabete gestazionale, sproporzione feto-pelvica e anomalie del bacino materno.
Quali sono le lesioni del plesso brachiale più frequenti
Le lesioni più frequenti del plesso brachiale sono: la paralisi di Erb-Duchenne, che si riferisce al plesso brachiale superiore e quindi pregiudica il movimento del braccio; la paralisi di Dejerine-Klumpke, che si riferisce al plesso brachiale inferiore e pregiudica il movimento dell’avambraccio e della mano.
Nelle paralisi neonatali non troppo severe, la prognosi è positiva: il neonato riacquisterà il controllo totale del braccio o della mano entro tre-nove mesi di tempo con una regolare fisioterapia.
Nei casi più gravi, con la fisioterapia sicuramente migliora la motilità dell’arto o della mano che comunque non risulterà mai guarito al 100%.
Errore ostetrico connesso a lesioni del plesso brachiale
Come detto, la “distocia di spalla” è sicuramente la principale causa di trazione della testa e del collo; a volte, seppur non è conclamata l’emergenza, ci si trova in presenza di parti difficoltosi e in particolare di indaginosa rotazione ed espulsione delle spalle fetali, che inducono gli operatori in errore.
In presenza di “distocia di spalla” devono essere messe in atto delle manovre e delle procedure standardizzate e create da organizzazioni riconosciute universalmente per le linee guida.
In Italia viene usato principalmente l’acronico HELPER del RCOG (Royal College of Obstetricians and Gynaecologists).
Prima di qualsiasi manovra sulla donna, è fondamentale:
- avvisare immediatamente il ginecologo e l’ostetrica presenti con più esperienza;
- allertare anestesista e pediatra;
- porre la donna in posizione ginecologica;
- far cessare le spinte volontarie;
- svuotare la vescica;
- evitare assolutamente trazioni e rotazioni sulla testa fetale
Dopo aver effettuato questi passaggi, si inizia con le manovre per la risoluzione della distocia di spalla secondo l’acronimo sopracitato:
- H- help= chiamare in aiuto tutta l’equipè ostetrica;
- E- episiotomy= valutare la necessità di eseguire un’episiotomia per detendere il perineo e per evitare lacerazioni importanti;
- L- legs= eseguire la manovra di Mc Roberts, ovvero flettere le cosce sull’addome e le gambe sulle cosce per ampliare gli spazi del bacino;
- P- pressure= eseguire la manovra di Rubin I, cioè una pressione sovrapubica sull’addome materno per spingere la spalla anteriore sul diametro obliquo del bacino in modo da farla scivolare sotto la sinfisi pubica.
- E- enter= il medico, previa anestesia totale, entra in vagina e con la manovra di Rubin II spinge la spalla anteriore verso il diametro obliquo, se non funziona contemporaneamente di fa la manovra di Woods, cioè una forza uguale e nel senso opposto sulla spalla posteriore;
- R- remove= nel caso tutto fallisca, si usa la manovra di Jacquemier: il medico arriva alla spalla posteriore e ricerca il polso del braccio posteriore. Una volta afferrato con una rotazione di 180° e una trazione verso il basso fa scivolare fuori il feto.
Ovviamente, quest’ultima manovra può causare lesioni del plesso brachiale e/o frattura di clavicola o omero, ma è necessaria per salvare la vita di mamma e bambino.