COMPLICANZE FETALI PRIMA DELLA NASCITA E IN PROSSIMITÀ DEL PARTO
ERRORE MEDICO E RISARCIMENTO DANNI
Durante la gravidanza la donna può acquisire delle infezioni di vario tipo, possono presentarsi in qualunque momento prima del parto, oppure in prossimità della nascita.
Quali sono i metodi di trasmissione delle infezioni al feto:
Le malattie infettive materne possono essere trasmesse al feto in vari modi:
- per via ascendente: l’infezione risale attraverso la vagina e arriva al feto, se le membrane amniocoriali sono rotte (comunemente definito “rottura delle acque”) il rischio di contagio aumenta;
- per via transplacentare: ovvero l’infezione viene contagiata al bambino attraverso la placenta;
- durante il parto: con il passaggio del bambino nel canale vaginale;
- durante il parto: ingestione o inalazione di agenti infettivi presenti nel canale del parto;
- postnatali: il bambino può infettarsi dopo la nascita;
- durante l’allattamento al seno materno.
Normalmente le infezioni più dannose per il bambino sono quelle che avvengono nei primi tre mesi di gravidanza, ma qualunque tipo di infezione materna in qualunque periodo della gravidanza può mettere in grave pericolo la salute del bambino.
È fondamentale che l’ostetrica e il ginecologo facciano un monitoraggio accurato della salute materna durante tutta la gravidanza e durante il travaglio.
La diagnosi precoce delle infezioni permette il trattamento immediato e previene il contagio fetale.
Quali possono essere le patologie materne durante la gravidanza
La donna durante la gravidanza potrebbe andare incontro a delle patologie che mettono a rischio la salute del bambino.
I professionisti devono rilevare ogni sintomo che potrebbe essere correlato ad una complicanza della salute materna.
Qualora la donna abbia patologie preesistenti alla gravidanza, si dovrebbe prestare ancor più attenzione durante le visite pre-concezionali e durante il monitoraggio della gravidanza.
Alcune delle patologie più comuni che colpiscono le donne durante la gestazione sono:
- l’ipertensione (conosciuta anche con il termine “gestosi”);
- il diabete gestazionale;
- le malattie autoimmuni;
- le cardiopatie.
Cosa si deve fare per prevenire un parto pretermine
Il parto pretermine (chiamato anche prematuro) viene definito come il travaglio e il parto che avvengono prima della 36esima settimana di gravidanza.
Il rischio maggiore per il feto si presenta quando il parto avviene prima della 32esima settimana.
L’organo che viene maggiormente colpito in un bambino nato prematuramente è il cervello, i danni neurologici mettono a rischio la possibilità di sopravvivenza del neonato.
In alcuni casi il parto avviene spontaneamente in altri casi è necessario far nascere prematuramente il bambino, qualora si verifichino delle condizioni per cui la prosecuzione della gravidanza metterebbe a grave rischio la vita della donna e del bambino.
Un modo efficace per riconoscere il rischio di parto pretermine è attraverso l’ecografia, metodica attraverso la quale si può valutare l’indebolimento della cervice uterina.
Inoltre, una buona condotta medica prevede il monitoraggio accurato delle gravidanze patologiche.
Quali possono essere le cause del parto pretermine
Alcune delle possibili cause di parto pretermine sono:
- l’incontinenza cervicale (la cervice, parte terminale dell’utero che si affaccia in vagina, si indebolisce);
- malformazioni dell’utero (come i fibromi);
- eccessiva quantità di liquido amniotico;
- le infezioni vaginali;
- patologie materne (come l’ipertensione);
- gravidanze gemellari;
- rottura delle membrane prima del termine della gravidanza;
- distacco prematuro di placenta (la placenta fisiologicamente dovrebbe distaccarsi dall’utero solo dopo il parto).
In cosa consistono il posizionamento e la presentazione fetale anomali
La posizione più conveniente per nascere è quella longitudinale, ovvero il corpo fetale è posizionato nell’asse più lungo dell’utero e in presentazione cefalica, la testa del feto è verso il basso pronta ad affacciarsi nel canale vaginale.
Può capitare che il bambino si trovi in posizioni anomale, come la posizione trasversale (in vagina si affaccia la spalla) o la posizione obliqua (la testa è rivolta verso un fianco della mamma e i piedi verso il fianco opposto).
Le presentazioni anomale invece possono essere quelle podaliche (il sedere è rivolto verso il basso).
Normalmente prima del termine della gravidanza il ginecologo valuta la posizione fetale attraverso l’ecografia.
In alcuni casi però si può diagnosticare una presentazione anomala solo durante il travaglio.
Quali farmaci possono essere utilizzati in modo inadeguato durante il travaglio e il parto
L’Ossitocina è un farmaco largamente utilizzato durante il travaglio e il parto.
Talvolta viene utilizzata per scatenare il travaglio oppure per accelerarlo.
L’utilizzo dell’ossitocina prevede un attento monitoraggio delle dosi e delle condizioni della donna e del feto durante il travaglio.
Essendo un farmaco molto forte, deve essere utilizzato con prudenza per evitare dei danni alla mamma e al feto.
Gli errori commessi dall’ostetrica o dal ginecologo nel dosaggio e nella durata di utilizzo dell’ossitocina possono essere dannosi per la donna e per il bambino.
Quali possono essere le complicanze del feto e del neonato
Durante il travaglio il team ostetrico deve assicurare il monitoraggio delle condizioni fetali.
Il benessere fetale viene valutato attraverso il tracciato cardiotocografico.
Inoltre, dopo la nascita, i neonatologi e l’equipe in generale devono prestare attenzione alle possibili complicanze a cui il bambino può andare incontro.
Come avviene il riconoscimento delle complicanze del travaglio e del parto
Durante il travaglio ed il parto possono verificarsi condizioni che mettono a rischio la salute del bambino.
Con la valutazione attenta del benessere fetale l’ostetrica può agire in tempo per impedire danni al bambino, allertando il medico e l’equipe ospedaliera.
L’esecuzione di un taglio cesareo d’emergenza o l’applicazione della ventosa ostetrica spesso sono fondamentali per la prevenzione delle complicanze, dunque tutti i professionisti sanitari devono essere pronti ad agire per evitare i ritardi nel trattamento.
Quali possono essere i traumi da parto
I traumi da parto comprendono i danni causati al bambino durante la nascita dall’ostetrica o dal medico.
Il trauma può essere causato da strumenti come il forcipe o la ventosa oppure da manovre troppo invasive che lesionano le strutture corporee del feto.
Il forcipe è ormai in disuso nella maggior parte dei reparti di ostetricia, proprio a causa dei traumi che può causare alla testa del bambino.
L’errore del medico nell’applicazione della ventosa o nella valutazione del giusto momento in cui applicarla potrebbe causare danni irreparabili al feto.
Con la prudenza e la giusta tecnica si evitano i traumi da parto.